lunedì 25 febbraio 2019

A proposito di didattica a bassa direttività


La mia didattica la chiamo da tempo "a bassa direttività", e ho difeso sempre questa mia definizione anche davanti a chi sosteneva, e sostiene, che una bassa direttività non esista, per intendere che dietro qualunque scelta didattica, anche con spazi di autonomia, c’è sempre una progettualità forte, una chiara intenzionalità che guida ogni scelta. Vero.
E a questo aggiungo un'organizzazione forte, tant’è che considero la capacità organizzativa una competenza fondamentale del docente.
Però quella bassa direttività la difendo, e la difendo sempre di più, per la necessità, dandole il nome, di riconoscerle, con piena consapevolezza, uno spazio tutto suo.
Per me c'è un momento dell'apprendimento nel quale il docente deve davvero spostarsi e so quanto per tanti sia difficile, ne sono prova le numerose esperienze con ospiti in classe, i quali, nonostante io ne faccia esplicita richiesta, in modo inconsapevole, finiscono sempre per entrare.
Per me è a bassa direttività quel momento dell'agire didattico in cui passo la palla ai bambini e mi sposto. Lascio che si misurino con la richiesta, che cerchino un loro modo di organizzare il lavoro, che si confrontino nel cercare strade, che sbaglino.
Questo dopo una chiara fase organizzativa e dopo aver condiviso anticipatamente la rubrica (ingresso recente, con una forma adatta anche ai bambini molto piccoli) con la quale dovranno autovalutarsi nelle diverse dimensioni a conclusione del lavoro.
Lo so che non dico cose nuove; lo so che di queste pratiche sono pieni i manuali e le riviste. Il punto è che poi il vero assente dalle nostre pratiche è proprio il momento in cui ci spostiamo. E lo stesso vale in famiglia. Spesso è la volontà di economizzare il tempo, di vedere un risultato immediato a non consentirci di vedere quanto – proprio il tempo – diventi un investimento importante in prospettiva.
Insomma, io credo che i nostri bambini si trovino a fare i conti con la nostra difficoltà di liberare.
Ma come consentire ai bambini quella capacità di "smontare e rimontare significati", di costruire un proprio personale metodo di lavoro, di sviluppare autonomia e responsabilità?
Certo in questo agire diventa fondamentale il tempo che si dedica alla fase metacognitiva, allo spazio per la riflessione sulle proprie scoperte e per il riposizionamento e arricchimento (quella che negli EAS è definitiva fase ristrutturativa). Ma anche in questo spazio è molto importante guidare e non sostituirsi, per poi entrare alla fine.
Spostarsi significa anche tenere la motivazione alta; evitare - per dirlo con Freinet - di dare da bere al cavallo prima ancora che senta lo stimolo della sete, e scegliere che i nostri alunni provino vero e proprio piacere nel giocare con i saperi.
Può farsi divertente una partita se noi sottraiamo di continuo la palla?
Quella a bassa direttività è dunque una didattica che richiede chiarezza progettuale, cura dell'organizzazione, dal setting ai mezzi e strumenti a disposizione. Ma ad essere necessari, più di tutto, sono fiducia, l’assenza di fretta e uno sguardo lungo.

Provo a darne un esempio pratico dal percorso svolto in classe la scorsa settimana.
Sono attività proposte durante il Visiting (alla presenza di un gruppo di colleghe neo immesse in ruolo, accompagnate dal referente USR) e durante Aula aperta (alla presenza dei genitori).

Parliamo di una bassa direttività con proposte ancora molto strutturate.
Siamo in prima elementare, nel mese di febbraio. Abbiamo appena cominciato a costruire.

Si tratta di un lavoro sulla sintassi articolato in tre attività che si succedono in tre giorni diversi.

PREMESSA

Scelgo di lavorare sulla struttura della frase anche se la strumentalità di base non è completamente acquisita. Anzi, utilizzo la proposta per sollevare il tiro anche in questa direzione: sollecitare la lettura autonoma e la produzione scritta.
Organizzo l’attività in modo collaborativo, formando delle coppie eterogenee (oltreché per il mio privilegiare l’apprendere insieme, si tenga conto che queste sono proposte che al momento sarebbe impossibile svolgere individualmente). In ogni coppia inserisco un bambino che legge scorrevolmente e uno che ancora mette insieme i suoni ma ha bisogno di più tempo per recuperare il senso complessivo, con l’impegno – i bambini questo lo imparano in fretta – che collaborare non significa mai sostituirsi.

PRIMA ATTIVITÀ

Recuperando un’esperienza proposta precedentemente con una sola frase, rinforzata anche con un’attività al pc, invito i bambini al riordino di dieci frasi con un tempo di 45 minuti scanditi da una clessidra visibile a tutti sulla LIM.
A ogni coppia consegno una busta contenente dieci frasi in disordine, tratte da esperienze vissute (le parole sono scritte con un carattere molto grande e in stampa maiuscola che, al momento, è ancora il nostro unico allografo) e una tabella nella quale registrare le frasi una volta ricomposte. Questa è suddivisa in due colonne: a sinistra il numero della frase, a destra lo spazio per la trascrizione. Più righe per ogni cella.
L'indicazione è quella di leggere bene prima ogni parola (mi interessa sollecitare lettura e comprensione), fino a riconoscerle con rapidità, in modo da facilitare la ricomposizione delle frasi.
L'unica regola stabilita, oltre quelle che caratterizzano ogni lavoro di gruppo, è che non può essere presa una nuova frase fino a che non siano stati completati l'ordinamento e la trascrizione della precedente.
Parte il timer, per 45 minuti (che si sono rivelati troppi!). I bambini lavorano senza supporto alcuno. Gli adulti sono presenti ma possono solo osservare.
Si rilevano difficoltà organizzative (mancato riordino dei materiali prima di pescare la frase successiva; interessante per dare indicazioni a posteriori sul metodo di lavoro) e nell’utilizzo della tabella (avendo inserito due righe per cella, i bambini tendono a registrare le frasi di seguito, senza fare attenzione allo spazio riservato a ogni singola frase).



A fine lavoro, dopo aver riordinato tutto, procediamo con una riflessione collettiva partendo dalla rubrica che in una seconda fase sarà proposta individualmente.

Voci individuate:
  • ho capito la consegna;
  • ho letto le parole con facilità;
  • ho riordinato le frasi senza difficoltà;
  • ho collaborato con il mio compagno (o compagna);
  • ho partecipato alla copiatura delle frasi;
  • ho rispettato le regole del lavoro di gruppo.


Subito dopo, mostrando sulla LIM le tabelle fotografate a fine lavoro, diamo lettura delle frasi riordinate, lasciando che siano i bambini a rilevare quando le frasi non hanno senso, sino a proporre una nuova struttura.
Al termine, i bambini, con opportuna sollecitazione, muovendo proprio dalle frasi senza significato, hanno imparato che una frase non è un gruppo di parole (qualcuno di loro aveva introdotto l'analogia con i numeri: la parola è un'unità, la frase un gruppo, terzina, quartina, cinquina.... a seconda del numero di parole che la compongono). Ma hanno anche appreso che per parlare di frase non è sufficiente disporre di più parole, ma è necessario che siano composte in modo da avere un senso.


giovedì 21 febbraio 2019

Aula Aperta... il nostro tempo insieme

Cinque anni fa, quando ho iniziato a portare i genitori in classe, una mamma a me molto cara mi ha detto che ero una kamikaze. Ma io continuo a vivere questa esperienza con estrema serenità ed è con grande piacere che la rinnovo di anno in anno. Mi piace che i genitori possano conoscere il nostro fare scuola, che possano condividere con i propri figli uno spazio che di norma gli è precluso e respirarne il clima educativo.

Per costruire una vera alleanza educativa è necessario conoscersi, accogliersi, comprendersi. Aula Aperta muove dei passi in questa direzione, ma so bene che da sola non basta. Ne saranno necessari tanti altri. 
A guidarci deve essere la volontà di camminare insieme, per garantire ai bambini un percorso formativo sereno e  motivante, attento a valorizzare al massimo bisogni e attitudini personali. Al primo posto, l'impegno ad offrire loro cinque anni belli. Anni che possano essere il bagaglio di sicurezza e benessere sul quale costruire il loro futuro.

