UN MESE DALLA CHIUSURA DELLA SCUOLA
È passato un mese dalla chiusura della scuola.
Era il 4 marzo quando, alle 13.30, subito dopo l’uscita dei bambini, siamo stati raggiunti dalla notizia che con grande probabilità sarebbero state chiuse le scuole di tutta Italia. Qualche ora più tardi la notizia è stata confermata.
La stessa sera, anche dietro sollecitazione di alcuni genitori, ho iniziato a pensare a un’alternativa.
Forse non ci saremmo mossi così in fretta se lo scenario nel resto d’Italia non ci avesse fatto capire che le cose non si sarebbero risolte in pochi giorni.
Forse ci saremmo presi semplicemente una pausa.
Invece no. È stato come fare un’analisi SWOT rapidissima, perché di fatto ho messo sul piatto punti di forza, debolezze, opportunità e minacce.
Certo è che neanche per un attimo il pensiero è stato di andare a qualcosa di provvisorio. Non solo per lo scenario, ma soprattutto perché, quando si mette in piedi qualcosa che coinvolge altri, ho imparato da tempo che ciò che conta non è iniziare ma continuare.
Pertanto, ho ragionato su qualcosa di condiviso, attento al contesto reale, basandomi su strumenti semplici ma solidi, pensando a un’organizzazione forte e rassicurante e a proposte sostenibili nel tempo.
Come siamo partiti ho già avuto modo di raccontarlo: https://youtu.be/zAXpSO9oF1k
Lunedì 9 marzo, coinvolte le famiglie in un sondaggio (https://forms.gle/pdhVBmqZrXcxadnG8), condivisa la proposta e gestita la fase delle iscrizioni (https://youtu.be/abt5tf6NiF8), la classe virtuale era aperta.
Ad accogliere i bambini la loro maestra con la lettura di Cipí di Mario Lodi, i video che illustravano l’organizzazione fermata su un’infografica (https://bit.ly/39L4mTE) e le prime attività che riprendevano da ciò che mercoledì era stato interrotto (https://youtu.be/3Pt7uulRPwc - https://youtu.be/mAQulhW6Gtg).
Ciò che voglio condividere oggi è ciò che siamo adesso. La nostra “nuova normalità”.
Lo farò ripercorrendo la settimana appena chiusa, così da attraversare scelte, organizzazione e tempi, passando dentro quei vissuti che costituiscono i nostri riferimenti fissi, la nostra regolarità.
LA SETTIMANA È FATTA DI TRE GIORNI
La nostra settimana è fatta di tre giorni. No, non è che gli altri non esistano, ma, di fatto, proprio come stabilito all’inizio, le giornate in cui ci impegniamo a condividere le proposte nella classe virtuale aperta su Edmodo sono tre: il lunedì, il mercoledì e il venerdì.
In questi giorni i bambini sanno che, dalle 8.30, trovano ad attenderli un messaggio appuntato, che sta nella bacheca principale e si distingue da tutti gli altri grazie a un riquadro azzurro.
Ad aprire ognuna di queste giornate è una mia video lettura di un capitolo di Cipí di Mario Lodi, il libro che ha accolto i bambini sin dal primo giorno; le proposte di lavoro arrivano subito dopo.
Le attività sono in piena continuità con i percorsi che stavamo affrontando in classe e devo dire che questa scelta mi ha molto rasserenato, soprattutto in quella fase in cui, disorientata, mi sono chiesta: “Da dove comincio?”. È lì che ho riaperto il file con le attività in corso e ho capito che la cosa più semplice e rassicurante per tutti noi sarebbe stata proprio trovare la strada per ripartire da lì.
Da docente prevalente, che insegna praticamente tutto, abituata a non spezzettare troppo, ho scelto subito di snellire e semplificare, ragionando su settimane alterne. Pertanto, una settimana, i bambini trovano al centro le attività di ambito linguistico-espressivo e, l’altra, quelle di ambito logico-matematico. A fianco le proposte trasversali.
