sabato 27 marzo 2021

Il cambiamento nasce da dentro: appuntamenti aprile/maggio 2021

Con grande piacere segnalo la ripresa delle attività di formazione attiva programmate da "Il cambiamento nasce da dentro" per i mesi di aprile/maggio 2021, proposte in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Dessì di Villacidro e Casa Emmaus di Iglesias.

Gli incontri sono pensati in continuità con le attività formative precedenti, allo scopo di riflettere sugli effetti delle stesse nelle diverse realtà scolastiche, anche alla luce della nuova normativa.

Sono organizzati in digitale ma, al fine di salvaguardare la formazione attiva che connota le proposte, prevedono momenti in plenaria e attività in piccoli gruppi. Sono così garantite le occasioni di condivisione e confronto, la diffusione orizzontale delle buone pratiche e la registrazione di nuovi bisogni.

Temi e date

La valutazione come apprendimento. L'apprendimento come valutazione.
Autovalutazione, valutazione tra pari e colloqui con gli studenti nella nuova valutazione.

Giovedì 15 aprile 2021, 17:00 - 19:00
Martedì 20 aprile 2021, 17:00 - 19:00


In apertura del secondo incontro interverrà Elisabetta Nigris, Preside del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università di Milano Bicocca e Coordinatrice del Gruppo di lavoro ministeriale sulle Linee guida per la nuova valutazione.
Valutazione descrittiva e lavoro in classe: verso una progettazione coerente.
 

Costruire cittadinanza: quale ruolo per l'educazione civica?

Giovedì 13 maggio 2021, 17:00 - 19:00
Venerdì 21 maggio 2021, 17:00 - 19:00


In apertura del secondo incontro interverrà Philippe Meirieu, professore emerito di Scienze dell’Educazione all’Università Lumière Lyon II:
Educare alla cittadinanza oggi: perché? Come?
La traduzione sarà assicurata da Enrico Bottero, pedagogista e traduttore di libri e articoli di Philippe Meirieu in lingua italiana.


Conduzione

La conduzione degli incontri è affidata ad Enrica Ena, insegnante e responsabile della progettazione e del coordinamento de "Il cambiamento nasce da dentro".

Chi può partecipare?

Gli incontri sono rivolti a docenti delle scuole di ogni ordine e grado, dirigenti scolastici, genitori, figure educative, studenti universitari e/o di scuola secondaria per percorsi concordati.
Allo scopo di salvaguardare la formazione attiva, tuttavia, le presenze per ognuno dei percorsi proposti non potranno superare gli ottanta partecipanti.

Costi/Certificazione

La partecipazione è gratutita e sarà certificata con attestato valido ai fini della formazione in servizio e utile per fruire dei permessi previsti dal Contratto di lavoro.

Come ci si iscrive?

Per iscriversi è sufficiente compilare il seguente form ed assicurarsi di riceverne copia nella propria casella di posta elettronica: https://forms.gle/iEnLaZUh5hUJDMon8

Per qualunque necessità, è possibile contattare il gruppo di lavoro all'indirizzo: ilcambiamentonascedadentro@gmail.com

È stato, inoltre, anticipato che per il 27 maggio 2021, sempre su digitale, è programmato un incontro con il pedagogista Enrico Bottero (seguirà locandina e form per le iscrizioni) dal titolo: La pedagogia Freinet, un “sistema” alternativo alla pedagogia tradizionale.

 

martedì 23 marzo 2021

Il mio tirocinio di emozioni e l'amore spiegato dai bambini di 8 anni

Post di Chiara Pusceddu

La DAD non è necessariamente monotona, noiosa e alienante. La chiave giusta è capace di aprire porte magiche, anche quando non si è vicini.

Stamattina, ad attendermi su Google Meet, un'attività più speciale del solito: i bambini dovevano osservare questa bellissima immagine e successivamente confrontarsi in piccoli gruppi sul significato della parola 𝙖𝙢𝙤𝙧𝙚.


Bambini, ha detto maestra Enrica, che cos'è per voi l'amore?

