sabato 21 marzo 2020

Essere a scuola, fascicolo speciale: "La scuola a casa"

La Redazione di "EaS. Essere a Scuola" ha preparato un numero speciale sulla realtà della scuola alle prese con il virus, la discorsivizzazione dei media, le sfide della didattica a distanza. È stato progettato con l'idea di aiutare la riflessione, di avviare esperienze, di condividere le pratiche.
Riporto il link al sito dell'Editrice Mocelliana-Scholé, dal quale è possibile scaricarlo gratuitamente:

Essere a Scuola, fascicolo speciale "La scuola a casa"

La scuola al tempo del Coronavirus

Sono tanti i documenti che circolano in queste settimane e che ragionano sulle risposte che siamo chiamati a dare come scuola in un momento come questo. Sono documenti che esprimono le posizioni più diverse, quelle a cui poi tanti di noi ricorrono per sostenere le proprie scelte, o per giustificare le non scelte pur di non mettere in discussione quelle certezze, senza le quali corriamo il rischio di non sentirci adeguati.
Ma poi arrivano documenti come questo, che aiutano a sostare sulle uniche cose che contano davvero.

È lo scritto che un dirigente - Giuseppe Scarpa, dell'IC Simaxis-Villaurbana - ha mandato al suo Collegio dei Docenti in data 20 marzo 2020, allegandolo alla Circolare sulle indicazioni operative per la didattica a distanza.
Un documento di chi si chiede "Che cosa ci faccio qui?" e sceglie la sua postura con chiarezza.  
Non orienta su piattaforme, strumenti. Non si preoccupa di mettere paletti. Invita a guardare ciò che conta per scegliere che cosa mettere al centro, e si siede accanto ai suoi docenti per capire come tradurre questo in pratiche. Con il coraggio di spostare tutto ciò che ora sarebbe di troppo e con l'attenzione a non tenere fuori nessuno.

Questo documento lo porto sul mio blog perché mi rappresenta, perché rappresenta la scuola che sa quando arriva il momento di scegliere e sceglie. E perché ora, più che mai, è importante farsi quella domanda che io tengo sempre con me:  "A che cosa serve la scuola?".

Il documento è lungo. Potrebbe spaventare i tanti ormai abituati alle letture veloci. Ma merita di essere letto, prendendosi tutto il tempo necessario. Perché è denso di senso.

Grazie Giuseppe Scarpa

venerdì 20 marzo 2020

Suggerimenti per la didattica a distanza

In data 8 marzo, su invito dell'USR, ho registrato un breve video, reperibile nel sito PNSD - Équipe Formativa Territoriale Sardegna con tre suggerimenti per affrontare la didattica a distanza.
Lo riporto anche qui, dato che questi nella loro semplicità, esprimono le convinzioni che mi hanno guidato e che ci hanno consentito di ritrovarci come classe, famiglie e colleghe in un nuovo spazio e, oggi, in una "nuova normalità".

mercoledì 18 marzo 2020

Il bisogno di ringraziare

Lo so, sono un'entusiasta. Ma come è possibile non vedere la bellezza che può nascere anche in momenti come questo?
Questa sera, una mamma ha fatto un video e me lo ha mandato, chiedendomi di vederlo, di verificare se andava bene. Lo ha realizzato per aiutare gli altri genitori in alcune impostazioni fondamentali nell'account di Edmodo, perché siano corretti gli orari di notifiche, messaggi, consegne.
Era una delle prime cose che avevo fatto, ma ha visto che era necessario tornarci.
Il suo video era perfetto. Preciso. Pur essendo fatto semplicemente con il cellulare.
Ma, soprattutto, era da genitore a genitore.
Ecco. Io sono così. Davanti a queste cose mi emoziono. No, non per il video, ma per quello che significa.
Siamo sulla buona strada. E io così, oggi, dopo due settimane di intenso lavoro, mentre sento che iniziamo tutti a rilassarci, a sentirci più al sicuro, ho sentito il bisogno di fermarmi e di ringraziare.
Ringraziare i bambini, i genitori, la nostra mamma che coordina il supporto e si raccorda di continuo con me. Perché ci stiamo muovendo tutti insieme. Perché ognuno sta dimostrando il desiderio di esserci e sta esprimendo il proprio massimo, che è davvero l'unica cosa che desideravamo. Proprio come accade in classe, con i bambini. Non quello che non si può dare. Non quello che non si riesce a fare. Non tempi che non sono i loro. Quello che si può, che poi finisce per essere sempre moltissimo.
Io non lo so se andrà tutto bene. Io so che noi, anche ora, ce la stiamo mettendo tutta. E credo che sia il messaggio più bello che potessimo offrire ai nostri bambini. Nostri, sì. Perché ora li sentiamo proprio così. Di tutti noi.