Ho guardato ai saperi essenziali, ci sono tornata infinite volte, ma poi ho scelto. Tutto il resto l’ho lasciato fuori.
LE PROPOSTE DI LAVORO
Le proposte non sono lezioni ma attività accompagnate da video organizzativi, i quali, nel caso di contenuti particolari, offrono anche quelle informazioni senza le quali non sarebbe possibile svolgere il lavoro. Dopodiché le attività arrivano con consegna, utilizzando gli strumenti offerti dall’ambiente, in modo da favorire un lavoro organizzato, programmare una scadenza e raccogliere in modo ordinato eventuali elaborati.
Quella appena trascorsa era la settimana dedicata prevalentemente all’ambito logico-matematico; pertanto le consegne principali del lunedì sono state due: “Io maestro di matematica” e “Matematica del mattino”.
La prima proponeva una serie di sottrazioni con il cambio che i bambini erano invitati a correggere. Per ognuna, la richiesta era quella di indicare se fosse giusta o sbagliata e di argomentare la motivazione con le sole parole (senza l’uso dei numeri).
La seconda consegna, invece, l’ho costruita in risposta al desiderio dei bambini di proseguire con le attività di matematica che svolgevamo in classe ad inizio mattinata. Tra queste, la scrittura non canonica del numero (tanti modi per formare il numero…) che li porta ad utilizzare tutte le possibili operazioni combinate in vere e proprie espressioni, e “Indovina che numero è?” che li porta a ricomporre numeri effettuando anche delle equivalenze intuitive.
Mercoledì, invece, ho proposto dei problemi per immagini, anche questa volta con soluzioni da argomentare, e la costruzione delle tabelline del 6 e del 7, con tanto di giochi online recuperati in rete. Le attività, contemporaneamente, prevedono anche l’uso di app che ho proposto precedentemente. Sempre tutto utilizzabile anche con il solo smartphone.
Nello stesso giorno ho chiesto la condivisione dell’acrostico sulla parola Coronavirus, sul quale la scorsa settimana avevo proposto una ricerca alla quale avevo fatto seguire un video in cui spiegavo la consegna e mostravo loro degli esempi per conoscere le possibili forme di questo tipo di composizione.
Con le attività mi fermo. Non sono queste a essere importanti, erano degli esempi.
REGOLARITÀ SÌ MA SENZA COMPRESSIONE
Ciò su cui voglio fermare l’attenzione è la regolarità con la quale le attività arrivano e che in nessun caso si tratta di lezioni.
Come detto, sono delle vere e proprie proposte da gestire completamente su Edmodo, o comunque con link attentamente valutati. In qualche caso, le attività possono essere riportate anche sul quaderno, ma non è fondamentale e, di norma, non lo richiedo.
Non comprimono le famiglie perché sono attività asincrone. La regolarità riguarda la puntualità con la quale sono messe a disposizione; i tempi per svolgerle, invece, sono distesi (minimo tre giorni per ogni consegna; un’intera settimana per quelle più impegnative). In questo modo, ci si muove nel pieno rispetto dell’organizzazione delle diverse famiglie e della disponibilità degli strumenti, soprattutto in quei casi in cui questi sono condivisi con i genitori o con fratelli e sorelle.
Mettere a disposizione video, inoltre, offre il vantaggio di poter tornare sulla consegna più volte.
RESTITUZIONI
Il venerdì è la giornata dedicata alle restituzioni, alle quali dedico molto tempo. Queste le offro attraverso i commenti individuali, che è possibile inserire nelle consegne, e poi con una sorta di “correzione collettiva” che riconduco alla fase metacognitiva che caratterizza la chiusura delle attività in classe. Per i lavori principali, ho cura di predisporre una sorta di slide riassuntiva, nella quale metto in evidenza gli elementi di forza e di debolezza, lavoro sugli errori per renderli risorsa, riposiziono e arricchisco.
