martedì 6 maggio 2014

Agriturismo Battaglia: un tuffo nella cultura pastorale

“Se ascolto dimentico,
se vedo ricordo, 
se faccio capisco" 

Siamo appena rientrati dalla nostra visita guidata e, nonostante la stanchezza, sento il bisogno di sedermi davanti al monitor per condividere l’emozione di una giornata che ci ha catturato completamente, bambini e maestre.

Prima di partire, sapevamo cosa ci aspettava, avevamo scelto noi i contenuti e il luogo della visita con l’obiettivo di conoscere il percorso dalla mungitura al formaggio, ma non immaginavamo certo di essere sorpresi da un’esperienza come quella che abbiamo vissuto. Un vero laboratorio in cui abbiamo toccato tutto con mano.

Abbiamo sperimentato la mungitura a mano e quella meccanica (con le tettarelle) e assaggiato il latte appena munto; abbiamo preparato la cagliata e poi l’abbiamo lavorata e pressata per la fuoriuscita del siero perché ognuno potesse preparare la sua piccola forma di formaggio e, infine, abbiamo messo il siero rimasto sul fuoco fino alla formazione della ricotta.
Tutto, proprio tutto con le “mani in pasta”.

Ma la cosa più bella è stato il momento in cui a tavola ci siamo ritrovati tutti insieme, maestre, bambini e proprietari dell’Agriturismo, a consumare un ottimo pasto tradizionale, aperto con la ricotta preparata da noi e chiuso con gli squisiti dolci fatti in casa.

È chiaro che a fare la differenza sono proprio i proprietari di questo splendido spazio naturale che hanno condiviso con noi ogni momento della giornata, raccontandoci tante cose della vita pastorale. Persone che amano il loro lavoro, questo è stato chiaro da subito, perché un’accoglienza come quella che abbiamo ricevuto la si può offrire solo se si crede nella bellezza delle proprie tradizioni e si vuole che non siano spazzate via.
Proprio un’altra cosa rispetto ai numerosi agriturismo che più che salvaguardare e promuovere la nostra cultura, la stanno cancellando definitivamente.

Quando nella sala della mungitura, mi sono rivolta a uno dei ragazzi per chiedergli il nome dello strumento che stavo usando per mungere, mi ha risposto con il nome della capra. Aveva capito male, ma mi ha dato un’informazione ben più importante. Questa famiglia ha settecento capre, tutte hanno un nome e i proprietari le conoscono una a una.

Abbiamo lasciato l’Agriturismo, felici per la ricchezza di questa giornata, ognuno con la sua piccola forma di formaggio e con l’immagine rassicurante di una famiglia unita e sorridente, madre, figli e figlie, davanti all’ingresso, che continuavano a salutarci fino a che sono diventati piccoli piccoli per poi scomparire.

Grazie per questa occasione, grazie per il contributo alla conservazione della nostra cultura.
Da oggi il latte per tutti noi sarà molto di più di un liquido bianco versato da una busta in tetrapak.
Da oggi ha una lunga storia e noi ne facciamo parte.

Per le scuole che vogliono proporre ai loro alunni un laboratorio in una fattoria didattica: 



 

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