Grazie per aver accolto. Grazie per questo tempo insieme.
Aula Aperta ritorna nel febbraio 2020. E sarà già seconda elementare...

Vi lascio a un breve video fotografico che racconta questi nostri giorni.



Alla cartella delle foto 

Se voleste lasciarci un vostro pensiero sull'esperienza vissuta in classe, sarà per tutti noi un grande piacere!

Per farlo, è sufficiente scrivere il vostro pensiero e inviarlo. Grazie!

mercoledì 20 febbraio 2019

Festa di Carnevale


Vi informiamo che in data venerdì 1 marzo è programmata un'intera mattinata dedicata al Carnevale. 

La giornata sarà articolata in quattro momenti: 

- 9.00/10.30: laboratorio di costruzione delle maschere;
- 10.30/11.00: merenda di Carnevale;
- 11.00/13.00: danze e giochi;
- 13.00/13.30: mezz'ora con con Pippi Calzelunghe.

La festa si terrà nell'aula di rotazione del primo piano insieme alle classi quinte, con il supporto di due animatori. 

Per ulteriori informazioni si rimanda alla comunicazione trasmessa con quadernino degli avvisi.

Assemblea con le famiglie e consegna documento di valutazione

Si informa che in data mercoledì 27 febbraio sarà consegnato alle famiglie il documento di valutazione. 
Per l'occasione, si invitano i genitori ad essere presenti congiuntamente dalle ore 15.30 alle ore 16.00, così da poter approfittare per condividere alcune riflessioni e nuovi percorsi. Subito dopo saranno consegnati i documenti e si resterà a disposizione fino alle ore 17.30 per fornire eventuali chiarimenti e/o informazioni aggiuntive.

domenica 17 febbraio 2019

La prima elementare? L'anno in cui farli innamorare della scuola!

