lunedì 23 febbraio 2015

Noi genitori: "Usciamo dalla fila"

In Gilberto de Nucci c'è un’eccellente immagine riguardo al nostro comportamento. Secondo lui, gli uomini camminano sulla superficie della terra in fila indiana, ciascuno trasportando un sacco davanti e un altro dietro.
Nel sacco davanti, noi mettiamo le nostre qualità. Nel sacco di dietro, serbiamo tutti i nostri difetti.
Perciò, durante il viaggio della vita, teniamo gli occhi fissi sulle virtù che possediamo, legate al nostro petto. Nello stesso tempo, notiamo impietosamente, sulle spalle del compagno che ci sta davanti, tutti i difetti che egli possiede.
E ci riteniamo migliori di lui, senza capire che chi ci segue sta pensando la stessa cosa di noi.

Invitiamo i nostri figli alla correttezza, al dialogo, all’apertura, alla relazione, alla convivenza, alla responsabilità, a vivere la vita con sensibilità d’animo per riuscire a dedicarsi al prossimo con disponibilità, delicatezza, tolleranza, pazienza, collaborazione, attenzione, per essere davvero capaci di accoglierlo e ospitarlo, senza giudicare e condannare tutti quei comportamenti e atteggiamenti che possono risultare o sembrare non corretti, pericolosi e offensivi. Perché giudicare vuol dire etichettare, apporre sull’altro un marchio indelebile, identificandolo alla fine solo attraverso quell’etichetta che gli è stata assegnata, impedendo di vedere in lui tutto il resto. La parte più importante, più vera, più bella.
Spieghiamo ai nostri figli che prima di difendersi e accusare, occorre essere disposti ad ascoltare, in modo autentico: per avvicinarsi all’altro senza attribuirgli pensieri, emozioni e sensazioni. Solo così l’ascolto si trasforma in confronto. Solo così si arriva all’incontro. Solo così si può amare l’altro in modo pratico.
Alleniamo e prepariamo i nostri figli alla vita sociale attraverso il rispetto delle diverse individualità e unicità; rispetto che si manifesta anche attraverso l’uso responsabile di parole e atteggiamenti che aiutino a crescere, a unire: non a dividere o escludere. Perché un giorno potrà accadere che nostro figlio avrà proprio bisogno di quel prossimo che ha passato una vita a giudicare, a condannare, ad accusare e rifiutare.
Allora, educhiamo i nostri figli a rivolgersi all’altro con pazienza e generosità, soprattutto quando sbaglia, perché nessuno può sapere quanta ricchezza e quale tesoro si nascondono in lui, finché non si ha la volontà di scoprirlo trovando il modo giusto, nel tempo necessario. Perché non bisogna guardare solo la superficie del mare e credere che il mare sia solo ciò che vediamo: una distesa di acqua blu, profonda e sconosciuta. Se ci immergiamo, scopriamo tante meraviglie che mai avremmo pensato esistessero.
Ecco, tutto questo può esistere solo se insegniamo ai nostri figli a uscire dalla fila, perché solo camminando affianco all’altro potranno veramente conoscerlo, comprenderlo, accettarlo e aiutarlo…E insieme a loro, facciamolo anche noi genitori…
Concludo con una citazione di Emmanuel Mauvier: “L’uomo esiste nella misura in cui esiste per gli altri. Essere e amare coincidono. Solo l’amore dà salda certezza e senso alla vita. Il fare riferimento all’altro non è un limite, ma una possibilità di uscire dal circolo vizioso dell’io per entrare nella ricchezza del noi.”

3 commenti:

  1. IL SEMAFORO BLU

    Una volta un semaforo fece una vera stranezza.
    Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi.
    - Attraversiamo o non attraversiamo?
    Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l’insolito segnale blu di un blu che così blu il cielo non era stato mai.
    In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano.
    I più spiritosi dicevano:
    - Il verde se lo sarà portato via qualcuno, per farci una villetta in campagna.
    - Il rosso lo avranno adoperato per dipingere i pesci nella fontana dei giardini.
    - Con il giallo sapete che ci fanno? Allungano l’olio d’oliva.
    Finalmente arrivò un vigile per riparare il guasto, e tolse la corrente.
    Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare: “Poveretti! Io avevo dato il segnale di via libera per il cielo: se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare!".

    Gianni Rodari


    Grazie Isa.

    Simona

    RispondiElimina
  2. Ciao Ena, sono un'insegnante di scuola primaria come te. Mi complimento per il lavoro che svolgi con i tuoi alunni e che documenti molto bene. Per caso mi sono avventurata nel tuo blog e ho trovato questa riflessione/invito ai genitori che calza apennello con quanto avrei voluto scrivere, nella lettera di fine anno, ai genitori dei miei alunni, invece mi sono limitata a lasciare loro degli spunti di riflessione sull'importanza della scuola attraverso un aneddoto e un breve racconto. Vorrei condividere sul mio blog questo post a settembre, come saluto iniziale ai genitori. Sperando in un tuo si, cordialmente ti saluto, augurandoti buone vacanze.
    P.S. prendo l'idea del calendario che mi sarà utilissimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissima Wanda, grazie per le tue parole, sono sempre felice quando si creano occasioni di scambio e condivisione. Questo post non era mio, ma di una mamma, Isabella Ongarelli (trovi il suo nome sotto), ma tutto ciò che è qui può essere utilizzato nel rispetto delle sole regole di condivisione (indicando la fonte, laddove necessario). Inoltre, Isa è una mamma speciale che collabora attivamente a rendere la scuola migliore. Come potrebbe non esserne felice? Ti abbraccio. Buona estate e buon tutto.
      Enrica

      Elimina

Grazie per aver lasciato un tuo commento! La pubblicazione avverrà entro le 24 ore.
I contenuti offensivi o inadeguati saranno immediatamente rimossi.