L'aula virtuale è un'aula aperta permanente

L'aula virtuale è un'aula aperta permanente. Siamo proprio fortunati ad averne fatto una nostra pratica da tempo, aprendo la classe alle famiglie.
Ormai, si lavora proprio tutti insieme. Così i genitori conoscono meglio le nostre scelte, i metodi (perché abbiamo portato con noi la nostra idea di scuola e la stessa logica didattica) e piano piano impariamo un linguaggio comune. Senza considerare che finalmente si coglie quanto conti tutto ciò che sta intorno al costruire. Ora, tanto, l'importanza di co-costruire regole e di avere un'organizzazione molto chiara, ma attenta alle necessarie regolazioni. Così come l'importanza di muoversi insieme, senza che venga mai meno il rispetto di tempi e bisogni di ognuno.
Certo, ci sono anche tante cose che mancano. La presenza resta la presenza, con tutto quello che porta con sé, niente potrà sostituirla mai. 
Ma questo fare insieme è una cosa che, ne sono certa, al riconoscimento della scuola - quello che tanto manca - farà bene.

Tecnologia più condivisione: così si può fare buon e-learning

Vi invito alla lettura di un articolo di Pier Cesare Rivoltella, pubblicato su Avvenire del 17 marzo 2020 che punteggia con puntualità quello che stiamo vivendo in queste settimane: "Tecnologia più condivisione: così si può fare buon e-learning". (leggi)

[...] Serve pensare che la qualità della relazione non è una questione di formati o di strumenti e che il digitale non è un’alternativa alla presenza ma una sua dimensione. La relazione è il risultato dell’intenzionalità educativa, è la consapevolezza che l’altro è al centro della mia attenzione. E il digitale può essere uno dei modi per mantenercelo. Lo è se diviene carezza nei momenti di sconforto, supporto nei momenti di difficoltà, legame nelle situazioni di solitudine, presenza quando si sperimenta l’assenza.

Tempo di valutazione autentica

Ex alunni, sempre loro. Una benedizione.
- Maestra - mi dicono, scusandosi del disturbo - ma sei proprio la persona di cui abbiamo bisogno. Stiamo preparando un lavoro che infine dovrebbe portare a una riflessione collettiva su questo periodo. Vorremmo mettere insieme quattro interviste a delle persone importanti... - Mi spiegano che hanno già fatto l'introduzione e preparato le domande, non le stesse per tutti, come pensavo io, ma diverse per ognuno. E così mi chiedono la disponibilità per l'intervista e l'aiuto per contattare queste persone.
E, infine: - Naturalmente, se non è possibile, non preoccuparti, ma non potevamo rivolgerci ad altra persone se non alla nostra maestra. Se poi sarà possibile, troviamo un modo per la condivisione del lavoro fatto sino ad ora.
Le cerco subito per parlarne a voce, mando loro il link e mi raggiungono su Jitsi.
Tre cose mi hanno colpito:
  1. mi hanno messo tra le persone importanti e al primo posto;
  2. i nomi: perché fermarsi davanti a un'idea? Ho proprio insegnato loro che "a provare non si sbaglia mai";
  3. non è un lavoro scolastico.
- Ditemi un po' che tempi avete? Entro quando lo dovete presentare?
- I tempi li stabiliamo noi, maestra, non è un lavoro scolastico. Abbiamo deciso noi di farlo, ci è sembrata una cosa interessante.

Ogni tanto mi dimentico che sono quelli che, in piena estate, alla fine della terza elementare, si erano insediati in Piazza Sella per proporre ai cittadini di Iglesias un'intervista sulle emozioni, tutta organizzata da loro. Tra le domande: - Come ti senti quando di mattina vedi il sole?
Al termine della conversazione, mi viene un'idea per la quarta persona da individuare, l'unica sulla quale non avevano ancora piena certezza. La comunico pensando che venisse accolta con molto stupore, invece l'entusiasmo cresce. Sono possibiliste.
 Mentre le saluto, penso a quando condivideranno il mio suggerimento con i genitori e mi viene in mente in particolare una mamma. Immaginando la sua faccia, vengo assalita dal pudore - Mi raccomando - dico, rivolgendomi a sua figlia - dì a mamma di non spaventarsi per questa idea, eh?
- No, maestra - mi dice con il viso illuminato da un sorriso di chi ha già capito tutto - tranquilla, ormai c'è abituata!
Va beh... ancora tempo di valutazione autentica.