Nel tempo dedicato ad Aula Aperta, l'iniziativa che accoglie i genitori durante le normali mattine scolastiche, c'è anche la ricreazione. Un bel momento per andare all'aperto tutti insieme e per scambiare con loro qualche riflessione a caldo. 
Ne raccolgo diverse. Quella che arriva sempre è la gioia di essersi potuti presentare in classe con i propri figli; di aver abitato per qualche ora quegli spazi che di norma gli sono preclusi e di aver potuto vedere con i propri occhi quei vissuti conosciuti solo attraverso i racconti. E ancora il piacere di poter conoscere direttamente che cosa contiene quell’ora rosa che apre la giornata, e in cui trovano spazio gli apprendimenti più importanti, per poi respirare il clima di classe nelle ore successive, quelle dedicate all'attività di scoperta.
- Ora capisco tante cose... - Questo arriva.
Ma, l'altro giorno, una mamma mi ha detto qualcosa di più. Senza troppe parole, mi ha offerto la restituzione di quello che ha guidato le mie scelte in modo sempre più consapevole, più formato, negli ultimi sei anni. È una riflessione che mi ha espresso mentre eravamo lì che osservavamo i bambini giocare e sorridevamo davanti alle dinamiche relazionali in costruzione... 
- La cosa bella - mi dice - è quanto vengono a scuola volentieri. L'altro giorno parlavo con un'amica che mi diceva che suo figlio, anche lui in prima, non vuole andare a scuola. Sta sviluppando rifiuto. È stanco; ha sempre tanti compiti. Mio figlio invece si alza con piacere e viene a scuola volentieri e non lamenta mai stanchezza. Non ha compiti, eppure vedo che gli apprendimenti ci sono tutti. Vedo come legge, come conta e che non perde occasione per farlo... Il punto - aggiunge, riflettendo - è che poi alla fine, nonostante tutto, i genitori si fermano sui quaderni, quanti ne sono stati completati, le pagine del libro. Si preoccupano se non compare subito il corsivo... -
So bene cosa mi sta dicendo. Lo so. Alla fine i genitori, proprio come tanti tra noi maestri, pensano che quella, in fondo, sia l'unica scuola possibile, l’unica che prepari. Ma mi ha dato le due informazioni che per me contano più di tutto. Il bambino, suo figlio, viene a scuola volentieri (ho sempre visto come una grande sconfitta della scuola spegnere in pochi mesi la motivazione che infiamma i bambini i primi giorni in prima elementare...), e sta apprendendo bene, nonostante non abbia compiti, e anche lui, come mi hanno detto già diversi genitori, non perde opportunità per leggere e calcolare, per portare le nuove conquiste in ogni spazio della sua vita, e mostra tanta curiosità per ogni cosa. 
Mentre mi parla, e glielo racconto, ripenso allo stupore delle maestre neo immesse in ruolo quando, martedì scorso, durante il Visiting, hanno scoperto (e visto) che uso un solo quaderno per tutto, che non utilizzo libri di testo, che non do compiti... Alla loro sorpresa nel trovarmi così serena davanti alle mie scelte nell'insegnamento della letto-scrittura: un solo allografo, nessun esercizio ripetitivo, se non quello del gesto grafico. E lettura strumentale con le sole liste di parole, per il resto tanti libri scelti liberamente dai bambini... 
Io non credo che la prima elementare sia l'anno della strumentalità. Per me è l'anno in cui farli innamorare della scuola. Non significa che la strumentalità sia in secondo piano, che io non guardi in quella direzione di continuo, con attenzione e interventi sistematici. Ciò che faccio è creare le condizioni per una conquista naturale, che passi sempre dentro percorsi di senso. 
Il primo giorno di scuola ho chiesto ai bambini che fremevano dalla voglia di scrivere (in prima elementare si va per scrivere!) a cosa servisse la scrittura. - Perché scriviamo? - Beh nessuno di loro se l'era mai chiesto e nessuno glielo aveva mai domandato... - Si scrive per imparare le lettere! - è l'unica risposta che è arrivata. Oggi so che sarebbe un'altra... 
Ciò che deve essere chiaro, per questo sono felice quando qualcuno inizia a leggerlo nella serenità della classe, nella qualità dei lavori, nella solidità degli apprendimenti, è che evitare il carico cognitivo, e scegliere di semplificare, di alleggerire, non significa offrire meno e allineare verso il basso. Significa fare spazio ai significati, scegliere la didattica dell'affondo
Alle pagine di copiatura, scelgo la lettura di tante storie, la narrazione. Scelgo di provocare domande sul senso delle cose, di far riflettere i bambini su ciò che avviene in classe e intorno a noi. E do loro occasioni, tante occasioni, perché imparino a trovare le parole e la forma migliore per dare voce ai loro pensieri. 
Alle pagine di esercizi sui numeri, introdotti uno alla volta, scelgo di usarli, semplicemente, ogni giorno. E mi piace organizzare le attività perché gli apprendimenti si costruiscano con il fare insieme, misurandosi con le proposte, provando, sbagliando, per poi fermarsi a rileggere insieme. 
Mi sono sempre fatta una domanda, certamente molto banale, ma importante per me che mi interrogo sul senso di tutto. La nostra è una scuola invasa dai libri e dai quaderni. Una scuola dove si scrive l'impossibile. Allora... perché nella nostra Italia nessuno sa più scrivere? Non saranno proprio l’assenza di spazio e tempo per alzare lo sguardo, per guardarsi intorno, per farsi domande, per confrontarsi con l’altro, a privarci della capacità di esprimerci?

mercoledì 13 febbraio 2019

Valutare per dare valore. Esperienze di scuole senza voti in dialogo.

Con grande piacere, segnalo che il Gruppo di lavoro "Il cambiamento nasce da dentro", che fa riferimento al nostro Istituto, e che ho il piacere di coordinare, organizza l'iniziativa di formazione "Valutare per dare valore. Esperienze di scuole senza voti in dialogo." che vedrà la presenza di Lucia Bolcato, Davide Tamagnini, Carolina Vergerio e la mia (scheda completa: vedi).

La proposta - rivolta a insegnanti, genitori, educatori e studenti - sarà duplicata in due sedi (Iglesias e Villacidro) ed è da considerarsi uno sviluppo dei percorsi sulla valutazione al servizio dell'apprendimento, svolti nei mesi di ottobre e novembre 2018 (La scuola che costruisce: esperienze di autovalutazione e colloqui con gli studenti). L'obiettivo è quello di far dialogare diverse esperienze di scuola senza voto, con attenzione all'idea di scuola che le guida.

