mercoledì 30 settembre 2015

In attesa del festival... un muro per accogliere extraparole ed extrapensieri (attivo!)


É in arrivo un appuntamento EXTRAordinario!


Ciao bambini, sono qui per ricordarvi che è in arrivo un appuntamento EXTRAordinario! 
Sì, avete indovinato... si tratta proprio del Festival Tuttestorie!
Può partire il conto alla rovescia perché ormai manca davvero poco. Il nostro appuntamento è per la giornata d'apertura: giovedì 8 ottobre 2015.
La nostra (sperando che il tempo ci aiuti) sarà una giornata piena piena e ricca di emozioni.
Siete curiosi e volete iniziare a scoprire qualcosa? Potete farlo consultando il sito dedicato all'evento e la locandina.

Intanto, ecco il promemoria dei nostri appuntamenti:
  • ore 12.00: partecipazione al laboratorio con l’autore (Torretta Tam Tam), “Hogard, faccia di drago” - incontro con Mirco Maselli
  • ore 15.00: partecipazione al laboratorio scientifico (Terrazza BlaBar), “XL/XS La bottega delle misure” - laboratorio a cura di Tecnoscienza
  • 16.30/19.30: “A spasso per il festival” (partecipazione alle proposte aperte; visita alla libreria; partecipazione al Tuttestorie Story)
  • ore 19:30: “Filastrocche’n’roll 2” (Piazza Blablà), concerto con Gianfranco Liori, Renzo Cugis e l’Armeria dei pirati
Lo spostamento sarà anche quest'anno in treno e poi... gambe fino all'Exma! :-)
Non male... che cosa ne dite?

Allora a presto, vado a preparare anche quest'anno un muro nel quale possiate scrivere qualche parola contenente l'espressione "extra". Nel frattempo... riflettete: avete mai fatto un'esperienza extra? Preparatevi a raccontarcela!

lunedì 28 settembre 2015

Noi genitori: Ad Anna, perché un giorno possa ricordare….

Post di Simona Banci

Terza elementare, 1° giorno di scuola: una maestra, una bambina, una mamma.
Anna ha negli occhi lo spirito della giovinezza, la gioia di vivere.
La maestra ha nel cuore un grande sogno: gettare le basi perché quella bambina diventi un domani una donna consapevole.
La mamma trattiene nella mente i suoi pensieri, per poter raccontare questo magico incontro, perché possa rimanerne traccia nella memoria di coloro che l’hanno vissuto e non solo …..
La bambina impaziente guarda la scuola in attesa di rivedere la sua cara maestra e di scoprire quali avventure si appresta a vivere con i suoi amati compagni.
La maestra attende il suono della campanella col sorriso sornione di chi conosce già la bellezza del cammino da compiere, perché con tanta cura e attenzione ci ha lavorato durante la pausa estiva, col sorriso enigmatico di chi è consapevole che non è questo il momento di svelare tutto il percorso, per ora basta accendere nella bambina la giusta curiosità.
La mamma freme perché mille emozioni si danno battaglia dentro di lei: felicità, ansia, gioia, timore, impazienza ….. 
Ecco il suono della campanella: - Ci siamo!! - pensano tutte e tre nello stesso istante, anche se ognuna è scossa da sentimenti diversi.
- Anna? – 
- Presente! - 
La maestra decide di salutare e inaugurare questo nuovo anno scolastico cominciando proprio con l’appello. 
Figlia mia, se mai qualcuno cercherà di dipingere come banale, semplice e scontata questa scelta, rispondi pure con tutta la determinazione che tieni nascosta dentro di te:
 - NO! -
perchè quel “PRESENTE” rappresenta il momento più importante di tutto il percorso che andrai ad affrontare, perchè l’esserci fa la differenza.... 
- NO! -
perchè la tua maestra ha scelto una scuola accogliente, pensata innanzitutto come luogo dove stare bene, una scuola comunità dove tu, bambina mia, sei incoraggiata a sviluppare le tue potenzialità, dove le differenze vengono valorizzate, una scuola inclusiva dove l'obiettivo è arrivare ad ogni singolo bambino, al suo mondo interiore, alla sua libertà di crescere e di essere pienamente se stesso.
Immediatamente dopo, la maestra stuzzica la curiosità della bambina invitandola ad osservare lo spazio che la circonda.
La bambina si guarda intorno, osserva l’aula in silenzio, ma poi scopre che non è sufficiente osservarla deve .... ascoltarla! .... e come per magia, parole e immagini prendono forma: l'aula le sta svelando le meraviglie dell'anno scolastico che la attende.
La mamma sente la tensione sciogliersi, perchè ha colto con quale magia la maestra ha subito instaurato un clima tranquillo e un ambiente di lavoro sereno che predisponga la bambina ad un atteggiamento motivante e curioso, necessario all'apprendimento.
Alla maestra non mancano mai parole di rassicurazione nei confronti della bambina: - Il percorso che ti attende è un percorso tutto in discesa, perché gli strumenti necessari ad affrontarlo li hai già appresi, sono il frutto del lavoro degli anni passati e ti permetteranno di giungere al traguardo insieme a TUTTI i tuoi compagni. -
Anche la mamma si sente rassicurata da quelle parole, che rivelano con quale finta casualità la maestra sposti l’attenzione sul gruppo classe, sulla comunità, per sottolineare in maniera quasi impercettibile che la sola relazione insegnante/alunno ignora la grande risorsa sociale rappresentata dal gruppo.
- Ed ora, siete pronti per il nostro primo appuntamento importante? Ad ottobre ci attende Il festival tutte storie! - chiede la maestra.
E la bambina sorride al ricordo delle letture estive, alcune affrontate proprio in vista di quel fantastico evento, che per lei sta diventando una scadenza fissa, una data significativa.
La mamma capisce che la scuola, un tempo incentrata quasi esclusivamente sul nozionismo e sull'apprendimento mnemonico, a cui lei era abituata perchè così l'aveva vissuta, sta aprendo le porte alle esperienze significative, all'apprendimento attivo e non più al solo apprendimento passivo.
La maestra conclude con un ammonimento: ricorda alla bambina che anche quest'anno il viaggio sarà rigorosamente un viaggio a vela, che si troverà ad affrontare imprevisti, che sarà necessario commettere degli errori per capire che è giunto il momento di modificare la rotta, magari di tornare indietro per riprendere la giusta direzione e, perchè no?, trovare la forza di risalire sulla barca se verrà capovolta dalle onde del mare.
La bambina sogna il suo futuro, capisce che il suo ruolo è da protagonista, e si sente come un'eroina, una piccola avventuriera armata di coraggio, entusiasmo, voglia di conquista, eppure ... MAI SOLA.
La mamma dentro di sè ringrazia. Questo è il dono più grande che potessi regalarti, Anna mia ... una scuola resiliente, dove una maestra educa alla capacità di saper far fronte in maniera positiva agli eventi negativi, alla capacità di saper riorganizzare la propria vita di fronte alle difficoltà.
Prima di salutare la mamma, la maestra vuole chiudere con due battute: - ... sulla classe virtuale, non ho bisogno di soffermarmi !?!  ... - 
Subito la risposta della bambina diventa un coro con quella dei compagni: - Maestra, ci siamo già tutti iscritti!!! - 
Con questi pensieri ho strappato all'oblio questo primo giorno di scuola: la rinnovata consapevolezza che, se la scuola come istituzione educativa è, spesso, quanto di più conservatrice esiste nella società, la maestra ha, invece, aperto le porte alla tecnologia, quella buona, quella utile, quella che permette di imparare non solo attraverso la lettura e l’ascolto ma direttamente "vedendo e facendo".
E a fronte di tutti coloro che tendono e sempre finiscono con lo schierarsi a favore di questo o di quell'altro tipo di scuola, il mio più sincero augurio alla maestra che, invece di rappresentare la scuola in bianco o in nero, ha dimostrato come in educazione bisogna difendere le cinquanta sfumature di grigio!!!!!!

Noi genitori. L’intervista.

Riflettendo sulle opportunità che offre la rubrica dei genitori, ho pensato che sarebbe stato bello e interessante proporre una semplice intervista ad alcuni genitori, per conoscere il loro punto di vista sulla scuola, sull'esperienza scolastica dei propri figli. Così ho chiesto la collaborazione a Kathy, mamma di una bambina di 8 anni di Iglesias, a Simona mamma di una bambina di 7 anni di Iglesias, a Daniela mamma di un ragazzo di 14 anni di Oristano, a Laura mamma di due ragazzi della provincia di Carbonia-Iglesias, ad Alessandra mamma di un bambino di 7 anni di Iglesias e ad Adele mamma di tre ragazzi di 17, 11 e 9 anni di Iglesias. Tutte hanno accettato subito, felici e grate di poter contribuire alla rubrica. 
Grazie a tutte per le vostre bellissime testimonianze!