Di seguito solo alcuni dei meravigliosi pensieri emersi:

L'amore è... quando due persone soffrono entrambe e cercano di stare più vicine per sconfiggere la sofferenza. Ad esempio quando cercano di sconfiggere una malattia insieme. Perché secondo me, quando stai vicino a una persona e le vuoi bene, si può superare tutto.

L' amore è... un viaggio con mia madre e mio padre insieme.

L'amore significa che qualcuno farebbe qualsiasi cosa per un altro.

L'amore è... quando tu vedi una persona che per te è bellissima e ti scatta una roba fortissima perchè ti piace talmente tanto e ogni volta te ne innamori.

L'amore è... quella cosa che mi permette di sentire mio nonno sempre vicino al mio cuore anche se è morto.

E c'è chi ancora mi chiede che cosa mi spinga a diventare una maestra.

sabato 20 marzo 2021

Vanessa Roghi, Le buone maestre

Con grande piacere, condivido apertura e link all'articolo di Vanessa Roghi, pubblicato in data odierna su Internazionale.

Le buone maestre di Vanessa Roghi, storica

Anna Marcucci Fantini, Maria Corda Costa, Dina Bertoni Jovine, Lydia Tornatore, Carmela Mungo, Maria Luisa Bigiaretti, Dina Parigi, Idana Pescioli, Giovanna Legatti Tamagnini, Nora Giacobini, Bianca Maria Pettini, Sara Cerrini Melauri, Bianca Fassino, Maria Bertini Casilli, Gina La Marca, Adriana Gerundino Ross, Luisa Tosi e tantissime altre. Nomi che ai più non dicono niente e che invece hanno accompagnato quotidianamente la vita di bambini e bambine, ragazze e ragazzi per generazioni.

Maestre e professoresse, che a partire dall’immediato dopoguerra hanno cambiato in senso democratico, nella pratica di ogni giorno, la scuola italiana. Di loro non si parla mai. I buoni maestri (e rivoluzionari) sono sempre maschi, i don Milani, i Mario Lodi, i Gianni Rodari, i Freinet, i Capitini, gli Ivan Illich, i Dewey, e indietro fino a Rousseau, la schiera dei pedagogisti, dei riformatori della scuola è sempre tutta al maschile. L’eccezione che conferma la regola, Maria Montessori, è davvero un unicum nella pedagogia italiana del novecento. Ma chi conosce i nomi di Maria Boschetti Alberti o Giuseppina Pizzigoni?

Malgrado quello dell’insegnare sia un mestiere che nel secolo scorso è diventato sempre più femminile, non è cambiata affatto la struttura piramidale del mondo dell’istruzione, che fa leva su una base di donne che educano bambini ma che a loro volta studiano teorie elaborate (e spesso insegnate) da uomini.


Leggi tutto l'articolo su: www.internazionale.it/opinione/vanessa-roghi/2021/03/20/buone-maestre

giovedì 18 marzo 2021

Prove di bassa direttività su digitale

Quando lessi le Linee guida per la Didattica Digitale integrata, rimasi sconcertata davanti alle ore previste per l'attività sincrona fin dalla scuola primaria. Nel paragrafo "L'orario delle lezioni", il documento parla di quote orarie settimanali minime di lezione in sincrono, indicando dieci ore per la classe prima e quindici per le restanti classi.
 
Sapevo bene di come in molti, moltissimi casi nel precedente anno scolastico la didattica a distanza era stata costruita sul modello “lezione, esercitazione, verifica”, con due opzioni prevalenti: video-spiegazione e una buona dose di compiti e pagine di studio, assicurate con WhatsApp e/o registro elettronico; lunghe mattinate in videoconferenza con replicazione pura delle lezioni frontali, per chi era ricorso ad ambienti di apprendimento con sistema di videoconferenza integrato.
Non solo. Ci sono state scuole che nel mettere su questa organizzazione, hanno addirittura seguito lo stesso orario delle lezioni in presenza, e che, per questo, venivano portate come esempio.
Ricordo ancora la mia preoccupazione davanti ad articoli usciti sulla stampa isolana che elogiavano queste pratiche.
 
