venerdì 28 luglio 2017

Basta compiti! Non è così che si impara: incontro con Maurizio Parodi

Questa mattina, prima di iniziare la giornata, voglio fermarmi anche qui per ringraziare Maurizio Parodi, autore del libro "Basta compiti! Non è così che si impara", e l'Istituto Comprensivo Sant'Antioco-Calasetta che ha organizzato l'incontro di ieri mattina, per la bella opportunità di riflessione che ci è stata offerta.
Apprezzo sempre molto la possibilità di incontrare direttamente i pensieri che mi incuriosiscono. Amo poterli accogliere senza mediazioni e poterci interagire.
Ieri ho potuto apprezzare innanzitutto un'idea di scuola che è quella in cui io stessa credo: la scuola delle indicazioni nazionali, che sollecita il superamento di un insegnamento basato su spiegazione - esercitazione - interrogazione/verifica; una scuola che sappia andare oltre l'apprendimento riempitivo e ripetitivo e che si faccia ambiente capace di aprire ad esperienze significative che coinvolgano pienamente gli studenti e costruiscano l'amore per la scoperta, per il sapere.
E ho potuto rinforzare la convinzione che la scuola non può occupare tutto lo spazio e tutto il tempo. Oltre a dover rispettare i bisogni dei bambini e lo spazio e tempo della famiglia, occorre tenere sempre presente che là fuori c'è tanto altro e che gli apprendimenti informali e non formali sono altrettanto importanti. Penso se mai a una scuola che sappia farli entrare davvero e dare loro occasione perché diventino risorsa per tutti.

Immagine tratta dal Manifesto "Basta compiti!" allegato al libro

Colgo l'occasione per condividere qui un articolo di Daniela Lucangeli sullo stesso tema:
Panorama, l'esperta: "Troppi compiti ai bambini fanno male"