Iniziamo con una domanda che definirei “domanda apripista”. Terminate le vacanze estive, ci prepariamo al rientro a scuola dei nostri figli, un rientro che richiede una necessaria riorganizzazione: riprendere i giusti ritmi e le occupazioni di sempre, ritrovare abitudini, rioccupare tempi e spazi nella quotidianità familiare, rivedere gli impegni, risolvere problemi di gestione. Come vivi tutto questo? 
Kathy. Con molta tranquillità. Certamente con l’inizio della scuola ci sono orari obbligati e tempi da rispettare, ma in linea di massima non ho mai avuto particolari difficoltà nell’organizzare le cose, cerco sempre di incastrare gli impegni senza avere quell’affanno che ti manda in tilt. L’unica cosa che non capisco è che, nonostante sia io che mia figlia siamo delle mattiniere, arriviamo a scuola correndo…quindi il mio proposito per quest’anno è arrivare senza fiatone…
Simona. Il rientro a scuola è, per me, un momento di grande emozione, osservo la felicità di mia figlia e, di conseguenza, sono contenta anche io; soprattutto perché gli anni della scuola elementare, per me, sono stati un piccolo assaggio di paradiso…
E’ anche vero che il primo periodo, l’inizio dell’anno scolastico, mi crea un pochino di ansia perché è il momento in cui si rimette in moto tutta la macchina organizzativa familiare, che a casa mia deve filare come un orologio!
Daniela. Forse perché le nostre vacanze sono brevi e il motore (quello mentale) non è mai del tutto spento o forse perché ho un unico figlio, il pensiero della ripresa della scuola non mi mette agitazione. 
La gioia per il dono della maternità è tale da infondermi la forza di recuperare, talvolta di notte, le ore dedicate a lui nei pomeriggi di studio, sport o scuola.
Laura. Man mano che i figli crescono la parola d’ordine diventa sempre più: autonomia! Alle scuole elementari e medie era necessario il coinvolgimento profondo delle famiglie. Con l’ingresso alle Scuole Superiori i genitori devono via via lasciare spazio. E’ un’operazione difficilissima perché in Italia c’è la tendenza ad infantilizzare i ragazzi. La scuola chiama spesso in causa i genitori, li colpevolizza in caso di difficoltà, i genitori si sentono coinvolti in modo non sempre corretto e talvolta intervengono a difendere l’indifendibile, impedendo la crescita. E’ una questione di equilibri diversi da costruire. Occorre sapersi mettere da parte, lasciare che i figli crescano, senza sparire. Essere presenti al momento giusto, ma non sostituirsi a loro. Nel caso di genitori adottivi questa nuova visione è difficile da acquisire perché negli anni precedenti si è stati abituati ad una presenza molto forte nella vita dei figli. E’ come se la maternità e paternità non fisiche creassero un legame psicologico-spirituale così intenso, quasi compensativo, che poi è difficile coniugare con le esigenze di un’età più adulta. Anche nei rapporti con la scuola.
Alessandra. Spesso mi lascio vivere... non mi creo schemi precisi. Oltre a occuparmi delle cose puramente pratiche tipo grembiule, zaino ecc... il resto lo affronto e provo a risolverlo di volta in volta. Per esperienza ho visto che tempi e spazi e modi si sono sempre automaticamente messi in ordine da soli...sempre se la nostra famiglia si può considerare in ordine!!!!
Adele. Quest'anno mi sento di dire che l'ho vissuta con serenità. I figli (17, 11, 9 anni) ormai sono quasi completamente autonomi nella organizzazione del loro rapporto scolastico: mi sono solo assicurata che avessero il materiale necessario per iniziare. Ognuno ha programmato la propria sveglia e...tutto si è svolto con naturalità.

sabato 26 settembre 2015

Noi genitori. Un'idea che piace.

Quando le esperienze ti entrano nel cuore li rimangono e poterle condividere diventa solo una questione di tempo…
E’ trascorsa la prima settimana di scuola e noi mamme (le solite!), come capita spesso (molto spesso!) ci ritroviamo a confrontarci, a scambiarci opinioni e sensazioni, semplicemente per il piacere di condividere l’esperienza scolastica dei nostri figli. Perché noi desideriamo sentirla un pochino (…tanto!) anche nostra.
Ai nostri scambi, si uniscono le parole e le immagini che maestra Enrica ci offre nel blog, parole che hanno sempre il sapore dell'accoglienza e dell'ospitalità, permettendoci così di entrare ancora una volta in classe per condividere con noi le attività che hanno caratterizzato questi primi giorni di scuola, regalandoci tutti quei momenti che hanno colorato lo scorrere delle prime ore di lezione.
Perché, allora, non porgerle i nostri scambi, farle conoscere “l’altra parte”, i racconti e le emozioni che i nostri figli hanno portato a casa?
A noi genitori l'idea piace proprio tanto! per questo decidiamo di raccogliere velocemente i racconti dei bambini, insieme alle nostre riflessioni, nate proprio da quei racconti...
- “Questa settimana è stata davvero incredibile! Mio figlio ha invaso la casa di entusiasmo, lo stesso che ha vissuto in questi giorni in classe con i suoi compagni e la sua maestra. E quanta passione e gioia nel raccontare, nel descrivere nei particolari le attività svolte e quelle che gli sono piaciute di più. Ad esempio, la storia di Piccolo blu e piccolo giallo. Vuole farmi vedere il video, e mentre scorrono le immagini, mi spiega che la diversità è una grande ricchezza, che quello che conta è l’amore, l’amicizia; che essere diversi, in verità, ci rende tutti uguali se ci accogliamo. Che noi adulti abbiamo tanto da imparare dai bambini. Mi riferisce che anche i lavori di gruppo sono sempre bellissimi. Mi descrive il lavoro nel particolare, mi dice che anche se i bambini che formano le isole hanno idee diverse, alla fine riescono sempre a trovare e raggiungere un obiettivo comune, quello che conta per realizzare un bel lavoro, insieme. Poi, esprime tutto il suo amore per la scuola”. 
- "Mia figlia mi racconta che della prima settimana di scuola quello che le è piaciuto di più è stato il lavoro che hanno fatto sulla storia di Piccolo blu e piccolo giallo perchè ai bambini ha fatto capire che se anche sono diversi possono comunque essere amici e stare insieme..."
- “Mio figlio mi ha detto che è felicissimo di questo inizio, in questa settimana gli è piaciuto molto il lavoro sulle materie e soprattutto per aver lavorato in gruppo”. 
- “Invece a mia figlia è piaciuto molto il lavoro di Piccolo blu e piccolo giallo, quando hanno disegnato le fasi della storia. Da quella storia mi ha detto di aver imparato che non si deve avere paura di abbracciare le persone diverse da noi”.
- “La mia ha raccontato che questa settimana a scuola hanno fatto tante cose, tutte molto belle. A lei ciò che è piaciuto di più è stata la storia di Piccolo blu e piccolo giallo, una storia che racconta di due bambini di diverso colore che, talmente si vogliono bene, nell'abbracciarsi sono diventati dello stesso colore, cioè verde.”
- “A mio figlio è piaciuto lavorare con le isole, che cosa insegnano le materie.”
- “Si, anche al mio, ma come gli altri compagni è stato colpito dalla storia di Piccolo blu e piccolo giallo perché gli ha insegnato che l’amicizia arricchisce. E poi mi ha anche detto che gli ha insegnato che non si deve disubbidire alla mamma! Pensa che ha voluto raccontare tutta la storia, per spiegarmi tutto quello che ha imparato proprio da questa storia.”
- “Mio figlio è felicissimo di essere tornato a scuola, per aver rivisto la sua maestra a cui vuole molto bene, i suoi compagni. L’attività che gli è piaciuta di più è stata quella del lavoro in gruppo tra le isole dove dovevano fare delle schede e scrivere la materia corrispondente. Mi ha anche detto che non vede l’ora di imparare tante cose nuove, ma soprattutto sta aspettando con ansia il giorno del Festival Tuttestorie!”
- “Avete ragione, questa settimana è stata entusiasmante. A mia figlia è piaciuta tanto la collaborazione e il lavoro di gruppo, in particolare l’attività della storia di Piccolo blu e piccolo giallo, perché hanno imparato a non aver paura di incontrare e accogliere chi è diverso da noi e di scambiarsi le conoscenze.”
- “Quanta emozione…mia figlia è rimasta colpita dal cambiamento della classe, dai banchi alti e i fogli appesi alle pareti che contengono quello che dovranno fare quest’anno. E’ molto contenta perché studierà la storia e imparerà tante cose e se avrà difficoltà o sbaglierà non ci sarà alcun problema perché c’è la sua maestra Enrica. Tra tutti i lavori quello che le è piaciuto di più è stato quello delle immagini con la materia da scoprire. E’ sempre felicissima quando fanno le isole perché lavorare insieme ai suoi compagni è più divertente e utile.”
- “Mia figlia ha detto che l’inizio dell’anno è stato entusiasmante, che la storia la affascina e non c’è stata alcuna fatica a riprendere le collaborazioni in classe per i lavori di gruppo. Si sono ritrovati tutti, così come si sono lasciati.”
Le riflessioni di noi genitori dopo aver ascoltato i pensieri dei nostri figli sono state davvero tante e diverse. 
Ci siamo resi conto che la passione, la partecipazione e l’entusiasmo che i nostri bambini vivono a scuola, è davvero gioia che si espande, contagia e trascina, ogni giorno di più. Una gioia coinvolgente. Riportarle tutte sarebbe bello, ma è davvero impossibile. Come è accaduto per i nostri bambini, dirò quella che ci è piaciuta di più, quella maggiormente condivisa e sentita, quella che ha trovato spazio nel cuore di ciascuno di noi, quella che riconferma ciò in cui crediamo, con convinzione: l’importanza e la bellezza delle attività di gruppo. Osservare come i nostri bambini, insieme alla loro maestra, preparano la loro barca…il loro viaggio.
In quel lavorare insieme - descritto nelle parole della maestra, nei racconti dei bambini e nelle immagini - abbiamo riconosciuto una classe, dove il tempo non si trova, non si cerca affannosamente, ma, semplicemente e serenamente, si dedica. Abbiamo visto dei bambini che sanno lavorare da soli, responsabili, attenti e consapevoli degli obiettivi che devono raggiungere, in grado di scegliere le attività e gli strumenti per organizzarsi, senza il bisogno costante dell’aiuto della maestra che silenziosamente e delicatamente si affaccia nel gruppo solo per orientare, per mediare, per ascoltare, per incoraggiare. Con la certezza che la curiosità e la motivazione, possono essere una forza, una risorsa per aiutare i bambini a concentrare la loro attenzione sugli obiettivi e non sugli ostacoli, tanto che le difficoltà e le fatiche diventano una meravigliosa opportunità, per far emergere domande e interrogativi e trovare insieme le risposte e soluzioni.
In quel lavoro di gruppo, poi, abbiamo potuto vedere i bambini preparare la loro barca a vela, per essere pronti a partire alla scoperta di nuovi mari. Nel sistemare le schede, nel riordinare e catalogare i fogli colorati che contengono tutto il loro programma, gli argomenti che dovranno conoscere, le letture che affronteranno, e tanto altro…stanno organizzando e sistemando la loro cambusa. Tutto quello che occorre, su cui fare affidamento durante la navigazione tra un porto e l'altro, è li dentro.
E quando si lavora insieme, come accade nella navigazione, occorre sapere come comportarsi e muoversi, con la consapevolezza che il gruppo può formarsi e uniformarsi solo grazie a una convivenza basata sulla reciprocità, sulla tolleranza, sul rispetto e…sullo spirito di adattamento.
Perché non sempre tutto risulta facile, certo, sicuro, comodo e confortevole; spesso, le abitudini e le esigenze dei membri dell'equipaggio possono essere differenti e il viaggio, a volte, richiede variazioni di programma. 
Il lavoro di gruppo, come accade sempre nella navigazione, ha bisogno di essere preparato, organizzato e coordinato. Così la maestra è come un comandante: prende le decisioni sulla rotta, sulle scelte di navigazione, attenta sempre alla sicurezza dell'imbarcazione e delle persone a bordo. Prima di partire, però, sceglie di discutere con il suo equipaggio le mete e il percorso da seguire perché, anche se ha la responsabilità e il dovere di spiegare e illustrare le regole della navigazione e le tecniche di manovra, nel credere fermamente nel suo equipaggio, nel sostenere la sua squadra, dà indistintamente a tutti l’opportunità di provare l’emozione di condurre la barca con il timone...

