domenica 30 settembre 2018

Diario di bordo: seconda settimana di scuola

24/29 settembre 2018

Anche la seconda settimana di scuola è terminata. E io ritorno con il diario che, da giornaliero, diventa settimanale. Un tentativo, non so se riuscirò a mantenerlo o se ciò che accadrà mi chiederà altre scelte.

Questa settimana, per me, è cominciata martedì. Da lunedì, infatti, è stato avviato l’orario regolare (8.30/13.30) e, con questo, noi insegnanti abbiamo iniziato a fruire del giorno libero, anche se nel mio caso, libero libero non era, dato che ero impegnata con l’evento finale del Premio Scuola Digitale per l’Area Sud Sardegna, di cui ero referente.

Aver iniziato a lavorare con orario regolare, ha comportato un approccio più diretto con le insegnanti di inglese e religione. Fino ad ora i bambini avevano lavorato soprattutto con me (docente prevalente) e maestra Maria Efisia (maestra di scienze, arte e immagine e musica; presente in classe anche con il potenziamento). Ma ha significato anche fare i conti con l’introduzione della nuova ora, quella con la striscia celeste. I bambini erano stati preparati, ma, in ogni caso, l’orario, soprattutto in questa fase, è veramente lungo ed è necessaria un’organizzazione molto attenta affinché un carico eccessivo non comprometta la qualità del rapporto che si sta costruendo con la scuola.

Per il resto, devo dire che sono molto contenta. L’organizzazione data durante la prima settimana (rileggendo il diario di bordo mi sono resa conto ancora di più di quanto questa sia importante per me), è risultata adeguata, anche se non sono mancati i momenti difficili, in cui richiamare le proprie convinzioni è stato fondamentale per non rivedere alcune soluzioni a vantaggio di una serenità più immediata. Penso alla scelta di lasciare gli zaini fuori dall’aula che, al momento, comporta un via vai continuo; o ancora all’organizzazione ad isole sin dai primi giorni che, di fatto, crea un clima di più difficile gestione. Ma, ripeto, farsi alcune domande, tornare alle proprie convinzioni, ricordarsi che cosa conta davvero e sapere che certe scelte hanno necessità di tempo, è indispensabile.

Ogni giorno abbiamo avviato la giornata con l’appello fonologico (ormai i cartellini dei nomi non servono più,) per poi passare subito a condividere il programma. Prima di ragionare sul nuovo, siamo partiti sempre dal precedente per invitare i bambini a ripercorrere le attività svolte il giorno prima. Ogni mattina abbiamo dato spazio alle routine e alle nostre rilevazioni (alle attività sulla metafonologia, si sono aggiunte stabilmente quelle sul numero e sulla successione temporale, che durante la settimana ci ha visto introdurre i concetti di precedente/successivo) per poi mettere a fuoco l’attività centrale, a cui far seguire una lunga ricreazione e, infine, la valutazione giornaliera.

Per quanto riguarda la ricreazione, è importante dire che ci siamo rese conto di un correttivo necessario. Durante le prime uscite all’aperto, infatti, avevamo portato con noi anche le merende, ma questo complicava molto l’organizzazione. Così, da questa settimana, dopo essere andati in bagno, abbiamo ripreso a mangiare in aula, per poi spostarci a giocare all’aperto solo in un secondo momento. È vero che i tempi si allungano ulteriormente; dalla durata di un’ora (ora rossa), abbiamo finito per estenderci fino all’ora lilla (parte della quarta ora), ma non ce ne siamo preoccupate. Possiamo contare su cinque lunghe ore che, come detto, è impossibile pensare di caricare eccessivamente. Abbiamo anche consentito ai bambini di portare i giochi, con il vincolo di prenderli solo durante la ricreazione. Quindi, prima di uscire all’aperto, li recuperano dallo zaino per poi riporli al rientro.

sabato 29 settembre 2018

E desideri siano!!!

In attesa di giovedì... in anteprima dal Festival Tuttestorie, l'Inno dei desideri!



Inno dei desideri

Se vuoi l’erba vorrei
Se vuoi tutto ciò che non hai
Se vuoi fare sogni veri
Devi dire desideri

Stelle cadono giù
Dilli forte ancora di più
Se vuoi fare sogni veri
Devi dire desideri

Ma se si avvererà
Se ciò che tu sogni accadrà
Del tuo sogno che mai resterà
Del tuo cielo che cosa sarà
Quando il desiderio è la realtà?