sabato 22 luglio 2017

Noi genitori: Estate d'autismo

Quella sera d'estate io non c'ero. Ma, in un certo senso, ero presente.
Perché conosco il corto "Tutto Cambia", ho avuto l’onore di vederlo l'anno scorso, a maggio, in occasione della presentazione del libro “(S)legàmi - Cinque storie di legami con l'autismo” presso la Biblioteca Comunale di Iglesias.
Conosco Gianmarco che all'uscita di scuola, quasi fosse un appuntamento quotidiano, con mio figlio si stringono in un forte abbraccio, un abbraccio che comunica più di tante parole e che si scioglie con un sonoro e allegro “batti cinque”.
Ho potuto conoscere Christian, un maestro che, come ha detto bene maestra Enrica, crede fortemente nel lavoro di squadra che parte dalla specificità del bambino per offrirgli il massimo e garantirgli una vera inclusione. Un maestro che considera la scuola un luogo privilegiato per la formazione dei bambini, per condurli e sostenerli nell'incontro con la vita, luogo che con autentica e (non me ne voglia Christian...) vulcanica dedizione vuole abitare e costruire insieme ai bambini che gli vengono affidati; essere per loro vera presenza, essere disposto a conoscerli, capire che prima di qualsiasi altra cosa hanno bisogno di sentirsi visti. Lui sa bene che insegnare significa stare vicino ai bambini, sedersi accanto a loro e fermarsi: per saper ascoltare l’impercettibile, per saper vedere l’invisibile, per sapersi prendere cura di loro quando per molti la loro strada sembra essere già segnata, dimenticandosi invece che è il percorso che la traccia, sono soprattutto le opportunità che si manifestano nell'inaspettato, nell'inatteso che diventano momenti dove si presenta la speranza, la certezza che…tutto cambia. E può cambiare solo se la smettiamo di preoccuparci dei sensi unici e dei sensi vietati che incontreremo prima ancora di metterci in cammino: tutto cambia se tutto inizia, con coraggio e rischiando. É così che maestro Christian ha imparato a guardare i suoi bambini, ringraziandoli per averlo invitato a vivere il loro mondo mentre lo sperimentano e lo ricreano, spesso meglio di quanto possiamo fare noi adulti.
E mi rivedo in quella mamma, nelle sue parole che, anche se non ascoltate personalmente, so quale felicità e tristezza possono contenere. Mi ritrovo vicino a lei. Sono parole che aprono al dialogo, per riflettere insieme, per comprendere cosa va ancora migliorato, per spiegare quali sono le ragioni per cui vale la pena di lottare, sempre, perché non ci sia mai una frattura di intenti tra la scuola e la famiglia quando al centro ci sono i bambini, i loro bisogni, al di là del loro essere speciali, e le loro aspettative. Parole offerte da un genitore che se non riconoscesse l'importante ruolo della scuola nella vita di suo figlio, avrebbe sicuramente scelto di trascorrere una serata diversa. Invece è lì, perché sente di far parte della scuola, parte necessaria, mai invadente, per avere una visione completa delle cose, insieme. Parole per condividere, semplicemente, uno stato d’animo; la gioia di aver incontrato una scuola che è stata capace di vedere il proprio figlio tutto intero e la tristezza di un incontro avvenuto per sola fortuna quando invece dovrebbe essere la norma.
E un grazie speciale colmo di stima a una maestra, Enrica, che non ha voluto lasciare andare quelle parole e nel sentire in prima persona la responsabilità nei confronti di tutti quei bambini di nome Gianmarco, ha voluto afferrarle e rivolgere il suo pensiero a una scuola, a una istituzione scuola, che sente sua e che rappresenta. Una scuola che nonostante ora si stia muovendo è ancora carente quando si parla di continuità professionale, quella che crea appartenenza, che garantisce stabilità. Una scuola dove la straordinarietà sia sempre nell'ordinarietà, dove l’eccezione sia la regola. Una scuola che alle volte si dimentica che parlare e integrare, includere, non sono la stessa cosa.
Non è mia consuetudine offrire riflessioni partendo dalla mia genitorialità adottiva, perché penso che qualsiasi bambino porti con sé un suo vissuto speciale, una storia differente che va riconosciuta, accolta e rispettata. Oggi però voglio unirmi alle parole della mamma di Gianmarco, per dire che i miei bambini sono bambini in viaggio dove ogni traguardo diventa un nuovo punto di partenza e solo la certezza, la sicurezza, punti di riferimento stabili possono aiutarli a proseguire e riprendere quel viaggio senza dover ricominciare tutto daccapo. Un viaggio che porta con sé una storia dai percorsi non lineari, dove i ricordi diventano spesso immagini frammentate, dove tutto si confonde fino a disorientare. Ecco che per affrontare serenamente quel viaggio i miei bambini hanno bisogno di muoversi dentro a un sentimento di appartenenza dove possono liberarsi fino ad arrivare a fidarsi e affidarsi. Loro ti mettono alla prova, alle volte fino a sfinirti, per capire quanto tieni a loro, quanto sei disposto a stare con loro. Solo il tempo, la perseveranza, la disponibilità, possono aiutarli a ricomporre la propria vita. Elementi tutti racchiusi in un’unica parola: continuità.
La scuola non può, non deve dimenticarsi di questo.
Ancora, sempre, grazie.

giovedì 20 luglio 2017

Un salto nella civiltà nuragica

Carissimi bambini, sono qui per invitarvi a partecipare alla presentazione del libro "Un salto nella Civiltà Nuragica. Viaggio a ritroso nel tempo" di Clelia Martuzzu. L'incontro si terrà in Piazza Lamarmora, giovedì 27 luglio, alle ore 19.  Sarà una presentazione diversa dalle solite perché i protagonisti saranno i bambini e i ragazzi che leggeranno brani a due voci con l'autrice e porranno quesiti all'Archeologo Nicola Dessi che risponderà con piacere a tutti!

Io sarò lì ad aspettarvi.

Grazie alla sua Pintatera la Sacerdotessa Nur apre un varco nella linea del tempo permettendo ad un Fanciullo Moderno di fare un viaggio in Sardegna tra le diverse epoche temporali.
Un viaggio a ritroso nel tempo che va ben oltre la sequenza degli avvenimenti storici.
Un viaggio che offre uno spaccato di vita della poliedrica Civiltà Nuragica che non ha mai "temuto" di confrontarsi con i propri contemporanei, con i quali ha intessuto relazioni commerciali e culturali.
Un viaggio per riscoprire le nostre radici, in una terra di impareggiabile bellezza, costellata di monumenti ciclopici che resistono al passare del tempo.  