È per questo che quando lessi le Linee Guida, pensai che se fossi stata nella condizione di ricorrere ancora alla didattica a distanza, mi sarei impegnata a studiare un’organizzazione attenta a salvaguardare, anche in sincrono, gli spazi per la didattica a bassa direttività, in modo da garantire momenti di attività collaborativa nei piccoli gruppi.
 
Venivo da scelte molto diverse, certamente condizionate anche dal momento: una progettazione completamente autogestita, un ambiente di apprendimento che non prevedeva al suo interno la videoconferenza, competenze delle famiglie da costruire, strumenti e reti in molti casi non adeguati.
Tuttavia, ad aiutarmi, in quel contesto, insieme alle competenze sul digitale maturate nel tempo, sono state proprio le scelte metodologiche basate su pratiche didattiche collaborative a bassa direttività.
 
La nostra esperienza, che ho documentato puntualmente e raccontato in diversi contesti, ha mosso da subito da una progettazione esplicita articolata in proposte asincrone, garantite a cadenza regolare per tre giorni la settimana, con scelte pensate per custodire una dimensione di comunità anche a livello di apprendimento, e appuntamenti sincroni (quattro) della durata di un'ora, rivolti a un massimo di 5/6 bambini per volta (che sceglievano liberamente giorno e orario, registrandosi sul calendario proposto) dedicati prevalentemente alla metacognizione ripartendo dai lavori svolti (vedi).
Per assicurarmi che i bambini continuassero ad arricchirsi grazie ai lavori di tutti, ho organizzato la valutazione tra pari, integrata da una semplice strategia che si è rivelata molto efficace: negli incontri sincroni i bambini erano invitati a presentare non il loro elaborato, ma quello di un compagno, argomentando la propria scelta.
 
Torno ad oggi. Ho sempre creduto che il lavoro più importante da fare dopo l'esperienza dello scorso anno fosse quello di riflettere per conoscersi meglio e guardare alle diverse scelte con nuova consapevolezza.
 
La nostra esperienza, nonostante i limiti oggettivi, è stata positiva. Le scelte ci hanno tenuto tutti insieme fino alla fine. Ci siamo completamente ripensati in uno scenario nuovo, senza però perdere mai di vista il modo in cui guardiamo alla scuola e le nostre scelte.
Tuttavia, c’era una grande assente, insieme alla vita di comunità, e questo ci è stato chiaro da subito: la vivacità tipica dell’apprendimento collaborativo, che consente di muovere da provocazioni alte rese possibili dal sapere che nessuno è mai solo.
 
Questa settimana di quarantena, per noi che siamo stabilmente in presenza da settembre, non poteva che essere tradotta in opportunità per ripensarci ancora e per dare gambe alle nostre convinzioni.
 
Oggi, la nostra terza può contare su bambini in cui sono cresciute molto autonomia e responsabilità e su competenze digitali sviluppate in modo importante, sia nei docenti sia negli studenti.
Abbiamo curato la formazione dei genitori e possiamo contare su strumenti e connessioni più adeguati.
 
Neanche per un attimo, pertanto, nonostante l’efficacia della nostra esperienza, abbiamo pensato di replicarla.
 
Ciò che abbiamo fatto è stato tornare al Piano scolastico per la DDI del nostro Istituto e ai suoi vincoli, per costruire una proposta che avesse la nostra forma e custodisse le nostre pratiche didattiche.
 
Le quindici ore di attività sincrona obbligatoria prevedono tre mattine articolate prevalentemente in due sottogruppi, mentre, le due restanti sono pensate per attività destinate alle attività in quattro sottogruppi, così da garantire proposte in forma collaborativa da gestire in autonomia.
Questi sono: formiche, farfalle, tartarughe e coccinelle.

La regia è assicurata dal pannello delle breakout rooms che consente la supervisione esterna a cura dei docenti con interventi nei vari gruppi quando necessario.
 
Sapevo che non sarebbe andato subito tutto liscio e che gli spostamenti richiesti ai nostri alunni fra i vari ambienti erano tanti. Ma, al solito, sta tutto nel fidarsi dei bambini e nel costruire un'organizzazione forte.
 
La prima proposta con questa modalità è stata dedicata ad un'attività "ordinaria": l'analisi grammaticale con il supporto delle forme geometriche (una semplificazione del modello Montessori). Data una frase, i bambini dovevano associare la forma adeguata (cerchio, triangolo grande/piccolo, mezzaluna) alle parti del discorso conosciute, mettendole in relazione a partire dal verbo e dai nomi.

Ho nominato i coordinatori (in questa fase ci ho pensato io) con il compito di assicurare il coinvolgimento di tutti e curare la restituzione del lavoro in plenaria.
 
Il tempo si è ristretto in un attimo, come sempre accade in questi casi, e non è mancato qualche problema da gestire. Tuttavia, sono intervenuta in modo molto discreto dove necessario e, al solito, per gestire il resto, ho atteso la fine dei lavori.
 
La bellezza - già perché bisogna vederla ed essere consapevoli di che motore sia - è stata tanta.
Mentre osservavo le stanze da esterna, attivando l'audio di ognuna a rotazione per capire come i bambini si fossero organizzati e come procedessero i lavori, è stato impossibile per me non mettere in primo piano l'attenzione all'apprendimento collaborativo che, in questa forma, mancava dai primi giorni di marzo dello scorso anno. Davanti ai miei occhi i bambini lavoravano di nuovo in gruppo, senza mascherina e senza doversi preoccupare delle distanze. Collaboravano come se fossero fianco a fianco.


Scaduto il tempo, di cui l'organizzazione, essendo la prima volta, ne aveva occupato buona parte, i bambini hanno fatto la loro seconda pausa destinata alla merenda e, puntuali, alle 11:20 sono tornati in plenaria per la restituzione.
Non tutti i gruppi avevano finito il lavoro, ma era una cosa messa in conto da subito; così come lo era la gestione di alcuni problemi.
 
La restituzione al grande gruppo è stata fatta dai coordinatori. Questi sono stati inviatati a condividere a due livelli: aspetti organizzativi e funzionamento del gruppo; svolgimento del lavoro.
 
Prima di questa, tuttavia, cinque minuti pieni li ho occupati io per riportare ciò che avevo appuntato durante le mie osservazioni da esterna, ma anche per rassicurare su alcuni problemi che, nel frattempo, avevano creato preoccupazione in qualche genitore, rendendo necessario ricordare che la scuola sperimenta di continuo nuove strade e che questo comporta tanti aggiustamenti prima che tutto funzioni come atteso.
 
Ancora una volta, perciò, ho chiesto fiducia nella consapevolezza che guida le scelte di noi docenti, ricordando che nel nostro lavoro le regolazioni non finiscono mai. E che in nessun caso la strada può essere la rinuncia.  Questo in presenza, questo sul digitale.
 
Completata la restituzione, ci siamo messi insieme davanti al file nel quale io avevo riportato man mano il lavoro dei singoli gruppi. Ma non abbiamo completato. Non c'è fretta. La nostra analisi grammaticale si è fermata sulle forme grandi; sulle piccole torneremo.
Oggi la proposta era un pretesto, un buon pretesto, ma l'attenzione era su ciò che renderà possibile tanto di più.
 

Questa mattina si tornerà per completare ed approfondire il lavoro e mettere a punto l'organizzazione. Il desiderio è di consegnare tempi più distesi.

Il ritorno in plenaria sarà gestito con una restituzione più snella da parte dei coordinatori e una ruota della fortuna sulle parti del discorso organizzata per dare la parola a tutti tutti.
 
Se tutto procede, nei giorni che restano, ci attende la ripresa della scrittura collaborativa che proporrò a partire da un'immagine.
Vediamo che cosa succede.