Sogni ancora di più
Cerchi stelle ancora più su
Se vuoi fare sogni veri
Devi dire desideri

Ciò che ancora non sai
Le cose che ancora non hai
Se vuoi fare sogni veri
Devi dire desideri

E se non accadrà
Se il tuo sogno non si avvererà
Chiederai ancora tempo per te
Cercherai ancora stelle perché
Porti il desiderio dentro te

Corre un bambino dentro i colori
Del mondo che vedrà
Sul cavallino dei desideri
Che lo accompagnerà nella realtà…

Vorrei volare via
Vorrei i doni della magia

Se vuoi fare sogni veri
Devi dire desideri

Tutto il tempo che c’è
Dolci doni tutti per me
Se vuoi fare sogni veri
Devi dire desideri

E se non accadrà
Se il mio sogno non si avvererà
Correrò tutto il mondo che c’è
Fino al prossimo sogno perché
Questo desiderio è dentro me

Corre un bambino dentro i colori
Del mondo che vedrà
Sul cavallino dei desideri
Che lo accompagnerà nella realtà…

venerdì 28 settembre 2018

Assemblea con le famiglie

Vi informiamo che in data martedì 2 ottobre - alle ore 16.30 - è programmata un'assemblea con le famiglie della classe al fine di offrire una prima restituzione sulle attività svolte nella fase di accoglienza e sulle prime osservazioni.
L'incontro sarà anche occasione per condividere le scelte educative e metodologiche e fornire ulteriori informazioni sull'uscita didattica a Cagliari programmata per giovedì 4 ottobre in occasione del Festival Tuttestorie.
Vi aspettiamo!

Avvio Progetto "Sport Gioventude"

Vi informiamo che domani - sabato 29 settembre 2018 - sarà avviato il Progetto "Sport Gioventude" nato con lo scopo di incentivare l’attività motoria nelle scuole sin dalla tenera età.
Il Progetto è promosso dal CONI Sardegna e dalla Regione Sarda e ha l'obiettivo di ridurre il gap che vede l’Italia molto indietro rispetto alla comunità internazionale nel rapporto tra i bambini e l’educazione fisica.
Le attività si svolgeranno con il supporto di un esperto esterno, tutti i sabati, dalle ore 11.30 alle ore 13.30.
Maggiori informazioni saranno fornite successivamente.

Una settimana in prima elementare

Condivido con piacere il mio diario di bordo che registra le attività della nostra prima settimana di scuola. Sono pagine molto dettagliate perché ho voluto raccontare ogni momento e ogni scelta anche se, per opportunità, dalla versione originale ho dovuto tagliare molte riflessioni.

La condivisione ha due obiettivi: da un lato, quello di iniziare a far conoscere alle famiglie che cosa ci sia dietro una mattina scolastica, in attesa di averle ospiti in classe alla fine del primo quadrimestre. Dall'altro, quello di mettere la nostra esperienza a disposizione di quegli studenti e nuovi colleghi  che davanti a una prima elementare, si mostrano desiderosi di conoscere e chiedono: - Come iniziare?

È una narrazione estremamente semplice, senza pretese e senza la presunzione di offrire risposte, ma solo di raccontare un inizio fra tanti. Spero che come tale venga accolta.


Una settimana in prima elementare 
(clicca sulle diverse date per accedere alle pagine di diario)

giovedì 27 settembre 2018

sabato 22 settembre 2018

Alessandro D'Avenia "Non crollano solo i ponti"

del 3 settembre 2018

È la prima campanella dell’anno scolastico quella che suonerà tra poco: l’ennesima promessa di un nuovo inizio, rintocco del desiderio umano che non smette mai di sperare che una vita rinnovata e più piena possa sorgere dal ripetitivo orizzonte quotidiano. Immagina, cara/o collega, di sederti al posto di un tuo studente in questo primo giorno. Guardati entrare in classe, osservati: dal portamento ai libri che hai con te. Che cosa vedi? Perché sei lì? Per chi sei lì? Perché hai scelto chimica, italiano, fisica, diritto... e hai scelto di raccontarli a una nuova generazione? Rispondi a queste domande mentre ti vedi disporre gli strumenti del mestiere sulla cattedra. Adesso ascoltati formulare l’appello. Come pronunci i nomi dei tuoi studenti? Come guardi i loro volti? E che cosa vedi sul tuo?

