domenica 31 agosto 2014

Come guidare la motivazione

Un bel promemoria per chi, come me, crede che la motivazione sia il motore di tutto...
Si tratta di un grafico tratto da ASCD che contiene sette citazioni di pensatori popolari che forniscono alcuni suggerimenti per accendere la motivazione degli studenti.

7 Tips on how to Drive Students Motivation ~ Educational Technology and Mobile Learning
http://www.educatorstechnology.com/2014/08/7-tips-on-how-to-drive-students.html
 

Gli studenti pongono due questioni fondamentali che riguardano la motivazione a imparare: l'insegnante mi vede? E come mi vede? (Carol Ann)
 
Ricompense, punizioni, incentivi, minacce e altre strategie esterne creano esecutori, non discenti. (Richard Curwin).
 
Un ingrediente chiave per alimentare la passione di imparare è fare in modo che gli studenti si sentano intellettualmente provocati. (Stevi Quate e John McDermott)

Quando gli studenti si concentrano su obiettivi in cui sono direttamente coinvolti, questo porta a riscontrare impegno, motivazione e il progresso. (Jennifer Serravallo

Gli insegnanti devono capire che non esiste la pigrizia. Se uno studente appare pigro, c'è qualcos'altro che non va e che noi non possiamo vedere. (Rick Wormeli)
 
Quando gli studenti sanno che ci sono strategie in atto per impedire loro il fallimento, sono molto più propensi a correre rischi per approfondire il loro apprendimento. (Robyn Jackson e Allison Zmuda)
 
Pensiamo che il controllo porti al miglioramento. Ma le persone hanno solo due reazioni al controllo: si conformano o sfidano. (Daniel Pink)

giovedì 28 agosto 2014

La comunità di docenti Edmodo è decollata

Ieri, il gruppo Edmodo "Supporto docenti italiani", creato il 3 luglio, grazie al prezioso contributo della comunità "Insegnanti 2.0", ha raggiunto i 100 iscritti. Un gruppo di insegnanti eterogeneo per provenienza (sono presenti tutti gli ordini di scuola e l'Università), per localizzazione geografica (non mancano neanche i docenti di italiano all'estero), per esperienza professionale. Tutti uniti dalla motivazione nei confronti della didattica innovativa che vede negli ambienti di apprendimento una risorsa fondamentale. 
Tanti i livelli di competenza. Molti colleghi si sono affacciati al gruppo per trovare il supporto per iniziare; altri, con professionalità decisamente alte, per mettere a disposizione la loro esperienza e per avere occasione di nuovi scambi.
Una bella opportunità di collaborazione e di crescita per tutti noi.
Grazie a chi ha scelto di esserci. Non ci resta che augurarci buon lavoro!


mercoledì 27 agosto 2014

Parole che arrivano al cuore

Ho appena potuto leggere su facebook, al quale mi sono convertita a fatica, le parole più belle che una maestra possa desiderare ricevere.
A scrivermele è stata Lucia Maria Collerone, l'ideatrice del metodo Liberamente...imparo, che abbiamo utilizzato quest'anno in classe per l'apprendimento della letto-scrittura.
Non posso non condividerle con voi, bambini e genitori, che siete parte di tutto questo.
Sono commossa e lo dico in piedi.

