lunedì 30 novembre 2015

Progetto Erasmus plus "Young Europeans on the Edge of Europe"

Questa mattina abbiamo vissuto un'esperienza veramente speciale. Abbiamo accolto nella nostra classe un gruppo dei ventotto studenti, ospiti del Liceo "Carlo Baudi di Vesme" con il Progetto Erasmus plus “Young Europeans on the Edge of Europe”.
Per noi è stata l'occasione per fare un viaggio virtuale in nuovi paesi, supportati da Google Earth. Ci siamo spostati in Scozia, Norvegia, Lettonia, Turchia, abbiamo individuato la posizione geografica rispetto alla Sardegna e curiosato nelle rispettive Capitali attraverso un breve tour fotografico.
Durante l'incontro con gli studenti, invece, abbiamo sperimentato l'uso della lingua inglese presentandoci, cantando per loro una canzone sulle nazionalità e condividendo alcuni materiali già preparati l'anno scorso per il nostro progetto eTwinning. L'attività si è conclusa con il gioco dei tappi che ha consentito ai bambini di farsi comprendere individuando tutte le possibili forme di comunicazione.
Una bella esperienza, certamente da ripetere.
Ringraziamo la referente del Progetto, ins. Donatella Congia, per averci offerto questa bella opportunità, e i colleghi e gli studenti dei paesi ospiti, ai quali auguriamo una felice permanenza.

Alle foto dell'incontro
Alla presentazione "Me and my town"

domenica 29 novembre 2015

Laboratorio didattico: "Paleontologi...si diventa"

Vi ricordo che venerdì 4 dicembre 2015 è programmata l'uscita didattica al Museo dei Paleoambienti Sulcitani E. A. Martel di Carbonia, per lo svolgimento del laboratorio didattico "Paleontologi... si diventa".
Si tratta di un'uscita con lo scuolabus che sarà effettuata in orario scolastico.
Di seguito, è possibile prendere visione della scheda completa elaborata dai Servizi educativi del Sistema museale di Carbonia.


sabato 28 novembre 2015

Il tragitto da casa a scuola

Per me, un momento fondamentale del mio essere insegnante, è il tragitto da casa a scuola. È il momento in cui, dopo essermi completamente implicata, ritorno al silenzio e rivedo ogni momento della giornata. I discorsi, le proposte, i bambini al lavoro, un litigio, le mie reazioni, lo sguardo di un bambino sul quale non mi sono soffermata abbastanza, il mio tono di voce, il mio intervento ormai stanco su una difficoltà... È il momento in cui mi faccio male e bene. Osservo e mi osservo. Io davanti alle scene della mia mattinata. Io davanti a me stessa, a riconoscere quanto lavoro devo ancora fare. È lì, in quella strada e in quel tempo, che ogni giorno riincontro le mie convinzioni. Riscelgo che insegnante voglio essere. Arrivo a casa che il silenzio è finito, e il mio pensiero è già su domani, con l'urgenza di trovare le strade che possano consentirmi di fare meglio.

Educare con felicità

"Una prova della correttezza della procedura educativa è la felicità del bambino".
Maria Montessori

sabato 21 novembre 2015

Ci mancherai, maestra Emanuela!

Carissimi bambini e carissimi genitori, non è questo il modo in cui avrei voluto darvi questa notizia, ma preferisco farlo ora perchè abbiate il tempo di parlarne anche a casa e di prepararvi. Da lunedì, maestra Emanuela non sarà più con noi perchè il suo posto è stato assegnato a una nuova insegnante.
Fermo restando che saremo felici di accogliere la nuova maestra, non posso nascondere il profondo dispiacere di dover assistere a questo cambiamento a due mesi dall'inizio dell'anno, due mesi nei quali ci siamo conosciuti e abbiamo affrontato insieme ogni piccolo momento del quotidiano.
Voi lo sapete già, ma voglio dirlo anche qui. Questi sono stati mesi belli. Maestra Emanuela è stata da subito parte di noi, facendoci il dono della completa condivisione delle scelte educative e didattiche, anche di quelle che, come sapete bene, ci connotano in modo forte e non sono facili da fare proprie.
Con lei è stato tutto semplice perchè ci ha accumunato il guardare i bambini con gli stessi occhi e il provare la stessa felicità nello sperimentare una didattica capace di lasciarli andare. 
Durante le nostre mattine, ci cercavamo con lo sguardo per condividere la gioia di osservare le tante forme della collaborazione, la scoperta di nuove strade per affrontare l'incontro con l'errore, o semplicemennte un abbraccio di solidarietà, una nuova conquista... 
E non basta. Emanuela è stata presente ad ogni inziativa e non si è risparmiata un attimo. Insieme, al mattino, entravamo in classe, pronte ad implicarci completamente per riemergere solo alla fine, stanche ma sempre felici e già pensando al giorno successivo.
Ci sono incontri fortunati, e questo è certamente uno di quelli. Nessuno di noi ha mai pensato Emanuela come insegnante di sostegno. Lei era Emanuela, e punto. Una risorsa preziosa che camminava accanto a tutti noi.
Un giorno mi ha detto delle parole che non dimenticherò mai. - Mi sento dentro un posto bellissimo in cui non mi bastano gli occhi per vedere la meraviglia.
Io non posso che ringraziarli i suoi occhi che, abituati ad altre realtà, hanno reso possibile una maggiore consapevolezza di quelle semplici scelte che, sommate le une alle altre, danno forma al nostro fare scuola nel quale io oggi credo con sempre maggiore convinzione.
Cosa dire? Provo il vuoto che si sente quando ci si deve staccare da una persona bella, e sono sicura che è così anche per tutti voi.
Una cosa è certa. Maestra Emanuela, come maestra Maria Efisia, troverà la nostra porta sempre aperta e sarà sempre nel nostro cuore.

Grazie per quello che ci hai dato, maestra Emanuela. Grazie per la persona che sei. Sono insegnanti come te che faranno migliore la nostra scuola. Fortunato chi ti incontrerà. 
Tanti auguri per il tuo futuro!

Promemoria attività

Cari bambini, vi ricordo che su Edmodo sono presenti le nuove attività: video per rinforzare la conoscenza dell'accento, esercizi con i numeri oltre il 1000 e addizioni/sottrazioni con il cambio.
La consegna scade il 24 novembre 2015.
Ne approfitto per ricordare che è ancora disponibile anche il puzzle per ricostruire l'Europa.
Buon lavoro!

Link diretti:
al video
alle consegne di matematica

"Io bullo": incontro con gli studenti del nostro Istituto


La mattina di oggi è stata ricca di emozioni. "Io bullo" era tra i ragazzi di Iglesias, per me tanti ex alunni, a portare il suo messaggio, a far spostare tutti un po' per osservare ogni cosa in modo nuovo.
A colpirmi molto, il grande bisogno di parlare. Bisogno che si è concretizzato in un attimo attraverso i numerosi foglietti tornati indietro con tante riflessioni che ci hanno consentito di aprire un confronto che chiede di continuare. 
Io, da insegnante nel corto e nella vita, sento il bisogno di confermare ai nostri studenti la volontà di conoscerli, di esserci per ognuno di loro, e di fare in modo che la scuola, che ha il privilegio di mettere insieme, smetta di separare e sappia unire, perché il confronto continuo e il fare insieme cancellino la competizione e diventino la forza da opporre a comportamenti capaci solo di distruggere. 
Voglio ringraziare ancora Christian Castangia, regista del corto, che, coinvolgendomi in questo progetto, mi ha fatto un grande dono.
Auguro a "Io bullo" un lungo viaggio, con tante scuole capaci di accoglierlo e tutti, studenti, genitori e insegnanti, disponibili a ripensarsi.



"Il bullo - Cronaca di vita e cyber bullimo", scritto e diretto da Christian Castangia, è un cortometratggio promosso dall'Associazione socio-culturale "Tutto Cambia" di Iglesias, in collaborazione con la ditta di fotografia e produzione video "Lux Photo Art" (Claudia Nirakita Giuseppetti e Alessandro Pintus).

Le stelle marine e il bambino scalzo

Ho voluto chiudere la settimana leggendo per i bambini questa breve storia e invitando ognuno di loro a rileggerla a casa.
Cambiare le cose è possibile. Questo è il messaggio che volevo che portassero con loro. Non l'impotenza. 
Noi siamo scuola. La scuola lavora per il futuro. 

Le stelle marine e il bambino scalzo

Una tempesta terribile si abbatté sul mare. Lame affilate di vento gelido trafiggevano l’acqua e la sollevavano in ondate gigantesche che si abbattevano sulla spiaggia come colpi di maglio, o come vomeri d’acciaio aravano il fondo marino scaraventando le piccole bestiole del fondo, i crostacei e i piccoli molluschi, a decine di metri dal bordo del mare.
Quando la tempesta passò, rapida come era arrivata, l’acqua si placò e si ritirò. Ora la spiaggia era una distesa di fango in cui si contorcevano nell’agonia migliaia e migliaia di stelle marine. Erano tante che la spiaggia sembrava colorata di rosa.
Il fenomeno richiamò molta gente da tutte le parti della costa. Arrivarono anche delle troupe televisive per filmare lo strano fenomeno.
Le stelle marine erano quasi immobili. Stavano morendo.
Tra la gente, tenuto per mano dal papà, c’era anche un bambino che fissava con gli occhi pieni di tristezza le piccole stelle marine. Tutti stavano a guardare e nessuno faceva niente.
All’improvviso, il bambino lasciò la mano del papà, si tolse le scarpe e le calze e corse sulla spiaggia. Si chinò, raccolse con le piccole mani tre piccole stelle del mare e, sempre correndo, le portò nell’acqua. Poi tornò indietro e ripeté l’operazione.
Dalla balaustrata di cemento, un uomo lo chiamò: -Ma che fai ragazzino?-.
-Ributto in mare le stelle marine. Altrimenti muoiono tutte sulla spiaggia- rispose il bambino senza smettere di correre.
-Ma ci sono migliaia di stelle marine su questa spiaggia; non puoi certo salvarle tutte. Sono troppe!- gridò l’uomo. -E questo succede su centinaia di altre spiagge lungo la costa! Non puoi cambiare le cose!-.
Il bambino sorrise, si chinò a raccogliere un’altra stella di mare e gettandola in acqua rispose: -Ho cambiato le cose per questa qui!-.
L’uomo rimase un attimo in silenzio, poi si chinò, si tolse scarpe e calze e scese in spiaggia. Cominciò a raccogliere stelle marine e a buttarle in acqua. Un istante dopo scesero due ragazze ed erano in quattro a buttare stelle marine nell’acqua.
Qualche minuto dopo erano in cinquanta, cento, duecento, centinaia di persone che buttavano stelle di mare nell’acqua.
Così furono salvate tutte.

Mi è stato impossibile recuperare l'autore della storia, se qualcuno lo conoscesse, vi prego di segnalarcelo. 

Domani in città

Domani - sabato 21 novembre, viene riproposta in città la proiezione di "Io bullo - Cronaca di vita e cyber bullismo" regia di Christian Castangia.
Questa volta i destinatari saranno studenti, famiglie e insegnanti delle classi seconde e terze della Scuola secondaria di 1° grado del nostro Istituto, con l'obiettivo di incoraggiare la discussione sul tema e offrire strumenti utili a riconoscere i danni emozionali, psicologici e fisici effetto del bullismo.
Il corto è promosso dall’Associazione Socio-culturale “Tutto Cambia”, in collaborazione con la ditta di fotografia e produzione video “Lux Photo Art” (Claudia Nirakita Giuseppetti e Alessandro Pintus).

L'appuntamento è per le ore 11.30 alla Sala Lepori.

