venerdì 27 marzo 2015

Ci sono appuntamenti che non si possono stabilire in anticipo

Ormai lo sapete. Io non scrivo cose speciali. Amo scrivere cose normali. Quelle che richiamano la mia attenzione nella quotidianità e che credo valga la pena di riprendere a voce alta.
Ieri è successo di nuovo.
Stavamo lavorando su una prova Invalsi di matematica. Non importa ciò che io penso, voglio che i bambini ne conoscano la modalità e possano affrontarle con la necessaria serenità.
Finita la prova individuale è iniziato il confronto in coppia. Momento fondamentale per trovare i propri errori, farne risorsa e indagare altre possibili strade per trovare le soluzioni...
A un certo punto osservo che una bambina piange.
Mi avvicino. La compagna di lavoro interviene per spiegarmi che tutto è successo per le diverse cose a cui non è riuscita a rispondere e per i troppi errori.
Interrompo subito. Mi siedo con loro. Prendo in braccio la bambina e la rassicuro.
- Se c'è qualcosa che non sai fare, non spaventarti mai. La imparerai. Vuol dire che non è il momento. Tu fai il tuo massimo, mettici tutto l'impegno. Io ci metterò il mio, ma poi aspettiamo insieme.
Se qualcosa non la impari in seconda, la imparerai in terza; se qualcosa non la imparerai in terza, la imparerai in quarta; se qualcosa non la imparerai... - la guardo, incontro il suo sorriso, e aspetto che continui lei - ...in quarta, la imparerò in quinta! - E se qualcosa non la imparerai - riprendo - non fa niente. Non tutto è necessario per vivere bene. Ma devi essere serena. A scuola ci devi stare bene. L'ansia di non sapere non ci fa imparare di più, ci blocca.
Poche parole ed è tornato il sereno. Lacrime asciugate, lineamenti ammorbiditi.
Non si può star male a sette anni perché non si riesce a fare qualcosa.
Di certi pesi voglio occuparmi io.
Finito il confronto in coppia, come sempre mi siedo in mezzo a loro, e ci mettiamo gli uni di fronte agli altri per il controllo collettivo. Ora è il momento di far emergere tutti i ragionamenti, quello di valorizzare alcune soluzioni, di mostrarne altre, soprattutto quando si incontrano proposte nuove.
Nessuno di loro lo sa, ma tutta l'attenzione ora è per quella bambina. Illustro strade che, nella ritrovata serenità, le possano consentire di andare via sapendo che lei ce la farà.
Quando usciamo, nel ritrovato silenzio, ringrazio gli anni che mi hanno fatto capire che cosa conta e che mi hanno insegnato che, se è vero che non bisogna arrendersi, non sempre è il momento di lottare. Che non esiste efficacia quando non c'è serenità.
Questo è uno dei motivi principali della mia scelta di non valutazione. Ognuno ha il suo massimo. Il voto non può punire chi non è pronto. 
Insegnare, ma anche essere genitori, richiede la pazienza di saper attendere.
Ci sono appuntamenti che non si possono stabilire in anticipo.

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