Questi giorni, ragionando con la mamma che fa da Referente per la didattica a distanza, è maturata l'idea di preparare un form molto essenziale, con solo due campi: campo-nome (non obbligatorio) e campo-paragrafo, in cui i genitori potessero posare riflessioni, dubbi, preoccupazioni sull'esperienza di scuola che stiamo vivendo.
Riporto qui i primi due arrivati, consegnati con nome e cognome, perché credo offrano una lettura molto interessante e completa che non può mancare dal nostro blog.
Ringrazio Rossella Cui e Maura Mei per averci offerto questi scritti e per averne autorizzato la condivisione.
di Rossella Cui
In questa fase così delicata che stiamo attraversando, mentre tutto il mondo fuori si è fermato, credo sia importante lasciare traccia delle nostre riflessioni su ciò che accade nel nostro piccolo mondo dentro casa.
La scuola ci ha supportato con l'utilizzo di una piattaforma in e-learning e soprattutto grazie all'appoggio di Enrica, che instancabilmente mantiene i contatti con i nostri bambini, perché possano continuare la didattica con le metodologie utilizzate a scuola (per quanto possibile ovviamente!), per poter mantenere viva la memoria di ciò che vivevano tutti i giorni in classe, tutti insieme. Grazie anche alle videoconferenze, possono incontrarsi a piccoli gruppi con la maestra, e concentrare in quel tempo tutte quelle attività frontali, che normalmente fanno a scuola. In tutto ciò, ci siamo anche noi genitori, che ovviamente dobbiamo supportare i bambini nelle attività da svolgere e nelle scadenze da rispettare. Il nostro “lavoro” certamente non è facile, soprattutto perché ci siamo catapultati, dall’oggi al domani, in una dimensione di scuola che mai avremmo immaginato di vivere; inizialmente con tante paure e dubbi, ma poi col passare del tempo siamo entrati per così dire a “regime”, e quell’appuntamento che una volta all’anno chiamavamo “Aula aperta”, è diventato quasi vita quotidiana.
Fino al lockdown, devo dire la verità, non riuscivo a capire che cosa mia figlia facesse esattamente a scuola: ogni giorno, all’uscita di scuola, le chiedevo che cosa avesse fatto e la risposta era sempre la stessa … “Non mi ricordo”; controllavo i quaderni e certi giorni non vedevo niente di nuovo; a volte aveva dei compiti da fare, ma non sempre. Io personalmente arrivavo da un’esperienza di scuola primaria (per il fratello maggiore) completamente diversa: lui frequentava il tempo prolungato e all’uscita di scuola aveva una montagna di compiti da fare, quindi per me quella era l’idea di scuola.
Ora mi si è aperto un mondo completamente diverso, ora ho finalmente capito che cosa significa scuola per mia figlia, e questo mi ha aiutato a “seppellire” le mie ansie, che in qualche modo trasmettevo anche a lei.
I video di spiegazione di Enrica e le restituzioni dei compiti, sono diventati per me (prima per mia figlia:) quegli strumenti indispensabili per vivere questa esperienza al meglio, e che spesso mi fanno tornare bambina come in un déjà-vu.
Sarà forse la mia positività in tutto ciò che faccio, ma da sempre gli eventi negativi della mia vita si sono trasformati in un’occasione di crescita e nell’opportunità di vedere il mondo con altri occhi, nella ricerca di una soluzione e nella consapevolezza che niente capita per caso, e questa esperienza per me lo è.
Ora mi chiedo solo che cosa sarà il dopo, che cosa succederà quando noi genitori torneremo al lavoro mentre i nostri bambini non potranno tornare a scuola, ma anche che cosa sarà la scuola dopo il COVID 19. Certo è che non posso leggere il futuro, ma sono convinta che insieme e con scelte condivise, tutto verrà affrontato nel migliore dei modi, reinventandoci tutti i giorni così come siamo abituati a fare.
Vorrei solo che questa esperienza sia da guida per una scuola del futuro, che sia pronta a supportarci in qualsiasi evento inaspettato come questo, che sia portatrice delle nostre esigenze, che sia una buona ascoltatrice dei nostri pensieri e diventi veramente famiglia, che sappia bilanciare la burocrazia con le reali esigenze delle famiglie, che vada oltre il protocollo puro e semplice per camminare insieme a noi, verso un obiettivo comune.
Di una cosa sono certa però …. questa esperienza mi ha dato la possibilità di sentirmi più vicina a tutti gli altri genitori, molto più di quanto lo sia stata fino a prima della chiusura delle scuole e di scoprire piacevolmente lati di loro che non conoscevo e che forse non avrei mai conosciuto.
di Maura Mei
Dopo uno spaesamento iniziale, dovuto più che altro al recepimento degli strumenti adeguati e alla novità, mi trovo pienamente coinvolta e soddisfatta. L'immediatezza, la continuità, le regolarità, il senso di appartenenza, ci hanno consentito di sentirci come se la scuola non si fosse mai fermata ma solo spostata a casa. Il rapporto alunno-genitore-maestra, quello alunno-alunno, quello genitore-genitori sono cresciuti nonostante le difficoltà oggettive. Uno sguardo privilegiato che non avremmo potuto avere. A conferma che anche nelle situazioni più brutte c'è del bello, soprattutto per chi lo vuole mostrare e per chi lo vuole vedere. Ma in questo, noi sappiamo di partire avvantaggiati!
La scuola ci ha supportato con l'utilizzo di una piattaforma in e-learning e soprattutto grazie all'appoggio di Enrica, che instancabilmente mantiene i contatti con i nostri bambini, perché possano continuare la didattica con le metodologie utilizzate a scuola (per quanto possibile ovviamente!), per poter mantenere viva la memoria di ciò che vivevano tutti i giorni in classe, tutti insieme. Grazie anche alle videoconferenze, possono incontrarsi a piccoli gruppi con la maestra, e concentrare in quel tempo tutte quelle attività frontali, che normalmente fanno a scuola. In tutto ciò, ci siamo anche noi genitori, che ovviamente dobbiamo supportare i bambini nelle attività da svolgere e nelle scadenze da rispettare. Il nostro “lavoro” certamente non è facile, soprattutto perché ci siamo catapultati, dall’oggi al domani, in una dimensione di scuola che mai avremmo immaginato di vivere; inizialmente con tante paure e dubbi, ma poi col passare del tempo siamo entrati per così dire a “regime”, e quell’appuntamento che una volta all’anno chiamavamo “Aula aperta”, è diventato quasi vita quotidiana.
Fino al lockdown, devo dire la verità, non riuscivo a capire che cosa mia figlia facesse esattamente a scuola: ogni giorno, all’uscita di scuola, le chiedevo che cosa avesse fatto e la risposta era sempre la stessa … “Non mi ricordo”; controllavo i quaderni e certi giorni non vedevo niente di nuovo; a volte aveva dei compiti da fare, ma non sempre. Io personalmente arrivavo da un’esperienza di scuola primaria (per il fratello maggiore) completamente diversa: lui frequentava il tempo prolungato e all’uscita di scuola aveva una montagna di compiti da fare, quindi per me quella era l’idea di scuola.
Ora mi si è aperto un mondo completamente diverso, ora ho finalmente capito che cosa significa scuola per mia figlia, e questo mi ha aiutato a “seppellire” le mie ansie, che in qualche modo trasmettevo anche a lei.
I video di spiegazione di Enrica e le restituzioni dei compiti, sono diventati per me (prima per mia figlia:) quegli strumenti indispensabili per vivere questa esperienza al meglio, e che spesso mi fanno tornare bambina come in un déjà-vu.
Sarà forse la mia positività in tutto ciò che faccio, ma da sempre gli eventi negativi della mia vita si sono trasformati in un’occasione di crescita e nell’opportunità di vedere il mondo con altri occhi, nella ricerca di una soluzione e nella consapevolezza che niente capita per caso, e questa esperienza per me lo è.
Ora mi chiedo solo che cosa sarà il dopo, che cosa succederà quando noi genitori torneremo al lavoro mentre i nostri bambini non potranno tornare a scuola, ma anche che cosa sarà la scuola dopo il COVID 19. Certo è che non posso leggere il futuro, ma sono convinta che insieme e con scelte condivise, tutto verrà affrontato nel migliore dei modi, reinventandoci tutti i giorni così come siamo abituati a fare.
Vorrei solo che questa esperienza sia da guida per una scuola del futuro, che sia pronta a supportarci in qualsiasi evento inaspettato come questo, che sia portatrice delle nostre esigenze, che sia una buona ascoltatrice dei nostri pensieri e diventi veramente famiglia, che sappia bilanciare la burocrazia con le reali esigenze delle famiglie, che vada oltre il protocollo puro e semplice per camminare insieme a noi, verso un obiettivo comune.
Di una cosa sono certa però …. questa esperienza mi ha dato la possibilità di sentirmi più vicina a tutti gli altri genitori, molto più di quanto lo sia stata fino a prima della chiusura delle scuole e di scoprire piacevolmente lati di loro che non conoscevo e che forse non avrei mai conosciuto.
di Maura Mei
Dopo uno spaesamento iniziale, dovuto più che altro al recepimento degli strumenti adeguati e alla novità, mi trovo pienamente coinvolta e soddisfatta. L'immediatezza, la continuità, le regolarità, il senso di appartenenza, ci hanno consentito di sentirci come se la scuola non si fosse mai fermata ma solo spostata a casa. Il rapporto alunno-genitore-maestra, quello alunno-alunno, quello genitore-genitori sono cresciuti nonostante le difficoltà oggettive. Uno sguardo privilegiato che non avremmo potuto avere. A conferma che anche nelle situazioni più brutte c'è del bello, soprattutto per chi lo vuole mostrare e per chi lo vuole vedere. Ma in questo, noi sappiamo di partire avvantaggiati!
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