martedì 26 agosto 2014

A proposito di buona educazione



Negli ultimi anni mi sono fermata molto a osservare le classi, il cambiamento delle relazioni tra alunni, tra alunno e insegnanti e tra insegnanti e genitori. Contemporaneamente, fuori da scuola, richiamava la mia attenzione il modificarsi del linguaggio anche negli spazi più formali, senza parlare degli scambi comunicativi cui mi sono trovata spettatrice per strada.
Spesso, come credo a tanti di noi, il mio pensiero é tornato alle regole della mia infanzia, a scuola e in famiglia, a quei punti fermi che regolavano tutto. E, pur essendo una docente orientata all'innovazione, su quest'aspetto ho deciso che era venuto il momento di recuperare dalla tradizione le regole di buona educazione, e di farlo in modo intenzionale e sistematico. 
E' arrivato subito un appunto: “Cosa pensi di fare se a casa si esprimono così, se questi sono i modelli che respirano?" Lo capisci che siamo impotenti?”.
Ma sono andata dritta per la mia strada, convinta che siano numerose le persone che si guardano indietro con nostalgia e che hanno voglia di relazioni rispettose dei ruoli (bambino-adulto, figlio-genitore, alunno-insegnante...) e delle regole di buona educazione, e che tante famiglie sarebbero felici di un supporto in questo senso. Ho anche guardato alla scuola, già in forte sofferenza, e ho pensato a quanto certi piccoli interventi avrebbero fatto bene al riconoscimento del ruolo educativo e sociale di questa istituzione nella quale io credo tantissimo.
E ho lavorato, intransigente prima di tutto con me stessa, ferma nella convinzione che il modello passa prima di qualunque parola, e che cambiamenti di questo tipo non si fanno appendendo un cartello alla parete, con regole più o meno condivise, ma modificando i piccoli comportamenti quotidiani.
Il mio lavoro, così mi sembra giusto chiamarlo, l'ho orientato in tre principali direzioni: educazione di base (saluto, relazione con l'adulto, comportamento nei diversi contesti), cura dello spazio classe e del proprio setting di lavoro, puntualità (orari, consegne, comunicazioni scuola-famiglia).
L'eventuale discordanza con la gestione delle regole in famiglia, io non l'ho vissuta come un ostacolo. La scuola può comunque proporre un proprio sistema di regole che può essere assunto, certo la cosa migliore, o essere sua peculiarità. In ogni caso, fa bene alla scuola e fa bene al gruppo che lavora insieme.
Io, tuttavia, guardo con fiducia agli effetti delle tante ore che i nostri alunni trascorrono a scuola.
Così, se venendo a trovarci, sarete accolti da bambini che vi saluteranno alzandosi in piedi, senza sedersi fino al cenno dell'insegnante, o osserverete una classe in cui nessuno inizia a consumare la merenda senza aver ripulito con cura i banchi, apparecchiato con la tovaglietta e aver atteso di essere tutti pronti per darsi il collettivo buon appetito; se doveste osservare dei bambini lavorare con il solo necessario ben disposto nel loro spazio, sempre pulito e curato; se, consegnando un avviso, avrete la soddisfazione di ritrovarlo subito firmato e pronto sul banco per essere riconsegnato al momento dell'appello… non pensate di essere tornati indietro nel tempo. Sentitevi dentro l'investimento per un futuro migliore.
E ricordate che un sistema di regole non serve al controllo, quanto a un clima sereno e al rispetto di tutti, fondamentali per un ambiente di apprendimento in cui si vuole che regnino la collaborazione e una didattica a bassa direttività.
Per capirci: le regole sono la base per una buona organizzazione che é la base per una didattica partecipata.

Perché condivido questa riflessione? Perché proprio nei giorni scorsi, prendendo in mano il numero di settembre de “La vita scolastica”, ho avuto il piacere di leggere di educazione nell’editoriale di Carla Ida Salvati, direttrice della rivista, e ho provato un piacere infinito, convinta che se a crederci fossimo in tanti sarebbe davvero un'altra cosa. 
Diciamolo chiaro: se possiamo accontentarci di costruire un sistema di regole ricondotto solo alla scuola, non possiamo essere efficaci se noi insegnanti parliamo una lingua diversa.
Su regole, buona educazione e organizzazione, questa ne fa ben parte, bisogna avere il coraggio di dirlo, la diversità non é ricchezza, ha un solo nome. E questo nome é caos. 



