martedì 24 marzo 2015

Tecnologia sì, tecnologia no. E se puntassimo sull'armonia?

Mi sta capitando sempre più spesso di leggere e ascoltare parole molto critiche nei confronti dell'uso delle tecnologie nella didattica, addirittura della LIM. Fermo restando che queste sono parte degli strumenti del docente e che, pertanto, devono convivere con tanti altri, e che, proprio in quanto tali, nulla possono se non sapientemente gestiti (si può suonare il piano senza conoscere la musica?), la cosa che mi stupisce di più è che i più critici sono coloro che ne conoscono solo la faccia passiva o che non ne hanno mai fatto uso se non estemporaneo e poco consapevole. Per il superamento, per la sintesi, non è necessario passare attraverso tesi e antitesi? A stupirmi di più sono coloro che all'uso delle tecnologie a scuola si oppongono facendo riferimento ai danni che ne possono derivare. Ma chi li orienta questi giovani al buon uso della tecnologia se la scuola si sottrae? Non è la conoscenza, l'unica vera arma contro le brutture alle quali assistiamo tutti i giorni? Cosa succede se la scuola ignora, quando arriva l'età in cui l'incontro con il mondo in cui viviamo è inevitabile?
Io credo che a scuola, perchè nessuno sia buttato fuori, debbano entrare tanti linguaggi, non uno soltanto, e in questo le tecnologie sono un aiuto prezioso, ma credo, soprattutto, che la scuola abbia un ruolo fondamentale nel rendere consapevoli nei confronti di questi strumenti e nel mostrarne la buona faccia, perchè non sia quella cattiva a prendere il sopravvento. Io sono per la sintesi, perchè credo che tutto questo abbia una misura e che possa trovare un'armonia con il resto. A scuola, lo dico sempre, si deve entrare tutti interi, con la testa il cuore. Ma si puó lasciare il mondo fuori?
Questo per me non è coraggio, è rinuncia.

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