domenica 20 settembre 2015

Seminario formativo "Per una didattica a bassa direttività"

Informo che nei giorni 16, 23, 30 Ottobre e 6 novembre 2015, si terrà in città un importante evento formativo sul ruolo delle tecnologie nella costruzione del cambiamento: "Per una didattica a bassa direttività", di cui ho avuto il piacere di curare la progettazione.
A presentazioni in plenaria, tenute da relatori di indiscussa autorevolezza in campo nazionale, si alterneranno laboratori nei quali si aprirà sulle pratiche didattiche nei diversi ordini di scuola. 
Il seminario è rivolto ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado della città e dei comuni limitrofi. Le adesioni dovranno essere trasmesse tramite gli istituti di appartenenza seguendo le indicazioni fornite con apposita circolare.

A proposito di "Teoria del gender"

Avete sicuramente sentito parlare della "Teoria del gender" di cui, a detta di molti, l'art. 1, comma 16 della Legge 107/2015 (La buona scuola) avrebbe introdotto pratiche e insegnamenti nelle nostre scuole. 
Sono state spese parole talmente forti e date informazioni così incredibili (nessun insegnante di buon senso avrebbe mai insegnato le cose di cui si andava dicendo) che io ho ritenuto di non trattare l'argomento nel blog, riservandomi di affrontarlo in un incontro in presenza, per ricondurre, come è mio solito fare in questi casi, verso i documenti ufficiali, mettendo da parte le varie interpretazioni che, spesso, non fanno che inseguire i propri disegni.
In ogni caso, rompo il silenzio per darvi l'informazione che il Miur ha diffuso proprio in questi giorni una Circolare con oggetto: "Chiarimenti e riferimenti normativi a supporto dell’art. 1 comma 16 legge 107/2015" che trovate pubblicata sul sito del nostro Istituto e che io ho integrato nella cartella dei documenti condivisi sul blog. 
La Circolare nasce con l'obiettivo di dare una risposta alle richieste di chiarimento da parte di dirigenti scolastici, docenti e genitori, cercando di dipanare la forte preoccupazione derivante dalla risonanza mediatica di informazioni non sempre corrette e obiettive.
Ve ne propongo la lettura integrale, fermo restando che, se ne sentirete il bisogno, sarò felice di tornarci insieme. 
Come avrete modo di leggere al suo interno, tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in alcun modo nè "ideoogie gender" nè l'insegnamento di pratiche estranee al modo della scuola, ma "l'educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze senza alcuna discriminazione", tutti aspetti che, come sapete bene, sono sempre parte ingrante delle nostre proposte formative.
La finalità dell'art. 1, comma 16, dunque, "non è quella di promuovere pensieri o azioni ispirati ad ideologie di qualsivoglia natura, bensì quella di trasmettere la conoscenza e la consapevolezza riguardo i diritti e i doveri della persona costituzionalmente garantiti, anche per raggiungere e maturare le competenze chiave di Cittadinanza, nazionale, europea e internazionale, entro le quali rientrano la promozione dell’autodeterminazione consapevole e del rispetto della persona, così come stabilito pure dalla Strategia di Lisbona 2000".


Poesia diversa

C’è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c’è chi si sente soddisfatto
così guidato.

C’è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c’è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.

C’è pure chi educa, senza nascondere
l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d’essere franco all’altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.

Danilo Dolci

sabato 19 settembre 2015

Piccoli passi verso la cultura dei ponti

La prima settimana di scuola è volata via. Sono stati giorni bellissimi in cui tutto si è svolto in modo naturale, consentendoci di ritrovarci completamente.
Nel caos apparente del lavoro di gruppo, hanno ripreso vita il confronto e la collaborazione; abbiamo alimentato la motivazione e la curiosità, le uniche capaci di muovere tutto.
Io e maestra Emanuela, ci siamo sorprese ed emozionate guardando ciò che può accadere lasciando che i bambini possano organizzare il proprio lavoro ed esprimersi.
Purtroppo non sempre c'è il tempo per raccontarvi tutto, per accompagnarvi con le parole e le immagini dentro tutte quelle piccole grandi cose quotidiane che arricchiscono le nostre giornate.
Ma ora, nel silenzio di questo sabato pomeriggio, non posso fare a meno di fermarmi per cercare di portare qui l'armonia del lavoro che ha chiuso la settimana: la ricostruzione di una storia semplice, ma ricca di significato, che avevo pubblicato sul blog durante l'estate, in un momento in cui avevo respirato troppe parole di divisione. Si tratta del breve racconto di Leo Lionni, dal titolo "Piccolo blu e piccolo giallo", con il quale i bambini hanno imparato che incontrare l'altro da noi, "il diverso", ci cambia, ma che cambiare non significa perdere qualcosa, ma arricchirsi. Un racconto con il quale hanno anche riflettuto, partendo proprio dall'incontro di colori, su come tutto questo sia più facile per i bambini che per i grandi. 
Loro, infatti, non si fermano mai davanti alla diversità. Loro giocano e basta e trovano sempre il modo per comunicare, per accogliersi, per abbracciarsi.
In questo mondo che sta costruendo nuovi muri, invitando i bambini a ricostruire questa piccola narrazione, ho voluto parlare di ponti, perché se è vero che nulla possiamo sui grandi fenomeni, abbiamo il dovere di rinnovare il nostro impegno come educatori per la costruzione della cultura dell'accoglienza e della tolleranza, per formare persone capaci di abbracciare, senza paura di scoprirsi di colori nuovi.
















 
Filastrocca delle differenze 

Tu non sei come me: tu sei diverso
Ma non sentirti perso
Anch’io sono diverso, siamo in due 
Se metto le mie mani con le tue
Certe cose so fare io, ed altre tu
E messi insieme sappiamo far di più 
Tu non sei come me: son fortunato 
Davvero ti son grato 
Perché non siamo uguali: 
Vuol dire che tutt’e due siamo speciali. 