lunedì 15 marzo 2021

Didattica a distanza: una mozione

La nostra prima giornata in didattica a distanza di quest'anno inizia con una mozione di T., seguita alla condivisione dell'organizzazione a cui si è fatto spazio nella fase di apertura, all’interno dell’ora dedicata alle attività trasversali.
- Maestra, ma lo possiamo avere un tempo solo per noi, per parlare, per condividere delle cose nostre?
Io rispondo ricordando che hanno lo spazio "Chiacchiere in libertà" e che anche questi primi cinquanta minuti sono proprio come il nostro tempo al mattino in cui, con il programma della giornata e la lettura del libro (al momento, Lucy), ci sarà sempre anche il tempo dedicato alle condivisioni.
- No, maestra - riaccende il microfono - ma io intendo proprio una videoconferenza tutta per noi, per parlare direttamente e poterci mostrare le nostre cose.
Mi rendo conto che ha ragione. Chiacchiere in libertà è uno spazio di comunicazione asincrona e qui ci siamo sempre noi. 
Già... ciò che chiede T. è qualcosa a cui non abbiamo proprio pensato.
Mentre la testa è già impegnata a riflettere, spiego che per una questione di sicurezza - e illustro i possibili rischi - da soli in videoconferenza non possiamo proprio lasciarli.
Tuttavia, subito dopo, con uno sguardo d'intesa con Chiara, la tirocinante presente con noi, mi dico che questo è un bisogno che non si può proprio non accogliere. In quattro e quattr'otto propongo di integrare quindici minuti liberi a fine attività, dove però saremo presenti da esterne: videocamera e microfono spento.
T. Accetta. Il compromesso lo convince. È soddisfatto. E tutti sono felici con lui.
Così alle 12:00, completate le attività, i gruppi hanno potuto ritrovarsi, noi abbiamo assunto uno sguardo esterno e sullo schermo sono comparsi altri spazi della casa, animali, costruzioni, PlayStation... Di tutto di più.
Non tutti sono tornati in plenaria. Forse la decisione presa in itinere non è stata chiara. O, forse, le famiglie si erano già organizzate su questi orari.
Da domani, tuttavia, un nuovo quarto d'ora entrerà stabilmente nella nostra organizzazione e l'appuntamento sarà nella videoconferenza dello spazio "Chiacchiere in libertà".
Anche questa non è un'idea nostra. È arrivata da V., una delle nostre bambine, e ci è piaciuta subito. Uno spazio dedicato anche "fisicamente" e distinto da quello delle attività.
Che dire? Al solito condividere il programma e tutta l'organizzazione con i bambini non può essere un solo presentare e io sono felicissima ogni volta che loro ci aiutano a vedere ciò che sfugge al nostro sguardo.

Beh... come primo giorno in didattica a distanza non possiamo che essere soddisfatti. Ora seguiranno le attività autogestite.
Certo è che poter vedere gli effetti dell'esperienza a un anno di distanza è veramente interessante. Che questa quarantena avesse anche questo scopo? Chi lo sa… 
I bambini, comunque sia, dai loro otto anni, sono stati davvero straordinari, sia in termini di autonomia che di maturità. E questo va detto.

domenica 14 marzo 2021

Si riparte con la didattica a distanza: nuova organizzazione

Questo, anche per noi che siamo stati in presenza sempre, è un anno particolare, condizionato da tanti eventi che hanno reso necessari nuovi adattamenti.

Dalla nostra, certamente, l'eredità della didattica a distanza, che ha visto crescere le competenze digitali di tutti: insegnanti, bambini e genitori. Aver allestito sin dall'inizio dell'anno i nostri nuovi spazi digitali (passando da Edmodo e Jitsi alla GSuite for education, diventato ambiente d'Istituto), infatti, ha fatto sì che il collegamento fra tutti noi non venisse mai meno e che come insegnanti, titolari e supplenti, in particolare durante la mia lunga assenza tra gennaio e febbraio, potessimo programmare puntualmente insieme, per dare continuità alle scelte educative e alle attività didattiche e, sempre insieme, gestire tutta la delicata fase dell'ingresso della nuova valutazione, coerentemente con le scelte che ci hanno caratterizzato da sempre.

Adesso, una nuova prova. Proprio mentre la Sardegna è in zona bianca, a un anno esatto dal lockdown, venerdì 12 marzo le nostre attività in presenza sono state sospese. Pertanto, da lunedì 15 marzo, le attività saranno assicurate sugli ambienti digitali per tutto il tempo previsto per la nostra quarantena di classe, che - rassicuriamo tutti - è solo precauzionale, a conferma che i nostri protocolli e l'impegno costante di tutti noi sono risultati efficaci.

Quest'anno, come noto, con l'ingresso del Piano per la DDI (Didattica Digitale Integrata) le cose, rispetto all'anno precedente, si sono modificate; perciò - venerdì stesso - abbiamo messo in piedi una proposta organizzativa in linea con il Piano, condivisa in un incontro d'équipe autoconvocato e, subito dopo, con la nostra Dirigente scolastica e con la Rappresentante di classe.

La proposta è articolata con attività in sincrono, con il coinvolgimento dell'intero gruppo docente, e attività in asincrono: consegne (anche autogestite) e attività di studio.

L'attività sincrona prevede tre ore di attività al mattino (che garantiscono le 15 ore/settimanale previste dalla normativa), intervallate da due pause.

Gli impegni in videoconferenza, con la volontà di gestire una didattica coerente con il nostro fare scuola, sono stati pensati assicurando un'ora di apertura in plenaria con attività trasversali (all'interno delle quali saranno presenti anche le nostre routine), e l'articolazione in due sottogruppi, per tutte le situazioni in cui è stato possibile. Negli altri casi, quando i tempi sono più distesi, sono state predisposte le breakout rooms, così da garantire l'apprendimento collaborativo in piccoli gruppi, per il quale assicurerà il supporto anche la studentessa che avrebbe dovuto riprendere il suo tirocinio in classe proprio lunedì.

Il lunedì pomeriggio, inoltre, è stato aperto uno sportello in sincrono (dalle 17:30 alle 18:30) al fine da gestire esigenze specifiche e garantire assistenza. 

Si segnala che nella classe virtuale è stato allestito - tra i materiali - uno spazio dedicato a tutti i documenti principali predisposti per organizzare le attività e già trasmessi alle famiglie: organizzazione complessiva; orario e gruppi; documento per guidare l'accesso alle attività sincrone a cura dalle diverse docenti:

DAD_3A_viaRoma_Organizzazione dal 15 al 22 marzo
DAD_3A_viaRoma_Orario e gruppi (file aperto ai soli alunni e genitori con account d'Istituto)
AD_3a_viaRoma_Come accedere alle lezioni (file aperto ai soli alunni e genitori con account d'Istituto)

Nello stesso spazio, è stato messo nuovamente a disposizione delle famiglie anche il video, predisposto a seguito dell'incontro formativo rivolto ai genitori nel mese di ottobre (vedi). Questo è nato a sostegno dell'utilizzo della GSuite for education sia da pc che da tablet e smartphone.

A questo punto, appuntamento a lunedì sulla classe virtuale!

mercoledì 10 marzo 2021

Distacchi faticosi: il nostro saluto a Cristiana

 
I distacchi in classe nostra sono sempre difficili. Costruiamo legami, siamo fatti così. Credo che sia perché entriamo in classe tutti interi, e questa cosa è contagiosa, e perché finiamo sempre per andare un po' oltre. Cioè finiamo sempre per volerci bene.

Oggi è stato il giorno di salutare Cristiana, una delle nostre tirocinanti della facoltà di Scienze della formazione. Era con me sin dalla quinta dell'altro ciclo e con i miei attuali bambini ormai da tre anni, compreso il tempo della didattica a distanza. Oggi, che ha guidato un bellissimo lavoro sulle frazioni, era anche il giorno del suo saluto. Ed è lì che abbiamo sentito ancora più forte quanto fosse parte di noi.

Le prime a non trattenere la commozione siamo state io e lei, con le parole rotte dal pianto, poi i bambini. Quando è arrivato il momento di andar via, non potendola abbracciare, siamo ricorsi ancora al nostro saluto. Ognuno si è alzato in piedi e, mano nel cuore, le ha consegnato una parola. C'era tanto dentro quelle che sono state dette, e tanto negli occhi e nella voce di ogni bambino.
 
- Non bisogna implicarsi troppo. - Non conto più le volte in cui mi è stato detto.
Eppure oggi, ancora una volta, ho sentito quanto sia fortunato chi lo fa e quanto sia bello che siano così i bambini.
 
