sabato 28 marzo 2015

Le nostre tradizioni: la Settimana Santa

Oggi, all'interno dei percorsi programmati per conoscere le nostre tradizioni, abbiamo ricevuto la visita di Remigio Cabras, Sacrista Maggiore dell'Arciconfraternita del Santo Monte di Iglesias, che ci ha accompagnato alla scoperta delle tradizioni della Settimana Santa della nostra città.
Con un percorso semplice, adeguato all'età dei bambini e supportato dalle immagini, abbiamo conosciuto il significato delle diverse processioni che consentono alla città di rivivere il mistero della passione e della morte di Gesù.
L'accento è stato posto, in particolare, sulla necessità di conoscere e tramandare le tradizioni e favorirne la conservazione attraverso la partecipazione diretta alle processioni. Per questo, ai bambini è stato illustrato il ruolo dei baballottis e sono stati invitati a farne parte, informando che l'Arciconfraternita mette a disposizione gli abiti e organizza la sorveglianza dei bambini con i baballotti più grandi per rendere possibile la partecipazione senza la presenza dei genitori.

Con l'impegno di approfondire queste conoscenze anche nei prossimi anni, ringraziamo maestra Francesca per aver prontamente organizzato l'incontro e Remigio Cabras per la gentile disponibilità.


Calendario della Settimana Santa con link alle informazioni sui diversi appuntamenti e alle foto


Martedì Santo - Processione dei Misteri ore 19,00 (foto)
Mercoledì Santo - S. Messa in S. Michele ore 18.30
Giovedì Santo - Processione dell'Addolorata ore 20.00 (foto)
Venerdì Santo - Processione del Monte ore 9.00 (foto)
Venerdì Santo - Processione del Descenso ore 20.00 (foto)
Domenica di Pasqua - S'Incontru ore 11.00, Piazza Sella
Martedì successivo - S'Inserru ore 19.00 via Don Minzoni

venerdì 27 marzo 2015

Avviso: modifica calendario laboratori

Vi informo che gli incontri pomeridiani, programmati per lunedì 30 marzo e giovedì 9 aprile, sono spostati. Le nuove date saranno comunicate al rientro dalle vacanze pasquali.
Grazie per la vostra attenzione!

Il mistero delle Janas: pubblicazione foto

Ieri, grazie al laboratorio svolto al Museo di Villa Sulcis (Carbonia), abbiamo potuto conoscere le Janas, le piccolissime fate che vivevano in buchi scavati nelle rocce (le cosiddette domus de janas). L'attività è iniziata con la lettura di un racconto ed è proseguita con il nostro incontro con una Jana che abbiamo aiutato a ritrovare il suo tesoro perduto. 
Che emozione quando, tutto buio, la Jana ha fatto la sua apparizione! Sì, perchè le Janas fanno la loro comparsa solo di notte in modo che i raggi del sole non rovinino la loro candida pelle. 
Era bellissima, aveva delle grandi ali e danzava...
Alla fine dell'attività ognuno di noi ha potuto costruire la sua piccola Jana da portare con sé.
La mattinata si è conclusa con una rapida visita al museo, che approfondiremo il prossimo anno, e con il gioco libero all'aperto (purtroppo poco, troppo freddo...).
Ringraziamo le gentilissime guide del museo che ci hanno consentito di vivere un'altra bellissima esperienza.

Di seguito il link alla cartella che raccoglie qualche foto della mattinata.
Purtroppo, questa volta non siamo riusciti a raccontare i diversi momenti dell'attività perchè la luce non consentiva buoni scatti. 
Come abbiamo detto, le Janas fanno la loro comparsa solo al buio...


Ci sono appuntamenti che non si possono stabilire in anticipo

Ormai lo sapete. Io non scrivo cose speciali. Amo scrivere cose normali. Quelle che richiamano la mia attenzione nella quotidianità e che credo valga la pena di riprendere a voce alta.
Ieri è successo di nuovo.
Stavamo lavorando su una prova Invalsi di matematica. Non importa ciò che io penso, voglio che i bambini ne conoscano la modalità e possano affrontarle con la necessaria serenità.
Finita la prova individuale è iniziato il confronto in coppia. Momento fondamentale per trovare i propri errori, farne risorsa e indagare altre possibili strade per trovare le soluzioni...
A un certo punto osservo che una bambina piange.
Mi avvicino. La compagna di lavoro interviene per spiegarmi che tutto è successo per le diverse cose a cui non è riuscita a rispondere e per i troppi errori.
Interrompo subito. Mi siedo con loro. Prendo in braccio la bambina e la rassicuro.
- Se c'è qualcosa che non sai fare, non spaventarti mai. La imparerai. Vuol dire che non è il momento. Tu fai il tuo massimo, mettici tutto l'impegno. Io ci metterò il mio, ma poi aspettiamo insieme.
Se qualcosa non la impari in seconda, la imparerai in terza; se qualcosa non la imparerai in terza, la imparerai in quarta; se qualcosa non la imparerai... - la guardo, incontro il suo sorriso, e aspetto che continui lei - ...in quarta, la imparerò in quinta! - E se qualcosa non la imparerai - riprendo - non fa niente. Non tutto è necessario per vivere bene. Ma devi essere serena. A scuola ci devi stare bene. L'ansia di non sapere non ci fa imparare di più, ci blocca.
Poche parole ed è tornato il sereno. Lacrime asciugate, lineamenti ammorbiditi.
Non si può star male a sette anni perché non si riesce a fare qualcosa.
Di certi pesi voglio occuparmi io.
Finito il confronto in coppia, come sempre mi siedo in mezzo a loro, e ci mettiamo gli uni di fronte agli altri per il controllo collettivo. Ora è il momento di far emergere tutti i ragionamenti, quello di valorizzare alcune soluzioni, di mostrarne altre, soprattutto quando si incontrano proposte nuove.
Nessuno di loro lo sa, ma tutta l'attenzione ora è per quella bambina. Illustro strade che, nella ritrovata serenità, le possano consentire di andare via sapendo che lei ce la farà.
Quando usciamo, nel ritrovato silenzio, ringrazio gli anni che mi hanno fatto capire che cosa conta e che mi hanno insegnato che, se è vero che non bisogna arrendersi, non sempre è il momento di lottare. Che non esiste efficacia quando non c'è serenità.
Questo è uno dei motivi principali della mia scelta di non valutazione. Ognuno ha il suo massimo. Il voto non può punire chi non è pronto. 
Insegnare, ma anche essere genitori, richiede la pazienza di saper attendere.
Ci sono appuntamenti che non si possono stabilire in anticipo.