I due appuntamenti sono programmati per il mese di luglio; tuttavia si è resa necessaria la raccolta delle pre-iscrizioni, al fine di valutare l'adeguatezza delle sedi individuate e/o prevedere un'eventuale riorganizzazione sul territorio.

Le pre-iscrizioni dovranno essere espresse tramite il seguente modulo: https://goo.gl/forms/CIgW2kkrwqVpRLlH2, entro e non oltre il 28 febbraio 2019.

Se avete piacere, aiutateci a divulgare la proposta. Grazie!

martedì 12 febbraio 2019

L'altalena: parole da Trento

Con grande piacere, condivido la mail arrivata oggi dall'ins. Katia Degasperi di Trento, in riferimento alla nostra iniziativa "Tutti in altalena".

Gentile Dirigente, maestri ma soprattutto bambini e bambine della classe 1A, mi chiamo Katia e sono una delle maestre che insieme al maestro Alessio, autore della canzone, ha realizzato il video Altalena.
Il nostro progetto, che in realtà vede nella canzone solo l'atto finale di un percorso, ha coinvolto quasi 250 bambini.
Sapere che il nostro messaggio è arrivato anche a voi ci ha riempito di gioia perché "Altalena" è nata per parlare a tutti.
È una piccola “canzone per” dire che siamo tutti uguali, dire che nessuna bambina e nessun bambino possono essere esclusi, e che tutti hanno diritto al gioco.
Per ricordare che purtroppo c’è stato un tempo in cui questi principi così semplici sono stati tragicamente dimenticati, e per impegnarci a fare in modo che quel tempo non torni mai più.

Questa condivisione, questi cori spontanei che si stanno alzando da nord a sud e i tanti messaggi ricevuti ci fanno sperare che qualcosa potrà cambiare, lentamente forse, ma accadrà.

Quindi, a nome di tutto l'Istituto Comprensivo Trento 6, ringrazio ancora di cuore e vi auguro di continuare con le vostre bellissime voci a diffondere messaggi di pace e speranza.

Con gratitudine
m. Katia Degasperi
Scuola Primaria S.Vigilio - Località Vela (TN)

Aula Aperta: si comincia!


Da domani prendono avvio le attività con l'aula aperta ai genitori.

Questo il calendario che tiene conto delle iscrizioni espresse con il form:

mercoledì 13 febbraio:
mamme di Rocco, di Gaia e di Leos

giovedì 14 febbraio:
mamme di Grace, di Riccardo e di Samuele

sabato 16 febbraio:
papà di Vinicio e di Chiara

martedì 19 febbraio:
mamme di Elia, di Viola, Nicholas e di Toma

mercoledì 20 febbraio:
papà di Alice, mamme di Nicola e di Emma

Felici di sapere che vi avremo con noi... vi aspettiamo!!!

martedì 5 febbraio 2019

Lezioni a porte aperte


Da mercoledì 13 febbraio, conclusa l'esperienza del Visiting, organizzata con l'Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna, che vedrà in classe un gruppo di docenti neo-immessi in ruolo, sarà la volta di aprire le porte ai genitori.

L'esperienza, che alla sua nascita avevamo denominato "Aula Aperta", è nata nell'a.s. 2013/14  con la volontà di far entrare le famiglie in classe perché potessero osservare direttamente quella parte della vita dei loro figli che, di solito, gli è consentito conoscere solo attraverso le narrazioni. Una motivazione che andava ad aggiungersi a un'importante convinzione: la scuola, per essere riconosciuta, deve essere, prima di tutto, conosciuta.

La proposta è nata con grande semplicità. Abbiamo individuato una serie di giornate in cui aprire l'aula ai genitori e li abbiamo invitati ad iscriversi, precisando che avremmo accolto massimo tre/quattro ospiti al giorno.
Un'altra precisazione, fondamentale, ha riguardato ciò che avrebbero trovato in classe: nessuna rappresentazione della vita scolastica, niente di costruito per loro. Semplicemente il nostro quotidiano, in cui condividere con noi la nostra apertura della mattinata (dal programma della giornata, alla lettura, alle routine...), la nostra organizzazione e la nostra didattica a bassa direttività fondata sull'apprendimento collaborativo. Certamente l'occasione per comprendere tanto di quel "tempo invisibile" che non lascia traccia sui quaderni, ma che è espressione delle scelte educative e dà senso ai percorsi.

Questo mese, così come avviene da allora ogni febbraio, le porte dell'aula stanno per riaprirsi. A trascorrere del tempo con noi, questa volta, saranno i genitori della nuova prima che vorranno accogliere il nostro invito.

Per partecipare è sufficiente iscriversi - entro e non oltre domenica 10 febbraio - attraverso il modulo disponibile a questo link:
https://goo.gl/forms/brjzhUC209nQS6Ii1

Queste le date a disposizione:

mercoledì 13 febbraio - 8.30/11.30
giovedì 14 febbraio - 8.30/11.30
sabato 16 febbraio - 8.30/11.30
martedì 19 febbraio - 8.30/11.30
mercoledì 20 febbraio - 8.30/11.30

Per chi è interessato a sapere di più di questa iniziativa e delle altre esperienze che vedono i genitori in classe, sono a disposizione i seguenti materiali:

Qui, oltre a un mio pezzo di apertura sull'esperienza, è presente anche lo sguardo dei genitori ("Comprendere senza filtri" di Isabella Ongarelli e Simona Banci)

I genitori entrano in classe, Video intervista curata da Paolo Quadrino per il corso per Animatori Digitali di WikiScuola: https://goo.gl/9kQQCy


Per qualunque esigenza, siamo a disposizione!

12 febbraio 2019: giornata di Visiting

Si informa che in data martedì 12 febbraio 2019, saremo impegnati con l'attività di Visiting, programmata con l'Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna
L'attività di Visiting prevede l'accoglienza in classe di docenti neoassunti che avranno l'opportunità di osservare le nostre pratiche didattiche.
I docenti ospiti - massimo sette - saranno accompagnati da un Ispettore dell'USR.
La visita sarà basata sulla conoscenza e riflessione su quelle attività di gestione organizzativa e di proposta didattica che possano fornire spunti e indicazioni utili all'esperienza di formazione alla quale i docenti neo assunti sono avviati nell'anno di prova.

Elezioni regionali: sospensione delle lezioni

Si informa che da sabato 23 febbraio, fino a tutto martedì 26 febbraio, le lezioni saranno sospese in quanto i locali scolastici saranno utilizzati per le consultazioni elettorali. 
Le attività riprenderanno regolarmente mercoledì 27 febbraio.


Ad ogni buon fine, si ricorda che sul calendario del blog sono riportate tutte le iniziative programmate con la classe, gli appuntamenti con le famiglie, festività e sospensioni delle attiivtà.

lunedì 4 febbraio 2019

Promemoria: gestione prestito dei libri

Si ricorda che domani mattina - martedì 5 febbraio - è programmata la restituzione dei libri presso la Biblioteca Comunale per procedere con un nuovo prestito. L'appuntamento in Biblioteca è per le ore 12.00.
Questi proseguiranno a cadenza quindicinale per l'intero anno scolastico.

sabato 2 febbraio 2019

Tutti in altalena: il video

Con piacere, condivido il video dell'iniziativa "Tutti in altalena", organizzata ai Giardini pubblici di Iglesias il 29 gennaio 2019.

Il nostro grazie a tutti coloro che hanno voluto alzarsi in piedi e, con parole "piumate", quelle che devono contraddistinguere i messaggi educativi, hanno scelto di essere con noi per unirsi al coro dell'Istituto Trento 6 a cantare per una società inclusiva e antirazzista.

Montaggio di Isabella Ongarelli (Grazie!)
 

venerdì 1 febbraio 2019

Sui colloqui con i bambini


Il giorno dei colloqui con i bambini è arrivato. 

Alle 11.00, organizzate le attività con maestra Francesca per potermi spostare dalla classe, ho ricordato ai bambini il nostro impegno (non che lo avessero dimenticato…) e ho preso a chiamarli nella biblioteca della scuola. In realtà mi sono occupata solo della prima bambina perché, subito dopo, sono stati loro a chiamare il compagno successivo e ad accompagnarlo in biblioteca per poi tornare in classe.

