In fondo, basta davvero poco. É tutta una questione di educazione. Ma bisogna crederci.
di Monica Nobile
Sono stanca di sentire per la strada, al bar, in ogni dove discorsi
chiusi e beceri, battutacce, lagne, offese verso altri cittadini
colpevoli soltanto di appartenere a diversii paesi, culture e razze.
Sono stanca, proprio stanca delle intolleranze e dei vuoti discorsi
pseudo-politici che addossano colpe a chi colpa non ha. Ho ritirato
fuori una lettera, scritta per gli amici dell'associazione genitori si
diventa. La pubblico dedicandola a tutti i genitori che hanno la voglia e
la pazienza di accompagnare i propri figli lungo la strada verso la
cultura, la pace e la convivenza.
Caro genitore, siamo
un’associazione di famiglie adottive che ha posto al centro della
propria attività la responsabilizzazione dei genitori come premessa
fondamentale per la tutela dei bambini e delle bambine. L’esperienza
dell’adozione ci ha portati a riflettere profondamente sul ruolo
genitoriale, non solo in relazione all’adozione ma più in generale
rispetto al compito educativo ed alle ricadute che l’agire educativo ha
nella società. In questi ultimi tempi ci sentiamo preoccupati e
spaventati dal moltiplicarsi di episodi di razzismo nel nostro paese.
Pensiamo che tacere, alla lunga, significhi diventare responsabili o
quantomeno complici di una società violenta e intollerante. Pensiamo che
molti genitori, oggi, si stiano chiedendo con forte preoccupazione
quale futuro, quale mondo, si stia prospettando ai loro figli. Pensiamo
che molti genitori stiano cercando di dare ai propri figli un’educazione
basata sui valori del rispetto, dell’accoglienza, della tolleranza.
Pensiamo che molti genitori vogliano trasmettere ai propri figli l’amore
e la passione per la cultura, facendoli crescere in un ambiente aperto
alle idee, alle differenze, alle esperienze, senza barriere e
preclusioni, senza pregiudizi. Pensiamo che nel mondo che molti genitori
vorrebbero per i loro figli ci sia posto per tutti, nel principio del
rispetto e della solidarietà. Pensiamo che molti genitori siano
impegnati a far crescere i loro figli, rendendoli cittadini del mondo,
persone capaci di conoscere e imparare, viaggiando in altri paesi,
studiando i libri di storia, ma anche - nella propria scuola, al parco,
per la strada - mantenendo la capacità di costruire amicizie, di
ascoltare con sincera curiosità ciò che l’altro ha da raccontare.
Pensiamo che per molti genitori l’antirazzismo non debba restare una
parola astratta, ma che al contrario, nella quotidianità, molti genitori
stiano cercando di praticarlo attraverso le scelte educative rivolte ai
propri figli. Se ti riconosci in questo modo di essere genitore, ti
proponiamo alcuni suggerimenti, una piccola goccia nel mare per
costruire il mondo che vorremmo per i nostri figli: Fai attenzione alle
parole, alle etichette, alle barzellette o alle battute poco rispettose:
i bambini imparano tutto, si sa. Il tuo modo di parlare si traduce nel
modo di pensare di tuo figlio. Trasmetti a tuo figlio la memoria, quella
di un passato non lontano, quando dall’Italia si partiva per migrare in
paesi poco accoglienti. Organizzati con altri genitori e chiedi agli
insegnanti di tuo figlio di attivare percorsi e laboratori sul tema
della pace e della multiculturalità: molte associazioni e organizzazioni
propongono con competenza progetti rivolti alle scuole. Se in classe di
tuo figlio è iscritto un bambino immigrato anziché preoccuparti che il
livello della classe diventi più scadente, invitalo a pranzo e regala a
tuo figlio l’esperienza di arricchimento che ogni incontro racchiude.
Non parlare sempre di cittadini "extracomunitari" per sottolinearne il disagio o la marginalità: leggi con tuo figlio fiabe e storie di altri paesi, ascoltate insieme musiche, filastrocche e ninnananne di altri paesi, partecipate alle feste multietniche, assaggia e proponi a tuo figlio altri sapori, altri odori, ricette di altre parti del mondo. Sollecita la curiosità e la riflessione sui temi della multiculturalità: esistono molti libri di fiabe e racconti rivolti a tutte le età, anche della prima infanzia, che aiutano a farlo con i propri figli. Se tuo figlio è grandicello (solo tu puoi stabilire quando è giunto il momento) leggi il giornale con lui e soffermati su questi temi. Aiutalo a capire, accompagnalo a formare il proprio pensiero, libero dagli schemi e dai luoghi comuni.
Non parlare sempre di cittadini "extracomunitari" per sottolinearne il disagio o la marginalità: leggi con tuo figlio fiabe e storie di altri paesi, ascoltate insieme musiche, filastrocche e ninnananne di altri paesi, partecipate alle feste multietniche, assaggia e proponi a tuo figlio altri sapori, altri odori, ricette di altre parti del mondo. Sollecita la curiosità e la riflessione sui temi della multiculturalità: esistono molti libri di fiabe e racconti rivolti a tutte le età, anche della prima infanzia, che aiutano a farlo con i propri figli. Se tuo figlio è grandicello (solo tu puoi stabilire quando è giunto il momento) leggi il giornale con lui e soffermati su questi temi. Aiutalo a capire, accompagnalo a formare il proprio pensiero, libero dagli schemi e dai luoghi comuni.
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