Investita dalla bellezza

Ieri sono stata letteralmente investita dalla bellezza.
Ad accogliermi, al rientro dall'uscita al museo di Carbonia, uno scrigno per il mio compleanno.
Ma non era un semplice scrigno... nelle pareti, dipinti, i nomi di tutti i bambini e, davanti, una barca a vela navigava serena nonostante le onde del mare. Il simbolo del nostro viaggiare.
Sono rimasta senza parole.
Con lo scrigno, un bellissimo mazzo di fiori e una lettera che mi consegnava il tesoro dei bambini.
E un tesoro era... dopo aver preso la chiave e aperto il lucchetto, dentro ho trovato un biglietto realizzato da ogni bambino. Tutti diversi e tutti speciali. Proprio come loro. Lettere, disegni, poesie, acrostici... ognuno ha detto a modo suo il bene e la gioia per il nostro percorso insieme.
Impossibile raccontarvi l'emozione. Ho aperto il nastro di ognuno, letto e richiuso con cura, con gli occhi dei bambini puntati addosso in modo da non perdere proprio niente.
Il mio grazie l'ho consegnato ai bambini. Spero che sia arrivato.
-Dite ai genitori da parte mia che li ringrazio. Dietro un bambino speciale, ci sono genitori speciali.
A tutti, grazie di cuore.


mercoledì 25 marzo 2015

Permettetevi!

Oggi, durante la lettura di un testo per ragionare sulla punteggiatura, mi sorprendo per un termine che trovo improprio, tanto che nello spiegarlo vado ad interpretare - Certamente voleva dire….
Una bambina interviene: - No maestra, è riferito a…
Non capisco e passo dritta, rinforzando la spiegazione che do ai bambini mentre cerco di darla anche a me stessa. Procedo e mi blocco. Colgo ciò che concentrata sulla punteggiatura non avevo visto. Ripenso a quanto mi aveva detto la bambina. In un attimo le sue parole acquisiscono senso.
Mi fermo. Mi scuso.
- Ora ho capito, avevi ragione tu! Dovevi dirmelo – aggiungo.
Lei mi guarda un po’ sorpresa e capisco. Me lo aveva detto e come… Sono io che non ho colto.
Mi fermo. Adesso con il bisogno di rivolgermi a tutti.
- Quando sapete di avere ragione, non mollate. Insistete. Non abbiate paura di sostenere le vostre convinzioni. Se io non la penserò come voi, esprimerò le mie e ci confronteremo portando le ragioni che hanno dato forma al nostro pensiero.
Quanto vi dico deve valere con tutti, non solo con me.

Mentre vado via ripenso a quando ero bambina. A tutte le volte in cui mi è stato detto: - Non permetterti! - A quanto ho dovuto faticare per avere la forza di sostenere le mie convinzioni.

Ai miei alunni, a tutti gli alunni, voglio dire: - Permettetevi! Fatelo sempre con educazione, ma non abbiate paura di esprimere il vostro pensiero anche nelle più piccole cose. Non cercate di compiacere chi avete di fronte, non è utile a nessuno. Cercate sempre di capire.

Promemoria: presentazione progetto "Campu Maistu"

Vi ricordo che questa sera, alle ore 17, nella sala riunioni della Scuola primaria di via Roma, è programmata la presentazione del Progetto "Campu Maistu", promosso dall’Agenzia Laore della Regione Sardegna, che coinvolge gli alunni nel Progetto “Le mani in pasta – Conoscenza della filiera cerealicola per la produzione del pane e della pasta, da svolgersi con gli operatori dell’Agriturismo “Le Riad” di Gonnesa.
Vi aspettiamo!

Alla Circolare trasmessa alle famiglie

martedì 24 marzo 2015

S.O.S. Famiglia: incontro con Lorenzo Braina

È da tanto che spero di avere il piacere di ascoltare Lorenzo Braina di persona. Per ora ho conosciuto l'incanto delle sue parole e dei suoi significati.
S.O.S. Famiglia di Iglesias, il 9 aprile alle ore 17, ci offre questa opportunità. Credo che possa esserlo per tutti noi. Quindi vi invito a partecipare. Io ci sarò.

I bambini hanno un dono. Sentono l'amore e la cura per loro. Sentono nel profondo il desiderio di un adulto verso la loro vita. Per quanto oggi ti sia sentito mancante, assente, deficitario se hai quel desiderio domani al suo risveglio ti darà un'altra possibilità, e poi un'altra e un'altra ancora.
Perché loro sono fatti così, perdonano e guardano avanti. Scommettono sempre sul domani e su te.
Sarebbe bello un mare calmo per ogni bambino, un adulto col desiderio di cura per ognuno di loro... (Lorenzo Braina)

Di Lorenzo Braina sul blog: Alla fine chi mi ha salvato dal perdermi?


Tecnologia sì, tecnologia no. E se puntassimo sull'armonia?

Mi sta capitando sempre più spesso di leggere e ascoltare parole molto critiche nei confronti dell'uso delle tecnologie nella didattica, addirittura della LIM. Fermo restando che queste sono parte degli strumenti del docente e che, pertanto, devono convivere con tanti altri, e che, proprio in quanto tali, nulla possono se non sapientemente gestiti (si può suonare il piano senza conoscere la musica?), la cosa che mi stupisce di più è che i più critici sono coloro che ne conoscono solo la faccia passiva o che non ne hanno mai fatto uso se non estemporaneo e poco consapevole. Per il superamento, per la sintesi, non è necessario passare attraverso tesi e antitesi? A stupirmi di più sono coloro che all'uso delle tecnologie a scuola si oppongono facendo riferimento ai danni che ne possono derivare. Ma chi li orienta questi giovani al buon uso della tecnologia se la scuola si sottrae? Non è la conoscenza, l'unica vera arma contro le brutture alle quali assistiamo tutti i giorni? Cosa succede se la scuola ignora, quando arriva l'età in cui l'incontro con il mondo in cui viviamo è inevitabile?
Io credo che a scuola, perchè nessuno sia buttato fuori, debbano entrare tanti linguaggi, non uno soltanto, e in questo le tecnologie sono un aiuto prezioso, ma credo, soprattutto, che la scuola abbia un ruolo fondamentale nel rendere consapevoli nei confronti di questi strumenti e nel mostrarne la buona faccia, perchè non sia quella cattiva a prendere il sopravvento. Io sono per la sintesi, perchè credo che tutto questo abbia una misura e che possa trovare un'armonia con il resto. A scuola, lo dico sempre, si deve entrare tutti interi, con la testa il cuore. Ma si puó lasciare il mondo fuori?
Questo per me non è coraggio, è rinuncia.

sabato 21 marzo 2015

Alla scoperta delle nostre tradizioni: i baballottis

Vi comunico che sabato 28 marzo, all'interno dei percorsi programmati per conoscere e salvaguardare le nostre tradizioni, ospiteremo in classe il Sig. Remigio Cabras, componente del Consiglio dell'Arciconfraternita del Santo Monte, che presenterà ai bambini la figura del "baballotto".

Al sito dell'Arciconfraternita del Santo Monte:
http://www.arciconfraternitasantomonteiglesias.org/

All'interno del sito, è possibile consultare la Guida alla Settimana Santa

Progetto "Ciclismo nelle scuole"

Vi informo che giovedì 19 marzo è partita la seconda parte del Progetto F.C.I. “Ciclismo nelle scuole, che prevede la conoscenza e l'uso della bicicletta.
Il progetto, proposto dalla Scuola di Ciclismo giovanile VDS di Monteponi, e curato dal Sig. Luigi Mascia, è partito nel mese di novembre 2014. 

Di seguito il link alla cartella contenente alcune immagini scattate durante l'attività.

venerdì 20 marzo 2015

Edmodo: nuove attività!

Vi comunico che da ieri, su Edmodo, sono disponibili delle nuove attività per lavorare sull'ordinamento alfabetico in preparazione di un divertente gioco di squadra da svolgere presto in classe.
Buon lavoro!


Attenzione! Le attività saranno disponibili fino a giovedì 26 marzo.

giovedì 19 marzo 2015

Avviso: tablet a scuola


Vi comunico che per sabato 21 marzo è programmata l'attività con il tablet. Pertanto, le famiglie, così come concordato, potranno consegnarlo ai bambini assicurandosi che sia carico e ben protetto.
Grazie per la vostra preziosa collaborazione!

mercoledì 18 marzo 2015

Progetto "Campu Maistu" (Orario modificato!)

Vi anticipo che la nostra uscita didattica in fattoria, programmata per l'intera giornata dell'8 maggio, è rientrata nel Programma di educazione alimentare, ambientale e sulla ruralità, denominato "Campu Maistu - Didattica in Fattoria Sulcis Iglesiente" (Agenzia LAORE). Pertanto, in data 25 marzo 2015, alle ore 17.00, è programmato un incontro con le famiglie per l'illustrazione del progetto complessivo.
Il Programma "Campu Maistu" mira ad aumentare fra gli alunni la conoscenza delle tradizioni agroalimentari della Sardegna, stimolare la loro capacità di manipolazione nella produzione e/o trasformazione dei prodotti agroalimentari e, conseguentemente, adottare comportamenti di consumo consapevole che siano ecologicamente e socialmente sostenibili (prodotti biologici, a denominazione di origine certificata o i cosiddetti prodotti a chilometri zero). 
Non mancate!

Per tenere sotto controllo gli impegni, non dimenticate che questi sono puntualmente riportati nel nostro calendario.

Il mistero delle Janas


Vi ricordo che giovedì 26 marzo svolgeremo la seconda visita guidata a Carbonia, questa volta presso il Museo Archeologico Villa Sulcis, per partecipare al laboratorio "Il mistero delle Janas".
Si tratta di un'uscita con lo scuolabus che sarà effettuata in orario scolastico.
Come sempre in queste occasioni, i bambini dovranno portare esclusivamente un piccolo zainetto con la merenda e indossare la maglietta della scuola per facilitare le attività con gli operatori.
Di seguito la scheda sull'attività programmata.

martedì 17 marzo 2015

Grazie Nicoletta!

Solo qualche immagine per condividere con voi il primo laboratorio manipolativo-espressivo svolto oggi con la guida della mamma di Fabio.
Non sappiamo che cosa sia arrivato veramente a casa. Se è vero che quasi tutti i bambini sono riusciti a completare il loro lavoro, sappiamo anche che qualcuno non ha potuto curarlo come avrebbe voluto. Ma una cosa è certa, questo è stato uno di quei giorni in cui è nel ritrovato silenzio, con l’aula che pian piano riprende forma, che si riesce restituire il vero senso all’esperienza.
Nicoletta ha fatto la cosa più difficile: ha lavorato per creare le condizioni che consentissero ai bambini di fare in prima persona, senza sostituirsi in alcun modo a loro, anche mettendo a rischio la qualità dei lavori che aveva selezionato con tanta cura e per i quali ha messo a nostra disposizione tutti i materiali necessari.
Ha puntato sul processo. Ha fatto in modo che l’attività passasse attraverso tutte le fasi necessarie per la realizzazione dei lavori e i bambini hanno scelto proprio tutto, dall’oggetto da costruire, ai colori per dipingere, al cartoncino da utilizzare, alle piccole cose utili per arricchire il loro manufatto.
Così, mentre in aula compariva di tutto e le esigenze si moltiplicavano, non sono mancati gli scambi fugaci tra me e Nicoletta che iniziavamo a temere che i tempi non avrebbero consentito a tutti di terminare per l’orario d’uscita.
Eppure, vedere i bambini scegliere i colori, mescolarli e dipingere, predisporre i modelli sulla carta, riportarli sul cartoncino, tagliare, infilare, incollare, è stato un vero piacere.
Per questo, una volta che mi sono ritrovata con l’aula vuota, mentre riflettevo su qualche possibile aggiustamento organizzativo, il mio pensiero diceva grazie a Nicoletta che ha lavorato tanto per coinvolgere, preoccupata solo della soddisfazione dei bambini.
Oggi l’ho sentita molto simile a me quando scelgo di metterli nella condizione di scoprire pur sapendo che lascerò ben poche tracce sul quaderno, con il rischio che voi genitori vi domandiate: “Tutto qui quello che hanno fatto oggi?”
Grazie Nicoletta! Questa mattina i bambini hanno portato a casa qualcosa di più di un bel “lavoretto”. Hanno imparato a partire da un modello e a svolgere un progetto dall’inizio alla fine, utilizzando oggetti di recupero che d’ora in poi, con buona probabilità, guarderanno con altri occhi.
E anche io sento di avere imparato. E in questo campo, lo sapete tutti, ne ho davvero tanto bisogno.
Per ora il camice ha fatto la sua comparsa... ;-)








































Incontri con la moltiplicazione

Quache scatto dei nostri incontri con la moltiplicazione che vanno dal riconoscimento visivo degli schieramenti, per passare attraverso gli incroci con le cannucce, fino all'avvio del nostro primo torneo con il software delle tabelline.
In armonia, tra tradizione e innovazione.
Schieramenti: ricoscimento visivo con LIM (materiale autoprodotto)

Con le cannucce, disponiamo righe e colonne















Con le cannucce, verifichiamo gli incroci
Ci confrontiamo con il software delle tabelline

Scuola-Università: avvio tirocinio

Vi informo che da domani avremo in classe Nadia Pisano, una studentessa dell'Università degli Studi di Cagliari - Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, che svolgerà con noi un percorso di tirocinio della durata di 50 ore.
La sua presenza sarà concentrata prevalentemente in due giornate/settimana e sarà guidata dai seguenti obiettivi formativi, concordati con la facoltà:
  • osservazione della realtà scolastica ospitante;
  • osservazione strutturata delle relazioni educative e delle diverse didattiche;
  • osservazione/interpretazione dei processi educativi;
  • osservazione e partecipazione guidata alle attività didattiche.
Il nostro impegno sarà quello di offrire a Nadia un'opportunità formativa il più possibile ricca e stimolante, che sappia motivarla nei confronti del meraviglioso mestiere dell'insegnante.
Per riuscirci, come sempre, contiamo sulla collaborazione di tutti.

Noi genitori: "Una lezione di vita"

“…E videro il mondo non per come era, ma per come avrebbe potuto essere: con coraggio e gentilezza e…dove c’è gentilezza, c’è bontà. E dove c’è bontà, c’è magia”.
Non è una frase celebre, ma il finale del film, dell'adattamento cinematografico della celebre fiaba di Cenerentola che ho visto al cinema insieme ai miei figli.
Una frase semplice che mi ha riportato, per un attimo, all'esperienza che i nostri bambini hanno vissuto in classe i giorni scorsi in occasione della ricorrenza della giornata dell’otto marzo.
A suscitare tanta emozione questa volta non è un film, ma un video. Il video dove Lucilla espone il suo lavoro di ricerca sulla storia di Malala Yousafzai. Mi stupisco, respiro con gli occhi e con il cuore ogni singola parola, ogni singolo suo gesto, ogni singola sua espressione, ogni singolo suo movimento.
Incredibile! Straordinario! Che meraviglia! Questo è il mio commento che esprimo liberamente ad alta voce, anche se a casa sono da sola. Il video finisce. Ma io sono ancora li, ferma su Lucilla e sul composto, attento ed espressivo silenzio dei suoi compagni. 
Si, ora mi permetto di aggiungere, grazie!
Perché Lucilla non mi ha fatto solo conoscere attraverso il suo sapere, il suo cuore e i suoi occhi, la sorprendente storia di una giovane e coraggiosa ragazza che ha dato un grande contributo alla lotta per l’istruzione, una ragazza che è riuscita a scappare a un destino riuscendo a darsene un altro, tenendoli però dentro di se tutti e due, per diventare così una vera testimone di vita.
Mi ha regalato e trasmesso un’emozione ancora più grande. Una vera e propria lezione di vita.
Mi ha insegnato che i bambini sono davvero i protagonisti del loro sapere, consapevoli e credibili, che in loro ci sono pensieri davvero alti, elaborati, che con precisione, autenticità, naturalezza, attenzione e cura riescono a tradurre in parole semplici e comprensibili, bambini davvero capaci di dare le risposte alle grandi domande, facendo entrare coraggiosamente il mondo dentro di loro. Perché lo vogliono, lo chiedono, perché con la loro fermezza d’animo e forza dei desideri sono il vero cuore proprio di quel mondo, convinti che è il sentimento che viene messo dentro le esperienze a rendere straordinarie anche le cose più semplici; che non è importante sapere molto, ma sapere bene, non conoscere, ma comprendere, non che tutto importi solo un poco, ma che qualcosa conti veramente.
Sanno anche che tutto quello che c’è in loro, i sogni, le aspettative, le speranze, la determinazione, il coraggio, l’audacia, il sapere per saper essere, sono valori indispensabili per renderli migliori, per aiutarli a spostare i confini del possibile, per poter andare, vivere e diventare senza mai smettere di cercare e credere di poter essere qualcuno, passo dopo passo.
E noi adulti? Dobbiamo farci trascinare, catturare, modellare dall'entusiasmo dei bambini, dalla loro voglia di cambiamento, dal loro desiderio di vivere in prima persona il mondo di cui fanno parte. Ascoltiamoli, non ci chiedono di diventare dei bambini eccellenti, ma bambini autonomi, felici e liberi. Di essere ciò che vogliono e perché no! di immaginare ciò che desiderano diventare, senza obbligarli a raggiungere risultati decisi da noi, risultati sorprendenti, ma semplicemente aiutarli a capire quali traguardi intendono raggiungere, offrendo tutte le opportunità necessarie per sviluppare le loro capacità, sentendosi sempre liberi o meno di coglierle…
Lucilla la sua opportunità - di far entrare il mondo nel suo mondo e di raccontarcelo attraverso il suo cuore e i suoi occhi – con gioia e serenità ha voluto coglierla. Incoraggiata e stimolata, oltretutto, da un’insegnante, Maestra Enrica, che con convinzione ha deciso di aprire le porte della classe alle realtà della vita, che pazientemente ascolta e comprende, che accompagna alla scoperta, che non parla ai bambini ma con i bambini, che non costringe ma libera, non trascina ma innalza, non comprime ma forma, non esige ma domanda, non forza ma attende con grande fiducia, con cuore accogliente.
Da mamma, da adulta, ancora grazie Lucilla, perché in verità mi hai insegnato la cosa più importante: quella di non voler trasformare voi bambini nel nostro tipo di adulti o di trasferire il nostro tipo di adulti in voi, ma di formare… con coraggio e gentilezza…adulti migliori di quanto siamo noi.

lunedì 16 marzo 2015

Avviso: laboratorio manipolativo-espressivo

Vi informo che domani, martedì 17 marzo, dalle ore 11.30 alle 13.30, svolgeremo un primo laboratorio manipolativo-espressivo con materiale di riciclo, guidati da Nicoletta,  la mamma di Fabio. Si tratta di un'altra opportunità resa possibile dalla nostra banca dei talenti.
Per l'occasione, è necessario che i bambini indossino una vecchia felpa. 
Grazie per la collaborazione!

venerdì 13 marzo 2015

Edmodo: si lavora sulle azioni!

Ciao bambini! Volevo informarvi che su Edmodo vi aspettano alcune attività per lavorare sulle azioni.
Sempre nell'ambiente, trovate anche Gioca jouer, la canzone che abbiamo ballato ieri giocando a distinguere le azioni dalle non azioni. Buon divertimento!

Attenzione! Le attività saranno disponibili fino a mercoledì 18 marzo.

Link diretto alle attività

mercoledì 11 marzo 2015

Le nostre tradizioni: "Su Nenniri"

Lunedì, come ci aveva anticipato su Edmodo, maestra Francesca è ritornata a condividere con noi l'ultima ora della mattinata per accompagnarci alla scoperta di "Su Nenniri".
Dopo una prima indagine per verificare se conoscessimo questa nostra antica tradizione, abbiamo scoperto: che cosa è "Su Nenniri",  come si prepara e qual è il suo significato.
Subito dopo, organizzatissima, maestra Francesca ha tirato fuori quanto necessario e ci ha coinvolto nella preparazione collettiva del nostro vaso, per poi innaffiarlo e riporlo nell'armadio, lontano dalla luce e dal calore, con l'impegno di occuparcene ogni tre giorni. Dovrà essere pronto per la prima settimana di aprile!

Le fasi della nostra attività:

Maestra Franceca, prima di raccontare, verifica le nostre conoscenze 
Maestra Francesca ci mostra quanto necessario
Ognuno di noi mette una manciata di semi nella terra

Il vaso è pronto e custodito dentro l'armadio, lontano da luce e calore

















Approfondimento messo a disposizione da maestra Francesca:

Cos’è “Su Nenniri”?
Su Nenniri è un'antica tradizione sarda legata alla festività della Pasqua cristiana.
L'usanza sarda di preparare il cosiddetto "Nenniri" risale ad un culto molto antico, risalente ai primi popoli che hanno vissuto nella nostra terra.
Le donne sarde, una quarantina di giorni prima della Pasqua, seminavano in vasi di buona terra, chicchi di grano d'orzo, lenticchie ed altri cereali, e collocavano questi vasi sotto i loro letti o in casse che tenevano chiuse.
Le piantine crescevano ma, senza clorofilla, rimanevano bianche o candide.

Come si prepara?

Su nenniri si prepara seminando, tradizionalmente, il grano, misto a orzo e semi di lino per la realizzazione di un vasetto di germogli.
I semi vengono posti in un piccolo recipiente pieno di terra, che verrà innaffiato molto di frequente. Questo viene poi conservato in un luogo buio, in modo tale che i germogli, privati della luce, crescano di un verde-giallo chiaro e molto brillante.

Qual è il suo significato?

Il giovedì santo, i vasi col Nenniri, ben infiocchettati con nastri di seta o di raso multicolori, vengono esposti per adornare le cappelle che ricordano il sepolcro di Gesù. Questo è un omaggio di fede cristiana al buon Gesù.
Quando è pronto, su Nenniri, assume un’importanza particolare per la Pasqua; infatti, è simbolo della primavera, della natura che rinasce a nuova vita, come Gesù che con la sua Resurrezione porta nel mondo una nuova vita di luce e speranza per gli uomini. 
Può essere regalato a parenti e amici come augurio di serenità e fecondità.
Su Nenniri ricevuto in dono si pone come centrotavola per il pranzo di Pasqua.

lunedì 9 marzo 2015

Documentazione esperienze: verso l'otto marzo con Malala

Vi comunico che è disponibile il video con alcuni dei passaggi in cui Lucilla presenta alla classe la storia di Malala Yousafzai e il suo coraggioso impegno per la lotta all'istruzione.

domenica 8 marzo 2015

Auguri a tutti noi

Da maestra, il mio augurio, oggi, non voglio rivolgerlo alle donne, ma a me stessa e alle mamme, ai padri, a noi insegnanti che abbiamo il privilegio di vivere accanto alle bambine. Non guardiamole come future donne, guardiamole per quello che sono e lasciamo che siano bambine, fino in fondo. Diamo loro fiducia nelle piccole cose, e facciamole muovere sicure, facendogli sentire che possono farcela, ma stando al loro fianco, pronti ad aprire le braccia. E dimostriamo il nostro amore, non diciamolo a parole, non scriviamolo sui social network. Facciamoglielo sentire con le piccole cose quotidiane, quelle che si muovono silenziose e che sono capaci di farti sentire avvolto. Facciamogli sperimentare la serenità, questo gliela farà cercare, e le renderà forti, capaci di riconoscere le ingiustizie, di saper dare loro un nome e di saper lottare e sapersi rialzare mille volte. Solo chi conosce la serenità, la cerca e la protegge. Solo chi ha sperimentato la fiducia, diventa capace di lottare. Solo chi ha conosciuto l'amore lo sa riconoscere e distinguere da quello che amore non è.
Quindi auguri a tutti noi e alle nostre bambine oggi, che possano trovare adulti all'altezza del futuro che meritano.

sabato 7 marzo 2015

Verso l'otto marzo con Malala

 "Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo.
L'istruzione è l'unica soluzione. L'istruzione innanzitutto."

La lezione di oggi è iniziata con una slide, il titolo di un libro: "Il sogno di Rossociliegia". Da lì un brainstorming che ha riportato alla memoria Rossociliegia, la sua storia, il suo sogno: studiare.
Io chiedo: - Vi ricordate in quale occasione vi ho letto questo libro?
Così come riemergono velocemente i contenuti della storia, i bambini non tardano a ricordare anche il quando: - L’anno scorso, era l’otto marzo!
- Perché l’otto marzo? – chiedo io.
- Perché era la festa della donna!
Mi sorprendo, in poco tempo è di nuovo tutto lì, come se ne avessimo parlato solo il giorno prima.
- Vi ricordate che l’anno scorso vi ho detto che non si può parlare proprio di una festa?
Ecco che riflettono e riemerge anche questo, con grande chiarezza:
- Non può essere chiamata festa perché ricorda la morte di un gruppo di donne in una fabbrica di New York.
Non credevo che avrebbero riportato alle memoria così tanto.
Ripropongo i fatti e parliamo delle lotte delle donne, ricordiamo che questa più che una festa, è un giorno dedicato alla memoria dell’impegno che le donne hanno dedicato e dedicano alla conquista dei loro diritti. Faccio capire che per loro è stato tutto più difficile, che anche le più piccole conquiste sono frutto di lunghe battaglie, tante ancora in corso.
Spiego che le differenze non sono superate con il presente, che ci sono luoghi in cui sono ancora assenti quei diritti che noi diamo per scontati.
E qui mi fermo. Passo la parola a Lucilla.
Sì, a Lucilla. Perché proprio a lei?

È successo che qualche mese fa, ho saputo per caso che aveva una passione per Malala Yousafzai, la bambina pakistana, Nobel per la pace, che il 9 ottobre 2012 è stata gravemente ferita alla testa e al collo per mano di un commando armato talebano, a causa della sua rivendicazione del diritto all'istruzione per le bambine.
Quando l’ho scoperto ho sentito rinnovarsi il mio dispiacere per non essere riuscita a dedicare un po’ di tempo a questa giovane e coraggiosa ragazza che ha dato un grande contributo alla lotta per l’istruzione.
Così ho chiamato Lucilla da una parte e le ho domandato: - Ti piacerebbe fare un lavoro su Malala e presentarlo alla classe per l’otto marzo? Mi sembra la ricorrenza giusta da dedicare a lei.
Lucilla ha accettato con un entusiasmo inimmaginabile. Ha chiesto alla mamma di comprarle il libro di Malala e lo ha letto tutto, ha evidenziato per fermare le cose più importanti e le ha scritte a parole sue.
Così siamo arrivati ad oggi. Io le passo la parola.
Lei distribuisce a tutta la classe delle dispense che ha preparato, in cui racconta la storia di Malala con grande semplicità, ma senza sacrificare niente a questa.
Inizia a raccontare e, mentre lo fa, aiuta i compagni a capire facendo confronti con la loro vita di bambini.
Chiede di seguirla indicando le pagine, mostra le foto, approfondisce, risponde alle domande.
Incredibile. Io guardo la madre, che ho invitato a scuola per condividere con noi questo momento, e insieme ci sorprendiamo e ci emozioniamo.
Lucilla finisce. I bambini applaudono.














Subito dopo, io propongo due documenti video.
Il primo riprende Malala durante il suo discorso per la consegna del Nobel; il secondo è un documentario dal titolo “Le bambine non vanno a scuola”. Questo consente ai bambini di conoscere il paese di Malala, le sue amiche rimaste in Pakistan, le loro difficoltà di tutti i giorni dovute semplicemente ad essere bambine che amano l’istruzione nonostante le minacce dei Talebani.
Sono stata giorni e giorni ad indagare i materiali e a scegliere quelli più adatti per supportare il lavoro di Lucilla. Ero consapevole che il primo approccio al documentario non sarebbe stato facile, ma volevo che il racconto potesse ancorarsi a spazi e persone vere. L’immaginazione non poteva bastare. Volevo che Malala e le sue compagne avessero un volto, che i bambini vedessero le forme e i colori del Pakistan e che potessero conoscere le scuole senza banchi e senza sedie. Quelle scuole per cui Malala ha rischiato di perdere la vita e per le quali continua la sua lotta.
Forse non resterà tutto, ma non importa. Da qualche parte bisogna iniziare e poi, come sempre, sappiamo che c’è tempo. Sono tasselli ai quali se ne aggiungeranno tanti altri.













Il nostro 8 marzo si è concluso con una riflessione. Non tutti possiamo essere Malala. Esistono anche tante lotte destinate a rimanere silenziose.
La cosa importante è quella di avere la forza di levare la nostra voce ogni volta che vogliamo affermare qualcosa in cui crediamo.
Per ognuno arriva sempre il momento di scegliere qual è la cosa giusta.

Felice 8 marzo alle mie bambine, alle loro mamme e a tutti, donne e uomini, che lottano per un mondo in cui non esistono differenze. 
Impegniamoci perchè i nostri figli possano crescere, così come è accaduto a Malala, avendo vicino persone che credono in loro. 
Questo li renderà più forti.

Link ai video proiettati in classe:

Le bambine non vanno a scuola” di Lucia Goracci, documentario prodotto da Rai3

"Il discorso di Malala in occasione della consegna del Premio Nobel per la pace", Tg2000

Uguaglianza ed equità

Bello incontrare un'immagine che dice con tanta chiarezza la differenza tra uguaglianza ed equità.
Non serve aggiungere altro.
A me piace che tutti abbiano accesso al mondo.
Buona giornata!

venerdì 6 marzo 2015

Piccole cose

Quelle che vi racconterò sono davvero piccole cose, eppure ci dicono molto sugli effetti dei modelli offerti e sul valore del tempo investito nei primi anni della scuola elementare se crediamo nell'autonomia dei bambini e nella costruzione della cura e dell'amore per lo spazio nel quale trascorrono buona parte dei loro anni scolastici.
Ormai in classe funziona così. Il nostro spazio e le nostre cose sono importanti per tutti e abbiamo capito che nell'ordine si lavora meglio; perciò, si collabora perchè l'aula sia sempre ordinata e pulita. Quando qualcosa non è al suo posto o un oggetto va aggiustato, c'è sempre qualcuno che interviene...
Niente resta in giro. Se di una matita, un colore, una gomma non si trova subito il proprietario, viene riposta nella scatola degli oggetti smarriti nella quale i bambini vanno a cercare quando si accorgono che  manca loro qualcosa. 
Se i banchi sono sporchi, fanno subito la loro comparsa spray e rotolone o le salviette per ambienti, e tutto torna subito pulito.
Sotto il banco tutti hanno la loro cartella e sanno bene che ogni cosa deve essere riposta con ordine all'interno. Quando vanno via controllano sotto i banchi per verificare che ci sia solo la cartella e il libro che stanno leggendo.
In fondo all'aula c'è la bibliotechina di classe. Le nostre piccole bibliotecarie si occupano di riordinarla e di disporre i libri in modo da stimolare l'interesse dei compagni. Sempre loro, prima della merenda, gestiscono il registro: scrivono la data del giorno e assistono i compagni nella registrazione di resi e nuovi prestiti.
Negli armadi, a disposizione dei bambini, ci sono dei piccoli giochi, molti realizzati con materiale di recupero. I bambini alla ricreazione, dopo aver fatto merenda tutti insieme, li prendono e giocano per poi riporre tutto con cura nel posto giusto.
Durante la ricreazione i bambini vanno autonomamente in bagno, due femmine e due maschi per volta. Un bambino e una bambina, con turno settimanale, hanno l'incarico di distribuire sapone e carta igienica che poi si occupano di riportare in classe e riporre nello spazio dedicato.
Mentre si aspetta di andare in bagno, i bambini apparecchiano, occupandosi di preparare anche il tavolo per i compagni che hanno il turno del sapone, per poi iniziare a mangiare tutti insieme. La ricreazione non inizia mai senza augurarsi collettivamente il "buon appetito".
Durante la lezione non si sentono più richieste come "Posso bere?", "Posso andare in bagno?". I bambini ormai hanno condiviso le regole e si muovono autonomamente, così che le attività non si interrompono di continuo. Sanno che durante la lezione possono uscire uno alla volta, conoscono i momenti in cui non è opportuno e attendono.
Quando finisce la lezione, l'aula è ordinata e pulita, proprio come l'abbiamo trovata, e non è raro vedere qualche bambino tornare indietro per raccogliere ancora qualcosa o mettere a posto un'ultima sedia.
È vero sono tutte piccole cose. Eppure io credo che l'amore per il proprio spazio e questa prime forme di fiducia siano fondamentali per stare bene a scuola e per conquistare la propria autonomia.
Da insegnante, la gioia più grande arriva quando ti accorgi che devi intervenire sempre meno, che trovano le loro strategie organizzative e che sono loro, abituati alla collaborazione, a supportare chi ancora ne ha bisogno.
Il mio compito è solo quello di continuare ad offrire modelli, essere quello che mi aspetto da loro. E crederci, senza fretta. Tutto qui.

martedì 3 marzo 2015

Due parole su un incontro inaspettato con la valutazione autentica

Oggi, in biblioteca. È il momento della registrazione dei libri. Una serie di discorsi attira la mia attenzione.
- Quante pagine ha il tuo libro?
- Centoventisette!
- Il mio centoquarantotto. Ne ho ventuno in più di te!
- Io ho preso due libri. Ne ho novantasette nel primo e settantotto nel secondo. Ne ho centosettantacinque!
Il compagno lo guarda e gli dice: - Per contare più in fretta potevi fare cento più ottanta e togliere tre e due!
L'altro aggiunge: - Io lo so fare anche in un altro modo: cento più cento meno venticinque!
I discorsi hanno contagiato anche gli altri. Io senza farmi notare seguo tutto e sorrido. Chiaramente non mancano quelli che provano e inciampano. Ma provano...
In modo naturale, si è presentata un'occasione ghiotta per verificare non ciò che i bambini sanno, ma "ciò che sanno fare con ciò che sanno".
Inutile dirvi che il rientro a scuola è stato meraviglioso. Giornata di sole, bambini felici del loro carico di libri e io soddisfatta di questo incontro non programmato con la "valutazione autentica".

Per chi volesse curiosare sul concetto di "valutazione autentica":
"La valutazione autentica e quella tradizionale" 
"La valutazione autentica" di Mario Comoglio

S.O.S. Famiglia: "Aiutiamoci ad educare": segnalazioni

Per chi avesse piacere di leggerlo, condivido l'articolo scritto da Arnaldo Scarpa sul mio incontro del 21 febbraio "L'altra possibile faccia della scuola", programmato all'interno del percorso "Aiutiamoci ad educare", organizzato da S.O.S. Famiglia di Iglesias.
Ne approfitto per ricordarvi che sabato 7 marzo, dalle ore 17 alle 19, nella ex sede Scout del Cuore Immacolato di Iglesias, è programmato il secondo incontro sul tema: "Adolescenti: valori e sentimenti tra scuola e famiglia". Parteciperà Alessandra Carbognin - pedagogista, dottore di ricerca in Sociologia. 


"Aiutiamoci ad educare", Programma completo 2015:  fronte - retro

Servizio di assistenza scolastica: incontri

Vi informo che nell'ambito del servizio di specialistica scolastica sono previste tre giornate di informazione rivolte a genitori ed insegnanti su argomenti relativi alla disabilità (diagnosi funzionale, PEI, inclusione scolastica, strutture presenti sul territorio, normativa in tema di disabilità).
Per i dettagli su giorni/orari rimando alla locandina allegata.

domenica 1 marzo 2015

Aula aperta: conclusione

Ieri abbiamo concluso la seconda settimana di "Aula aperta", iniziativa nata lo scorso anno con l'obiettivo di  accogliere i genitori a scuola per far conoscere loro l'esperienza formativa dei propri figli, a vantaggio di una reale alleanza educativa.
Mi sento di affermare che sono state due settimane davvero molto belle. Tutti i genitori hanno accolto la proposta e si sono uniti alle attività didattiche in modo naturale e collaborativo, esprimendo il piacere di conoscere direttamente l'organizzazione scolastica e le scelte didattiche e di assaporare il clima di serenità e collaborazione che connota le esperienze formative dei loro figli.

Nel salutare questo secondo anno di "Aula aperta", voglio ricordarvi che le porte saranno aperte ogniqualvolta doveste senitire il bisogno di condividere qualche ora con noi.
Grazie per aver accolto!

Qualche scatto sulle giornate

L'errore deve essere chiamato "signore"

Questi giorni, mentre pensavo alla nostra didattica e alla centralità data alla scoperta che non teme l'errore, ma lo incontra e ne fa oggetto di riflessione per apprendere, mi sono ritrovata a leggere un post di fine gennaio scritto su www.aamterranuova.it da Beatrice Salvemini.
È un post in cui Fabriana Ferrini, docente alle scuole montessoriane, viene intervistata sull'importanza dell'errore nella pedagogia di Maria Montessori. 
Lo condivido completamente, perciò lo propongo all'attenzione anche di voi genitori, sperando di avere presto occasione per confrontarci insieme su questo importante tema. 

Maria Montessori, La casa dei bambini

Sbagliando si impara: regola d’oro per i bambini

È un motto conosciutissimo ma oggi spesso dimenticato, soprattutto quando gli adulti hanno a che fare con i bambini: “sbagliando si impara” è una regola d’oro per l’educazione dei piccoli e a sottolinearlo è Fabriana Ferrini, docente alle scuole Montessori e formatrice montessoriana. 

Fabriana Ferrini ha una lunga esperienza alle spalle e crede fermamente nei principi che stanno alla base di questa proposta educativa poiché, come spiega, ne vede ogni giorno i risultati positivi sui bambini. E spiega a Terra Nuova i presupposti di questo approccio.

Il metodo Montessori insiste molto sull’importanza dell’errore per il bambino. Perché?

«Secondo Maria Montessori il bambino costruisce la propria personalità attraverso le esperienze e le relazioni con l’ambiente che lo circonda. Egli comincia la conquista dell’indipendenza all’inizio della sua vita e mentre si sviluppa, perfeziona se stesso superando gli ostacoli che incontra nel suo percorso; così facendo si libera dai tentativi degli adulti di “modellarlo”. Da questa convinzione nasce e si sviluppa la proposta educativa montessoriana basata sull’attività autonoma di ciascun bambino: “Aiutami a fare da solo.” Non significa abbandonarlo a se stesso, ma favorirne l’attività attraverso un’azione indiretta realizzata in un ambiente che l’adulto ha il compito di preparare. In alcune attività il controllo e l’autocorrezione sono diretti, in altri non così immediati. Sarà la ripetizione delle esperienze che porterà il bambino a vedere ciò che prima non aveva visto, a scoprire il proprio errore, trovare la via per risolvere il problema; senza l’aiuto dell’adulto. In altri termini non si corregge a parole un bambino, ma gli si dà il tempo di verificare da sé ciò che ha fatto. È così che sviluppa l’auto-giudizio, l’autovalutazione senza dipendere dal parere dell’adulto o dei compagni, l’auto-crescita nella stima di sé attraverso l’errore e l’autocorrezione che sono chiaramente strumenti essenziali per la costruzione di una personalità indipendente. Bisogna, però, aver chiaro che occorre dare ai bambini i mezzi per verificare da soli ciò che fanno (il bicchiere di vetro se cade si rompe, l’acqua cade dalla brocca se è troppo piena ecc.) molti anni prima di arrivare a controllare gli sbagli di ortografia o di calcolo. La scoperta dell’errore e l’autocorrezione diventa così un’abitudine».

Perché “sbagliando s’impara?”

«Sbagliando s’impara è una delle grandi verità; l’errore deve essere chiamato “signore” perché soltanto mediante la sua scoperta il sapere migliora. Negli errori si imbattono coloro che sono impegnati nel fare scoperte. Nelle scuole tradizionali l’alunno commette gli errori con indifferenza, perché non è lui che li deve correggere, ma è l’adulto che se ne incarica. Nelle scuole Montessori il bambino capisce gli errori che fa e sa controllarli assumendo un atteggiamento mentale di costante domanda di fronte all’esperienza e la consapevolezza della relatività di ciò che si conosce, un tollerabile grado d’incertezza, facendolo abituare alla ricerca del dubbio e dell’errore sviluppando un approccio critico verso tutto ciò che è studio. Gianni Rodari scriveva: “Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli”».

La cultura oggi dominante fatica ad accettare che il bambino sbagli e lo rimprovera. Quanto questo è dannoso?


«La cultura attuale non pensa a un bambino vero, come soggetto biologico e psichico. Ci troviamo davanti a un processo di accelerazione in nome di risultati che devono essere sempre più anticipati e che riducono il bambino sempre più ad un oggetto. Il bambino come persona è dimenticato ed è presente un’idea astratta che si nutre di cose che gli adulti propongono. Lo sovrastano continuamente persone che vogliono agire al suo posto imponendogli ciò che è conforme ai loro modelli, premiandolo o minacciandolo, punendolo, cercando di persuaderlo. L’autostima finisce per dipendere dall’approvazione altrui, ciò che esercita un controllo sul comportamento è l’ansia di non essere alla pari, alla moda. Il bambino viene in continuazione deresponsabilizzato, perché è in tutto e sempre gestito da altri che lo controllano, lo giudicano. Le regole vengono dall’alto, ci sono gli adulti che gli dicono come le cose vanno fatte e quindi il bambino deve limitarsi ad ubbidire, rinunciando a pensare. Si verifica così un apprendimento esteriore alla persona che induce a comportamenti di fuga.Tutti questi non sono solo strumenti di repressione, ma anche di regressione.
La proposta educativa montessoriana è il contrario di tutto ciò. Essa ha come concetto cardine la costruzione dell’autonomia. Essa è un valore forte, perché vuol dire non essere pronti a tutto pur di aver l’approvazione, vuol dire assumersi le proprie responsabilità, resistere alle influenze dirette e indirette, alla manipolazione».

L’educazione alla consapevolezza e all’autonomia per un bambino da dove deve partire?

«La conquista dell’autonomia personale è un lungo e sofferto percorso lungo il quale il bambino impiega energie per affermarsi. E’ il coronamento di una lunga serie d’indipendenze sia in campo fisico che in quello psichico. Questo percorso inizia dalla nascita e prosegue con le progressive e lentissime conquiste attraverso le quali s’impadronisce degli oggetti, dello spazio e del rapporto con gli altri grazie alle parole, all’abilità manuale e motoria. Ogni conquista, ogni ostacolo superato lungo il suo cammino gli daranno la consapevolezza di essere un individuo indipendente, libero, ricco di quelle risorse positive necessarie per affrontare autonomamente la propria vita.
Scrive Maria Montessori: “un’azione pedagogica efficace sui teneri bambini deve essere quella di aiutarli ad avanzare sulle vie dell’indipendenza così intesa, che consistono così nell’iniziare le prime forme di attività a bastare a se stessi e a non pesare sugli altri per la propria incapacità. Aiutarli ad imparare a camminare senza aiuto, a correre, a saltare e a scendere le scale, a rialzare oggetti caduti, a parlare per esprimere chiaramente i loro bisogni, a cercare con tentativi di giungere al soddisfacimento dei loro desideri, ecco l’educazione dell’indipendenza”. Il concetto d’autonomia è compendiato nel motto, cui ho già fatto riferimento, scritto sulle pareti delle scuole Montessori: “Aiutami a fare da solo”. Aiutami; la richiesta di aiuto che ogni bambino o giovane rivolge agli adulti o ai più grandi vuol dire: “ho bisogno di te“, perché da soli non si può vivere, né tanto meno ci si può educare; l’educazione è un dialogo. A fare; se faccio, capisco. Nessuno può apprendere al mio posto, nessuno può essere libero, autonomo per me(-stesso). Da solo; il bambino si auto-educa e noi siamo al suo fianco, permettendogli l’iniziativa individuale-libera».

E’ sempre bene lasciare che il bambino individui i propri percorsi o può essere utile anche indirizzarlo a volte?

«L’insegnante deve essere attento nel distinguere tra l’aiuto che “libera” e l’aiuto che “reprime” attraverso un’educazione indiretta che non è troppo interventista, ma neanche troppo attendista e quindi, non deve avere paura di causare danni all’alunno nel predisporre attività nell’ambiente. Egli deve preparare una tavola con un menù molto vario al quale il bambino possa attingere liberamente secondo le proprie motivazioni ed interessi. Si pone, così, come mediatore del rapporto libero e attivo tra bambino e ambiente, predisposto scientificamente, per consentire l’autocostruzione delle competenze dell’alunno, utilizzando quando crede, non nel modo in cui crede; libertà di tempo e non di modo nell’uso del materiale con l’assistenza attenta, ma quasi invisibile dell’adulto che prepara l’ambiente, predispone le attività e le propone al bambino nel momento giusto e nel modo giusto, graduando le difficoltà. La sua meta dovrà essere quella di non imporre la sua volontà al minore, ma di liberarne il suo potenziale».
“Il lavoro della nuova maestra è quello di una guida. Essa guida, ad utilizzare il materiale, a ricercare parole esatte, a facilitare e chiarire ogni lavoro; a impedire perdite di energia, a raddrizzare lo squilibrio eventuale” (Maria Montessori - Scoperta del bambino).