Consiglio di interclasse: convocazione

Informo che in data lunedì  23 novembre 2015 è convocato, alle ore 14.30 (riunione tecnica), e alle ore 15.00 (riunione con i genitori), il Consiglio di Interclasse per discutere i seguenti punti all'ordine del giorno:
  1. Lettura e approvazione del verbale della seduta precedente.
  2. Programmazione didattica-educativa della classe.
  3. Piano didattico personalizzato per gli alunni DSA-BES (solo classi/sezioni interessate).
  4. Attività di orientamento.
  5. Insediamento dei rappresentanti dei genitori neoeletti.
  6. Varie ed eventuali.
Colgo l'occasione per ringraziare Debora Cavalli per aver rinnovato la sua disponibilità ad assumersi l'incarico di rappresentante dei genitori, che la sta vedendo impegnata, ormai da tre anni, ad assicurare una collaborazione continua e la costruzione di una proficua alleanza educativa, sempre attenta al pieno coinvolgimento di tutti.

Rinnovo del Consiglio di Istituto: esito votazioni

Si comunica che sono stati resi noti i nomi dei rappresentanti eletti nel Consiglio di Istituto della nostra scuola per il triennio 2015/18 (vedi). Tra questi, per la componente genitori, è risultata eletta anche Isabella Ongarelli, genitore della nostra classe, alla quale rivolgo i migliori auguri di buon lavoro, certa che saprà offrire un contributo puntuale e qualificato, rinnovando la preziosa collaborazione che ha espresso in ogni occasione della vita scolastica.

venerdì 20 novembre 2015

Il diritto al gioco: la nostra indagine


Come vi abbiamo già raccontato, quest'anno, all'interno del percorso dedicato ai Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, abbiamo deciso di occuparci del diritto al gioco.
La settimana scorsa è stata destinata a riportare alla memoria il lavoro svolto l'anno precedente, per poi avviare le nuove attività. Organizzati in gruppo, pertanto, abbiamo elaborato un questionario che abbiamo proposto ai compagni di tutte le classi della scuola (centouno), fatta eccezione per le classi prime.
Questa settimana è stata la volta di raccogliere ed elaborare i dati, prima classe per classe (con un lavoro manuale, svolto sempre in gruppo) e poi  mettendo insieme i dati dell'intera scuola (questa volta con l'aiuto del computer). É stato emozionante osservare i bambini leggere e commentare i questionari uno ad uno, dettare i dati ai compagni incaricati di registrare e vederli fermarsi a riflettere davanti a qualche incongruenza. E ancora vederli contare e tradurre i dati in grafici fino ad accorgersi, con naturalezza, che questi sono davvero uno strumento comunicativamente efficace.
Per concludere, non poteva mancare l'importante fase della "restituzione". Perciò, questa mattina, i bambini sono tornati nelle classi per far conoscere i risultati dell'indagine, consegnando a tutti i compagni il foglio contenente i sei grafici realizzati.
Si è trattato di un lavoro davvero interessante, che ha coinvolto i bambini in un percorso trasversale di cui hanno vissuto completamente ogni passaggio.
Condividiamo i risultati anche qui, lasciando a voi le riflessioni. Nella lettura, dovete tener conto che, dove era necessario, abbiamo dato la possibilità di inserire più risposte.
Sempre questa mattina, nella volontà di onorare questa importante giornata, ci siamo fermati sulle scene del breve video dell'Unicef, tratto dal film di animazione "Iqbal, bambini senza paura" che sta uscendo nelle sale proprio in questi giorni. In questo modo, sperando di poter assistere alla proiezione quanto prima, abbiamo iniziato ad avvicinarci alla storia di questo piccolo grande bambino, divenuto in tutto il mondo il simbolo della lotta contro lo sfruttamento minorile.
Grazie a Iqbal, abbiamo riflettuto sul fatto che tanti bambini al mondo, ancora oggi, vivono privati di due diritti fondamentali, quello al gioco e quello all'istruzione, proprio perché costretti a lavorare. Questa riflessione ci ha riportato anche alla storia di nonna Doloretta (la bisnonna di Matteo) che, proprio lunedì, ci ha raccontato di un'infanzia che non conosceva tempo per il gioco.
Abbiamo così imparato una cosa molto importante: ciò che per noi appartiene al passato, in molti luoghi è parte del presente. 

Indagine: cartella completa (questionario, tabella, grafici)
Alle foto (momenti della raccolta, elaborazione e rappresentazione grafica dei dati)

Minibasket a scuola

Questa è stata una settimana particolarmente intensa che non ci ha consentito di soffermarci a condividere tutti gli stimoli e le numerose attività svolte. Tuttavia, anche se in ritardo, ci tengo particolarmente a fermarmi a ringraziare Massimo Era, il papà di Chiara, con il quale lunedì 16 novembre abbiamo avviato il percorso di minibasket, attività che ci vedrà impegnati, di norma, per due ore ogni quindici giorni.
Sin dal primo incontro, con la presentazione dell'attività alla classe, i bambini hanno espresso subito una grandissima motivazione e la voglia di mettersi in gioco con una competizione positiva.
Da parte mia, la gioia di aver trovato nelle parole di Massimo la conferma che il minibasket è lo sport giusto per noi perchè mette al primo posto proprio la collaborazione e lo spirito di squadra.
Da parte di tutti noi, voglio dare ufficialmente il benvenuto a Massimo, felice di poter contare su una nuova figura che contribuirà alla formazione dei bambini.
Con gioia, mi sento di dire che questa banca dei talenti ci sta rendendo sempre più ricchi!



