mercoledì 24 agosto 2016

Noi genitori: Bentornata scuola!

Post di Simona Banci

Fine agosto. La mia breve estate volge al termine, stamattina la brezza che giunge dal mare, leggera e rinfrescante mi riporta alla memoria il ricordo della scuola che sta per ricominciare. 
La mia Anna va in quarta elementare!
Mi sto godendo sette giorni di agognato riposo, guardo il mare e mi lascio inebriare dal suo profumo di libertà, di infinito e, oramai serena, lontana da tutto e da tutti, ripenso, ricordo e finalmente apprezzo quell'ormai lontano 24 giugno, l’ultimo giorno della terza elementare di Anna.
Le immagini rotolano veloci lungo la via dei ricordi: la consegna delle pagelle, la chiamata per nome di ogni bambino, l’applauso, le filastrocche recitate…. un’emozione fortissima….. eppure non sono stati quelli i momenti che hanno fermato il tempo.
L’attimo che ho colto con curioso interesse è, invece, la piccola introduzione fatta dalla maestra Ena prima di cominciare l’attività di chiusura dell’anno scolastico.
Facciamo un piccolo passo indietro.
Il 24 giugno è stato il giorno in cui l’Europa si è svegliata con la notizia - riportata in prima pagina dai giornali e trasmessa a gran voce dai telegiornali - del risultato referendario che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea.
Avevo appena ascoltato la notizia al telegiornale mentre facevo colazione e già riflettevo sull'importanza, le motivazioni e le conseguenze di un gesto simile, rattristata dalla constatazione della totale sfiducia di un popolo nei confronti di quel progetto unitario e pacifista che è l’Europa e pensavo a come far percepire a mia figlia Anna la valenza di un analogo fatto storico.
Le parole sono importanti ma, alle volte, non sufficienti, avrei voluto che Anna ne comprendesse la dimensione, riportandola nel suo vissuto quotidiano ma, non trovando il contesto giusto, ho deciso di rinviare l’approccio con la bambina.
Con questi pensieri sono uscita di casa per accompagnare Anna a scuola.
Torniamo a quel venerdì, 24 giugno, quando l’insegnante Enrica Ena ci accoglie con queste parole:
Vi chiedo scusa ma non posso iniziare la giornata senza prima spendere due considerazioni e soffermarmi con voi, bambini e genitori, sulla BREXIT, un fatto di rilevanza storica, politica e sociale, che ci coinvolge tutti, questa classe in modo specifico.
Quando uno stato sceglie di uscire da un gruppo, da un’unione, vuol dire che qualcosa non ha funzionato nella condivisione dei valori e delle idee che quell’unione hanno contribuito a creare”.
Sento il vento che mi accarezza la pelle e mi riporta indietro quelle parole, calme, sincere, amare nel voler destare le nostre coscienze.
Non è mai facile intraprendere un cammino insieme ma è una scelta coraggiosa, importante, necessaria, ed a tal fine la consapevolezza della nostra diversità deve essere uno stimolo e non un limite, se si percepisce di essere parte di qualcosa di più grande.
Non dovremmo permettere alle incomprensioni e alle difficoltà, che pur ci sono e ci saranno sempre, di bloccare e rallentare la nostra avanzata.
Seguire i propri individualismi e, talvolta, imporli agli altri è più facile e gratificante, la nostalgia del passato a cui eravamo abituati più rassicurante, ma quel passato ormai remoto non ci rammenta le lotte di potere che, laddove hanno premiato il vincitore, hanno lasciato  agonizzanti tutti gli altri.
Perdere un compagno lungo il cammino è una dolorosa sconfitta per tutti.
L’Unione Europea è nata da un gruppo di sognatori e di politici di indiscusso spessore che hanno immaginato un continente pacificato, fatto di popoli che rigettano la guerra come soluzione estrema dei loro conflitti di interessi.
Anche noi tre anni fa abbiamo sognato una scuola fatta di bambini che imparano la cooperazione piuttosto che l’individualismo, una scuola che non promuove la competizione ma la collaborazione reciproca, dove le risorse degli uni sono messe a disposizione anche degli altri, una scuola accogliente verso le diverse etnie nel rispetto di valori comuni e condivisi, cosicché l’eccellenza del risultato scaturisce dall'unione e non dal conflitto.
Abbiamo iniziato questa avventura tutti insieme, colmi di entusiasmo, grondanti delle strategie formative privilegiate, carichi delle scelte educative condivise.
La Brexit ci insegna, purtroppo, che col tempo l’entusiasmo iniziale si può smarrire, le novità ci possono spaventare e la paura sopraffare,  ma non dobbiamo commettere l’errore di colpevolizzare chi si tira indietro, piuttosto cercare di capire dove abbiamo sbagliato, perché abbiamo smesso di coinvolgerlo, quando abbiamo sottovalutato l’importanza del confronto e della discussione.
L’unione è la soluzione non il problema.
E mentre guardo il moto perpetuo delle onde agitate che si infrangono sulla scogliera, rifletto sul lungo periodo che si apre per la Gran Bretagna, in attesa di una procedura di liquidazione che non si annuncia certo facile, nè veloce e indolore, e penso alla fortuna di una bambina che sta imparando a studiare la storia non osservando il passato con distacco ma interpretandolo nel suo divenire, perché la storia non solo la sta vivendo ma, nella sua classe, sta contribuendo a costruirla.

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