Ci mancherai, Cristiana, ma quanto è grande quello che abbiamo condiviso e quanto quello che è nato. Sei parte di questa storia e lo sarai sempre. È questa la bellezza degli incontri veri.
Siamo felici di sapere che la scuola accoglierà presto una maestra come te. Hai tutto quello che serve per guardare in profondità e per non essere mai tranquilla. Quindi, per essere Maestra davvero.
 

La filastrocca che ci ha donato Cristiana nel salutarci:

Filastrocca Libera

Libero, libera, liberi tutti
Libero l’albero e libero il seme
Liberi i belli di essere brutti
Le volpi furbe di essere sceme
Il fiume è libero d’essere mare
Il mare è libero dall’orizzonte
Libero il vento se vuole soffiare
Liberi noi di sentircelo in fronte
Libero tu di essere te
Libero io di essere me
Liberi i piccoli di essere grandi
Liberi i fiori di essere frutti
Libero, libera, liberi tutti.

(da Rima Rimani, Rai Eri, 2007) 

 

A presto con le immagini che ripercorrono l'unità didattica sulle frazioni, guidata da Cristiana.

martedì 9 marzo 2021

Il nostro 8 marzo: la storia di Marie-Sophie Germain e il suo amore per la matematica

Da tempo, mi piace molto che la Giornata dell'otto marzo sia dedicata a una donna che ci aiuti, con la sua vita, a comprendere appieno il senso di questa ricorrenza, facendoci sostare davanti al difficile cammino delle donne per la conquista della parità dei diritti.

È per questo che ho accolto con grande piacere la proposta di Cristiana Corradi, una delle nostre tirocinanti, quando si è resa disponibile a raccontarci una storia che riguarda l'amore di una donna per la matematica, che è poi la sua stessa passione, e che ci avvicina all'ambito all'interno del quale si muoverà anche mercoledì 10 marzo per presentarci la sua unità didattica.

Si tratta di Marie-Sophie Germain (Parigi 1776, 1831), una ragazza parigina cresciuta durante la rivoluzione francese: una grande matematica del suo tempo che ha dovuto combattere i pregiudizi per affermare le sue idee e il suo talento, ma che non si è mai data per vinta, tanto da assumere l'identità di Antoine-Auguste LeBlanc, uno studente che aveva abbandonato gli studi.
Erano gli anni in cui a Parigi apre l’Ecole Polytechnique (1795), alla quale le donne non erano ammesse.


Scriverà così di lei Carl Friederich Gauss, il più grande matematico dell'epoca, con il quale Sophie intratteneva una fitta corrispondenza, quando venne a conoscenza della sua vera identità:

«Il gusto per la scienza astratta in generale, e soprattutto per i misteri dei numeri, è molto raro: ciò non è strano, perché il fascino di questa sublime scienza si rivela in tutta la sua bellezza solo a coloro che hanno l’ardire di affrontarla. Ma quando una donna, che, per i nostri costumi e pregiudizi, deve incontrare difficoltà infinitamente superiori a quelle degli uomini per giungere a familiarizzarsi con questi spinosi problemi, riesce nondimeno a sormontare tali ostacoli e a penetrare fino alle regioni più nascoste della scienza, allora senza dubbio ella ha il più nobile ingegno, un talento straordinario e un genio superiore

La narrazione di Cristiana è stata supportata da alcune slide e da un breve filmato su Sophie destinato proprio ai bambini, tutti materiali che ci ha messo a disposizione e che ora sono pubblicati nella classe virtuale.


Questo con Marie-Sophie Germain, è il terzo incontro (dopo quello con Malala Yousafzai e con Kamala Harris) in cui, quest'anno, ci troviamo a riflettere sulla fatica che ha comportato e comporta la conquista dei diritti verso la parità di genere. Una conquista che, in tanti paesi, ancora oggi è molto lontana.

Adesso il desiderio è quello di portare in classe una storia più vicina a noi, sia in termini geografici che temporali, che ci consenta di conoscere la vita di una donna straordinaria del nostro territorio il cui amore per la matematica, unito alla sua passione educativa, ha guidato tutta la sua vita ed è stato nutrimento per un'intera comunità.
Vediamo se ci riusciamo.