Noi genitori: Comprendere è difficile, conoscere è necessario

Qualche giorno fa, nel post di maestra Enrica, abbiamo letto come i nostri bambini, lunedì, hanno aperto la loro porta, quella della loro classe. Segno di accoglienza e solidarietà, segno di voler rivolgere il loro cuore verso le cose del mondo, verso i drammatici avvenimenti accaduti a Parigi.
Così, quel mondo, accompagnato da maestra Enrica, ancora una volta è potuto entrare in aula, accolto dalla curiosità, dalla sensibilità, dalle emozioni e soprattutto dalle domande attente e precise dei bambini. 
Poi, come capita spesso, quel mondo viene portato a casa e la riflessione vissuta insieme ai compagni e alla maestra diventa riflessione per tutta la famiglia. 
Tutto viene raccontato, ripercorso e spiegato, partendo proprio dalle domande.
- Perché quelle persone vogliono uccidere? Perché lo fanno? Quelle persone senza anima le possiamo incontrare ovunque? Perché è così difficile capire che la diversità è ricchezza? Chi può fermare tutto questo che sta accadendo? Io posso? Perché nel loro cuore c’è tanto odio e cattiveria? Perché non capiscono che stanno uccidendo il futuro, il nostro futuro? Per fermare quelle persone, altre persone dovranno ucciderle? Allora, come si può dimostrare e far capire che uccidere è sbagliato? Perché quelle persone dicono di uccidere in nome di Dio, se Dio è amore?
Non so quante di queste domande siano state affrontate in classe, e quante siano sopraggiunte mentre mio figlio mi racconta, so solo che ascoltandolo, con grande commozione e meraviglia mi rendo conto che tutte le risposte le ha già trovate in classe, in un dialogo e confronto aperto, vero, sincero, semplice e rassicurante, dove la maestra ha semplicemente e delicatamente accolto e guidato la riflessione di tutti, i sentimenti, le emozioni, i pensieri di ciascun bambino. Nessuno giudica, nessuno condanna, ma tutti insieme cercano di capire…fin dove sia possibile farlo…
E proprio perché la riflessione di classe diventa riflessione per tutta la famiglia, ecco giungere un’altra domanda.
- Un giorno, tutto questo potrà mai finire?
- Non lo so. L’unica certezza che ho è quella che non dobbiamo farci vincere dalla paura, che non dobbiamo mai perdere la fiducia e la convinzione che il mondo può camminare verso l’unità, e superare gli scontri e la violenza. Confidare che un giorno si possa raccogliere il grido di dolore e la rabbia di questa umanità e trasformarli in nuova speranza. Credere nella via del dialogo, dell’accoglienza e del rispetto dell’altro, chiunque esso sia e di qualunque provenienza, credo religioso e appartenenza etnica. Questa si chiama tolleranza, si chiama convivenza: rispettare le idee altrui, capire prima di discutere, discutere prima di condannare. Per farlo dobbiamo partire prima di tutto da noi stessi, dalle nostre azioni quotidiane, a casa, a scuola, con gli amici.
Io non posso garantirti che un domani tutto questo finirà, la vita è sempre un rischio. Posso però insegnarti che spetta a tutti noi salvaguardare un futuro di speranza, un futuro desiderabile. Ripeto, la speranza è l’unica vera eredità che io possa lasciarti. E lo voglio fare già da ora.
Allora grazie maestra Enrica, che quel mondo possa trovare sempre la porta aperta della nostra aula e che possa trasferirsi nelle nostre case, perché a volte comprendere è tanto difficile, ma conoscere è davvero necessario.

lunedì 16 novembre 2015

Grazie nonna Doloretta!


Impossibile chiudere questa giornata senza ringraziare la bisnonna novantenne di Matteo, nonna Doloretta, che, accogliendo il nostro invito, oggi è venuta in classe per sottoporsi a una nostra intervista.
Un incontro importante che ci ha fatto conoscere una vita molto diversa dalla nostra, quando i bambini non avevano tempo per giocare, quando le case erano essenziali e non avevano acqua corrente nè energia elettrica, quando per comunicare bisognava attendere una lettera anche per mesi, quando la scuola era luogo di grande severità e si praticavano punizioni molto dure. Non sono mancati neanche i racconti della guerra, della fame subita e della tanta paura quando era necessario correre a nascondersi nei rifugi al suono delle sirene.
Grazie, nonna Doloretta, per la tua disponibilità e generosità nel raccontare. Grazie per essere stata una splendida fonte orale che ha consentito ai bambini di approfondire la conoscenza dei cambiamenti della vita quotidiana nel tempo. Siamo davvero felici di averti conosciuto.
Un forte abbraccio e auguri di cuore per tutto!

Porte Ouverte

Il lunedì per noi è sempre una giornata particolarmente intensa. É la giornata in cui riprendiamo i contatti con le attività in corso e, tutti insieme, le appuntiamo per condividere organizzazione e tempi da dedicare ad ognuna. E poi è la giornata dedicata all'autovalutazione...
Oggi, però, è stato un lunedì più intenso del solito.
Agli impegni ordinari, se così li vogliamo chiamare, si sono aggiunti due importanti appuntamenti. Il primo, programmato in anticipo, era dedicato all'intervista alla bisnonna di Matteo, la Sig.ra Doloretta Ledda; l'altro, riguardava la necessaria riflessione sugli attentati di Parigi.
La mattina è iniziata proprio con questo secondo appuntamento. Nessuna parola per introdurlo, unicamente l'inno francese che, da solo, ha portato gli eventi tra noi.
Il resto è stato molto naturale. É bastata una domanda quando è tornato il silenzio: - Che musica è? Come mai abbiamo voluto ascoltarla con voi?
I fatti sono arrivati tutti. Come dei piccoli giornalisti, ormai abituati alla regola delle cinque W (Who? What? When? Where? Why?), abbiamo fermato il chi, il che cosa, il quando, il dove e, in qualche modo, il perché. E da lì sono nate tante riflessioni e approfondimenti, senza bisogno di nessuna forzatura adulta.
Il nostro compito è stato quello far seguire alla condanna il ragionamento, utilizzando esempi tratti dal quotidiano stesso dei bambini, per capire che la paura non ci può trasformare, non può cambiare quello che siamo.
La conclusione è stata di nuovo con l'inno. Questa volta tutti in piedi e in silenzio, con il pensiero rivolto alle vittime e a chi, ancora, lotta tra la vita e la morte. 
C'era una nuova consapevolezza rispetto all'apertura. Nell'aria si sentiva l'emozione di ognuno di noi. 
I bambini li abbiamo lasciati con un breve racconto che, tra l'altro, ci ha consentito di portare in classe il concetto di metafora. É una storia proveniente dalla Cina, che abbiamo avuto grazie a un'insegnante speciale di Soave, Luciana Bertinato. L'abbiamo letta e commentata. Alla fine, ognuno ne ha ricevuto una copia per portarla a casa e leggerla ai familiari, con l'augurio che sappiano essere capaci di "Raccogliere frammenti di sole". 
Nella storia c'era un messaggio di speranza che non poteva mancare. Se no, perché aprire le porte ai fatti di Parigi con i bambini?
Questa risposta l'hanno data loro stessi: - Perchè noi un domani diventeremo adulti e potremo cambiare le cose. 

Raccogliere frammenti di sole

Un giorno il sole si frantumò in migliaia di pezzi, che si sparsero al suolo in una valle remota. Le tenebre calarono sulla terra e non bastava la luce notturna della luna a illuminare il mondo. La vita procedeva a fatica, mentre una grande desolazione regnava in ogni luogo.
Gli uomini non sapevano che cosa pensare.
Si riunivano in gruppi a discutere, ma intanto il tempo passava senza che nulla avvenisse. Di giorno si accendevano i fuochi per rompere le tenebre, di notte si aspettava la luce della luna.
Un monaco, che aveva la sua cella vicino alla valle dove erano caduti i frammenti del sole, guidato dai timidi bagliori, cominciò a raccogliere i piccoli pezzi luminosi e ad attaccarli insieme. Trascorsero molti anni in questo silenzioso lavoro, ma alla fine il sole tornò di nuovo a splendere e ricominciò a illuminare le albe e i tramonti della Terra.
Quando poi giungeva sopra la cella, si fermava un momento, per restituire un po’ di quella luce e quel calore che il monaco gli aveva fatto riacquistare. 

domenica 15 novembre 2015

Attacchi di Parigi: lunedì momento di riflessione

Sono numerosi gli insegnanti che hanno già aperto ma, visti gli scenari, sono felice che Stefania Giannini, Ministro della Pubblica Istruzione, abbia avanzato un invito esplicito, rivolto a tutti.
La scuola ha tanto bisogno di investire tempo invisibile. Quello visibile sta lasciando poche tracce.

14 novembre 2015

I gravissimi fatti di Parigi rappresentano un attacco al cuore dell'Europa senza precedenti. Un attacco al quale dobbiamo subito dare una riposta, innanzitutto educativa e culturale. #PorteOuverte, Porta Aperta, è stata la parola d'ordine lanciata sui social network dai cittadini di Parigi subito dopo gli attacchi terroristici, per offrire un riparo a chi era in strada terrorizzato. Una reazione di grande civiltà e coraggio.
Porta Aperta deve essere anche la nostra risposta. Non possiamo restare indifferenti, paralizzati e chiuderci nelle nostre paure. Per questo, invito le scuole, le università, le istituzioni dell'Alta formazione artistica e musicale a dedicare, nella giornata di lunedì, un minuto di silenzio alle vittime della strage parigina e almeno un'ora alla riflessione sui fatti accaduti. Porte Aperte significa anche coinvolgere la cittadinanza, le famiglie.
Le nostre scuole, le nostre università, i nostri centri di ricerca sono il primo luogo dove l'orrore può essere sconfitto, a diversi livelli di consapevolezza, che resta l'antidoto più efficace di fronte alla violenza e a questa guerra senza frontiere e senza eserciti.
I nostri ragazzi hanno il diritto di sapere, di conoscere la storia, di capire da dove nasce ciò che stiamo vivendo in queste ore. Il nostro patrimonio di valori può essere difeso solo se le nuove generazioni sono aiutate ad uscire dall'indifferenza. Non possiamo cambiare 'canale' davanti a queste immagini di morte. Dobbiamo parlarne con i nostri studenti e aiutarli a capire che c'è e ci potrà sempre essere un principio di ricostruzione della nostra identità in cui credere e riconoscersi. E dobbiamo aiutarli a rifiutare, oggi più che mai, qualsiasi tentazione xenofoba o razzista. È già successo tante volte nella storia, siamo figli e nipoti di persone che hanno dato la vita per affermarlo. L'educazione è il primo spazio in cui riaffermare i nostri valori, le nostre radici, quindi la nostra libertà.
Grazie ragazzi, grazie insegnanti, professori e ricercatori per il vostro impegno e per la vostra testimonianza.

 
Firmato Stefania Giannini

Elezione Consiglio di Istituto: 15 e 16 novembre 2015

Si ricorda che nei giorni 15 e 16 novembre 2015, sono programmate le elezioni per il rinnovo del Consiglio di Istituto per il triennio 2015/2016.
Le votazioni, che coinvolgono genitori, personale docente e ATA, si svolgeranno nei locali della Direzione (via Roma, 64), nei seguenti orari:

- 15 novembre 2015, dalle 8.00 alle ore 12.00
- 16 novembre 2015, dalle 8.00 alle ore 13.30

Considerato che la popolazione scolastica del nostro Istituto ha una consistenza numerica superiore a 500 alunni, il Consiglio dovrà essere costituito da 19 componenti, così ripartiti:

- Dirigente Scolastico - membro di diritto:
- nr. 8 rappresentanti del personale docente;
- nr. 8 rappresentanti dei genitori degli alunni;
- nr. 2 rappresentanti del personale ATA

Le liste dei candidati sono state pubblicate all'Albo pretorio del nostro Istituto: vedi.

Per informazioni in merito ai compiti del Consiglio di Istituto, si rimanda ad apposita pagina nel sito del Miur: entra

Appuntamenti programmati per la settimana

Eccomi per informarvi circa due appuntamenti programmati per la prossima settimana.

Domani, lunedì 16 novembre, nella seconda parte della mattinata, avremo in classe la Sig.ra Doloretta Ledda, la bisnonna di Matteo, per riproporle, in presenza, l'intervista che i bambini hanno rivolto qualche settimana fa ai loro familiari più anziani. Obiettivo dell'intervista sarà quello di approfondire la conoscenza della vita al tempo dei nonni e acquisire elementi per confrontarla con quella attuale.
La scelta è ricaduta sulla bisnonna di Matteo, utilizzando i seguenti criteri: qualità dell'intervista (valutazione espressa dai bambini: 4/4); anzianità (90 anni); energia e disponibilità (ci dicono essere tanta...).

Dopodomani, martedì 17 novembre, pescando ancora una volta dalla nostra banca dei talenti, avvieremo l'attività presportiva di minibasket con la guida del Sig. Massimo Era, il papà di Chiara.
Questa attività sarà svolta il martedì mattina, a cadenza quindicinale, dalle ore 8.30 alle ore 10.30.

Ringrazio a nome mio e dei bambini per queste preziose disponibilità, convinta che grazie alle vostre collaborazioni sia possibile offrire un'esperienza formativa migliore.

sabato 14 novembre 2015

Il diritto al gioco

 Diritto al gioco
(Bruno Tognolini) 

Fammi giocare solo per gioco
Senza nient'altro, solo per poco
Senza capire, senza imparare
Senza bisogno di socializzare
Solo un bambino con altri bambini
Senza gli adulti sempre vicini
Senza progetto, senza giudizio
Con una fine ma senza l'inizio
Con una coda ma senza la testa
Solo per finta, solo per festa
Solo per fiamma che brucia per fuoco
Fammi giocare per gioco.   

Anche quest'anno, in preparazione del 20 novembre, data nella quale ricorre la Giornata dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, abbiamo deciso di proseguire il nostro lavoro sui diritti.
L'anno scorso, anche se in momenti diversi, ci siamo occupati in particolare del diritto alla famiglia e di quello all'istruzione. Quest'anno, invece, la nostra attenzione la stiamo concentrando sul diritto al gioco (art. 31).
Tutto è iniziato la scorsa settimana, riportando alla memoria il percorso dell'anno precedente e leggendo la filastrocca "Diritto al gioco" di Bruno Tognolini.
Partendo da queste parole, è nata l'idea di svolgere un'indagine nella nostra scuola per scoprire se i bambini si sentono davvero liberi di giocare.
Il lavoro è ripreso ieri mattina quando, organizzati in gruppo, abbiamo lavorato alla costruzione di un questionario con risposte chiuse (ci siamo soffermati molto sull'esigenza di questa scelta), per poi leggerle tutti insieme e raggrupparle fino a far nascere un unico documento che contenesse le idee di tutti. Al termine del lavoro, sfruttando l'arrivo della nuova stampante, lo abbiamo subito stampato e testato.
Oggi, a inizio mattinata, pieni d'entusiasmo, è stata la volta di andare nelle altre classi per spiegare il lavoro ai compagni e invitarli a compilare il nostro questionario.
Rientrati in classe, abbiamo discusso a lungo su quale fosse il modo migliore per raccogliere quanto emerso e comunicarlo agli altri. Perciò, abbiamo deciso che la prossima settimana, sempre in gruppo, raccoglieremo i dati in tabella per poi realizzare i grafici, uno per ogni domanda. Questi, infatti, sono lo strumento migliore per comunicare con semplicità ciò che si scopre.
Non appena completeremo il lavoro, torneremo per raccontarvi gli esiti della nostra indagine.
Intanto condividiamo il nostro questionario e la Convenzione dei diritti già pubblicata l'anno precedente, invitando tutti a una rilettura.


venerdì 13 novembre 2015

Per una didattica a bassa direttività: materiali

Comunico che sono disponibili i materiali completi del Seminario formativo “Per una didattica a bassa direttività”, concluso in data 6 novembre 2015, ai quali seguiranno le riprese video.
Colgo l'occasione per ringraziare ancora tutti coloro che hanno offerto il loro prezioso contributo. I grandi, sì, non posso che chiamarli così, che hanno poggiato il loro sguardo su questo progetto nato dal basso e hanno voluto dargli fiducia e onorarlo con la loro presenza; e tutti gli altri, che sono grandi ogni giorno, artigiani preziosi della scuola sarda che hanno aperto le aule per farci conoscere la bellezza che sanno farvi nascere dentro.
Porto con me la riflessione finale: "É possibile una bassa direttività?" Dipende dal punto di vista.
Abbiamo bisogno di bassa direttività con i nostri alunni, di spostarci dalla cattedra, di procedere con loro, di rendere risorsa l’incontro con l’errore e l’incontro con gli altri, ma di alta direttività nel saper “disegnare” le nostre proposte con uno sguardo che sia sempre lungo e tondo, capace di nutrirsi del mondo e di guardare lontano, facendo scelte intenzionali e traducendo l’estemporaneità in pratiche sistematiche.
Un lavoro duro e impegnativo, ma irrinunciabile. Per questo, siamo consapevoli di non aver dato risposte, ma di aver semplicemente provocato nuove domande e tanta voglia di approfondire.

Ai materiali 

giovedì 12 novembre 2015

Finalmente i frutti dei nostri punti!

Vi ricordate la nostra raccolta punti dell'anno scorso? Sì, proprio quella con la quale abbiamo preso anche i tanti libri della raccolta "Scrittori di classe". Bene! Oggi ci è arrivata la consegna degli strumenti che avevamo richiesto. Perciò, grazie a tutti voi, adesso abbiamo in classe una bellissima e velocissima stampante laser, un microfono per registrare direttamente in MP3, una tavoletta grafica e un caricatore portatile per quando abbiamo bisogno di ricaricare i nostri strumenti fuori da scuola. 
Sappiate che abbiamo potuto apprezzare subito. Oggi, infatti, eravamo alle prese con la progettazione di un'indagine da proporre ai compagni delle altre classi (di questo vi racconteremo...), ed è stato bellissimo, dopo il lavoro di gruppo, collaborare ad un unico questionario con il piacere di poterlo stampare e testare subito. Piccole grandi cose che semplificano e rendono più piacevole il nostro lavoro.
Grazie a tutti per il vostro aiuto!!!


Sempre grazie al salvadanaio...