Estate d'Autismo

Non è comune incontrarsi d'estate a tarda serata per parlare d'autismo; eppure, ieri eravamo in tanti e, andando via, la sensazione condivisa era proprio quella di gratitudine nei confronti di chi ci aveva regalato questa bella opportunità.
Uno scenario incantevole, quello del giardino della Chiesa del Salvatore, un'apertura musicale straordinaria di Gianluca Tocco, con pezzi che non potevano accoglierci e prepararci ad accogliere in modo migliore e i preziosi contributi di Roberta Fadda e Valentina Campus, che hanno consentito ad ognuno di noi di portare via le riflessioni che contano; il tutto con il sapiente coordinamento di Barbara Mura che ci ha anche regalato alcune bellissime letture tratte da “(s)legàmi”, il libro che ospita l'esperienza che ci aspettava nella proiezione. Poi, dritti verso un magico silenzio ad accogliere la delicatezza di “Tutto Cambia”, il cortometraggio scritto e diretto da Christian Castangia.

Lo avevo visto tante volte, eppure, questo corto, che racconta un anno di scuola di Gianmarco, accompagnato da un maestro che ha scelto di mettere su un lavoro di squadra che partisse dalla specificità del bambino, dai suoi bisogni, e orientato a un vero progetto di vita, non mi ha emozionato meno della prima volta, quel 2 aprile del 2014, in cui l’ho visto insieme ai miei bambini in occasione della Giornata mondiale dell’autismo.
Chi, come me, quella storia ha potuto viverla, sa che cosa abbia rappresentato per il bambino, per la famiglia, per la sua classe e per l'intera scuola. Gianmarco, quell'anno, aveva un nome per tutti, era parte integrante della sua piccola comunità e di tutta la scuola; e noi, tutti noi, abbiamo avuto un esempio straordinario di cosa significhi fare squadra per offrire a un bambino il massimo delle opportunità e garantirgli una vera inclusione.
Tuttavia, ieri sera, insieme alla gratitudine, ho portato via con me anche tanta tristezza, la stessa che, a fine serata, abbiamo ascoltato nelle parole della madre di Gianmarco - parole forti ma che non potevano non essere dette - per il fatto che il corto racconta di un incontro fortunato che è durato un anno scolastico e, con questo, è sfumato. Era un maestro precario Christian, e la nostra scuola, ancora, anche se si sta ragionando in questa direzione, non prevede continuità professionale, non guarda al valore della relazione che si costruisce, a quanto ti formi, investi e ti spendi. Guarda alle graduatorie.
E la tristezza che ho portato via era proprio questa. Sapere che la narrazione parlava di un'eccezione, mentre, di norma, abbiamo a che fare con tanti insegnanti non specializzati e che cambiano più volte anche nello stesso anno, con operatori tenuti fuori dalla scuola, con un lavoro solitario, con una bassa inclusione.
Sarebbe bello non dover pensare ad incontri fortunati, ma normali. Vedere storie come quella di Gianmarco raccontarci l'ordinarietà della nostra scuola e non, appunto, un anno speciale, certo straordinario, ma unico. Allora sì, davvero, potremo dire che tutto cambia.
Grazie agli organizzatori per questa “Estate d’Autismo”, e grazie soprattutto a Christian che con i suoi cortometraggi continua a provocare in noi tante riflessioni e ci aiuta a ripensarci, a crescere.

domenica 16 luglio 2017

Il XII Festival Tuttestorie lo aspettiamo così... abbracciandoci!

Quando le belle esperienze chiamano, è difficile non rispondere. Se poi queste sono collegate a un Festival, quello Tuttestorie, che da anni è capace di emozionare e di accompagnare noi insegnanti e i nostri bambini dentro lo straordinario mondo della letteratura per ragazzi, come si fa a non sentire il richiamo?
Così ieri, nonostante fosse il quindici di luglio, è stato impossibile non dire subito il nostro “Sì!” all’invito delle bibliotecarie di Iglesias che per il secondo anno ospiteranno alcuni laboratori del Festival in collegamento con l’evento programmato a Cagliari dal 5 all’11 ottobre.
È stato un richiamo semplice ma efficace. Volete un abbraccio speciale? Non sapete quanti tipi di abbracci ci sono? Il Festival, d’altronde, quest’anno è dedicato proprio a loro: gli abbracci, quelli che donano emozioni speciali quando li fai e quando li ricevi, ma che dicono anche tanto dell’atteggiamento nei confronti dell’altro e delle cose della vita. L’abbraccio accoglie, l’abbraccio avvolge, l’abbraccio accompagna. L’abbraccio ci dice che non siamo soli.
Per quanto mi riguarda, quando ho ricevuto la mail di invito, non ci ho pensato un attimo: avviso sul blog di classe, contatto con la rappresentante dei genitori. – Bambini! In città c’è un evento che accompagna verso il Festival Tuttestorie. Vi aspetto, io ci sarò!
E gli alunni che erano in città sono venuti, e con loro anche tutti i genitori, perché noi ormai lo sappiamo bene: quando c’è di mezzo il Festival le emozioni entrano in gioco tutte.
L’iniziativa era all’inizio di via Nuova, tanto semplice quanto preziosa. Un mimo, Giovanni, esperto abbracciatore, e tutti, proprio tutti, invitati ad essere presenti portando con sé solo la disponibilità a farsi abbracciare. E si sono fermati in tanti. Bambini, adulti. Da soli, in gruppo, per farsi abbracciare una volta, più volte. Per chi non lo sapesse… gli abbracci non stancano!
E noi che non sappiamo proprio resistere senza offrire un piccolo contributo, ci siamo uniti in cerchio per recitare la Filastrocca del bambino futuro di Bruno Tognolini che finisce proprio così “Come sarà l’orizzonte che tracci, dipende da come mi abbracci”. Ah… certo, dimenticavo. Il titolo del festival quest’anno è proprio questo: “Dipende da come mi abbracci. Racconti, visioni e libri sui legami che ci fanno noi”. Una scelta particolarmente fortunata per noi che l’anno prossimo saremo in quinta. Vorrà dire aprire l’anno ragionando di abbracci e di legami sapendo che è con questi che chiuderemo il nostro tempo insieme. Già perché desideriamo lasciare in eredità legami significativi, capaci di accompagnare i bambini per la vita.
Grazie alle bibliotecarie di Iglesias, Clara Congia e Daniela Sanna, all’Amiministrazione Comunale, a Vittoria Negro.
Il vostro abbraccio, che per noi viene ormai da molto lontano, è stato davvero speciale. Ci ha accolto nel mondo della lettura, facendoci un dono prezioso. Perché quando si amano i libri, non si è mai soli e mai infelici. Grazie.



Segnalazione iniziative: "Estate d'Autismo"

sabato 15 luglio 2017

Il bagaglio che voglio con me

Mentre da giorni ragiono sulla competenza che oggi considero più alta: quella di saper scegliere, fondamentale in una società come la nostra se si vuole restituire un minimo di qualità alla vita, non faccio che incrociare quella parte di insegnanti che insegue tutti i possibili corsi, che deve essere dentro ogni gruppo, conoscere ogni novità e ogni nuova applicazione, che teme, questo è, che se non sarà in grado di seguire la velocità del mondo finirà per essere rifiutata da questo come un boccone cattivo.
Non lo so, sarò io, forse è davvero una questione di età, ma davanti a questa categoria di masticatori, ho le stesse paure che provo davanti a quei colleghi che non hanno nessuna curiosità.
Quello che so con chiarezza è che dentro di me prende sempre più forma la convinzione che i nostri alunni abbiano sì bisogno di docenti formati, ma non possano fare a meno di adulti di riferimento vitali, esperti di vita e capaci di trattenersi sulle cose.
Non so voi, ma io mi guardo intorno e respiro disagio. Disagio tra gli adulti, disagio tra i ragazzi, tanto tra i nostri bambini. Così credo che oggi sia sempre più necessario portare a scuola amore per la vita, per le persone e per la nostra terra, che si alimentano costruendo relazioni significative, facendo belle letture, andando a teatro, vedendo buoni film; camminando, viaggiando, apprezzando la diversità; imparando a fermarsi su quello che conta e a riconoscere, tra i tanti, il nostro pensiero.
Credo che sia necessario portare in classe modelli di un rapporto sano con il tempo e con i ritmi della vita, sapendo che non possiamo conoscere tutto, né portare tutto dentro e accettando che le uniche cose che potremo possedere completamente e trasmettere sono l'apertura al nuovo, il desiderio di scoperta, l'amore.
Mi guardo intorno, in questa estate per me molto particolare, e io, amante della formazione continua, assetata di novità, credo che inizierò a farmi una ragione ancora più definita della parzialità di quello che sono.
Ho scelto. A settembre, quando tornerò in classe, prima ancora delle nuove conquiste, voglio portare con me uno sguardo sereno e tanta passione per la vita, per le persone, per la terra. Mi sembra il miglior bagaglio per essere una buona guida per i miei bambini.
Sarà per me piacere. Sarà per me dovere.