Con me si sono alternate due studentesse che hanno espresso il desiderio di assistere a questo momento, con l’impegno di spostarsi immediatamente qualora avessero rilevato una qualsiasi forma di disagio. Ma disagio non ce n’è stato e hanno potuto trattenersi tutto il tempo. I bambini erano emozionati, questo sì, ma sereni.

Ad accoglierli, sul tavolo, le stesse carte-domanda che avevano aperto il percorso propedeutico (Verso i colloqui con i bambini). Un modo per riportarli dentro alle riflessioni sul rapporto con la scuola con le quali volevo aprire il colloquio:

- Ricordi che cosa sono queste?
- Quando le abbiamo utilizzate?
- Ricordi qualcuna delle domande?
- Come avevi risposto? Vuoi aggiungere qualcosa? 
 
I bambini ricordavano, eccome. Le hanno chiamate “carte-domanda”, proprio con il nome che io avevo utilizzato nel proporgliele e hanno rievocato l’attività svolta in gruppo; in diversi casi con tanti dettagli: in che gruppo erano inseriti, chi aveva il ruolo di coordinatore, qual era il suo compito, cosa avevano risposto…

Subito dopo ho messo davanti ai bambini la loro tabella di autovalutazione, ancora una volta chiedendo se ricordassero che cosa fosse e perché l’avessero utilizzata.
Anche in questo caso, i bambini hanno mostrato piena consapevolezza. Hanno detto che strumento era e la sua funzione, e hanno ripercorso le immagini per richiamare le voci e raccontato l’uso e il valore delle palline colorate. 



A quel punto, dopo aver richiamato il mio impegno, di cui li avevo informati da subito - analizzare le autovalutazioni per poi dire loro se fossi o meno d’accordo e perché - il mio compito è stato quello di attendere che rilevassero quanto da me appuntato nella tabella per poi invitarli a intuire il significato. Così, voce per voce, abbiamo ripercorso e ragionato sulle possibili motivazioni che avevano guidato i miei appunti, mostrando una lettura sorprendente di sé, sia per quanto riguarda le competenze educative attese, sia per quanto concerne i saperi.

Lo scambio guidato dalla tabella è stato arricchito dalle considerazioni sui grandi cambiamenti avvenuti dall’inizio dell’anno ad oggi e che loro stessi si sono riconosciuti con grande soddisfazione.

Il tempo dedicato ad ogni bambino si è chiuso con una riflessione sul colloquio stesso:

- Era come te lo aspettavi? 
- Eri emozionato?
- Ti piace aver avuto un momento per poter parlare da solo con la maestra?

È stato subito chiaro che era difficile per i bambini farsi in anticipo un’idea di che cosa fosse il colloquio. Troppo piccoli anche solo per averne sentito parlare… 
Certo è che nessuno di loro si aspettava di spostarsi in un altro spazio e di sedersi accanto alla maestra per un momento di riflessione tutto dedicato a lui.

Quello che non ci aspettavamo noi, invece, era che bambini così piccoli potessero rileggersi con tanta attenzione.
È chiaro che il lavoro preparatorio è stato importante; soprattutto l’averlo proposto in gruppo, così da consentire un confronto tra loro, ma anche l’essere tornati sulla proposta più volte per ripercorrere insieme il senso di ogni passaggio.

Chiudo posando lo sguardo sulla loro attenzione, sulla responsabilità con la quale hanno vissuto questo momento, sul loro illuminarsi quando sottolineavo le loro conquiste, sulle parole che hanno scelto per esprimere le loro fragilità o per raccontare la gioia di quanto hanno capito di aver imparato a leggere...

Sono lavori faticosi, lo dicevo oggi con le tirocinanti. Il lavoro non sta nelle ore dedicate ai colloqui,  ma nell’impegno costante per costruire consapevolezza, giorno per giorno, nel tanto tempo invisibile che investiamo.

Ma ne vale la pena. Ed è in giorni come questo che per un attimo sospendo i dubbi e assaporo la bellezza.