“Se ascolto dimentico,
se vedo ricordo,
se faccio capisco"
Siamo appena rientrati dalla nostra visita guidata e, nonostante la stanchezza, sento il bisogno di sedermi davanti al monitor per condividere l’emozione di una giornata che ci ha catturato completamente, bambini e maestre.
Prima di partire, sapevamo cosa ci aspettava, avevamo scelto
noi i contenuti e il luogo della visita con l’obiettivo di conoscere il
percorso dalla mungitura al formaggio, ma non immaginavamo certo di essere
sorpresi da un’esperienza come quella che abbiamo vissuto. Un vero laboratorio in
cui abbiamo toccato tutto con mano.
Abbiamo
sperimentato la mungitura a mano e quella meccanica (con le tettarelle) e
assaggiato il latte appena munto; abbiamo preparato la cagliata e poi l’abbiamo
lavorata e pressata per la fuoriuscita del siero perché ognuno potesse
preparare la sua piccola forma di formaggio e, infine, abbiamo messo il siero
rimasto sul fuoco fino alla formazione della ricotta.
Tutto, proprio tutto con le “mani in pasta”.
Ma la cosa più bella è stato il momento in cui a tavola ci
siamo ritrovati tutti insieme, maestre, bambini e proprietari dell’Agriturismo,
a consumare un ottimo pasto tradizionale, aperto con la ricotta preparata da
noi e chiuso con gli squisiti dolci fatti in casa.
È chiaro che
a fare la differenza sono proprio i proprietari di questo splendido spazio
naturale che hanno condiviso con noi ogni momento della giornata, raccontandoci
tante cose della vita pastorale. Persone che amano il loro lavoro, questo è
stato chiaro da subito, perché un’accoglienza come quella che abbiamo ricevuto la
si può offrire solo se si crede nella bellezza delle proprie tradizioni e si
vuole che non siano spazzate via.
Proprio un’altra cosa rispetto ai numerosi agriturismo che
più che salvaguardare e promuovere la nostra cultura, la stanno cancellando
definitivamente.
Quando nella sala della mungitura, mi sono rivolta a uno dei
ragazzi per chiedergli il nome dello strumento che stavo usando per mungere, mi
ha risposto con il nome della capra. Aveva capito male, ma mi ha dato un’informazione
ben più importante. Questa famiglia ha settecento capre, tutte hanno un nome e i
proprietari le conoscono una a una.
Abbiamo lasciato l’Agriturismo, felici per la ricchezza di
questa giornata, ognuno con la sua piccola forma di formaggio e con l’immagine
rassicurante di una famiglia unita e sorridente, madre, figli e figlie, davanti
all’ingresso, che continuavano a salutarci fino a che sono diventati piccoli
piccoli per poi scomparire.
Grazie per questa occasione, grazie per il contributo alla
conservazione della nostra cultura.
Da oggi il latte per tutti noi sarà molto di più di un liquido
bianco versato da una busta in tetrapak.
Da oggi ha una lunga storia e noi ne facciamo parte.
Per le scuole che vogliono proporre ai loro alunni un laboratorio in una fattoria
didattica: