sabato 30 gennaio 2021

Quale direzione per la formazione?

Mentre, stamattina, ritrovavo queste tavole, che qualche anno fa avevo proposto per la riflessione in piccoli gruppi sul cambio di paradigma: didattica trasmissiva vs didattica a bassa direttività (Adro, 2016), non ho potuto fare a meno di ritornare a ragionare su un aspetto che mi sta preoccupando molto: la forma che sta assumendo la formazione a partire dal lockdown.

Quando la formazione era organizzata in presenza, infatti, ho sempre ritenuto condizione fondamentale la progettazione attenta dei momenti di riflessione e confronto dei corsisti nei piccoli gruppi, ben sapendo che noi docenti - proprio come i nostri alunni - ne sentiamo un grande bisogno.

Con la formazione in videoconferenza, anche per l'estrema facilità con la quale la si mette in piedi, e l'eccessivo numero di partecipanti a cui ci si rivolge, le proposte che contemplano momenti di riflessione e attività nei piccoli gruppi sono diventate rarissime, nonostante le breakout rooms li rendano possibili. Nei casi migliori, si può contare su un qualche coinvolgimento attraverso strumenti che consentono sondaggi di diverso tipo, o grazie alle domande, perlopiù gestite via chat.

Ritengo che questo sia un grande limite, soprattutto nel contesto scuola, in un momento in cui a essere messa in discussione è proprio la lezione frontale. Una grande contraddizione.

Per questo, credo che sia tempo, prima che raddrizzare il tiro diventi impossibile, che i professionisti che si occupano di formazione si interroghino sugli effetti di queste pratiche, che da straordinarie stanno diventando ordinarie, e studino e condividano poche, ma fondamentali caratteristiche, che possano diventare garanzia di qualità e strumento di orientamento.

Oggi l'offerta è enorme, ma siamo sicuri che sia tale da promuovere una qualche trasformazione?

Le immagini sono realizzate da JE.

venerdì 29 gennaio 2021

Nessuno cresce perché lo misuriamo spesso

Condivido questa bella infografica, realizzata da @viaggiopedagogico, su un'idea di @unamaestracentomaestre, per spiegare ai bambini (e alle famiglie) i livelli della nuova valutazione. Unica cosa: sostituirei il verbo studiare con il verbo imparare.

Colgo l'occasione per proporre una riflessione: ho già visto nascere strumenti per utilizzare questa valutazione nel quotidiano (fotocopie con i quattro simboli da inserire nei quaderni). Sono modalità che - facciamo attenzione! - non farebbero che riportare a una valutazione continua con forme che poco si differenzierebbero da quella numerica.

La nuova valutazione sposta l'attenzione sulla crescita. La crescita non si misura di continuo. Meglio, quindi, a mio avviso, costruire l'abitudine a un'osservazione continua, questa si, e a offrire feedback sulla specificità delle proposte, per poi soffermarsi a ragionare sulla crescita periodicamente, ripartendo dalla documentazione a disposizione raccolta con tanti possibili strumenti. Lo ha mostrato molto bene Sonia Sorgato nel secondo incontro di formazione del MIUR sulla nuova valutazione, rivolto ai docenti. Possono essere: diario di bordo, interviste, trascrizione di discussioni, osservazioni durante le situazioni di routine o di gioco, attività didattiche strutturate, analisi di produzioni individuali o di gruppo, raccolta di testi liberi...

Per quanto mi riguarda, credo che non avrei potuto fare scelta migliore, nei miei ultimi otto anni, di quella di liberare e di liberarmi di qualunque forma di valutazione legata a ogni singola prestazione (il riferimento è a voti o giudizi in qualunque forma). Se ne sono avvantaggiati tanto la serenità del clima di classe e la collaborazione tra gli alunni. Ampio spazio hanno assunto l'autovalutazione, la valutazione tra pari e le diverse forme di feedback continuo, legate alle ordinarie attività didattiche, nell'ottica di una valutazione come apprendimento.

Come ha detto Pietro Lucisano, in un suo bellissimo contributo all'interno dei recenti percorsi formativi organizzati dal Miur "Nessuno cresce perché lo misuriamo spesso", così come nessuno dimagrisce perché si pesa di continuo.

Intanto, proprio da ieri sera, i nostri bambini hanno a disposizione, nella classe virtuale, il nuovo documento per l'autovalutazione periodica (primo quadrimestre), affinché possano iniziare a rifletterci anche con le famiglie, in attesa della compilazione che sarà proposta dalle colleghe, in classe, lunedì. 

Il documento è costruito in linea con quelli proposti in prima e seconda, che riportavano già quattro livelli (gli stessi pallini dell'autovalutazione in itinere), ma è arricchito dagli obiettivi di apprendimento declinati per i bambini che, ormai, essendo in terza, ci si possono rapportare in modo più diretto.

Il documento è pensato come strumento in preparazione dei colloqui con i bambini.  È un tempo dedicato in cui si ritorna sui diversi aspetti dell'autovalutazione in forma dialogica e in cui esprimiamo e argomentiamo il nostro accordo o disaccordo, sempre con l'attenzione al nostro compito: promuovere la crescita di ognuno.