EdmodoCon 2017

Vi siete iscritti a EdmodoCon 2017? Se non l'avete ancora fatto, il consiglio è di procedere quanto prima, utilizzando questo link: https://edmodocon.com/
Quest'anno, tra gli speaker, anche due ambasciatrici italiane: Alessandra Pallavicini e la specialissima Lucia Bartolotti, con la quale ho avuto l'onore di lavorare per tanto tempo fianco a fianco (purtroppo virtuale...) per costruire e far crescere la comunità dei docenti italiani.
Perciò... un'opportunità da non perdere!
EdmodoCon è un evento online internazionale in cui gli educatori di tutto il mondo si collegano tra loro per condividere l'utilizzo di Edmodo e di altri strumenti digitali nell'apprendimento. É un evento che nasce con l'obiettivo di accrescere la collaborazione tra insegnanti, scoprire nuove preziose risorse e sfruttare il potere della tecnologia a supporto della didattica.
L'evento è programmato per il 1 agosto 2017.

venerdì 14 luglio 2017

Un abbraccio speciale dal Festival Tuttestorie


Sono un bambino, sono il tuo dono
Prima non c’ero e adesso ci sono
Sono il domani, dalle tue mani
Devi difendermi con le tue mani
Sono il futuro, sono arrivato
E sono qui perché tu mi hai chiamato
Come sarà l’orizzonte che tracci
Dipende da come mi abbracci.

Bruno Tognolini


In attesa del XII Festival Tuttestorie "Dipende da come mi abbracci", programmato per ottobre, domani sera - sabato 15 luglio, dalle 20 alle 22 - ci aspetta una bella iniziativa anche nella nostra città (Piazza Sella).
Divulgate il più possibile, mi piacerebbe che foste tutti presenti.

Io vi aspetterò!

http://www.tuttestorie.it/volete-un-abbraccio-speciale/
http://www.tuttestorie.it/festival/

domenica 2 luglio 2017

Giornata di studio "Eas day 2017"

Vi ricordo che sono aperte le iscrizioni alla quarta edizione dell' "EAS day", che si terrà ad Adro il 20 ottobre 2017. La giornata di studio quest'anno sarà dedicata a "Eas e competenze" e vedrà anche la mia partecipazione durante la tavola rotonda prevista alle ore 11.00 sul tema "Fare scuola con gli EAS".
L’EAS Day 2017 intende far riflettere gli insegnanti e i dirigenti che parteciperanno sul rapporto esistente tra didattica per EAS e competenze. L’obiettivo è di introdurre, attraverso questo focus, una riflessione sulla logica di progettazione e di lavoro in classe dell’EAS. I temi in gioco sono il design didattico, il lesson planning, l’apprendimento attraverso l’esperienza e il fare.
La giornata consentirà anche di presentare ufficialmente la nuova rivista di aggiornamento per gli insegnanti del primo ciclo Essere a Scuola e tre nuovi volumi della collana “A scuola con gli EAS” dedicata alla declinazione del metodo secondo le singole discipline.
La partecipazione è gratuita con iscrizione obbligatoria su Eventbrite cliccando su questo link.