"Il bello è che la buona educazione è contagiosa…
il brutto è che lo stesso vale per la cattiva!!!" 

giovedì 21 agosto 2014

Cambiare i paradigmi dell'educazione

 
"Se non siete preparati a sbagliare, non diventerete mai qualcosa di originale"

Ho scoperto che è in rete già da diverso tempo, ma io ho avuto la fortuna di "incontrarlo" solo in questi giorni. Si tratta di un VideoScribe che riporta in nove minuti i tratti salienti della Lectio magistralis "Changing education paradigms" del professor Ken Robinson, nella quale parla di pensiero divergente e della necessità di ripensare il sistema scolastico. 

Ken Robinson esordisce con l’enunciazione del problema fondamentale, mettendo a nudo in poche battute l’inadeguatezza del sistema educativo contemporaneo. 


"Non dovremmo metterli a dormire, dovremmo svegliarli"


Di seguito riporto il passaggio a me più caro, quello sul pensiero divergente, sul quale è davvero fondamentale che noi educatori ci fermiamo a riflettere.

«C’è uno studio sul pensiero divergente: il pensiero divergente non è la stessa cosa della creatività. Io definisco la creatività come il processo che genera idee originali che hanno un valore, il pensiero divergente è comunque una capacità essenziale per la creatività: è l’abilità di vedere molteplici risposte ad una medesima domanda. Ci sono dei modi per misurare tutto questo. Ad esempio un test che chiede quanti modi ci sono per utilizzare un fermaglio per la carta. La gente ‘normale’ trova dieci o quindici modi diversi per usarlo. Coloro che utilizzano un pensiero divergente possono trovare addirittura 200 risposte (lo fanno ad esempio chiedendosi: “può essere che il fermaglio per la carta sia alto dieci m e fatto di schiuma di gomma?”). Insomma, non deve essere un fermaglio come lo intendiamo normalmente. Questo test è stato fatto a 1500 persone ed è riportato in un libro che s’intitola breakpoint and beyond, nel sistema di valutazione di questo libro, se sei sopra un certo valore sei considerato un “genio del pensiero divergente”. La mia domanda è: quante delle persone testate hanno superato questo limite? Preciso che le persone sottoposte al test erano bambini della scuola materna. Ebbene, la percentuale era del 98%! Poiché era uno studio a lungo termine hanno ritestato gli stessi bambini 5 anni dopo, tra gli 8 e i 10 anni e poi di nuovo tra i 13 e i 15 anni. Beh, di solito cominci che non sei molto bravo e poi, crescendo, migliori; invece in questo caso è accaduto esattamente il contrario! Questo studio dimostra quindi due cose, la prima è che tutti abbiamo questa capacità innata e che nella maggior parte dei casi si deteriora. A questi bambini succedono molte cose in dieci anni, ma la cosa principale è: che vanno a scuola! E a scuola gli viene detto che c’è una risposta sola, che si trova alla fine del libro. E che non devono guardare! E tantomeno copiare, perché copiare significa imbrogliare. Invece, fuori dalla scuola, questa è chiamata collaborazione. Ciò accade, non perché gli insegnanti lo vogliono, ma perché è parte del ‘DNA del sistema scolastico’.» 

Animazione alla lettura: "Il filo nel labirinto"


Segnalo che in data martedì 9 settembre, dalle ore 15.00 alle 18.30, si terrà presso la Libreria Tuttestorie, via Orlando 4 Cagliari, un incontro rivolto ad insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria, bibliotecari e operatori culturali:
  
 "Il filo nel labirinto"
 una pratica di animazione alla lettura a cura di Emanuele Scotto

Per maggiori informazioni: www.tuttestorie.it

Per prenotazioni: 070659290 - mail: tuttestorie@tiscali.it

lunedì 18 agosto 2014

Flipped classroom: risorse e piattaforme

Condivido con tutti i colleghi interessati, questa preziosa presentazione resa disponibile su Slideshare da Laura Antichi (docente di Filosofia e Scienze Sociali ISS Veronica Gambara di Brescia) e Virginia Alberti (Docente di Matematica ITIS Castelli di Brescia), in cui vengono presentate le diverse risorse e piattaforme utili per la Flipped classroom.