 

Altri post su Nuova ordinanza sulla valutazione:
https://enricaena.blogspot.com/search/label/Nuova%20Ordinanza%20valutazione


giovedì 28 gennaio 2021

Il nostro compito davanti alla Memoria

Leggo numerose riflessioni sul senso della Giornata della Memoria, soprattutto davanti ai tanti eventi di oggi che denunciano una deriva di umanità e ai quali si assiste in silenzio, oggi come allora.

Sono convinta che l'attenzione all'altro, i valori, la capacità di fare la cosa giusta al momento giusto, di scegliere la differenza all'indifferenza, si costruiscano tutti i giorni e, prima di ogni cosa, con ciò che siamo, ma credo anche che le ricorrenze - alcune, ben selezionate e accolte con competenza e attenzione - siano fondamentali per i necessari affondi nella storia e nel significato profondo di ogni articolo della nostra Costituzione, che rischierebbero di non trovare mai adeguato spazio.
 
Poi, certo, c'è un troppo, tipico di questo tempo, che ha davvero poco senso se poi si torna immediatamente, come troppo spesso accade, a fare una scuola fuori dai fatti del mondo e troppo frettolosa davanti a ciò che rende necessario sostare.

Ma è importante ricordare, e in questo ci vengono in aiuto le parole di Paulo Freire, che "L'educazione non cambia il mondo, cambia le persone che cambiano il mondo". Ed è questa consapevolezza che deve aiutarci a non scoraggiarci e a concentrarci sul nostro compito con ancora maggiore intenzionalità.

Arrenderci davanti al presente ci immobilizza nella nostra impotenza. Ma se saremo capaci di sognarli, i nostri studenti, e di allungare il nostro sguardo; se a farlo sarà la scuola tutta, estendendosi sul territorio, è possibile che domani avremo davanti uomini e donne migliori di noi, cittadini più attenti agli effetti del loro voto, posizioni di potere occupate da persone capaci di vedere l'uomo prima di ogni cosa.

Ottimista? No, so bene quali siano le forze contrarie che intervengono da qui al futuro. Ma se noi, scoraggiati, perdiamo la convinzione del valore della nostra semina davanti alle politiche a cui assistiamo, perderemo anche quei buoni frutti che sono la nostra unica speranza.

Io, ogni giorno, guardo con questi occhi Toma, Chiara, Riccardo, Nicola, Viola, Emma... ognuno dei miei bambini. Li guardo e vedo i bambini che sono e le donne e gli uomini che saranno. 

Così, se anche assisto con una sensazione di sconfitta e vero dolore alle tragedie di oggi, continuo a concentrarmi sul mio compito perché so che è quello che mi è stato consegnato per fare la mia parte e che è l'unico che trasforma la mia condizione di impotente.

mercoledì 27 gennaio 2021

27 gennaio 2021 - Giorno della Memoria

Questo post è dedicato agli ex alunni, con i quali abbiamo visitato il Memoriale della Shoah nel maggio del 2018, accolti da Liliana Segre.

 

Condivido con grande piacere il link alla diretta video della visita guidata al Memoriale della Shoah di Milano, trasmessa questa mattina in occasione del Giorno della Memoria. 

Ad accompagnare i visitatori è Pia, una delle trenta guide formata dall'Associazione Figli della Shoah.

Riprese e video: Sheila Baldoni e Nathan De Paz Habib

"Lo scopo del Memoriale non è solo quello di ricordare una storia, ma di darci una traccia, uno strumento per lavorare su di noi alla ricerca della differenza, quindi del contrario dell'indifferenza." 

https://www.facebook.com/MemorialedellaShoah/videos/410121006747769/

 

"Il 21 non era il binario dal quale si partiva, ma quello da cui non si faceva ritorno" (Liliana Segre)

lunedì 25 gennaio 2021

Settimana della Memoria: il brainstorming iniziale

Come da programma, un brainstorming ricco e significativo ha aperto, oggi, la settimana dedicata alla Memoria, ripartendo dalla consegna pubblicata nella classe virtuale.

Grazie, Maestra Marcella, per aver documentato e condiviso.

domenica 24 gennaio 2021

Nuova valutazione: cosa devono sapere i genitori

Da http://www.gessetticolorati.it/wordpress/ condivido un breve ed efficace video sulla nuova valutazione nella scuola primaria, rivolto ai genitori.

Altri video sulla valutazione in Gessetti colorati: http://www.gessetticolorati.it/wordpress/?p=7848

È di nuovo tempo di valutazione


È di nuovo tempo di valutazione. Per me, che sarò costretta a gestirla a distanza, è il momento dello studio di nuovi strumenti per non sacrificare lo spazio di riflessione e autovalutazione periodica che prepara ai colloqui con i bambini e alla compilazione del documento di valutazione. Quest'anno, poi, con la consapevolezza che cresce (siamo in terza) e la nuova valutazione, non può proprio mancare il passaggio che vede i bambini davanti agli obiettivi declinati per loro.
 
All'etichetta "Colloqui con i bambini":

Morire a 10 anni per una sfida nel social

di Alberto Pellai  

Quello che è successo alla bambina di Palermo, nel bagno di casa sua davanti allo specchio verrà chiarito solo in parte dalle registrazioni presenti sul suo cellulare. Purtroppo per la famiglia niente potrà riavvolgere il nastro di questo dramma consumato nella propria casa, nel luogo più sicuro per un bambino, a pochi metri dai propri genitori.

Viviamo in un ambiente digitale che ogni giorno genera infiniti messaggi sui quali è impossibile avere il controllo assoluto e chi sta crescendo impara a decodificarli nel qui ed ora dell’esperienza, senza manuali di istruzioni. Ci sono i filtri e i parental control ma il sistema si rigenera di continuo ed è difficile mantenere una zona protetta. TikTok è un social utilizzato da una moltitudine di bambini, per molti adulti è valutato come un “terreno” innocuo eppure sembra che tutta questa storia abbia avuto origine proprio qui. Purtroppo nei fatti accaduti a Palermo, una sfida estrema si è trasformata in un incidente gravissimo, segno che qualcosa è andato storto. La bambina di certo non aveva alcuna intenzione di perdere fino a questo punto il controllo di quel “gioco”. Bastava mollare la stretta e finiva tutto e invece non è andata così, è successo qualcosa che non ha permesso di tornare indietro. In preadolescenza e per tutta la prima adolescenza le neuroscienze ci dicono che il cervello ha una grande fame di sensazioni estreme. Il confine tra vita e morte smette di essere percepito in modo realistico, all’interno di sfide intraprese nella totale inesperienza che connota questa età. La tristezza di questa sfida on line è che la protagonista era sola. Se ci fosse stata un’amica con lei avrebbe potuto aiutarla, liberarla in tempo da quella stretta. L’aspetto che più degli altri deve farci riflettere è che nei social i nostri figli sono soli. Sono in contatto virtuale con centinaia e migliaia di altri follower, ma nella realtà sono soli con se stessi.  Come Cappuccetto Rosso, oggi stiamo parlando – con immenso dolore – di una bambina in una foresta piena di insidie e di tentazioni sfidanti. “Ma tu ce l’hai il coraggio di farlo?”. Se qualcuno fermasse un nostro figlio per strada e gli chiedesse di stringersi una cintura al collo è molto probabile che lui gli risponderebbe “Sono mica matto”. Direbbe di no e se ne andrebbe a gambe levate per l’assurdità della proposta. On line questa sfida assurda può diventare “interessante” per una bambina. Perchè avviene all’interno di un social in cui tu ti senti “di famiglia”, perchè tanti altri tuoi amici stanno facendo lo stesso , perchè mostrando il tuo video riceverai tanti like e sentirai di aver provato a te stesso e agli altri che vali, che sei unico e speciale. Si tratti di ingredienti che ogni giorno entrano nella vita dei nostri figli e li allontanano dal principio di realtà, rendendoli incapaci di posizionare l’asticella del limite al punto giusto e in tempo utile per non fare danni. Ogni giorno, milioni di messaggi in rete rendono accettabile ciò che non lo è. Un caleidoscopio digitale di colori, suoni, grafiche fanno apparire belle, cose in realtà orribili e desensibilizzano al pericolo. Per noi genitori, sostenere la crescita dei nostri figli in un mondo che rende finto tutto è sempre più difficile. Il dolore dei genitori di Palermo oggi è il dolore di tutti i genitori.

sabato 23 gennaio 2021

🛑 Morire su Tik Tok

Lettera aperta a genitori e insegnanti, di Stefano Rossi

Lo avrete sentito: una bimba di 10 anni  ha perso la vita per una sfida su Tik Tok, il social amato dai più piccoli.

Le indagini sono ancora in corso ma quello che per ora emerge è che la piccola ha scelto di partecipare ad una 'Blackout challenge': una sfida che consiste nello stringersi una corda al collo cercando di resistere il più possibile.

La bambina non si è fermata in tempo ed ha perso la vita nel bagno di casa.

Come è stato possibile tutto ciò? 

Quello che più mi colpisce di questa tragedia è il silenzio…

🧩 1. IL SILENZIO DELLA COMMUNITY

Un primo silenzio è il silenzio della community.

Siamo tranquilli perchè i nostri figli giocano on line con gli amici, oppure frequentano un social apparentemente friendly come Tik Tok.

Purtroppo i "numeri non sono volti" e le community dei social sono un tipico esempio di comunità-senza-comunità.

Se questa povera bimba avesse partecipato a questa folle challenge nel cortile del proprio palazzo, mentre altri adulti passavano e venivano, qualcuno l'avrebbe fermata.

E invece la community di Tik Tok è rimasta in silenzio.

Non ci deve stupire: i volti parlano, i volti soccorrono, i numeri semplicemente assistono.

🧩 2. IL SILENZIO DELLA NOSTRA PAURA

Un secondo silenzio è il silenzio della paura degli adulti.

Regaliamo tablet e smartphone ai nostri figli senza alcun timore.

Migliaia di bambini giocano su Tik Tok, migliaia di ragazzi vivono incollati a Instagram e ancora di più frequentano assiduamente siti pornografici stando nella stanza accanto alla nostra.

Ma soprattutto i social sono avidi di 'challenge': sfide in cui i giovanissimi si lanciano in imprese al confine, imprese che generano migliaia di visualizzazioni di cui però non sappiamo nulla, mentre nostro figlio di 8, 10 o 12 anni è nell'altra stanza.

E la nostra paura?

La nostra paura rimane in silenzio perchè ciò che ci fa paura è stato selezionato e settato dal nostro cervello in migliaia di anni di evoluzione, mentre lo smartphone corre troppo veloce e ci espone a categorie che fatichiamo a leggere e decodificare.

Il web non è un mondo ma è un insieme sterminato di universi.

Universi in cui un bambino o un ragazzino di 8 o 10 anni non può camminare da solo.

🧩 3. IL SILENZIO DELL'EDUCAZIONE

Questo ci porta al terzo silenzio, il silenzio di noi adulti.

Lo so…siamo tutti stanchi, di corsa e affannati in una società dell'affanno.

Volevamo essere genitori affettivi ma la continua accelerazione delle nostre vite ci ha fatto tradire questo intento d'amore.

Volevamo donare ascolto ma alla fine abbiamo donato un tablet.

Non mi stancherò mai dirlo.

Il gesto del buon genitore è il gesto del 'sedersi accanto al figlio'.

Un gesto che ha il coraggio di interrompere la corsa affannata di ogni giorno per dialogare, ascoltare, giocare e pensare insieme.

Lo so è un dono difficile ma educare è sempre una sfida difficile.

🧩 4. IL SILENZIO DELLE STELLE

C'è un quarto silenzio che fa male in questa vicenda, il silenzio dei valori.

Ma cosa sono i valori? I valori sono stelle che illuminano il cammino di ciascuno di noi. Stelle che in una notte buia ci indicano la giusta via.

Anche queste stelle oggi rimangono in silenzio.

Tutte tranne una: la stella della popolarità.

I social non sono semplici mezzi di comunicazione.

Sono un mondo con i propri codici e ovviamente i propri valori.

Su queste piattaforme l'unico valore è la stella della popolarità.

Le challenge del web sono pericolose perchè sono una promessa di luce, una promessa di popolarità.

Ma come si educano i valori?

Possiamo farlo con delle storie che sollecitino domande, riflessioni e quel pensiero critico che oggi è sempre in ritardo rispetto agli abissi della rete.

Se sei un genitore potrai trovare qualche stella in "Educare esploratori coraggiosi", se sei un insegnante potresti discutere una volta a settimana sulle mie 40 storie sui valori di "Menti critiche, cuori intelligenti".

🌻 La cosa però più importante è che compiamo un unico gesto: sederci accanto a figli e studenti per riflettere insieme.

E magari iniziare a guardare il web in modo diverso, un universo di universi in cui bambini e preadolescenti non devono camminare da soli.

I bambini devono saperlo: non si può essere uguali

Riporto integralmente un mio post pubblicato il primo maggio 2019, perché ritengo sempre più importante che noi adulti guidiamo i nostri bambini nel comprendere che l'uguaglianza non è effetto del fare parti uguali tra disuguali, ma dell'attenzione ai bisogni e alla storia di ognuno.


A volte, in classe, agli occhi dei bambini, e talvolta dei genitori, possiamo sembrare ingiusti. 
Ma giustizia non significa dare a tutti le stesse cose. Certo, l'ideale sarebbe rimuovere completamente qualunque causa di disuguaglianza, ma non sempre questo dipende da noi, o ne siamo capaci. Perciò, intanto, dobbiamo impegnarci per l'equità: dare ad ognuno quello di cui ha bisogno.
Questo va spiegato ai bambini e alle loro famiglie. Va spiegato che non solo non diamo a ognuno le stesse cose ma che, aggiungo, non ci aspettiamo le stesse risposte da tutti. Questo perché, se è vero che siamo - o dovremmo essere - tutti uguali davanti ai diritti, non può essere mai dimenticato che siamo tutti diversi.
Questo è molto importante quando ragioniamo di apprendimento: tutti devono essere messi nella condizione di esprimere il proprio massimo, e deve essere chiaro che è questa l'unica richiesta che possiamo fare ad ognuno. Niente di meno, niente di più.
Così mi piace sempre, in classe, fare riferimento alla parabola dei talenti, ed è usuale che ci ritorni rappresentandoli alla lavagna con un segmento. Questo è il modo più semplice che ho trovato per spiegare ai bambini che ciò che conta non è la lunghezza del segmento, quanto il lavoro che ognuno di noi fa per accrescere il proprio. Conta il percorso che faccio. Quanto mi sposto dal mio segmento di partenza. Conta il movimento. 
Perciò, quando un bambino rimane sorpreso, anche semplicemente davanti a un applauso che esplode naturalmente con un compagno che esprime difficoltà nell'apprendimento, potrà riconoscerne il giusto valore e unirsi con gioia a quell'applauso; così come imparerà a non considerarci ingiusti quando rifiutiamo di offrirgli gli stessi strumenti che mettiamo subito a disposizione di un altro compagno. E, piano piano, comprenderà anche le nostre richieste quando, davanti a un talento spiccato, non dovessimo registrare movimento. È lì che apprezziamo l'impegno. Quello che in classe già chiamiamo "essere attivi davanti all'apprendimento".

venerdì 22 gennaio 2021

Memoria della Shoah: è tempo di un nuovo incastro

Quando ad essere costretta a casa è una maestra che da tempo ha messo la Memoria al centro dei percorsi che costruiscono Cittadinanza, non è possibile mancare nel trovare una strada per aggiungere quel fondamentale pezzo di puzzle che ogni anno, combinato con altre date significative - in particolare il 25 aprile e il 2 giugno - consente di contribuire a dare forma a quell'immagine intera che vogliamo consegnare ai nostri alunni a fine percorso.

La strada è nell'alleanza con le colleghe e nella programmazione comune, resa possibile dai nuovi ambienti virtuali condivisi e dalla coprogettazione che ad inizio anno ci ha visto ragionare insieme sull'educazione civica.

Il punto di partenza sarà un breve video, con lo scopo di riavvicinare i bambini al tema della Shoah, senza anticipazione alcuna, che sarà messo a disposizione nella classe virtuale, accompagnato da qualche prima domanda che guidi la riflessione.

 

Il video: presentazione del libro Fino a quando la mia stella brillerà, La storia di Liliana Segre scritta con Daniela Palumbo, Edizione Piemme
Lettura di Federica Molteni, una produzione Luna e GNAC Teatro

Le domande guida:

Di che video si tratta?
Di chi si parla?
In quali occasioni ricordi di avere già conosciuto la protagonista?
Qual è il momento storico a cui si fa riferimento?
Quali sono gli eventi più importanti che racconta il video?
Secondo te, perché le maestre vi hanno proposto questo video in questo momento? 

Di seguito la proposta sarà ripresa in classe con un brainstorming che raccoglierà quanto emerso dalle risposte dei bambini, per poi procedere al riposizionamento e arricchimento di quanto registrato.

La fase successiva sarà caratterizzata da due letture in continuità con i percorsi precedenti: 

  • "Non puoi più andare a scuola", da Fino a quando la mia stella brillerà di Liliana Segre e Daniela Palumbo, che consentirà di ritornare sull'ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre, seguita in diretta con la classe il 12 ottobre 2020;
  • Carlo, da Le valigie di Auschwitz, di Daniela Palumbo; un libro con il quale, lo scorso anno abbiamo già conosciuto una delle quattro storie dei ragazzini (quella di Émeline) che, in un'Europa dilaniata dalle leggi razziali, vivono sulla loro pelle l'orrore della deportazione.

Il percorso si arricchirà dell'apprendimento del canto Evenu Shalom Halehem e proseguirà con il ritorno al libro La Costituzione raccontata ai bambini di Anna Sarfatti, incontrato in occasione del 2 giugno scorso, con la partecipazione dell'autrice.
In particolare, approfondiremo tre nuovi articoli dei Principi fondamentali per comprenderne il valore profondo in relazione alla storia che li ha resi necessari:

Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. [...]


Art. 8

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. [...]

Art. 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. [...]

Per concludere, torneremo in aula virtuale con un'attività di rinforzo e verifica che sarà oggetto di valutazione tra pari.

Una proposta semplice, che recupera e arricchisce i pezzi precedenti, senza mai smettere di guardare lontano per concorrere all'appropriazione di quei valori che siamo impegnati a coltivare ogni giorno: uguaglianza; rispetto di ogni diversità e contrasto di ogni forma di violenza.

L'intero percorso sarà risorsa per le nuove proposte che coincideranno con tre ricorrenze: 6 marzo, Giornata in memoria dei Giusti dell'Umanità; 25 aprile, Anniversario della liberazione dell'Italia dal nazifascismo; 2 giugno, Festa della Repubblica italiana.

È alle ricorrenze, infatti, che abbiamo affidato il compito di consegnarci, in modo ricorsivo, quelle pagine di storia che diversamente sarebbero escluse dai nostri percorsi e di conoscere, comprendere e fare nostri, per salvaguardarli, i valori che sono alla base della nostra Costituzione e che caratterizzano la nostra vita di comunità.


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L'unità è proposta accogliendo quanto previsto dalla Legge n. 211 del 20 luglio 2000, che riconosce il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della memoria”.

Questi gli obiettivi programmati per il quinquennio: 

  • Analizzare le circostanze che hanno dato avvio ad uno dei periodi più oscuri della storia dell’Europa e approfondire gli eventi che ne hanno segnato il tragico sviluppo.
  • Comprendere il dovere della memoria come atto doveroso per evitare che gli errori del passato si ripropongano, pur in forme diverse.
  • Comprendere le ramificazioni del pregiudizio e del razzismo per essere capaci di contribuire alla realizzazione di una pacifica convivenza tra differenti etnie, culture e religioni.
  • Riflettere sul pericolo del silenzio di fronte all’oppressione e far maturare nei giovani un’etica della responsabilità individuale e collettiva.
  • Promuovere, attraverso la riflessione sulle drammatiche conseguenze delle discriminazioni, la nascita della ferma determinazione ad impegnarsi per un domani di pace.
  • Motivare verso l’esercizio di una cittadinanza attiva e consapevole. 

 

Etichetta per accedere ai percorsi precedenti: https://enricaena.blogspot.com/search/label/Shoah

Al primo post sul tema che riporta una selezione di risorse: https://enricaena.blogspot.com/2014/01/27-gennaio-giornata-della-memoria.html

venerdì 8 gennaio 2021

Ripartiamo da un tempo "con"


È arrivato il giorno del nostro rientro dalle vacanze natalizie; per noi, ancora in presenza, per fortuna.

Un rientro che ogni volta è un ritrovarsi per riprendere la nostra vita di comunità, il nostro crescere insieme, che si arricchisce delle condivisioni dei vissuti di ognuno di noi nel tempo in cui siamo stati separati.

Così è stato ieri.

Dopo il nostro appello fonologico, abbiamo condiviso il programma della giornata, al quale ci siamo dedicati subito dopo la necessaria riflessione sui gravi fatti avvenuti negli Stati Uniti al momento della ratifica dell'elezione di Joe Biden e Kamala Harris, di cui ci eravamo occupati a novembre. Un evento al quale ci siamo avvicinati partendo da notizie e immagini raccolte dagli stessi bambini durante i telegiornali, e che ci ha offerto l'opportunità di riflettere insieme sull'attenzione continua necessaria per salvaguardare la democrazia e sull'importanza di accettare le sconfitte, problema molto vicino anche a nostri vissuti nelle occasioni di gioco.

Le attività in programma sono state tre.

La prima, "Spazio vacanze", ha visto i bambini impegnati nella scrittura, in uno dei nostri piccoli foglietti verdi, di tre parole-chiave rappresentative delle proprie vacanze, da depositare in un cestino. 

Passando il cestino di mano in mano, la consegna è stata quella di estrarre un foglietto, leggerlo e cercare di individuare chi potesse essere il proprietario delle parole contenute al suo interno, per poi consegnarglielo e ascoltare la sua narrazione. Al termine, abbiamo classificato le parole chiave, così da osservare ciò che era stato importante per noi: momenti vissuti; attività svolte; affetti; regali; luoghi visitati...

 

Questa prima parte della mattinata si è chiusa con una valutazione rapida da parte dei bambini (Dopo questa attività mi sento...) tornando alle faccine che utilizzavamo per l'autovalutazione in prima elementare e che ogni tanto ci piace ripescare.

La seconda attività è stata quella dedicata all'apertura della scatola con i libri acquistati per noi grazie al Contest 'Io leggo perché". Tantissimi volumi e tutti diversi, così come tanti sono stati i familiari, i parenti e gli amici della classe che hanno dedicato del tempo per andare in libreria ad acquistare un libro per noi e a cui siamo davvero molto grati.

È rimasta in sospeso la decodifica delle dediche contenute in ogni libro, per poi passare ai nuovi prestiti. Se il tempo ce lo consentirà, ce ne occuperemo oggi stesso!

La terza e ultima attività, ispirata a una proposta di Stefano Rossi, ci ha impegnato nella realizzazione dell'albero della gratitudine per il 2020, il difficile anno appena concluso.

Dato un albero molto semplice, i bambini sono stati invitati ad arricchirlo e colorarlo liberamente, individuando, per ogni ramo, una persona, un animale, un luogo, un momento, un giorno, un incontro... per il quale desiderassero esprimere gratitudine.



 
È stata una mattinata molto bella, in cui ci siamo sentiti presenti tutti interi e abbiamo condiviso tanto dei nostri vissuti.

In un tempo come quello che stiamo vivendo, scegliere ancora che la scuola sia uno spazio da costruire "con" i bambini e non "per" i bambini ci fa avvertire tutta la pienezza di questo cambio di prospettiva che raccoglie disponibilità e rende piacevole e ricco il cammino.

Adesso, davvero... che sia buon tempo!

giovedì 7 gennaio 2021

Io leggo perché: a tutti, grazie!!!

 
Oggi la gioia del nostro rientro a scuola è stata accresciuta dall'arrivo dei libri acquistati per la nostra classe grazie all'iniziativa "Io leggo perché!". Tantissimi volumi e tutti diversi, come tanti sono stati coloro che hanno voluto dedicare un po' di tempo per recarsi in libreria proprio per noi.

A renderci molto felici è stato constatare che le famiglie, i parenti, i tanti amici della classe non si sono fermati davanti all'assenza del nostro banchetto in presenza, ma hanno saputo leggere tutto il nostro impegno con la diretta "Parola di Gianni Rodari!".

Grazie di cuore a tutti, tanto a chi ci ha pensato da molto lontano cercando la complicità della nostra specialissima libraia: Stefania Mura.

Adesso aspettiamo la giornata di domani per dedicarci a decodificare insieme le tante dediche (Maestra, ma come scrivono gli adulti?) e poi... via con i nuovi prestiti!
Il nostro bibliotecario di classe è pronto e i bambini fremono.
 
Al prossimo anno! 