Forse nel tuo sguardo puoi scorgere delusione e stanchezza, per un sistema che non valorizza la tua personalità e la tua professionalità... Ma ricorda che i ragazzi saranno lo specchio di ciò che trasmettono i tuoi occhi, perché lo sguardo umano non è mai neutro ma contiene esattamente la vita che vuole dare o togliere, così dal loro sguardo saprai sempre com’è il tuo. Desiderano ciò che tu desideri: essere riconosciuti, valorizzati, supportati. Non vedi, forse, la tua stessa carne? Perché non prendersene cura come vorresti si facesse con te? Proprio perché loro non sanno ancora farsi carico della vita, è a te, adulto, che chiedono di provarci, per poter scoprire che maturare è un’avventura e non una colpa da espiare. Essere adulti è questo: finita l’iniziazione alla vita, riuscire a portarne il peso, come un padre solleva suo figlio perché colga i frutti sui rami a cui neanche lui arriva. Se ti avvicini puoi scorgere sui loro volti i segni della solitudine e della paura: la spavalderia, le provocazioni, i silenzi, le maschere di questa età tradiscono il desiderio di avere un nome, di abitare la vita. Non sono forse i segni della tua stessa ricerca? Ma come far sì che la speranza sia sempre un passo avanti rispetto alla paura? Da dove attingere la pazienza e la generosità per farsi carico di queste vite? Un pensiero ti conforta: tu sai che sono la cultura e le buone relazioni le risposte a questa ferita, alla fragilità dell’io rispetto alla pienezza a cui aspira. La cultura generosamente condivisa nella relazione educativa, la trasmissione del vero, del bello, del buono, resistenti al tempo vorace, sono proprio ciò che consente di dare peso e senso alla vita, la risposta umana al nulla: «Ove tende questo vagar mio breve? E io che sono?», ti interrogano con le parole di Leopardi. Ti chiedono di «soffrire» per loro, e il verbo vuol dire sia «portare il peso» della vita sia «dare» la vita: concepirli e generarli. Non respingerli nel buio, lasciali venire alla luce, attraverso di te.

Ma c’è quella luce nei tuoi occhi? Come sarà la tua prima lezione? Come nelle sinfonie la prima lezione è la tonalità da cui dipende tutto l’anno: il tuo spartito svilupperà il tema giorno per giorno e loro sono gli strumenti, tutti necessari, dell’orchestra. Tu, maestro, sai che la musica non è tua, ti precede, ma sei tu a interpretarla, realizzarla, darle forma, insieme a loro. Senza loro agiti la bacchetta nel nulla. Avete bisogno l’uno degli altri, solo così l’armonia accadrà. Lo so: è faticoso, i colleghi sono a volte difficili, lo stipendio fa pena, le riunioni sono lunghe, le scartoffie troppe, i genitori ingombranti. Puoi voltarti dall’altra parte e dire che non sono affari tuoi. Invece lo sono. La tua eredità sono loro.

Ero a Genova quando è crollato il ponte. Il silenzio che ha avvolto la città era infranto solo da ambulanze ed elicotteri e, negli intervalli muti, si affollavano i «perché» con cui la mente cerca di strappare un senso alle catastrofi. Siamo arrivati tutti a una conclusione, purtroppo frequente nel nostro Paese: bisognava pensarci prima. Anche la scuola è un ponte che, ogni giorno, trasporta quasi 9 milioni di vite da un destino a una destinazione, dall’informe alla forma pienamente umana della vita. Proprio tu sei chiamata/o alla manutenzione ordinaria e straordinaria del ponte. Guardati entrare con la tua cassetta degli attrezzi: alla tua professionalità sono affidate le loro vite. Come avresti voluto ti si guardasse e che cosa avresti voluto sentire? Non certo quello che disse una volta una docente, fissando la nuova classe, il primo giorno del primo anno di superiori: «Siete troppi, vi ridurremo». Il tu viene alla luce solo se l’io dell’adulto lo concepisce e lo genera, e l’io non per questo si perde, anzi è rigenerato come accade ai tessuti di una madre in dolce attesa. Insegnare è una delle migliori cure contro l’invecchiamento che io conosca.

Durante l’estate ho passato dei giorni insieme a mia sorella che ha una bambina di pochi mesi. Era una gara a intuire di cosa avesse bisogno e, chi dei familiari entrava nel raggio di azione dello sguardo di Beatrice, era attratto dalla forza di gravità della «cura». L’empatia, l’intuire di che cosa la vita in formazione ha bisogno, è vitale per il bambino e per chi gli sta attorno: noi umani non ci prendiamo cura dei piccoli perché li amiamo, ma li amiamo perché ci prendiamo cura di loro. Curando, impariamo ad amare e conoscere, e così maturiamo anche noi. Bambini e adolescenti vengono alla luce se trovano educatori in grado di nutrire il loro bisogno di avere una forma: formarsi. E lo chiedono a chi è già «formato», ma se costui non se ne cura le vite crollano. Il docente, mediatore tra l’informe e le forme di vita che racconta, a partire dalla sua, è chiamato alla cura, per professione. Rifiuto la retorica che attribuisce al mio mestiere la parola «missione», perché ascrive l’empatia, strumento professionale necessario al riconoscimento della vita altrui come propria, all’ambito di supereroi e mistici. Empatia non è sostituirsi agli alunni, ma conoscerne e sostenerne battaglie, contraddizioni, domande, offrire risposte adeguate se le abbiamo, o una presenza adeguata se non le abbiamo. I ragazzi vogliono adulti veri: né amiconi nostalgici dell’adolescenza né aridi erogatori di nozioni. La cultura non è una sovrastruttura snob, ma il modo in cui la vita umana cerca il suo compimento. Non basta informare, occorre formare: aiutare la vita a compiersi e a dar frutto. Per farlo serve generosità, che ha la stessa radice di generare. La relazione educativa o è generativa (amplia il naturale desiderio di far esperienza della realtà) o è degenerativa (chiude il desiderio, annoia, spegne il coraggio e la curiosità). La generosità educativa è anch’essa professionalità e non volontariato. È generoso chi genera, cioè afferma la vita dell’altro come necessaria e si impegna, come può, al suo compimento, come i bastoncini con cui mia nonna sosteneva le piantine incerte, perché crescessero verso la luce, approfondendo così le loro buie radici. Non c’è compimento senza concepimento, non c’è generazione senza generosità. E una generazione non generata prima o poi crolla.

Qualche giorno fa mi ha scritto una ragazza che sarebbe precipitata nel baratro di una malattia se una professoressa non fosse stata «empatica» e «generosa», affrontandola a tu per tu alla fine di una lezione
. Mi ha chiesto di dar voce alle sue parole: «Vorrei chiedere a tutti i professori di fermarsi, anche solo un attimo, di alzare lo sguardo dal registro e guardare negli occhi i ragazzi. Non limitatevi a segnare l’assenza, ma chiedetevi se veramente gli studenti sono lì, chiedete loro come stanno, dando peso alle risposte perché, spesso, noi ragazzi diciamo che va tutto bene, anche quando stiamo morendo dentro. Il vostro compito non è esclusivamente spiegare, interrogare e valutare. Voi siete in grado di vedere più lontano dei genitori: a scuola proprio perché ci si sente invisibili emergono le più piccole debolezze. Avete idea di quanti ragazzi nuotino controcorrente senza scoprire le proprie capacità? Quanti credono di essere inutili? Quanti concorrono per un voto come fossero oggetti? Mi capita di pensare a come sarebbe andata a finire se quel giorno la mia professoressa non mi avesse fermata e non mi avesse guardata negli occhi. Forse oggi non sarei qui». Di norma non si tratta di casi limite, ma di mostrare che ci si sente responsabili della loro vita, magari con un sincero e sorridente «come stai?»: portare il peso a volte è semplicemente «dare peso». Un adolescente si decide a maturare se sente che un adulto vuole farsi carico della sua vita, perché così scopre che è buona, e il suo coraggio si attiva vincendo la paura, perché vede un altro impegnato per lui. Ciò che ci aspettiamo da loro deve essere prima in noi: questo è educare, e l’istruzione ne è solo una conseguenza. A noi chiedono di impegnarci per un volto e, solo dopo, per un voto. Un anno scolastico in cui non cresco in amore e conoscenza della materia e dei ragazzi, per me è un anno perso.

Il letto da rifare oggi, il primo dell’anno scolastico, è la manutenzione delle anime. Come noi insegnanti ci aspettiamo che loro ascoltino noi, possiamo «ascoltare» i loro volti, perché ascoltare un adolescente è capire ciò che non dice. Come i ponti, anche le anime possono crollare per incuria. Guardati. Che cosa vedi? Guardali. Che cosa vedi? Buon anno a tutti.

venerdì 21 settembre 2018

Richiesta Pass bianco per la sosta gratuita

Vi informiamo che sono disponibili i moduli per la richiesta del Pass bianco, il quale permetterà la sosta gratuita per quindici minuti (nella fascia oraria delle 8.00/8.45) negli stalli a pagamento di via Roma, via Diaz e via Oristano. Questi sono reperibili presso i Collaboratori scolastici, all'ingresso della Scuola primaria di via Roma.
Le domande, compilate e con allegata copia del documento d’identità in corso di validità, andranno consegnate in segreteria entro la giornata dell'1 ottobre 2018; qui sarà possibile acquisire anche ulteriori informazioni di interesse.

Servizio Pre-post scuola

Vi informiamo che entro il 2 ottobre 2018 le famiglie possono presentre richiesta per il servizio di accoglienza denominato "Pre-post scuola" utilizzando i moduli messi a disposizione all'ingresso dei locali scolastici presso i Collaboratori scolastici.
Successivamente a tale data, seguirà una comunicazione specifica per l'attivazione del servizio.

giovedì 20 settembre 2018

Facciamo attenzione a non cambiarli

Che cosa sanno essere i bambini piccoli davanti alle situazioni di fragilità è davvero incredibile... 
Già a cinque/sei anni le riconoscono subito, senza che ci sia bisogno di dire niente, e si portano accanto, sostengono, si prendono cura con naturalezza e incredibile tenerezza.
Quando e come sarà che tutto questo cambia? Che cosa interviene a trasformarci in adulti duri, severi e incapaci di accogliere la fragilità?
Sempre più spesso, osservando i bambini, mi trovo a pensare che forse la cosa migliore che possiamo fare è essere attenti a non cambiarli.
Sono in prima da quattro giorni e sono già completamente innamorata.

mercoledì 19 settembre 2018

Ricordi di buone esperienze: la settimana formativa

Nelle scuole in cui sono stata, per diverso tempo, mi sono occupata della formazione e del supporto alla didattica. Per la formazione, avevo da sempre una fissazione: mi piaceva l'idea che anche a scuola si potessero proporre percorsi formativi di un certo spessore, dedicando risorse e tempi adeguati e mettendosi nelle mani di bravi professionisti. Quel tipo di formazione che avevo avuto la possibilità di conoscere nelle realtà aziendali e che, purtroppo, non avevo mai visto nelle scuole (sempre risorse risicate, tempi ristretti in orari impensabili, proposte molto frontali...). L'altra fissazione era quella di creare le condizioni favorevoli perché partecipasse tutto il Collegio. Infatti, ero e resto convinta che per costruire appartenenza ed essere comunità in movimento, sia fondamentale che si condivida almeno un corso di formazione l'anno a livello collegiale. Per capirci, anziché occupare il tempo a ripetere che i colleghi non partecipano, non sono motivati, frequentano i corsi solo per l'attestato, ho pensato: creiamo un momento formativo bello, dal punto di vista dei contenuti e dell'organizzazione e rimuoviamo tutti gli ostacoli che non consentono una frequenza motivata e di qualità. Quale poteva essere la soluzione? Facciamo formazione interrompendo le lezioni! Sì, perché la mia terza fissa da tempo, era che la risposta più adeguata a quanto pensavo potesse arrivare in modo molto semplice con una formazione/anno organizzata fermando le attività didattiche.
È nata così, ormai ben oltre dieci anni fa, l'esperienza formativa più bella che io abbia vissuto dentro la scuola. Non per volermene attribuire i meriti, ma perché ancora oggi, ed è il motivo per cui lo racconto, ci sono colleghi di quel tempo che, quando mi incontrano, tornano con entusiasmo a quella esperienza.
Il mio dirigente di allora era Paolo Lamieri, che, pur con qualche preoccupazione, è stato possibilista. Tant'è che io, dopo aver convinto il Collegio, non senza difficoltà, ad aggiungere due giorni al termine delle lezioni e a destinare alla settimana formativa i due a carico del Consiglio di Istituto, mi sono occupata di predisporre un'indagine rivolta alle famiglie così da ragionare, dati alla mano, sulla percezione dei genitori che si riteneva potessero costituire il vero ostacolo. Per quanto mi riguardava non lo pensavo. Ero convinta che se avessimo fatto comprendere loro l'importanza della sospensione a vantaggio della crescita della professionalità docente, avrebbero accettato. Così, gestita la comunicazione con molta attenzione, i genitori hanno accolto e noi abbiamo modificato il calendario scolastico per dedicare i giorni alla formazione.
In realtà non si è trattato di una settimana intera. Per non appesantire troppo la riorganizzazione delle famiglie, avevamo previsto di fare due giorni di lezione - lunedì e martedì - per poi chiudere per quattro giorni e dedicarci alla formazione mattina e sera. Corso con organizzazione laboratoriale che ha visto il Collegio ripartito in due sottogruppi eterogenei. Oggetto della formazione era stata la comunicazione, con un corso affidato alla HRS (Human Resources Solutions) di Carlo Duò, psicologo del lavoro.
Per me non era un corso nuovo, perciò andavo sul sicuro. Lo avevo frequentato con grande soddisfazione l'estate precedente, ospite di una proposta della Regione Sardegna.
Perché lo racconto? Perché proprio ieri una ex collega mi ha cercato per avere informazioni su quella esperienza e, ripensandoci, mi sono resa conto di quanto sia stata importante e di quanto, ancora oggi, o forse oggi più che mai, sarebbe importante nelle scuole poter contare, almeno una volta all'anno, su un'occasione formativa di qualità da vivere come comunità, potendo contare su tempi distesi.
Purtroppo, la settimana formativa è rimasta un'esperienza isolata. Come succede spesso, nonostante l'eccellente valutazione data all'esperienza, l'anno dopo le forze contrarie alla modifica del calendario hanno avuto la meglio e non si è fatto che parlare dei disagi che avremmo potuto creare alle famiglie.
Inutile dire (e i colleghi non me ne vogliano) che, purtroppo, non sento fare gli stessi discorsi quando, ad inizio anno, i Collegi ragionano sul calendario per una migliore gestione dei ponti.
Chissà se avrò il piacere di vedere una proposta di questo tipo nascere dall'alto... A me piacerebbe molto perché continuo a credere che ripensare il calendario in questa direzione offrirebbe una bella opportunità alla scuola che ha davvero tanto bisogno di crescere come comunità.

domenica 16 settembre 2018

Ci siamo!

In aula piovono libri, lettere e numeri, che attendono di essere adottati dalla nuova prima elementare. Ogni bambino sceglierà un libro, una lettera e un numero e li prenderà con sé per diventarne responsabile per tutto il nostro viaggio. E poi, in un angolo, posato tra le scatole di pasta e tappi, c'è un albo illustrato: è quello di Jimmy Liao. A questo è affidato un compito davvero importante: quello di portare tra noi il desiderio, così da accompagnarci verso "l'erba delle stelle" del Festival Tuttestorie.
 
Per tutto il resto, bisogna attendere i bambini. Ormai lo sappiamo bene, la vera forma di ogni cosa può arrivare solo nell'incontro con loro.
 
Perciò, con emozione... aspettiamo domani!




Aggiornamento sezioni calendario e strumenti

Vi informo che le sezioni calendario e strumenti sono aggiornate.
Nel Calendario, al momento sono segnalati: le festività e le sospensioni delle attività didattiche (calendario scolastico 2018/19), nonché i compleanni dei bambini della classe. Man mano saranno riportate le variazioni d'orario, gli incontri scuola/famiglia (assemblee, consigli di classe, colloqui, iniziative scolastiche...).
Nella sezione Strumenti, invece sono disponibili: tutti i materiali consegnati nella riunione iniziale e la modulista condivisa. In aggiunta, è disponibile l'orario definitivo delle attività didattiche che domani vi sarà consegnato anche in cartaceo.
Grazie per l'attenzione!

Orario delle attività

Vi ricordo che il primo giorno delle lezioni - lunedì 17 settembre - osserveremo l'orario 9.00/12.30; mentre per tutti i restanti giorni della prima settimana, l'orario sarà 8.30/12.30.
Dalla seconda settimana, sarà invece avviato l'orario definitivo delle attività (si veda quadro orario).
Grazie per l'attenzione!

sabato 15 settembre 2018

Cinque anni fa, fra cinque anni

Cinque anni fa, quando ho iniziato con la classe che ho appena lasciato, ero un'altra donna. Prima di tutto avevo cinque anni in meno, e questo, se era un vantaggio per le energie fisiche, non lo era per la maturità professionale che, nel bene e nel male, oggi mi sento addosso; effetto di anni in cui ho deciso di impegnarmi a tradurre in pratica le mie convinzioni, con chiara intenzionalità e sistematicità; che non significa rigidità, questo sia chiaro. Niente a scuola può esserlo. Funziona solo ciò che è morbido. La scuola ha bisogno di sguardi attenti e della capacità di modificare e di modificarsi, di coevolvere con il contesto. 

E poi cinque anni fa ero ancora figlia. Già, mia madre era una presenza importante fino all’inizio della terza elementare, quando una brutta malattia se l’è portata via velocemente. Ed era con lei che avevo passato serate intere del settembre 2013 a preparare le cartelle per i nuovi bambini, quelle che gli avrei donato perché potessero raccogliere le loro cose, la loro storia. Lei che ascoltava le mie idee e mi aiutava a non guardarle con i soli occhi dell’entusiasmo. Lei che leggeva le mie riflessioni e che riusciva a sentire il ritmo delle mie filastrocche sempre imperfette. 

E cinque anni fa non mi erano ancora successe le tante altre cose che sono arrivate a trasformare la mia vita, a chiedermi di essere ancora più forte e di avere uno sguardo ancora più aperto e meno severo con me stessa e con gli altri.

Già, cinque anni fa ero un'altra donna. Ed è a questo che pensavo questi giorni mentre lavoravo dentro l'aula, mentre finivo di spostare il passato (che fatica!) per lasciare spazio al presente. 

Tutto questo per dire che mi presento al nuovo anno scolastico con tanti punti fermi, che sono proprio le convinzioni forti che ho condiviso sin dal primo incontro con i genitori - doveva essere chiaro che non avrebbero trovato la stessa scuola che hanno frequentato loro - ma che non posso sapere davvero che maestra sarò.

venerdì 14 settembre 2018

Ce la posso fare!


Ieri mattina ho scritto una filastrocca molto imperfetta, proprio come me. L'ho scritta pensando ai bambini di prima che accoglieremo lunedì, per il loro primo giorno alla scuola elementare.
Rileggendola, mi sono resa conto di aver portato dentro tanto del sentire dei nostri ex alunni che si accingono a incontrare la scuola media. Perciò la dedico a entrambi, ai vecchi e ai nuovi alunni, con il desiderio di immaginarli dire a se stessi "Ce la posso fare!", perché è così: ce la farete!


Ce la posso fare!

Tanto tempo hai aspettato
questo giorno così speciale
in cui saltellante saresti arrivato
alla scuola elementare.

Eri curioso, emozionato
di ciò che avresti potuto trovare
Eppure adesso che il tempo è arrivato
sei fermo sui giorni che hai salutato.

Tu ti nascondi e ogni tanto mi guardi
l'aula ti piace e il sorriso ti accoglie
ma d'improvviso non fai che cercarli
Dove saranno i miei vecchi compagni?
Le mie maestre? E i luoghi che ho amato?

Osservi intorno e sei un po' spaesato
e nuove domande senti arrivare
Saranno questi tempi felici?
Saprò conquistare dei nuovi amici?
Cosa desidero? Cosa mi aspetto?
Lettere, numeri, un luogo perfetto?

Ma ciò che vorrei io in fondo lo so
Prima di tutto voglio star bene
sentirmi sereno e poter curiosare
Voglio portare quello che sono
scoprire, parlare e ancora giocare.

Mamma mi lascia, è pronta ad andare
ma scorgo una lacrima che sta per cadere
Non sono l'unico preoccupato
Non era pronta a vedermi cresciuto?

La nuova maestra è lì che mi guarda
sorride felice e mi chiama per nome
Non so se son pronto, mamma lo senti?
ma accolgo la mano e mi lascio guidare.

Mamma, tranquilla, ce la posso fare
Tu pensami forte ma lasciami andare
Ci sono scoperte che aspettano me
e tante esperienze che voglio affrontare

Mamma, tranquilla, ce la posso fare!

(Maestra Enrica)

venerdì 7 settembre 2018

La scuola che costruisce: aggiornamento iscrizioni/b

Vi comunico che in data 5 settembre si è raggiunto il numero massimo degli iscritti in tutte le sedi degli incontri "La scuola che costruisce: esperienze di autovalutazione e colloqui con gli studenti". Nelle sedi di Villacidro, Quartu Sant'Elena e Santu Lussurgiu - ferma restando la scelta di contenere il numero dei partecipanti al fine di garantire lo scambio di esperienze e una partecipazione attiva - tutti coloro che hanno compilato il form entro tale data possono considerarsi regolarmente iscritti negli elenchi dei partecipanti. Le nuove iscrizioni andranno invece a costituire lista d'attesa.

Per quanto riguarda la sede di Iglesias, invece, dove il numero degli iscritti risulta decisamente superiore ai posti disponibili, si è dovuto procedere all'individuazione dei partecipanti tenendo conto dei criteri dichiarati: precedenza per chi aveva effettuato la preiscrizione e per chi appartiene all'istituto di riferimento (fino a un massimo di 1/3). Pertanto, gli interessati sono stati raggiunti con una mail personale con puntuali informazioni sullo stato della loro iscrizione.

In caso di riuncia, si confida in una sollecita comunicazione, così da consentire il reintegro dalla lista d'attesa.

Grazie a tutti, attendiamo di incontrarvi presto!

martedì 4 settembre 2018

Voglio l'erba delle stelle!

Sempre una grande emozione sapere che tra le prime attività del nuovo anno scolastico c'è sempre lui... il festival Tuttestorie! 
E poi quest'anno sarà la prima uscita con i nuovi bambini. Appuntamento di buon mattino; viaggio in treno, direzione Cagliari, e una bella passeggiata fino all'Exmà a mano presa con i compagni più grandi (manterranno la promessa?).
Ad attenderci, due appuntamenti il 4 ottobre: "Me lo presti un desiderio?", laboratorio a cura di Lunamoonda; “Desideri Forzuti”, narrazione con Susi Danesin.
E non perderemo neanche la Mostra-percorso “Se potessi esprimere un desiderio. Una ricerca di desideri in movimento”.
 Allora... non resta che fare il conto alla rovescia... Vogliamo l'erba delle stelle!

La scuola che costruisce: aggiornamento iscrizioni

Vi comunico che le iscrizioni agli incontri "La scuola che costruisce: esperienze di autovalutazione e colloqui con gli studenti", programmati nelle sedi di Iglesias, Villacidro e Santu Lussurgiu, sono al completo. Il form resterà comunque aperto per garantire le sostituzioni in caso di rinunce e per consentirci di valutare l'opportunità di programmare nuove date.
Gli elenchi dei docenti effettivamente iscritti saranno trasmessi tramite mailing list nell'ultima settimana di settembre.
Grazie a tutti per l'interesse espresso!

domenica 2 settembre 2018

Sim-a/r: "Primo giorno di scuola"

Due anni dopo, articoli "in chiaro"... 

Con piacere, condivido "Primo giorno di scuola", da SIM-a/r, (Scuola Italiana Moderna, settembre 2016).
Insieme al mio contributo, lo sguardo del genitore, a cura di Simona Banci.

Alla rubrica





sabato 1 settembre 2018

Incontro di formazione attiva: "La scuola che costruisce. Esperienze di autovalutazione e colloqui per gli studenti"

È con grande piacere che vi comunico che nei mesi di ottobre/novembre si terranno i nuovi incontri programmati all’interno dello Spazio di formazione itinerante “Il cambiamento nasce da dentro” che fa capo all’Istituto Pietro Allori di Iglesias. Gli incontri, dal titolo “La scuola che costruisce. Esperienze di autovalutazione e colloqui con gli studenti”, organizzati con la preziosa collaborazione de La Scuola del Gratuito, saranno occasione per ripensare la valutazione nell’ottica di una scuola impegnata a riportare al centro il “costruire”.

Queste le sedi in cui sarà possibile partecipare:

Iglesias, 15 ottobre 2018, Centro Culturale – Sala Rossa – via Cattaneo 82
Villacidro, 19 ottobre 2018, Casa Dessì, via Roma 65
Quartu Sant’Elena, 9 novembre 2018, IC Porcu Satta, via Turati
Santu Lussurgiu, 16 novembre 2018, Casa di Donna Caterina

Gli incontri sono rivolti ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, ai genitori, agli studenti e si terranno dalle ore 15.30 alle ore 19.30.

Per confermare la preiscrizione, o procedere con nuova iscrizione, è necessario compilare il seguente form a partire dal 3 settembre, fino a tutto il 22 settembre 2018:
Si tenga presente che questo sarà chiuso anticipatamente qualora venga raggiunto il numero massimo dei partecipanti.

Di seguito, la locandina dell'evento:

Lasciamoli tranquilli

Una piccola poesia di Pablo Neruda che, in questo settembre in cui mi accingo a incontrare la mia nuova prima elementare, mi piace donare ai genitori, ai colleghi, a me stessa, come promemoria.
Perché, lo penso profondamente: i doni più belli che possiamo fare ai bambini sono la serenità e il tempo. Il tempo per scoprire e per stupirsi.

Lasciateli tranquilli

Voglio che l'uomo quando nasce...
respiri i fiori nudi,
la terra fresca, il fuoco puro,
non ciò che tutti respirano.

Lasciate tranquilli quelli che nascono!
Fate posto perchè vivano!
Non gli fate trovare tutto pensato,
non gli leggete lo stesso libro,
lasciate che scoprano l'aurora
e che diano un nome ai loro baci.

Pablo Neruda

Informazioni per le famiglie degli alunni nuovi iscritti

Vi informo che le lezioni avranno inizio in data 17 settembre con orario 9.00/12.30
Ulteriori informazioni in merito all'organizzazione dell'équipe, all'orario delle lezioni e al materiale didattico saranno fornite alle famiglie durante l'incontro programmato per il 10 settembre alle ore 12.00, nei locali della Scuola primaria di via Roma.
L'incontro sarà anche occasione per condividere le prime essenziali informazioni in merito alle scelte educative e metodologico-didattiche che si avrà poi modo di approfondire negli incontri successivi.
Confidiamo nella vostra partecipazione.

Colgo l'occasione per informare che sul blog è presente un calendario condiviso nel quale saranno riportati man mano tutti gli impegni di classe.
Accederci regolarmente vi consentirà di essere sempre informati su tutte le attività.