domenica 17 agosto 2014

Ricordi a.s. 2013/14


Vi informo che nel menù in alto è attiva la pagina Ricordi a.s. 2013/14 nella quale sono raccolti alcuni materiali realizzati durante l'anno scolastico a documentazione delle nostre esperienze.
Buona visione!

venerdì 15 agosto 2014

Buon Ferragosto con Gianni Rodari

 
Eccomi ad augurarvi un Buon Ferragosto con le parole del grande Gianni Rodari.
Una filastrocca datata, è vero, eppure così attuale perchè pensa ai bambini che il Ferragosto sono costretti a farlo in città...

 Filastrocca vola e va
dal bambino rimasto in città.
Chi va al mare ha vita serena
e fa i castelli con la rena,
chi va ai monti fa le scalate
e prende la doccia alle cascate…
E chi quattrini non ne ha?
Solo, solo resta in città:
si sdrai al sole sul marciapide,
se non c’è un vigile che lo vede,
e i suoi battelli sottomarini
fanno vela nei tombini.
Quando divento Presidente
faccio un decreto a tutta la gente;
“Ordinanza numero uno:
in città non resta nessuno;
ordinanza che viene poi,
tutti al mare, paghiamo noi,
inoltre le Alpi e gli Appennini
sono donati a tutti i bambini.
Chi non rispetta il decretato
va in prigione difilato”.

mercoledì 13 agosto 2014

Accettare il movimento



Questo non é il periodo migliore in cui trovare la concentrazione per scrivere sul Blog. Ma non riesco proprio a passare oltre l'esperienza di EdmodoCon senza alcune riflessioni a voce alta.
Sí, perché EdmodoCon é stata una bellissima espressione di che cosa può fare la tecnologia quando é ben utilizzata. 

La conferenza annuale Edmodo ha riunito online educatori di ogni ordine e grado di tutti i continenti per una giornata di particolare sviluppo professionale. E lo ha fatto in piene vacanze estive, abbattendo barriere fisiche e temporali.
A trascinare alla partecipazione esclusivamente la motivazione, gli interessi comuni, l’essere insegnanti felici di abitare con gli alunni uno spazio virtuale che ha aiutato a ripensare tempi e modi della didattica.

Si è trattato di un evento sincrono della durata di unici ore. Per qualcuno, come per noi italiani, é iniziato di pomeriggio, mentre erano le sette del mattino a San Francisco, la sede di Edmodo, e tutti i possibili orari, intrecciati tra il mercoledì e il giovedì, secondo il paese di provenienza...
Già questo dice tanto.

Un'organizzazione eccellente in cui ho visto sintetizzarsi le migliori pratiche di formazione e collaborazione a distanza. Diretta dell'evento che ci ha portato dentro la sala delle relazioni in presenza; proiezione di slide e filmati; pannello utente completo di tutti gli strumenti necessari, ivi compresa la cartella con i materiali di riferimento; l'elenco dei gruppi di lavoro ai quali potersi iscrivere per approfondire contenuti e risorse; finestra per gli interventi, riassunti e raccolti da una mediatrice dello staff; applicazione per i sondaggi...
Contemporaneamente, attivo il gruppo EdmodoCon, che ha favorito i continui scambi informali e il supporto reciproco.

E al centro la didattica. Le opportunità più creative di utilizzare Edmodo ma, soprattutto, le esperienze attuate in diversi contesti con infrastrutture più o meno adeguate.

Anche qui un'idea di didattica che pensa a studenti che si interrogano e intraprendono percorsi di ricerca e costruzione in cui gli strumenti sono una grande risorsa per l'accesso ai contenuti ma, anche e soprattutto, per la collaborazione.

