lunedì 20 aprile 2020

La terza stanza

L'ho chiamata la terza stanza ed è lo spazio nel quale da questa mattina incontrerò le famiglie singolarmente.
Le altre due, ormai, sono arrivate da un pezzo: la prima è quella dedicata agli incontri con i bambini; la seconda, invece, accoglie le riunioni: con colleghe dell'équipe, con le mamme rappresentanti, con le tirocinanti.
Nessuna è stata pensata in anticipo. Sono tutte stanze aperte man mano, quando i bisogni chiedevano nuove risposte.
Così è arrivato il momento della terza che, a questo punto, non poteva proprio mancare.

Stiamo per entrare nella "fase 2". La scuola ormai funziona in modo diffuso. È accolta nelle case dei bambini e non può prescindere, vista l'età, da un impegno condiviso con le famiglie.
Intanto le preoccupazioni dei genitori crescono.
Accanto alle tensioni, dovute a un tempo che continua a vederci tutti costretti al chiuso, spesso in spazi ristretti, cresce l'apprensione per i bambini che iniziano a manifestare impazienza.
Le preoccupazioni dovute alla mancanza di lavoro, e in tanti casi di qualunque entrata, si fanno pressanti, così come quelle legate ai nuovi scenari prospettati che vedono una ripartenza ma non quella della scuola.
Come faremo a fare scuola a casa quando riprenderemo con il lavoro?
Tutto questo mentre piovono da più parti documenti che ormai considerano le famiglie soggetti di questa "nuova scuola" senza che nessuno le ascolti.

La terza stanza nasce per questo. Per rispondere a un nuovo bisogno che preme. Per la consapevolezza che non facciamo più scuola da soli e che non può mancare un luogo dedicato all'ascolto attento, a registrare riflessioni e preoccupazioni specifiche in vista dei tanti possibili scenari. Perché si parla dei loro figli, si contempla un loro ruolo, ma non si ascolta la loro voce.

Il bisogno era sentito. Le risposte lo dicono.
Ho messo a disposizione, in aula virtuale, un file editabile con giorni e orari perché ognuno potesse scegliere liberamente il proprio.
La tabella si è presto riempita.
Oggi, più che mai, siamo alla scuola CON.
Se perdiamo attenzione non ci saranno progetti alternativi a cui dare vita.
Il rischio è lo stesso di ciò che avviene tra bambini quando c'è chi si prende un tempo infinito per preparare gioco e regole e, al momento di giocare, sono spariti tutti.

1 commento:

  1. Tutto coerente con il atteggiamento pedagogico di riconoscere il ruolo delle famiglie. Lo hai sempre fatto con la scuola in presenza e hai trovato il modo di farlo anche a distanza. Mi piace assai :-)

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