(Bruno Tognolini)

Notizie da Tristan da Cunha

Succede anche che in classe arrivi un articolo così (grazie Sebastian!), quasi a ricordarci di quell'isola sperduta che l'anno scorso, un po' per caso, è entrata a far parte della nostra vita scolastica.
Perché? Non ve lo ricordate? Ebbene... Tristan da Cunha è l'isola nella quale vive Tommy, l'amico che i bambini incontrano nello spazio ricreazione di Edmodo.
Così, bisogna ammetterlo, è stato proprio straordinario trovarsi fra le mani un articolo di un vero giornale che ci parla dell'isola di Tommy, a confermarci che tutto quello che lui ci ha raccontato è proprio vero.
Adesso abbiamo l'urgenza di ritrovare questo amico di cui non abbiamo più notizie dalla fine della seconda. Non conosciamo  la ragione del suo silenzio. Che non si sia più collegato a Edmodo? Che abbia cercato di rientrare proprio mentre la nostra vecchia classe era stata chiusa?
In ogni caso, questo articolo sembra essere arrivato al momento giusto per ricordarci che adesso abbiamo la classe nuova e che lui non potrà entrare se non trovermo il modo di mandargli il codice d'accesso.
Così, tutti insieme, abbiamo riflettuto e, bisogna ammetterlo, trovare una soluzione è stato più semplice del previsto: - Possiamo scrivergli anche senza conoscere il suo indirizzo!
Infatti, la nostra lettera non può avere nessun problema ad arrivare dritta dritta da Tommy perché Tristan conta 267 abitanti e solo 23 studenti frequentano la scuola. Perciò... quale scelta migliore di scrivergli direttamente lì? 
Quindi è deciso. La prossima settimana spediremo a Tommy il codice per tornare nella nostra classe. Se qualche bambino avesse voglia di iniziare a preparare la lettera...
Nel frattempo io continuo a riflettere...vi confesso che questa chiamata per insegnanti avventurosi mi sta tentando molto. E se decidessi di andare? Cosa ne dite?

Veronica racconta

I bambini lo sanno, a noi tutti piace che portino in classe le loro esperienze, un oggetto che vogliono mostrare, un libro da condividere o, semplicemente, una loro scoperta o una loro curiosità...
Così è successo che l'altro giorno Veronica ci abbia voluto raccontare un incontro che ha fatto in spiaggia quest'estate. Lo ha fatto a voce, ma poi, dietro mio invito, lo ha scritto per poterlo custodire nella cartella che da quest'anno raccoglierà i testi dei bambini. Questo, per la sua particolarità, ho voluto condividerlo anche qui. 
Perciò, ringraziando Veronica, ecco il suo racconto:

Il 30 agosto 2015, mentre mi trovavo a Spiaggia di mezzo con i miei genitori e una mia amichetta, si è avvicinato un signore che a noi sembrava un ambulante di quelli che vendono oggetti. Invece era uno scrittore del Senegal e qua lo chiamano tutti "La penna del Senegal". 
Lui ha iniziato a parlarci e ci ha raccontato che vende i suoi libri di favole africane nelle spiagge e in giro per le città.
Io ho comprato uno dei suoi libri e lui mi ha scritto anche la dedica.
Lui si chiama Mamadou Bamba Toure e mi ha detto che al suo villaggio con cinque euro si può vivere per una settimana. Mi ha anche detto che il suo desiderio è quello di comprare un pulmino per portare i bambini del suo villaggio a scuola.
Per me questo incontro è stato un bellissimo momento. (Veronica)

Veronica ci ha mostrato il libro "Gainde ak bouki" (Favole africane) e la dedica che Mamadou ha scritto per lei. Io le ho promesso che questo libro entrerà a far parte delle letture di classe perché ci aiuterà a conoscere la cultura di provenienza di Mamadou e di tanti che, come lui, arrivano nel nostro paese.

Il libro di Mamadou si apre con un messaggio per il lettore che voglio riportare qui perché ha tanto il sapore di qualcosa che un tempo accadeva anche da noi e su cui ritornerò con i bambini.

Da noi al villaggio, la sera 
seduti davanti ad un grande fuoco o al chiaro di luna, 
i bambini si raccolgono intorno ad un adulto 
per assaporare il momento magico del racconto.
Il narratore inizia sempre dicendo: "Racconto"
e i bambini rispondono in coro: "Comincia!".
É ancora vivo in me il ricordo dei numerosi racconti
che mi sono stati narrati da un anziano del mio villaggio,
che oggi è scomparso.
Lo rammento con rimpianto perché, come si dice in Africa,
"Quando un vecchio muore
è come una biblioteca che scompare".
 

venerdì 18 settembre 2015

Ed è arrivato il punto interrogativo

Ieri, proprio come previsto, abbiamo ripreso in mano i nostri fogli colorati per svolgere le piccole attività delle diverse discipline e scegliere, tra tutti quelli analizzati, i contenuti per noi più interessanti (massimo tre). Subito dopo li abbiamo appesi alla lavagna e i coordinatori di gruppo li hanno illustrati alla classe motivando le loro scelte.
Fra tutte le materie, a prevalere è stata la storia. Certamente, come ha detto subito Lucilla è semplicemente “Perché ci sono tante cose che non conosciamo ancora ma che ci incuriosiscono molto”. La scelta comunque è stata varia e non è andata, come molti potrebbero immaginare, su quelle discipline che i bambini trovano più leggere e divertenti (è rimasta da parte addirittura l’educazione fisica!). È stato evidente che le preferenze sono state dettate proprio dal desiderio di scoperta.
Oggi il momento di concludere questo percorso. Abbiamo classificato per disciplina, fermandoci ancora una volta a precisare la trasversalità dei contenuti e riposto le schede nelle buste appese nella stecca in fondo all’aula, una per ogni materia. Subito dopo, siamo tornati anche sui fogli bianchi, che erano ancora appesi nei fili sopra di noi, e abbiamo classificato anche questi distinguendo letture e attività.
Ed è stato proprio nel momento in cui tutto era classificato e riposto in ordine che faccio comparire un bel punto interrogativo che vado ad appuntare proprio lì, tra le discipline, le letture, le attività.
Faccio subito la domanda: - Perché sto aggiungendo questo grande punto interrogativo?
Partono le risposte, le più diverse, all’inizio tutte legate al fatto che ci sono tante domande che dobbiamo farci, tante cose che dobbiamo scoprire. Tutto giusto. Ma aspetto ancora.
Ed ecco che la risposta arriva: - Vuol dire che non possiamo sapere in anticipo tutto quello che faremo!
La raccolgo e apro: - Proprio così. Noi abbiamo qui davanti il nostro programma di lavoro: gli argomenti che dobbiamo conoscere, le letture che pensiamo di fare in classe, i laboratori e le uscite che vorremmo fare in questo nuovo anno scolastico. Ma non è detto che sarà così.
Prima di tutto, non è detto che faremo tutto perché potrebbe rendersi necessario fare delle scelte, poi perché questo percorso dovrà tener conto di ciò che avverrà, perché noi viviamo dentro un mondo e perché qui ci siete voi. E allora, in classe, non è possibile tenere la porta chiusa a ciò che accade nel mondo o a ciò che portate voi. Pensate… oggi avrei potuto tenere la porta chiusa all’articolo che ha portato Sebastian su Tristan da Cunha, o l’altro giorno a Veronica quando ci ha raccontato la storia del suo amico scrittore senegalese?
Partono i ricordi di tutte le cose che abbiamo fatto entrare. I bambini non dimenticano e subito colgono completamente il senso del discorso.
- Bene, bambini. Questo punto interrogativo è ciò che non possiamo conoscere in anticipo. Ciò che incontreremo durante il viaggio  e che sentiremo il bisogno di trasformare in opportunità per il nostro percorso.
Certo, non tutto potrà entrare, dovremo diventare esperti nel fare scelte. Sarà più un modificare e un accogliere ciò che potrà rendere più ricco il nostro viaggio, senza perdere di vista la nostra meta.
E sarà sempre un viaggiare in sicurezza, questo mi preme ricordarlo, perché qui l’equipaggio conta più di tutto.
Bene... si volta pagina. É arrivato il momento di salpare...
Buon lavoro a tutti noi!

giovedì 17 settembre 2015

Il programma tra le dita

C’è una cosa in cui credo tantissimo, quella di condividere tutto con i bambini: le scelte educative, organizzative e il piano di lavoro della giornata, della settimana, del periodo... I bambini sono coinvolti in ogni cosa, perché ogni cosa riguarda prima di tutto loro.
Per questo, ho pensato di aprire il nuovo anno con un’attività, da svolgersi in gruppo, che avesse questi principali obiettivi: stimolare la curiosità e la capacità di interrogarsi; scoprire il programma dell’anno scolastico e intuire la classificazione delle discipline; riprendere la collaborazione attiva con i compagni.
Così l’aula è stata addobbata proprio con ciò che doveva servire loro per queste scoperte: tanti fogli colorati con all’interno i contenuti del nostro percorso: immagini per le discipline, scritte per le uscite, i laboratori da svolgere e i libri da leggere.
Insomma: il piano di lavoro era tutto lì, intorno a loro.
La prima attività è stata proposta alla presenza dei genitori: - Cosa vedete bambini? Osservate bene lo spazio intorno a voi,  uscite nuovamente fuori e fermatevi davanti alle pareti accanto alla porta. Qual è il significato di tutti questi fogli colorati?
La risposta è arrivata in fretta: - C’è tutto quello che facciamo a scuola! – e poi, con sempre più chiarezza:  - C’è tutto quello che dobbiamo imparare!
Così, già dal secondo giorno (il primo è volato via), abbiamo svuotato le pareti e i fili che attraversano la nostra aula, poi abbiamo formato i gruppi e ci siamo organizzati.
I bambini, dotati di post-it colorati, sono stati invitati a scrivere in modo cooperativo, e solo dopo un’attenta osservazione e lettura, la disciplina di riferimento e ciò che secondo loro dovranno apprendere con i contenuti via via presi a considerazione.
Un’attività impegnativa, ma molto stimolante che i bambini hanno affrontato con grande motivazione e impegno. Nessuna anticipazione. Solo tante domande implicite sulle quali riflettere e confrontarsi.
Così, i bambini hanno classificato e interpretato ma, soprattutto, hanno ripreso a lavorare insieme su un obiettivo comune.
Devo dire che ciò che è avvenuto è stato sorprendente. Mai, neanche con il più grande ottimismo, quando predispongo un’attività, riesco ad immaginare ciò che i bambini sapranno “tirare fuori”. Anche questa volta è stato così. Tant’è che io e maestra Emanuela, la nuova collega, ci siamo trovate ad osservarli incantate e a godere, sorprese, delle loro intuizioni.
In questo modo, quasi senza accorgercene, sono già passate altre due mattine, intervallate da tante piccole cose quotidiane che caratterizzano la ripresa della vita scolastica e dalle necessarie pause ricreative, con gioco libero all’aperto.
Adesso manca solo la parte finale. Oggi  i bambini riprenderanno in mano tutte le loro cartelle, sceglieranno tra queste qualche attività proposta da completare e, infine, dovranno stabilire gli argomenti (max tre) che hanno trovato più interessanti.
Subito dopo, come ogni mattina, faremo ancora una volta una riflessione gruppo per gruppo e poi passeremo alla realizzazione di un unico pannello che possa raccogliere le loro più grandi curiosità. Staremo a vedere… 


La nostra nuova maestra si chiama Emanuela

Quest'anno è arrivata da noi una nuova maestra, si chiama Emanuela. É stata accompagnata in classe dalla Sig.ra Anna Maria della segreteria. Le si leggevano subito una grande motivazione e tanto entusiasmo, così che sono bastate poche ore che era già in mezzo a noi, attenta a cogliere il significato di ogni cosa e a partecipare cercando la sintonia con quello che stava avvenendo.
Si chiama Emanuela, ma non vi dirò di più. Le ho proposto di presentarsi nel nostro blog e ha accettato, perciò le passo la parola.
- Prego, Emanuela!

Sono maestra Emanuela, ho 38 anni e vengo da un paesino di 1800 abitanti: Perdaxius, un piccolo, ma molto tranquillo paese, con vaste campagne.
Sono sposata e ho una figlia di 10 anni, Valeria, che quest'anno frequenta la quinta elementare. Una figlia che, come tutte le mamme del mondo, adoro.
Ho due cani che fanno parte integrante della mia famiglia, Spike e Tequila, e anche una cavietta peruviana: Jack.
Mi piace rilassarmi con la lettura di un libro o disegnare; purtroppo non sono una buona cuoca.
Mi ritengo fortunata in quanto faccio un lavoro che adoro: io amo stare in mezzo ai bambini!
Sono arrivata alla scuola primaria di via Roma il 14 settembre. É stata una gioia entrare e conoscere la 3ª A. Sono stata subito molto felice perché ho ricevuto una bellissima accoglienza dai bambini e dalla mia collega Enrica.
Ho provato un grande entusiasmo che mi accompagnerò in questa mia esperienza, certa che sarà meravigliosa sia per me che per i bambini.

Grazie, Emanuela, BENVENUTA! Sarà sicuramente un bel viaggiare...
Conta pure su ognuno di noi. Buon lavoro!

mercoledì 16 settembre 2015

Noi genitori. Primo giorno di scuola.

Eccomi arrivata!...sono sulla porta dell'aula di mio figlio e credetemi…mi sento la più fortunata.
Perché da quella posizione ho una vista spettacolare…un meraviglioso panorama.
Ho il privilegio di essere difronte ai bambini e di cogliere nei loro occhi la trepidazione e le emozioni che in quel momento stanno riempiendo i loro cuori. 
Ho il privilegio di cogliere la stessa emozione negli sguardi dei genitori.
Ho il privilegio di poter osservare e sentire, nei gesti e nelle calde parole di benvenuto che la maestra rivolge ai suoi bambini e a noi genitori, la sensibilità e il sentimento di chi crede fermamente che può educare solo chi sa che cosa significa amare…Che nonostante le fatiche quotidiane, la gioia più grande per lei rimane quella di insegnare e di accompagnare i suoi bambini al sapere, alla conoscenza con la convinzione e la certezza che sono li per essere prima di tutto felici.
Si, ho avuto il privilegio di potere esplorare l’aula in tutte le sue angolazioni, in tutta la sua bellezza…e sentire in ogni lavoro preparato proprio quell'amore. 
Un’aula preparata con attenzione, cura e dedizione, con il solo scopo di accogliere con semplicità, nella semplicità. Un’accoglienza che racchiude il grande desiderio di voler rinnovare la gioia di un incontro. Un’accoglienza che non è solo il primo giorno di scuola, ma che vuole esserlo ogni mattina, sempre la stessa, ma sempre nuova.
Così, vi confesso che ad un certo punto le parole della maestra sono diventate per me un sottofondo, perché mi sono “tuffata” in quell'aula; ho sollevato lo sguardo per guardare e leggere quello che c’era scritto nei fogli, nei cartoncini appesi sui muri fuori dalla porta d’ingresso, sui muri e sui fili che attraversavano l’aula. Stavo assistendo a una meravigliosa scoperta. Ma ecco che le parole della maestra ritornato chiare.
“Cosa vedete bambini? Guardate con calma, andate anche fuori dalla classe…” I bambini si muovono, iniziano ad osservare con la stessa attenzione che la maestra ha offerto loro nel preparare tutto. Ritornano tra i banchi.
Una bambina risponde: “Qui maestra c’è tutto quello che faremo, quello che quest’anno impareremo…”
Un altro bambino aggiunge: “Si, manca qualcosa…”
E’ vero. Quei fogli, quei cartoncini appesi nel filo e nei muri rappresentano i nuovi porti che dovranno conquistare e scoprire. Alcuni sono stabiliti, sono le mete, gli obiettivi che tracciano il percorso. Ma, si sa. Il viaggio spesso richiede dei cambiamenti, accorgimenti, perché nuove conquiste e nuove scoperte si presenteranno inaspettate. Questa è la bellezza del viaggio. Questo è quello che manca, e che oggi non può avere ancora un nome.
Quei fogli, racchiudono sicuramente il sapere, la conoscenza, ma ancor più racchiudono un progetto di felicità che solo assieme, nella condivisione, sarà possibile realizzare. Quei fogli racchiudono il desiderio di ciascun bambino di riuscire a vivere ogni istante, ogni conquista, come un momento prezioso, unico e irripetibile per realizzarlo.
Poi, a casa una nuova emozione. Ve la traduco attraverso delle parole che mi sono state offerte e che rivedendole, ora ve le offro per come sono rimaste nel cuore. Capiterà che il vento si alza e inizia a soffiare forte, non permettendo più di poter viaggiare lentamente. Il mare si agita, ma l’importante è che i bambini sanno che possono stare nella tempesta, senza perdere mai la gioia, la forza e il gusto di navigare.

domenica 13 settembre 2015

Avviso per i genitori

Carissimi genitori, sono qui per ricordarvi che domani, primo giorno di scuola, come tutti gli anni, saremo lieti di accogliervi in classe insieme ai bambini per presentare l'organizzazione a.s. 2015/16 (équipe e organizzazione oraria), consegnarvi il materiale informativo (elenco materiale, regole della scuola, calendario scolastico, orario delle lezioni) e la modulistica utile nella fase iniziale e durante l'anno scolastico. L'incontro sarà anche occasione per fornirvi le informazioni essenziali sulle attività previste durante la fase di accoglienza e in quella immediatamente successiva, anche in relazione alle uscite programmate nella fase iniziale delle attività.
Contiamo nella partecipazione di tutti voi! Grazie.

Nuovo inizio? No, semplice ripresa.

Adesso ci siamo proprio, bambini. Qui è tutto pronto per riprendere il nostro percorso insieme.
Non vi parlo di nuovo inizio, no. E non vi dirò, come avete sentito da più voci, che con la terza inizia il lavoro vero, inizia lo studio e tutto diventa più difficile. 
No, non ve lo dirò.
Questo non è un nuovo inizio. Ci siamo fermati per la pausa estiva, ci siamo riposati e ora si riparte. È una ripresa. 
Cosa stavamo facendo, vi ricordate? Bene, da lì riprenderemo.
Più difficile, perché? Se mai più facile perché adesso abbiamo tanti strumenti in più. Abbiamo la forza di una letto-scrittura sicura, abbiamo imparato a porci domande e a cercare risposte, a riflettere sui nostri apprendimenti, a tradurli in mappe e ad autovalutarli.  Sappiamo lavorare in coppia e in gruppo, riorganizziamo in autonomia anche gli spazi, a seconda dei bisogni. Conosciamo le regole che ci siamo dati, ci gestiamo gli incarichi. Abbiamo cura della nostra aula e dei nostri strumenti. Ci siamo abituati ad andare verso il mondo e a far entrare il mondo a scuola, sempre felici di incontrare, e a muoverci in contesti diversi, riconoscendo e rispettando nuove regole. 
Quindi, che dire? Sarà un sereno ritrovarsi e ripartire. Sempre senza  fretta. Abbiamo ancora tre anni da trascorrere insieme per continuare ad incuriosirci e affinare i nostri strumenti utili a smontare e rimontare le conoscenze, pronti a sbagliare e a imparare dall'errore, sapendo che non c'e niente che non si possa imparare, si tratta solo di capire come. 
Allora a domani, bambini miei. L'aula è pronta ad accogliervi, venite sapendo che già vi aspetta per provocarvi nuove domande. Al vostro arrivo, guardate bene fuori dalla porta, sui fili che l'attraversano e nelle buste alle pareti. 
Che cosa contengono tutti quei fogli colorati, di che cosa vi parlano?
È questa la prima scoperta che vi invito a fare e da lì.... si salpa!
Vi aspetto pronti a navigare, senza paura di nessun mare. Seguiremo ancora il tempo e il vento. Quando sarà necessario faremo bordi lunghi. La forza del mare non si contrasta ma si asseconda. 
E, come sempre, avremo la fortuna di non essere mai soli, possiamo contare sui genitori e lo sappiamo. Noi non vogliamo una scuola che li lasci a terra, preoccupati di vederci allontanare senza conoscere la nostra direzione. La nostra è una barca spaziosa e ci piace accogliere.

Disponibile l'orario a.s. 2015/16




Vi informo che nella pagina "Strumenti" è disponibile l'orario 2015/16 che entrerà in vigore il 21 settembre 2015.

Noi genitori. Auguro un anno di serenità.

“Mamma, sei contenta che fra pochi giorni inizia la scuola?”
Siamo impegnati a comporre insieme un puzzle, e come capita spesso nella nostra famiglia, alcune domande arrivano inaspettate, inserendosi in momenti dove sei concentrata a fare tutt'altro, in discorsi che l'attimo prima avevano argomenti e contenuti completamente differenti. Le parole non arrivano, nella mia testa i pensieri sono molti e troppo confusi per poterli trasformare in una risposta semplice e soprattutto comprensibile. Devo trovare il modo per riordinarli. Il puzzle può attendere, lo riprenderemo più tardi.
Cerco due scatole, delle matite colorate, dei foglietti di carta. I miei figli mi osservano perplessi, ma incuriositi per il nuovo e improvvisato gioco. Una scatola la consegno proprio a loro, mentre l'altra la tengo per me: spiego che ognuno deve scrivere un pensiero o semplicemente una parola per esprimere cosa prova, quali emozioni sente nel ricominciare la scuola e metterlo nella propria scatola. Alla fine, la scatola dovrà essere chiusa. Fatto. La curiosità è tanta e, all'unanimità, scegliamo di aprire subito la scatola dei miei figli. Inizio a leggere: felicità, paura, fatica, concentrazione, amare, scuola, famiglia, stanchezza, gioia, scoperta, curiosità, attivo, compagni, maestra, coraggio, navigazione, gioco, spensieratezza, timidezza, aiuto, complicato, difficile, sola, impegno. Ora la mia scatola: “Ma mamma! qui c’è un solo foglietto!”. Lo aprono e leggono: serenità…Sento di poter dare una risposta alla loro domanda…iniziamo a dialogare.
Ora, però, desidero spostare il vostro sguardo.
Questo è l’augurio che rivolgo a tutti voi, a tutti noi genitori.
Che quest'anno scolastico sia per noi e per i nostri figli, un anno da vivere in serenità. Una serenità colma, più di ogni altra cosa, di speranza e di fiducia.
Una speranza e una fiducia capace di incoraggiare i nostri figli a percorrere questo loro nuovo viaggio, questa loro nuova esperienza scolastica, con lo scopo, prima di tutto, di scoprire e realizzare il loro progetto di vita, di scegliere in prima persona chi vogliono essere, chi vogliono diventare. Un viaggio dove la meta non è l’obiettivo, perché nel nostro “viaggiare a vela”, sappiamo che è il percorso che si compie che da un senso al viaggio stesso; per questo, convincerli che non bisogna avere alcuna fretta di giungere a destinazione, ma che invece, occorre godersi il paesaggio, esplorare, ascoltare, gustare, vedere, respirare, amare, osservare, rallentare, osare, rischiare, condividere, sapere che ovunque arriveranno, ne sarà valsa davvero la pena. 
Una fiducia nell'affiancare e accompagnare gli insegnanti nella loro opera, nella loro passione educativa, nelle loro scelte, perché solo insieme si riesce a guardare la scuola con occhi diversi…guardarla l’uno con gli occhi dell’altro e attraverso l’altro, per operare per un bene comune: quello dei bambini. Perché non esiste prospettiva senza due o più punti di vista. E dobbiamo farlo con convinzione, con slancio e senso di responsabilità e reciprocità, in un dialogo che diventa incontro, apertura, confronto e comunicazione. Comunicazione che diventa condivisione. Condivisione che diventa disponibilità, esperienza da offrire, nella consapevolezza e certezza che tutto ciò che sapremo porgere o ricevere, sarà motivo di arricchimento per tutti.
Questo viaggio, così percorso, è la scuola per i nostri bambini.
Una scuola che possa aiutarli a formare la propria personalità e la propria identità, a dare forma alle cose, a conoscere il mondo e gli sguardi degli altri, a muoversi nella vita, il luogo dove incontrare degli adulti, degli insegnanti, capaci di trasmettergli la gioia e la passione della scoperta e della conquista del sapere… e di quella di essere amati; insegnanti che inevitabilmente e generosamente lasceranno un'impronta indelebile nel loro cuore, perché si sentiranno da loro incontrati, accolti, ascoltati e guardati. 
Allora, anche a voi insegnanti, l’augurio di un genitore…
Di riconoscere che tutto quello che fate, offrite, trasmettete e insegnate, non avrà alcun valore se prima di tutto non incontrerete loro, i vostri bambini. Tesori preziosi da conoscere con umiltà, con attenzione e delicatezza, da rispettare, da seguire con dedizione e profondo rispetto, perché ciascuno dentro di sé racchiude una forza e una risorsa immensa. Così, non scoraggiate mai chi si sta impegnando per fare dei progressi: non importa quanto lentamente migliora o se ancora non migliora, quello che conta è che vuole impegnarsi con tutte le sue forze per migliorare, per dimostrare che anche lui può diventare, un domani, il bambino che in cuor suo desidera, per se stesso, per voi. E non fraintendete le sue reazioni, perché spesso è l'unico modo che ha a disposizione per manifestare qualcosa che non va...Cercate invece di guardarlo negli occhi, e di leggerlo nel cuore, per vivere in lui una continua sorpresa, anzi la buona e meravigliosa riuscita di una scommessa.
Ancora un piccolo augurio, per tornare a quella serenità fatta di speranza e fiducia…
Sappiate porvi difronte ai vostri bambini non come degli specchi, ma come delle finestre…

venerdì 11 settembre 2015

Incontri fortunati aspettando il Festival...

Capita anche che la rete diventi luogo di incontri con persone speciali. Così è successo a me, quando ieri, a un certo punto, mi sono ritrovata a chiacchierare proprio con.... Mirco Maselli! Sì, avete capito bene, proprio lui, l'autore di Hogard faccia di drago! Così ho scoperto che ha una pagina facebook tutta dedicata a Hogard e... udite udite!...che ha pubblicato un libro con nuove avventure: Hogard, ali di drago!.
Io, ieri, ero di corsa e non sono riuscita ad avvertirvi, ma oggi, bambini carissimi, dovevo assolutamente fermarmi un attimo per dirvelo. Ne siete contenti? Io tanto perché sono sicura che questa novità renderà ancora più emozionante la nostra nuova esperienza al Festival Tuttestorie. 
Lui, sappiatelo, a me è sembrato proprio molto simpatico e mi ha detto che  non vede l'ora di volare qui per venire a conoscervi... ;-)
Sento già che questo sarà un bellissimo Festival! 
Non avete idea delle grandi sorprese che ci aspettano, tant'è che io ho scritto alle librarie Tuttestorie perchè sapessero che non abbiamo intenzione di perderne neanche una. Siete d'accordo?
Io sono sicura di sì! Anzi... mi sembra di sentire la vostra voce anche da qui!
Ma dovete resistere... non posso mica anticiparvi tutto adesso?
Però, non preoccupatevi, il 14 settembre vi rivelerò tutto e sapete perché? Perché sono io che non resisto! (Ahahahahahah!!!)
Certo che c'è proprio da ringraziarlo lo Staff Tuttestorie, con loro abbiamo sempre la certezza di poter contare su un inizio d'anno molto speciale.
Questo poi, più che mai, perché il Festival compie 10 anni. Quindi sarà un festival EXTRA con EXTRA sorprese!
Fortunato chi sa emozionarsi... Io ci riesco ancora e voi?

mercoledì 9 settembre 2015

Ho incontrato Francesca

Oggi l'ho incontrata di nuovo Francesca.
Chiaramente il suo è un nome di fantasia, per molti colleghi si chiama semplicemente "Tutto tre!".
Ma io so chi è. E lei, ogni volta che mi vede si illumina e mi corre incontro, senza badare a niente e a nessuno. Si dimentica persino dell'aria che si è data e che si sposa poco con la bambina che ritrovo davanti a me.
Io la vedo crescere, non mi sorprendo neanche più del trucco che contorna deciso i suoi occhi. Eppure non cambia il suo sguardo, nè il suo abbraccio libero. E le parole, sempre le stesse: - Mi manchi molto maestra.
Io finisco per ritrovarmi sempre con la pelle alta e la voce rotta. La stringo forte e non posso che dirle: - Tanto anche tu.
La guardo e l'abbraccio ancora. Quanto avrei voluto salvarla.
Invece non l'ho salvata.
La scuola l'ha buttata fuori in fretta e io ho assistito impotente.
Lei avrà la stessa vita della madre. Sicuramente farà dei figli molto presto e, con buona probabilità, ricorderà i miei consigli solo quando la sua vita sarà troppo formata per modificarne la rotta.
Ci salutiamo e vado. So che la vedrò ancora e che sarà sempre tra quegli alunni che non passeranno mai dritti; so che lei non si accontenterà mai di un saluto veloce.
E mentre mi allontano, mi sorprendo con il sorriso. Penso che ho fatto bene a lasciarle il ricordo di cinque anni belli. Penso che sono felice di far parte dell'unico pezzo che non le ha fatto male. Del pezzo che non l'ha respinta, che non l'ha giudicata. Del pezzo che l'ha accolta e avvolta.
Penso che sono stata fortunata a capire in tempo che cosa contava. Ci sono momenti in cui bisogna scegliere. Io ho scelto lei, e lei lo sa.
Ti voglio bene, Francesca. Io per te, e per tutti quelli come te, ci sarò sempre.

Edgar Morin, Insegnare a vivere, Manifesto per cambiare l'educazione


Segnalo la recensione, a cura di Maurizio Tirinticco, dell'ultimo libro di Edgar Morin, noto autore de La testa ben fatta: Insegnare a vivere, Manifesto per cambiare l’educazione, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2015

di Maurizio Tirinticco, da www.edscuola.eu

In un momento così difficile e complesso per il nostro Sistema educativo nazionale di istruzione e formazione – dire semplicemente scuola sarebbe riduttivo – questo nuovo intervento dell’autore de “La Tête bien faite” (1999) mi sembra assolutamente significativo e importante. Non va dimenticato che le prime “Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione” del 31 luglio 2007, firmate dal Ministro Fioroni, portavano lo stigma – se si può dir così – di Edgar Morin. Nella presentazione delle Indicazioni che ebbe luogo in Roma nell’aprile di quell’anno, Morin ebbe a dire tra l’altro:
“Cultura, scuola e persona sono inscindibili… ‘Voglio apprendere a vivere’: questa frase rimarca l’importanza vitale della formazione sia da un punto di vista di umanità che di cittadinanza perché, per risolvere i problemi fondamentali dell’uomo, è necessaria un’alleanza educativa tra cultura umanistica e cultura scientifica. Una mancanza di congiunzione tra le due infatti non può servire a un’adeguata maturazione morale e spirituale…. Una conoscenza priva di contestualizzazione è una conoscenza povera. Come fare a riunire i saperi delle varie discipline? Serve un pensiero complesso che permetta di unire ciò che è separato. Oggi serve un nuovo umanesimo… Come apprendere a vivere? La conoscenza non si ha con la frammentazione ma con l’unione. È necessaria una riforma della conoscenza del pensiero, un nuovo umanesimo globale che sappia affrontare i temi della persona e del pianeta. I giovani oggi si sentono persi, non trovano le ragioni dell’essere. Durante la seconda guerra mondiale i ragazzi dovevano resistere al nazismo, divennero partigiani, contribuirono a liberare le loro vite e le loro nazioni. E oggi? Oggi i giovani sono chiamati ad affrontare un compito ancora più ampio: la salvezza del genere umano. Hanno una missione grande davanti a loro e dobbiamo educarli ad apprendere e a maturare una conoscenza adeguata ad assolvere a questo compito fondamentale a cui sono chiamati”.

martedì 8 settembre 2015

Educare alla multiculturalità

Mentre leggevo di adozione, approfondendo il documento che ho pubblicato poco fa, mi sono ritrovata davanti a questo post di gennaio, scritto da Monica Nobile. Ho voluto recuperarlo e portarlo qui perché, in un momento difficile come questo, in cui troppe volte si sente parlare male del "diverso", mi piace ritrovare in questa lettera un invito alla riflessione per gli educatori e, allo stesso tempo, qualche semplice suggerimento.
In fondo, basta davvero poco. É tutta una questione di educazione. Ma bisogna crederci.

di Monica Nobile

Sono stanca di sentire per la strada, al bar, in ogni dove discorsi chiusi e beceri, battutacce, lagne, offese verso altri cittadini colpevoli soltanto di appartenere a diversii paesi, culture e razze. Sono stanca, proprio stanca delle intolleranze e dei vuoti discorsi pseudo-politici che addossano colpe a chi colpa non ha. Ho ritirato fuori una lettera, scritta per gli amici dell'associazione genitori si diventa. La pubblico dedicandola a tutti i genitori che hanno la voglia e la pazienza di accompagnare i propri figli lungo la strada verso la cultura, la pace e la convivenza.

Caro genitore, siamo un’associazione di famiglie adottive che ha posto al centro della propria attività la responsabilizzazione dei genitori come premessa fondamentale per la tutela dei bambini e delle bambine. L’esperienza dell’adozione ci ha portati a riflettere profondamente sul ruolo genitoriale, non solo in relazione all’adozione ma più in generale rispetto al compito educativo ed alle ricadute che l’agire educativo ha nella società. In questi ultimi tempi ci sentiamo preoccupati e spaventati dal moltiplicarsi di episodi di razzismo nel nostro paese. Pensiamo che tacere, alla lunga, significhi diventare responsabili o quantomeno complici di una società violenta e intollerante. Pensiamo che molti genitori, oggi, si stiano chiedendo con forte preoccupazione quale futuro, quale mondo, si stia prospettando ai loro figli. Pensiamo che molti genitori stiano cercando di dare ai propri figli un’educazione basata sui valori del rispetto, dell’accoglienza, della tolleranza. Pensiamo che molti genitori vogliano trasmettere ai propri figli l’amore e la passione per la cultura, facendoli crescere in un ambiente aperto alle idee, alle differenze, alle esperienze, senza barriere e preclusioni, senza pregiudizi. Pensiamo che nel mondo che molti genitori vorrebbero per i loro figli ci sia posto per tutti, nel principio del rispetto e della solidarietà. Pensiamo che molti genitori siano impegnati a far crescere i loro figli, rendendoli cittadini del mondo, persone capaci di conoscere e imparare, viaggiando in altri paesi, studiando i libri di storia, ma anche - nella propria scuola, al parco, per la strada - mantenendo la capacità di costruire amicizie, di ascoltare con sincera curiosità ciò che l’altro ha da raccontare. Pensiamo che per molti genitori l’antirazzismo non debba restare una parola astratta, ma che al contrario, nella quotidianità, molti genitori stiano cercando di praticarlo attraverso le scelte educative rivolte ai propri figli. Se ti riconosci in questo modo di essere genitore, ti proponiamo alcuni suggerimenti, una piccola goccia nel mare per costruire il mondo che vorremmo per i nostri figli: Fai attenzione alle parole, alle etichette, alle barzellette o alle battute poco rispettose: i bambini imparano tutto, si sa. Il tuo modo di parlare si traduce nel modo di pensare di tuo figlio. Trasmetti a tuo figlio la memoria, quella di un passato non lontano, quando dall’Italia si partiva per migrare in paesi poco accoglienti. Organizzati con altri genitori e chiedi agli insegnanti di tuo figlio di attivare percorsi e laboratori sul tema della pace e della multiculturalità: molte associazioni e organizzazioni propongono con competenza progetti rivolti alle scuole. Se in classe di tuo figlio è iscritto un bambino immigrato anziché preoccuparti che il livello della classe diventi più scadente, invitalo a pranzo e regala a tuo figlio l’esperienza di arricchimento che ogni incontro racchiude.
Non parlare sempre di cittadini "extracomunitari" per sottolinearne il disagio o la marginalità: leggi con tuo figlio fiabe e storie di altri paesi, ascoltate insieme musiche, filastrocche e ninnananne di altri paesi, partecipate alle feste multietniche, assaggia e proponi a tuo figlio altri sapori, altri odori, ricette di altre parti del mondo. Sollecita la curiosità e la riflessione sui temi della multiculturalità: esistono molti libri di fiabe e racconti rivolti a tutte le età, anche della prima infanzia, che aiutano a farlo con i propri figli. Se tuo figlio è grandicello (solo tu puoi stabilire quando è giunto il momento) leggi il giornale con lui e soffermati su questi temi. Aiutalo a capire, accompagnalo a formare il proprio pensiero, libero dagli schemi e dai luoghi comuni.

Linee guida per favorire il diritto allo studio per i bambini adottati

Ringraziando Silvia Benussi per avermela segnalata, condivido l'interessante articolo "Genitori, diamoci da fare" di Monica Nobile (pag. 6 della pubblicazione), chiedendo a colleghi e genitori che frequentano il nostro blog di sostenere la diffusione delle "Linee guida per favorire il diritto allo studio per i bambini adottati" (http://www.istruzione.it/allegati/2014/prot7443_14_all1.pdf) in modo che trovino apertura nelle nostre scuole e vengano attivati tutti i percorsi previsti.
Desidero, da insegnante che crede fortemente nell'alleanza con le famiglie, che si possa lavorare insieme perché le scuole sappiano accogliere l'adozione per quello che è: una grande opportunità.
 
"Affinché l'adozione possa essere presente tra i banchi di scuola senza creare rumore, ma piuttosto una dolce melodia di coesione, di mondi e culture diverse che si incontrano." (Silvia Benussi)

Nuove informazioni organizzative

Nel ricordarvi che l'inizio delle attività è programmato per il 14 settembre 2015, vi informo che durante la prima settimana sarà osservato il seguente orario delle lezioni: 8.30/12.30 (dal lunedì al sabato) e che è disponibile l'elenco del materiale scolastico (vedi). 
Ne approfitto per ricordare, inoltre, a chi  non si fosse ancora iscritto, che per entrare nella nuova classe terza su Edmodo, è ncecessario completare la procedura indicata con specifico post del 2 settembre (vedi).
Grazie per la vostra attenzione!

lunedì 7 settembre 2015

Massimo Recalcati: "Chi sono gli insegnanti che non abbiamo mai dimenticato?"



Chi sono gli insegnanti che non abbiamo mai dimenticato?
Sono quelli che hanno saputo incarnare un sapere, sono quelli che ricordiamo non tanto per ciò che ci hanno insegnato ma per come ce lo hanno insegnato.
Ciò che conta nella formazione di un bambino o di un giovane non è tanto il contenuto del sapere, ma la trasmissione dell´amore per il sapere.
Gli insegnanti che non abbiamo dimenticato sono quelli che ci hanno insegnato che non si può sapere senza amore per il sapere.
Sono quelli che sono stati per noi uno “stile”.
I bravi insegnanti sono quelli che hanno saputo fare esistere dei mondi nuovi con il loro stile.
Sono quelli che non ci hanno riempito le teste con un sapere già morto, ma quelli che vi hanno fatto dei buchi.
Sono quelli che hanno fatto nascere domande senza offrire risposte già fatte.
Il bravo insegnante non è solo colui che sa ma colui che, per usare una bella immagine del padre sopravvissuto celebrato da Cormac McCarthy ne La strada, “sa portare il fuoco”.
Portare il fuoco significa che un insegnante non è qualcuno che istruisce, che riempie le teste di contenuti, ma innanzitutto colui che sa portare e dare la parola, sa coltivare la possibilità di stare insieme, sa fare esistere la cultura come possibilità della comunità, sa valorizzare le differenze, la singolarità, animando la curiosità di ciascuno senza però inseguire alcuna immagine di “allievo ideale”, ma esaltando piuttosto i difetti, persino i sintomi, di ciascuno dei suoi allievi, uno per uno.

Massimo Recalcati, psicoanalista
da Il volto delle citazioni, www.youreduaction

Vedi anche sul blog:
Massimo Recalcati: "L'ora di lezione"

venerdì 4 settembre 2015

I bambini imparano quello che vivono

Se i bambini vivono con le critiche, imparano a condannare
Se i bambini vivono con l'ostilità, imparano a combattere
Se i bambini vivono con la paura, imparano a essere apprensivi
Se i bambini vivono con la pietà, imparano a commiserarsi
Se i bambini vivono con il ridicolo, imparano a essere timidi
Se i bambini vivono con la gelosia, imparano a provare invidia
Se i bambini vivono con la vergogna, imparano a sentirsi colpevoli
Se i bambini vivono con l'incoraggiamento, imparano a essere sicuri di sé
Se i bambini vivono con la tolleranza, imparano a essere pazienti
Se i bambini vivono con la lode, imparano ad apprezzare
Se i bambini vivono con l'accettazione, imparano ad amare
Se i bambini vivono con l'approvazione, imparano a piacersi
Se i bambini vivono con il riconoscimento, imparano che è bene avere un obiettivo
Se i bambini vivono con la condivisione, imparano a essere generosi
Se i bambini vivono con l'onestà, imparano a essere sinceri
Se i bambini vivono con la correttezza, imparano cos'è la giustizia
Se i bambini vivono con la gentilezza e la considerazione, imparano il rispetto
Se i bambini vivono con la sicurezza, imparano ad avere fiducia in sé stessi e nel prossimo
Se i bambini vivono con la benevolenza, imparano che il mondo è un bel posto in cui vivere

Dorothy Law Nolte (dal libro “I bambini imparano quello che vivono”, Ed. Fabbri Editore)

mercoledì 2 settembre 2015

La nuova classe virtuale è pronta ad accogliervi!

Ciao bambini! Il tempo stringe ed è quasi arrivato il momento di rientrare a scuola.
Proprio come l’anno scorso, voglio avvicinarmi a questa data insieme a voi, ritrovandoci, prima di tutto, nella nostra aula virtuale.
Cosa dite... vi sentite pronti?

Per cominciare, devo dirvi che quest’anno ho attivato dei nuovi account con il vostro nome completo (ormai siete cresciuti!); per questo, per farvi entrare nella classe terza, devo prima di tutto trasmettervi il nuovo nome utente e la nuova password. Subito dopo, potrete apportare le modifiche necessarie.

Quindi... seguitemi! Vi illustrerò, uno ad uno, i passaggi necessari.
Non preoccupatevi! Ho cercato la strada più semplice, quindi non avrete nessun problema!

Allora….

1) Entrate in Edmodo come avete sempre fatto (per facilitare il passaggio alla nuova classe ho temporaneamente riaperto anche la classe seconda).

2) Una volta dentro, leggete il messaggio che ho scritto ad ognuno di voi: contiene il nome utente e la password per la classe terza.

3) Uscite da Edmodo e rientrate con il nuovo nome utente e la nuova password: nella colonna a sinistra potrete visualizzare la classe terza, cliccandoci sopra la renderete attiva.

4) A questo punto, verificate la lingua. Se visualizzate ancora la versione inglese, dovete scegliere la lingua italiana cliccando in basso, dove trovate la voce “Languages” (immagine 1). L’ambiente non è stato ancora tradotto completamente ed è presente qualche errore. Dovrete pazientare un pochino perché lo staff Edmodo è al lavoro.

Immagine 1

5) Cambiata la lingua, accedete al profilo – voce “Impostazioni” (immagine 2) - dove, se lo desiderate, potete modificare la vostra foto, provvisoriamente io ho caricato per tutti quella fatta in classe lo scorso anno) e la password (immagini 3 e 4)

Immagine 2

Immagine 3

Immagine 4

6) Concluse queste procedure, tornate alla classe (home e clic su classe 3 A Scuola primaria via Roma) e scrivete il vostro primo messaggio per farmi sapere se è tutto a posto in modo che io possa chiudere nuovamente la classe seconda (immagine 5).

Immagine 5

Ne approfitto per dirvi subito che, anche quest’anno, ho aperto uno spazio tutto vostro nel quale ho già iscritto tutti voi. Si chiama: “Chiacchiere in libertà” (immagine 6).

Immagine 6
Per maggiore chiarezza, vi allego anche un semplice tutorial. Se poi doveste avere qualche problema, scrivetemi subito (enrica.ena@gmail.com) e io vi aiuterò a risolverlo.


Credo di avervi detto tutto, se non...Benvenuti in terza! :-)