Ogni volta che invito i bambini a fare delle cose insieme, anche le più piccole, mi fermo a guardarli incantata e a riflettere su quanta disponibilità e motivazione gli si legga nel "fare con".
Non c'è bisogno di organizzare grandi cose, l'abitudine a collaborare nasce da piccole sollecitazioni:
invitare i bambini a svolgere un semplice lavoro insieme, a confrontarsi sul modo in cui l'hanno svolto, ad aiutarsi quando si trovano in difficoltà.
Per questo, ogni volta che li osservo, non riesco a comprendere il perchè a scuola si privilegi il fare da soli, il lavoro individuale, promuovendo, spesso senza consapevolezza, la competizione
laddove potrebbe regnare la collaborazione.
Il lavoro individuale taglia fuori tanti bambini. La classe si divide velocemente tra chi sa fare e porta a termine il compito e chi non sa fare e collezionerà per sempre frustrazioni che, con buona probabilità, non troverà mai il modo di risolvere.
Io penso che lo scopo della scuola sia quello di fare in modo che tutti apprendano il più possibile, perciò qual è il problema se ciò che il bambino fa non è da subito espressione di una capacità individuale? L'importante è che ognuno sia esposto all'apprendimento, si interroghi sulle cose, rifletta, si metta in gioco.
Il fare da soli deve essere una pratica riservata a pochi momenti, quelli dedicati alla verifica e valutazione, quelli che servono a noi insegnanti per capire qual è il percorso di crescita di ognuno, quali sono le difficoltà sulle quali è necessario intervenire, quali sono le potenzialità da valorizzare.
L'apprendimento comporta un lavoro di squadra, un lavoro in cui le conoscenze e le competenze possono viaggiare libere, integrarsi e potenziarsi l'una con l'altra.
Mi piace un clima di lavoro in cui tutti si sentono partecipi e sereni di fare, dove lo scambio tra bambini è visto come ricchezza; un clima in cui il docente stimola, promuove e favorisce, ma non dirige, se non nella fase di apertura e in quella dedicata alla riflessione sui percorsi.
C'è tanto tempo fuori dalla scuola in cui i bambini si ritrovano da soli o in un mondo quasi ed esclusivamente adulto. A scuola sono tra pari e questa è la più grande ricchezza.