Colloqui con le famiglie: secondo turno

Vi ricordo che domani pomeriggio, a partire dalle 15:30, si terrà il secondo turno dei colloqui con le famiglie.
Il link al file per l'iscrizione in formato editabile è sempre lo stesso. Vi invitiamo, pertanto, a ricontrollare l'orario per il quale vi eravate registrati, così da presentarvi con puntualità. 
Chi non avesse proceduto all'iscrizione potrà provvedere oggi, entro le ore 20. 
A fine serata riceverete la mail con le indicazioni per il meet. 
Grazie a tutti!

lunedì 4 gennaio 2021

Ripensare l'educazione del XXI secolo: le registrazioni

Condivido, di seguito, le registrazioni degli incontri formativi promossi dal Miur nei giorni 18 e 19 novembre, dedicati al tema "Pedagogia, didattica, educazione: fotografia di un Paese".

Nuovi appuntamenti sono previsti nel mese di gennaio e febbraio. Il primo dedicato alla "Cura educativa" e il secondo a "L’Educazione: in cammino verso il Futuro".

Interventi presenti nel primo video:

Saluto del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

Introduzione della Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina

Simonetta Polenghi (Docente ordinario di Storia della Pedagogia, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano, Presidente Società Italiana di Pedagogia)
La ricerca pedagogica accademica e la scuola

Carol Ann Tomlinson (Docente ordinario di Pedagogia, Università della Virginia, USA)
The differentiated classroom

Luca Solesin (Responsabile Settore Educazione di Ashoka)
Imparare a diventare. Pratiche di changemaking nelle scuole

Alberto Melloni (Docente ordinario di Storia delle Religioni, Università di Modena e Reggio Emilia)
Pandemia ed educazione: fra fatalismo amorale, voluttà del seminuovo e passione per l’eguaglianza

Pier Cesare Rivoltella (Docente ordinario di Pedagogia, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano, Presidente Società Italiana di Pedagogia)
La didattica al tempo della mediatizzazione. Tra retrotopia e innovazione.

 

Interventi presenti nel secondo video:

Philippe Meirieu (già Direttore dell’Institut National de Recherche Pédagogique, professore emerito di Scienze dell’Educazione all’Università Lumière Lyon II)
La motivation et le désir d’apprendre: préalable ou objectif de l’école?

Luigi D’Alonzo (Docente ordinario di Pedagogia speciale, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano, Presidente Società Italiana di Pedagogia Speciale)
Gestione e differenziazione della classe per il futuro dell’inclusione

Mario Pireddu (Docente di Pedagogia sperimentale, Università della Tuscia)
Saperi in rete e didattica digitalmente aumentata

Daniela Lucangeli (Docente ordinario in Psicologia dello Sviluppo, Prorettore dell’Università di Padova,  Presidente Accademia mondiale delle Scienze)
Warm-cognition:  quando a scuola si sta bene

Pietro Lucisano (Docente ordinario di Pedagogia sperimentale, Università di Roma La Sapienza,  Presidente Società Italiana di Ricerca Didattica)
Valutare per apprendere. Apprendere per valutare

Il crepuscolo dell'ora di lezione

Con piacere, condivido l'articolo pubblicato su Agenda digitale in data 30 dicembre 2020: "Il crepuscolo dell'ora di lezione: parte da qui il futuro della Scuola":

https://www.agendadigitale.eu/scuola-digitale/il-crepuscolo-dellora-di-lezione-nuovi-assemblaggi-umano-digitali-per-una-scuola-a-geometria-variabile/

di:

Emiliano Grimaldi
L@B-ED: Research L@Boratory on Education and Digitalization, Dipartimento di Scienze Sociali Università degli Studi di Napoli Federico II – IRPPS-CNR

Paolo Landri
L@B-ED: Research L@Boratory on Education and Digitalization, Dipartimento di Scienze Sociali Università degli Studi di Napoli Federico II – IRPPS-CNR

Danilo Taglietti
L@B-ED: Research L@Boratory on Education and Digitalization, Dipartimento di Scienze Sociali Università degli Studi di Napoli Federico II – IRPPS-CNR

sabato 2 gennaio 2021

Anticipare o preparare?

Non amo anticipare. Ed è il motivo per cui al termine anticipare preferisco sempre quello di preparare.
Sarà perché continuo ad osservare gli effetti negativi sulla motivazione nel dare le risposte prima che gli studenti si siano fatti le domande, e lo si fa davanti a un involucro chiuso
In questo modo, non solo viene meno l'insegnamento di Freinet "non si può dare da bere a un cavallo che non ha sete", ma si rischia di compromettere la costruzione della passione per il sapere.

C'è un richiamo alla vita quotidiana che secondo me chiarisce bene. Se compriamo un elettrodomestico, non andiamo a leggere tutte le istruzioni senza avere aperto la confezione. Prima lo apriamo, lo osserviamo, guardiamo i vari pulsanti, cerchiamo di intuirne le funzioni. Infine, torniamo sulle istruzioni per leggere con attenzione ed assicurarci che non ci sia sfuggito niente di importante su funzionamento e comandi e altre indicazioni, soprattutto quelle che ci consentono un uso in sicurezza. Così le riponiamo in un cassetto sicuro, al quale sappiamo di poter ricorrere se ci sfugge ancora qualcosa, o semplicemente per tornare su quelle informazioni che potrebbero esserci utili in situazioni particolari.
Mi scuso per la semplificazione, ma credo che renda.