Come non rubarvi un attimo per raccontarvi ancora ciò che accade in classe grazie al nostro salvadanaio? Bene... sappiate che dopo aver individuato i decimali (di questo vi abbiamo già raccontato), i bambini hanno iniziato a voler scrivere alla lavagna, rigorosamente in quella in ardesia, quasi abbandonata vicino alla finestra, l'operazione più rapida per indicare le monete portate per il salvadanaio... É nato una sorta di gioco, per cui nessuno più porta in classe euro interi. Ma la cosa più interessante, è stata aver visto, solo dopo qualche rapido consiglio, comparire le prima parentesi e, di fatto, delle vere e proprie semplici espressioni, con tanto di trasformazione finale. Ormai, ogni mattina, io e maestra Emanuela ci guardiamo e sorridiamo al pensiero di tutto ciò che è nato intorno al nostro salvadanaio e che, di fatto, ci aiuta a dare senso alla matematica.
Intanto i nostri risparmi crescono...


mercoledì 11 novembre 2015

Donazione del sangue: materiali


Ciao bambini! Vi informo che su Edmodo sono disponibili i materiali utilizzati in classe per conoscere la funzione del sangue, la sua composizione e l'importanza della donazione, utilizzato in preparazione del concorso VDS (Volontari Della Solidarietà). 
Rileggeteli e spiegate ai vostri familiari quanto avete appreso, ricordando a tutti che chi può, deve donare!!!

martedì 10 novembre 2015

Oltre la correzione alla lavagna

Questa mattina, le nostre ore di matematica, dopo esserci dedicati con il software al rinforzo dei numeri oltre il mille, le abbiamo interamente dedicate alle correzioni. Avevamo diversi esercizi da verificare, alcuni erano sul libro, altri sul quaderno. 
Come al solito, abbiamo fermato l'organizzazione alla lavagna e, subito dopo, divisi in coppie, è partito il lavoro autonomo. Il mio compito è stato semplicemente quello di supervisionare, di offrire qualche suggerimento, di richiamare l'attenzione di tutti ogni volta che un errore si faceva risorsa collettiva.
Mentre li osservavo al lavoro, non ho potuto fare a meno di tornare con il pensiero alle tante ore destinate alla correzione alla lavagna. Alunni immobili e silenziosi ad aspettare l'alternarsi dei compagni, con il solo desiderio di avere la fortuna di essere chiamati per interrompere la monotonia di un tempo eterno, in cui spesso l'errore cambia forma solo sul quaderno.
E ho messo di nuovo a fuoco. A scuola si è insieme. É davvero questa la più grande risorsa. 
Ho poggiato lo sguardo attento su ogni coppia. Li ho visti confrontarsi, discutere, cambiare posizione per comunicare meglio. Avvicinarsi, abbracciarsi, prendersi le mani per rifare bene i conti. Tutti intenti a trovare e correggere gli errori, ma anche a ricominciare insieme quando necessario.
Ancora una volta mi sono resa conto che basta davvero poco perchè la classe da luogo di controllo si faccia spazio di apprendimento. Forse, alla fine, è solo questa scelta a cambiare tutto.

Alcuni scatti (non ho resistito...)

lunedì 9 novembre 2015

Noi genitori: La scuola dell’armonia

La scuola dell’armonia e della responsabilità non è una scuola leggera. Ma, la fatica e il sacrificio costituiscono un aspetto positivo se rispettano la dignità, se – in altre parole – ciascuno ne intuisce il valore, il senso, riferito alla propria crescita e all’autentica espressione di sé. Ripetere, esercitarsi, allenarsi ha senso perché uno ne intravvede il miglioramento personale e l’utilità sociale attraverso la possibilità di mettersi in gioco in attività autentiche. Abbiamo bisogno di una scuola che sappia organizzare e proporre percorsi diversi, che esca dalla logica della stessa attività per tutti gli alunni, fatta nello stesso modo, aspettandosi le medesime risposte. L’armonia è armonia di note diverse, ma anche di strumenti diversi: il percussionista esercita la mano, il braccio e la spalla. Il violinista deve sviluppare la precisione delle dita. Il corista lavorerà sulla voce. Il direttore d’orchestra dovrà esercitare l’orecchio e la capacità di gestire un gruppo di diversi. Poi tutti insieme: ecco la sinfonia!

Marco Orsi, “Ti do una nota”

venerdì 6 novembre 2015

Noi genitori: Io sono qui per te

"...Allora l'educatore è combattente sempre, è la madre trafitta dal male di suo figlio che però non demorde mai, non riesce a dire "Basta non mi interessa" qualsiasi cosa accada, fino all'ultimo respiro, di là dall'ultimo respiro suo figlio è suo figlio e ci crede e spera e lotta perchè qualcosa possa accadere, qualcosa lo possa riprendere. 
L'insegnante è uguale, l'alunno che ti fa disperare, proprio il più duro di tutti, è quello di cui dici: "Non ti mollo fino all'ultimo minuto dell'ultima ora di scuola, tu sei mio e io sono qui per te e non cedo. Poi sarà quel che vorrai tu, quel che la tua libertà ti consentirà di essere, ma io sono qui fino all'ultimo secondo, dell'ultimo minuto, dell'ultima ora di lezione. 
L'adulto, l'educatore, non può mai dire "Ormai è tardi!"

Franco Nembrini

mercoledì 4 novembre 2015

Noi genitori: Insegnare

Dimmi e io dimentico; mostrami e io ricordo, coinvolgimi e io imparo. Se insegni, insegna a dubitare di ciò che insegni. Ecco oggi due frasi da meditare cercando di individuare il comune filo conduttore, ossia l'insegnare. È, questa, una delle attività più alte e delicate che una persona compia nei confronti di un'altra. Ed è significativo ciò che osserva, nel primo aforisma, Benjamin Franklin. Egli distingue quasi tre gradi nell'insegnamento. Il primo è quello molto "scolastico" - del dire le cose agli altri perché le imparino e basta. Diverso è il secondo caso. La dimostrazione motivata, che nasce da un convincimento o da un'esperienza dello stesso maestro, incide e convince l’alunno che ricorderà il messaggio ricevuto. Infine c'è la testimonianza: l’insegnante non solo dimostra ma rivela che quella verità ha guidato le sue scelte, l'ha aiutato nel percorso della vita e allora le sue parole non saranno solo ricordate ma diventeranno un esempio da imitare, coinvolgendo l'alunno in pienezza. È ovvio che questa triade vale non solo per gli insegnanti ma per tutti gli educatori e ciascuno di noi lo è nei contatti quotidiani col prossimo. Un cenno merita anche la seconda frase che è del filosofo spagnolo José Ortega y Gasset. È un monito da assumere con una precisazione. Il dubbio è come una spezia o come il sale, è necessario perché la nostra ragione è limitata e quindi dev'essere bandita ogni arroganza intellettuale, ma se il sospetto diventa eccessivo, ci costringe a sputare il cibo inghiottito. Ci sono due estremi da evitare: non dubitare di niente e dubitare di tutto.