Grazie Cristiana per questa tua proposta che ci ha molto affascinato. Adesso non ci resta che attendere la giornata di mercoledì per lasciarci accompagnare ancora da te dentro l'unità che hai pensato per noi.
La curiosità non manca.


Alle slide

Al filmato:



Per la storia completa:

http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/marie-sophie-germain/

venerdì 5 marzo 2021

Verso la Giornata dei Giusti dell'umanità: riflessioni sull'essere DIFFERENZA nella vita; in classe con Pierluigi Carta e i Giusti sardi.

 
Dopo un anno, ieri abbiamo accolto di nuovo in classe un ospite in presenza: Pierluigi Carta, ex Sindaco della nostra città, conoscitore e cultore della memoria e della legalità.
Un incontro dedicato ai Giusti tra le nazioni, che ha consentito di riprendere un percorso lasciato in sospeso lo scorso anno quando, a ridosso del lockdown, e dopo aver incontrato Gioia Bartali, ci accingevamo alla piantumazione di un albero dedicato a suo nonno: Gino Bartali.
Così, ieri, dopo esserci occupati nei giorni precedenti di rintracciare i Giusti in tutte le storie incontrate sin dalla prima, ci siamo dedicati interamente al tema della giustizia e ai cittadini sardi riconosciuti Giusti tra le nazioni dall'Ente nazionale per la memoria della Shoah a Gerusalemme: lo Yad Vashem. Si tratta di Salvatore Corrias, Girolamo Sotgiu e Bianca Ripepi, e dell'Iglesiente Vittorio Tredici. Tutte persone che hanno messo a rischio la propria vita, senza interessi personali, al fine di salvare quella degli ebrei dal genocidio nazista.

 
 
 
Il nostro percorso, proprio come pensato dalla Legge 212 del 20 dicembre 2017, che ha assunto quella del Parlamento europeo, voluta da Gabriele Nissim, è stato proposto andando oltre i Giusti di Israele, per concorrere a costruire la consapevolezza di come ogni persona debba ritenersi chiamata in causa, in ogni tempo e in ogni luogo, contro l'ingiustizia a favore della dignità e dei diritti umani.
Al centro delle riflessioni: la responsabilità, l'impegno a essere testimonianza e la capacità di costruire dentro di noi un senso di giustizia che sappia guardare all'umanità, sopra qualunque legge dell'uomo.
Il coinvolgimento dei bambini, oggi di otto anni, è stato altissimo. Ancora una volta hanno mostrato grande attenzione e sensibilità nei confronti di questi temi che riteniamo fondamentali nel nostro costruire cittadinanza e che ritornano ogni volta che i fatti del mondo, i vissuti e le ricorrenze che consideriamo centrali ce ne danno occasione.
In classe è risuonata ancora la parola indifferenza, con la consapevolezza che ognuno è chiamato a fare la cosa giusta al momento giusto e che è in quel momento che al girarci dall'altra parte, possiamo scegliere di essere differenza.
 
 
La conclusione del percorso è stata affidata alla visione del video: Il Giudice dei Giusti, di Emanuela Audisio e Gabriele Nissim.
"L'esempio dei Giusti rappresenta la più importante eredità morale per le nuove generazioni, affinché il male possa essere combattuto ogni volta che si ripropone nella storia."

Abbiamo un progetto in cantiere, che questo tempo di pandemia e le nuove conoscenze ci hanno dato modo di far maturare oltre la proposta iniziale; perciò, questo incontro vogliamo guardarlo come un prezioso contributo a qualcosa che è tempo che nasca.

Grazie Pierluigi per aver accolto il nostro invito, per averci consegnato storie vicine a noi che non conoscevamo e, soprattutto, per il tuo essere testimonianza.

mercoledì 3 marzo 2021

C'è speranza se questo accade a Iglesias!

Con grande piacere, condivido questo articolo scritto su www.resistenzacivile.it da una docente e scrittrice che stimo e apprezzo profondamente: Enrica Leone.

Grazie Enrica per questo tuo sguardo e per il tuo impegno. Aspetto di dare vita a cose belle insieme.

https://www.resistenzacivile.it/ce-speranza-se-questo-accade-a-iglesias