Spesso, in classe, è come se posizionassimo una scatola chiusa davanti ai nostri studenti, una scatola che crea grande curiosità, ma la teniamo lì per un tempo infinito, fino a descrivere con le nostre parole tutto di ciò che si trova all'interno, chiedendo lo sforzo di immaginare quel contenuto di cui i nostri studenti non conoscono neanche la forma.
Quando finalmente apriamo la confezione, inevitabilmente, li abbiamo già persi.

Preparare è altro. Arrivato il momento della lezione, stimoliamo la curiosità, con un primo avvicinamento a ciò che sarà oggetto della proposta. Mi piace parlare di perturbazione, di rottura di un equilibrio che mette in movimento verso la scoperta autonoma, ma sempre dopo aver creato le condizioni organizzative perché l'attività possa svolgersi: materiali, formazione dei gruppi, riorganizzazione degli spazi, definizione dei tempi... per poi liberare. È il momento in cui si lascia spazio alla scoperta, senza temere gli errori, sapendo che su tutto si tornerà alla fine, con la restituzione guidata da alcune domande: come abbiamo funzionato? come ci siamo organizzati? cosa abbiamo scoperto? come abbiamo ragionato? quali sono state le difficoltà?... e con i necessari interventi correttivi (riposizionamento) e approfondimenti.

In questo caso, la motivazione resta alta. Le consegne sono chiare, gli studenti hanno i materiali a disposizione che possono integrare con quanto tornerà loro necessario. Si muovono sereni, integrano le loro competenze, si contaminano, sanno che non c'è un voto ad attenderli, ma una riflessione guidata che ha un solo obiettivo: far crescere tutti.
E vivono le esperienze completamente perché sanno che nel momento in cui gli viene passata la palla, questa resta nelle loro mani fino alla fine della partita.

Ma c'è un'altra preparazione, a me molto cara, sempre di più, fino ad essere arrivata a considerarla parte delle competenze fondamentali del docente. Si tratta delle anticipazioni cognitive, quelle che, visto il ruolo che assumono, ho sempre chiamato funzionali. Sono quelle che proponiamo, in modo non programmato, imparando a valorizzare il quotidiano, ciò di cui sono portatori i bambini, ciò che ci arriva dal mondo. Quelle che, se usate con consapevolezza e in modo ricorsivo, diventano risorsa fondamentale e vanno a costruire in modo morbido quelle preconoscenze che diventano bagaglio indispensabile per tanti saperi e abilità la cui appropriazione diventa complessa fuori dai contesti significativi.

Certo, significa capacità di intercettare le occasioni, di utilizzarle con consapevolezza, e comporta una conoscenza accurata delle Indicazioni Nazionali, chiarezza di ciò che vogliamo costruire - non oggi, non quest'anno, ma nei cinque anni, negli otto, nella vita - e capacità di isolare quei saperi che, più di altri, di queste anticipazioni hanno bisogno per raggiungere un'appropriazione solida. Perché se è vero che bisogna diventare capaci ad aprire, tanto dobbiamo esserlo a selezionare e, se necessario, a tenere fuori.
Nel mio caso, ne faccio largo uso nella riflessione sulla lingua e in campo logico-matematico. Per questo, mi è capitato spesso di parlarne sul blog.

Mi ricordo di un prezzo che, mentre camminavo verso la scuola, cercavo di staccare da un mappamondo gonfiabile comprato per la classe, che poi ho rincollato, in tutta fretta, illuminata da ciò che avrei potuto farne con la mia prima elementare (Un mappamondo, un prezzo e la voglia di provocare un po'), ma anche tutte le volte in cui, impegnati a raccogliere le quote per qualche attività, ci fermiamo sugli euro. Da poco, sono stati occasione per ragionare ancora sui multipli e sui sottomultipli, sul concetto di intero, su decimali e trasformazioni, in modo così naturale da rendere inutile qualunque anticipazione o accertamento delle preconoscenze nel momento in cui saranno proprio quei saperi ad essere oggetto specifico delle nostre proposte.

Perché tutta questa riflessione? Da un lato per il desiderio di fermarmi ancora su un aspetto a me molto caro: la motivazione si costruisce ed è un motore potentissimo; dall'altro perché, riflettendo su questi temi, ragionavo sull'importanza irrinunciabile della stabilità dell'organico. Qual è il nesso? - direte voi. Il nesso è che la conquista di uno sguardo lungo arriva quando, grazie alla stabilità, si iniziano a toccare con mano gli effetti di queste scelte nel tempo, in termini di motivazione e di appropriazione di conoscenze e abilità, e si inizia a comprendere davvero che non si costruisce mai una volta per tutte, ma avendo cura di fermarsi a valorizzare tutto ciò che ha significato nel momento giusto, sapendo che poi si darà spazio all'apprendimento organizzato.

Questo modifica l'insegnante, le scelte che fa, il suo rapporto con il programma e con i libri di testo, quello con il tempo e con tutto ciò che arriva fuori dalla scuola.
Questo aiuta, per dirla con Meirieu, a passare dalle conoscenze all'apprendimento. 
 
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