Gianfranco Ravasi

lunedì 2 novembre 2015

Grazie genitori della terza A

Essere rappresentante di classe, è certamente un servizio sociale che viene reso agli altri genitori, alla scuola, alla comunità in generale, ma diventa anche un'occasione personale per capire meglio una scuola che non può essere vista come un luogo lontano e separato, essa è invece la realtà fisica ed emozionale in cui i nostri bambini trascorrono gran parte del loro tempo.
Per questo è importante che voi genitori vi facciate sentire  all'interno della scuola.
Le radici della vostra presenza si riassumono in poche parole (partecipazione, presenza, corresponsabilità, collaborazione e fiducia).
Io spero di essere per voi un punto di riferimento per favorire quella comunicazione che è indispensabile affinché  si continui a collaborare e portare avanti un clima costruttivo e di serena fiducia reciproca.
Il mio e il vostro impegno, sarà senza dubbio un momento di crescita senza dimenticarci  di guardare lontano.
Desidero esprimere il più vivo ringraziamento a tutti i genitori per avermi votato come vostra rappresentante e dato fiducia. Grazie.

Debora Cavalli 

Al Cimitero monumentale da piccoli storici

Dobbiamo dirlo, oggi è stata per tutti noi una giornata un po' più speciale del previsto. Infatti, alla visita al Cimitero programmata per la commemorazione dei defunti, abbiamo pensato di integrare un vero e proprio lavoro da piccoli storici.
Così, prima di uscire da scuola, abbiamo organizzato i gruppi e abbiamo predisposto un quadernino per supportare il lavoro. Obiettivo: individuare alcune tombe molto antiche, massimo tre per gruppo, da osservare con occhio storico. In particolare, il compito era quello di appuntare il perché della scelta (tipologia della tomba, periodo, foto, iscrizione...) e riportare tutte le possibili informazioni reperibili dalle lapidi.
Tutto questo, come potete immaginare, ha dato un nuovo sapore alla nostra visita.
Una volta in cimitero, abbiamo fatto prima una passeggiata completa nella parte storica, poi, individuata la zona più adatta, ci siamo divisi per dare inizio al lavoro.
L'impegno è stato tanto, ma l'esito molto interessante e, ancora di più, il processo in sè.
Non vi diciamo altro, ma vi lasciamo alle nostre foto che da sole raccontano tanto di questi piccoli storici in cimitero... Chiaramente, come sempre, abbiamo completato con una bella merenda e un po' di gioco libero all'aperto.
Penso di poter affermare che questa giornata non più rossa nel calendario scolastico, abbia dato buoni frutti. 

domenica 1 novembre 2015

La vita di un bambino non è la nostra seconda occasione

Trovo e porto qui una riflessione che credo utile a tutti noi, grata a Lorenzo Braina per averla scritta e condivisa.

"La vita di un bambino non è la seconda occasione per i propri genitori. Un bambino non viene al mondo per pareggiare conti che ai propri genitori sono rimasti dispari. E se è vero, come diceva un grande pedagogista del passato, che un bambino cresce solo se è sognato, è altrettanto vero che il rischio è che il sogno dei propri genitori diventi incubo nella vita del proprio figlio.
Come trovare l'equilibrio tra legittime aspettative (il sogno che li fa crescere) e aspettative che possono schiacciare un bambino (il sogno che diventa incubo perché fatto su di lui e non con lui)? 
Bisogna guardarli i bambini. Avere la forza ed il coraggio di ascoltarli, di farci guidare mentre li conduciamo. 
Ci vuole forza per farlo. Perché i bambini sono persone serie con le quali non puoi fingere. 
Ci vuole coraggio per farlo. Perché ogni bambino ti riporta al bambino che sei stato e che non sempre è piacevole rincontrare."

Su beni po s'anima: pubblicazione foto

Sono sicura, se avete avuto modo di incrociarci, che ieri sera vi siete emozionati anche voi nel vedere le "piccole anime" invadere il centro storico della nostra città, nel sentirle diventare una voce sola per ripetere la formula "Si ddu fait su beni po s'anima?", nel vederle impegnate, anche quelle piccolissime, a restituire le tradizioni alla città, consegnando il nostro volantino.
Voglio ringraziare lo splendido gruppo del Centro San Francesco (Annalisa Cani, Manuela Carta e Barbara Meloni), per avere organizzato e per aver fatto sì che fossimo una cosa sola, i commercianti per l'accoglienza che ci hanno riservato, ma soprattutto i bambini e le famiglie per aver deciso di ricordare insieme la festa de "Is animeddas"

Visita al cimitero

Prima elementare: visita al cimitero
Domani, 2 novembre, data che per le scuole è sempre stata festiva, ricorre la commemorazione dei defunti. Per questo, noi abbiamo programmato di chiudere il nostro percorso sulla festa di Ognissanti con la tradizionale visita al cimitero.

Quando ero bambina, era un'uscita che la maestra organizzava ogni anno. Ed era un giro affascinante in una città di pietra vestita di fiori. Ci soffermavamo ad osservare le tombe monumentali e, nel leggere le iscrizioni, immaginavamo le possibili storie di persone mai conosciute. Quando poi ci si spostava nella zona più moderna, era un guardarsi intorno per riconoscere le tombe dei nonni da salutare. Non ci riuscivamo mai, così ci accontentavamo di salutare i nonni di qualcun altro.

Lo spirito vuole essere lo stesso... una passeggiata che ci avvicini al passato della nostra città e a tutti coloro che non ci sono più, con il sorriso di chi sa che vivranno per sempre dentro di noi.
Perciò, mi raccomando... domani portate con voi tanta voglia di camminare e solo un piccolo zainetto con la merenda, l'acqua e l'astuccio. 
Io e maestra Emanuela vi aspettiamo!

Felice festa di Ognissanti!