Emozionante rendersi conto che, nonostante i diversi contesti, le diverse culture e organizzazioni scolastiche, gli insegnanti siano spinti da un’unica volontà: quella di motivare gli studenti, di mettere loro a disposizione strumenti di conoscenza e indagine che possano renderli competenti.
Gli strumenti al servizio di questa idea di scuola. 

Bella occasione, bei confronti, nuovi stimoli. La sensazione di essere una piccola parte di un mondo grande ma anche la consapevolezza di quanto sia importante sporgersi senza paura dell'altezza.
Per me quel che conta, nel mio mestiere come nella vita, non é dove arrivo, ma accettare il movimento. 

Per concludere, voglio tornare a Edmodo.
Sono diversi gli ambienti di apprendimento a disposizione delle scuole, ma il consentire di essere, da subito, docente tra i docenti del mondo, prima ancora che docente di classe, é davvero un grande valore aggiunto che inizialmente avevo considerato poco. E, forse, visti i material informativi che circolano sull’ambiente, non solo io.
Le presentazioni di Edmodo, infatti, illustrano sempre le opportunità con gli alunni e non quelle con i colleghi.
Queste invece possono essere per tanti il modo per cominciare e trovarsi dentro una formazione continua in modo naturale.

Per gli interessati, il collegamento ai video dell’evento:

Nic Borg, kicks off EdmodoCon with a look at where Edmodo is today

Leveling Up Student Writing with Badges
Nathan Garvin

Using Videos, Polls, and Reflective Response to Inform Instruction
Robert Miller

Edmodo That! Unique Ways to Connect and Learn
Monique Dalli and Jessica McCarthy

Redefining Learning with Limited
Sheryl Place

From Tech Illiterate to Tech Savvy: How to Foster Non-Cognitive Skills in Edmodo
Valerie Knauer

Teaching Mythology with Technology: Engaging Students in CCSS
Steve Johnson

Moving Beyond the Classroom Walls: Connecting Globally Through Storytelling
Stacy Lynn Fritz

Solving D3: Data-Driven, Differentiated Instruction
Beatrice Lopez

Creating a Diverse, College- and Career-Ready Tech Culture
James Garner and Rachel Stokes

Building and Spreading the Edmodo Wildfire
Shellie Carson and Deanna Menchaca

Shining a Spotlight on Our Schools: Making Students the Star of the Show
Steve Dembo

mercoledì 6 agosto 2014

Insegnare è... passione per l'ignoranza

"I passeurs sono coloro che trasmettono la cultura agli altri.
Sono i curiosi di tutto, quelli che leggono tutto, che non confiscano..."

Daniel Pennac (immagine proprietà di GIUNTIScuola)
Vi segnalo la pubblicazione di un'interessante intervista a Daniel Pennac di Ilaria Tagliaferri, pubblicata nel numero 1 di “La Vita Scolastica” 2014/2015: "Insegnare è... passione per l'ignoranza"

Piacevole, per chi desidera trasmettere l'amore per la lettura, soffermarsi a riflettere sulla differenza tra guardiani del tempio e passeurs che chiama in causa, in primo luogo, noi insegnanti e genitori.

Ne approfitto per proporre anche la lettura della Lezione dottorale di Daniel Pennac, tenuta il 26 marzo 2013 nell'aula magna dell’Ateneo di Bologna, in occasione del conferimento della laurea ad honorem in Pedagogia.

sabato 2 agosto 2014

Edmodo: classe chiusa


Vi informo che da oggi il nostro gruppo classe su Edmodo è sospeso in attesa della creazione della classe seconda, con nuovi materiali, nuove consegne, nuove condivisioni...
Buon proseguimento di vacanze!

Flipped Classroom: tormentone o approccio innovativo?

Condivido con piacere un interessante contributo sulla Flipped Classroom di Graziano Cecchinato, ricercatore in pedagogia sperimentale presso il Dipartimento di Filosofia, Pedagogia e Psicologia applicata dell'Università degli Studi di Padova.


Si vedano anche le slide dell'autore: