venerdì 10 febbraio 2017

Lo scrutinio più veloce

Ieri mattina ho ricevuto questa mail da una mia ex studentessa. Non posso fare a meno di condividerla. Ci sono dentro anche io, le mie stesse speranze e le mie stesse delusioni.

Cara Enrica, ti ricordi di me? Sono Veronica, ti ho avuto come supervisore per due anni, sei tu ad avermi mostrato cosa può essere il nostro mestiere e io, con te, me ne sono innamorata. Così, oggi, in questa triste serata, a chi rivolgermi se non a te?
Torno ora dagli scrutini. Li avevo preparati per giorni. Sai, io, proprio come te, non uso voti, né giudizi, lavoro concentrata sul costruire, ma proprio per questo vivo con ancora maggiore responsabilità il momento della valutazione. La vivo coinvolgendo tutti e mettendo al centro sempre il bambino. Per me è un momento in cui guardare alle storie personali, sostare con ognuno di loro, apprezzare i loro progressi e riflettere ancora su ciò che possiamo fare insieme perché possano migliorare.
Eppure oggi agli scrutini, il mio lavoro, le storie dei miei bambini, non interessavano a nessuno. Il dirigente mi ha chiesto di leggere i voti e lui faceva un riscontro sul registro elettronico. Avrei voluto condividere le mie rilevazioni, condividere i giudizi che avevo scritto con tanta cura, le mie relazioni, ma niente, mi è stato semplicemente chiesto di allegare il tutto al registro e di firmare un verbale preimpostato.
All'improvviso, per me, il buio. I bambini erano fuori e nessuno di noi era davvero presente. Cosa era presente? Chi? Sono ancora qui che me lo domando.
Fino ad oggi credevo che il problema fossero i voti, ma ora ho capito che sbagliavo. Il problema sono le persone; i voti, alla fine, li puoi piegare come vuoi, ma le persone, beh... forse no.
Non lo so. Tutti i giorni vado a scuola motivata, proprio come ci hai insegnato tu, progetto e poi ricomincio tutto daccapo infinite volte fino a che non riesco a vederci i miei bambini dentro. Mi fermo senza paura di perdere tempo su tutto ciò che considero importante, scelgo, con la convinzione che sempre, in ogni piccola cosa, ciò che conta sia partire dalla persona e alla persona tornare. Ma oggi, devo dirtelo, mi sono sentita fuori contesto. Ho capito che forse siamo noi fuori contesto, che forse hanno ragione tutti coloro, famiglia compresa, che mi dicono che la scuola come la vedo io non esiste, e questo mi preoccupa perché rimanda a un'idea di mondo che, proprio come te, sto facendo credere possibile ai bambini e ai loro genitori.
Sai, ieri, quando sono andata via, alcune colleghe mi hanno fatto i complimenti. Dato che avevo preparato tutto per bene e ricontrollato ogni cosa, il nostro è stato lo scrutinio più veloce. Il più veloce.
Sono complimenti che non dimenticherò mai. Giorni e giorni trascorsi con i bambini davanti, per portare ognuno di loro con me e ho consentito che restassero fuori. In premio dieci minuti. Lo scrutinio più veloce.
Perdona se ti ho rattristato, ma con chi parlare se non con te?
Sono disorientata, non so se da domani per me la scuola potrà essere la stessa cosa.

2 commenti:

  1. Sono triste insieme a te. La burocrazia ammazza la scuola fatta bene, e non la voglio chiamare buona scuola per ovvi motivi. i bambini sono anima e corpo con noi a scuola e poi tutto si risolve, nostro malgrado in "scrutini fatti in velocità" e chi vuole soffermarsi rompe!!!

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  2. Lo scrutinio più veloce, che tristezza. Veronica cara, io non avrò per te le parole buone che forse ti aspetti. Sono arrabbiata e ti invito ad arrabbiarti. Sei disorientata, perché? Non credi abbastanza nelle tue idee, non hai abbastanza forza per difenderle? Ma quale disorientamento… tu devi esprimere la tua indignazione… Io sono qui per esprimere la mia e darti tutta la mia solidarietà.
    Come genitore trovo veramente fuori tempo questa questione della velocità. Si, una velocità fuori tempo… sembra un gioco di parole, ma non lo è. Da anni alle riunioni scolastiche della classe di mio figlio sento le maestre dire che “i ragazzi sono indietro”, “non tengono il passo”, “non hanno svolto il programma ministeriale”. Sono solo 16 alunni, molti dei quali a loro dire, in situazioni disastrose, però… però devono fare il programma ministeriale, devono far presto! Ma che senso ha?
    Ho sentito madri lamentarsi del fatto che fosse stato inserito in classe un bambino straniero, perché questo avrebbe rallentato tutti gli altri… Un bambino straniero, una ricchezza enorme per chiunque, visto come un intralcio, un rallentamento? Ma qualcuno sarebbe così cortese da spiegarmi dove dobbiamo andare tutti quanti così velocemente? No perché ai miei tempi la maestra non faceva che cantilenarci che chi andava piano andava lontano e ci invitava a fermarci a ragionare: sui problemi, sulla storia, sulle scienze… Si costruivano relazioni che erano fondamentali!
    Veronica, fammi una sacrosanta cortesia, non lasciarti abbattere dal branco. Non lasciarti trascinare da questo vortice. Se sei la persona dolce che immagino, sicuramente non avrai la reazione che io auspico, ma anche una goccia scava la pietra… Continua a prenderti il tempo che serve, il tempo dei tuoi fortunatissimi alunni al centro dei tuoi pensieri. Continua a partire dalle loro persone. E ai prossimi scrutini divertiti un po’ di più… studiati qualcosa, anche solo una battuta fulminante… chissà se saranno abbastanza veloci da coglierla!

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