Forse, tra tutto, l’impegno più grande è far capire alle famiglie l’importanza della fase che precede e che segue le consegne vere e proprie. È chiaro che il rischio, fuori scuola, è quello che si vada dritti all’attività. Proprio guidata da questa preoccupazione, venerdì ho preparato un video in cui, mentre illustravo il portfolio (su questo tornerò dopo) ho colto l’occasione per condividere l’importanza di questi due momenti: quello che precede e quello che segue le attività.
Significa, però, che tutto questo costituisce anche una preziosa occasione per far conoscere alle famiglie la nostra didattica e per guidarli a comprendere il perché, nonostante bambini così piccoli, siano possibili consegne alte. È il tipo di lavoro a renderlo possibile e, soprattutto, ciò che sappiamo essere nutrimento necessario per il dopo.
QUATTRO COLLEGHE UN’UNICA CLASSE
Il venerdì è anche il giorno che abbiamo deciso di dedicare alle attività che arrivano dalle altre colleghe che lavorano in classe (quelle dedicate a discipline specifiche). Anche in questo caso, ci muoviamo garantendo un’alternanza, così da avere sempre molta attenzione per il carico di lavoro.
Io ho aperto la classe ma ho immediatamente invitato le colleghe ad unirsi allo stesso gruppo, formando dei sottogruppi. Nella scuola primaria, questa è certamente la soluzione migliore, da privilegiare rispetto a quella di generare più classi, anche perché favorisce una maggiore condivisione.
In una fase come questa, poi, semplificare al massimo deve avere la priorità su tutto.
PROGRAMMAZIONE D’ÈQUIPE
Dalla scorsa settimana abbiano iniziato anche le videoconferenze per la programmazione settimanale. Abbiamo mantenuto il martedì alle 16, proprio come a scuola, ma, al momento, ogni quindici giorni. Il nostro prossimo appuntamento sarà martedì 8 aprile.
La programmazione, che ho cercato subito come coordinatrice di classe, si è resa immediatamente necessaria per semplificare il lavoro delle famiglie (agire tutte in uno stesso ambiente è fondamentale) e razionalizzare il carico di lavoro, assicurando comunque la presenza di tutte.
Fondamentale sarà la condivisione dei percorsi e l’individuazione dei saperi essenziali così da non disperdere le energie e facilitare il lavoro delle famiglie.
INCONTRI SINCRONI
Le attività del mattino sono integrate dalle videoconferenze. Queste sono quattro alla settimana, ma ogni bambino partecipa soltanto ad una.
Le videoconferenze hanno la durata di un’ora ciascuna: due il martedì pomeriggio (dalle 17 alle 18 e dalle 18.15 alle 19.15) e due il giovedì pomeriggio, stessi orari.
I bambini, per partecipare, devono iscriversi tramite un documento editabile che viene messo a disposizione in aula virtuale sin dalla domenica sera, scegliendo tra le date e gli orari disponibili.
La scelta di una sola videoconferenza per bambino alla settimana viene da più motivazioni.
Prima di tutto sono le stesse caratteristiche delle proposte didattiche a non renderne necessarie di più, in quanto riducono al minimo l’intervento frontale. Come detto, il lavoro è autogestito ed è accompagnato da video autoprodotti che affiancano sia le consegne che, quando necessario, le restituzioni.
Si invade poco l’organizzazione delle famiglie, sia in termini di tempi che di gestione degli strumenti, e si tiene conto dei problemi di connettività, che in alcuni casi sono importanti (sono poche le famiglie della classe che dispongono di rete fissa).
Questa organizzazione, inoltre, garantisce un lavoro per piccoli gruppi (max cinque bambini) e sono loro a variare di volta in volta gli abbinamenti. A turno, si uniscono anche le altre colleghe.
Le videoconferenze all’inizio erano molto caotiche; a guidarci era la sola volontà di vedere i bambini e di tenerli insieme. Poi, piano piano, facendo i necessari aggiustamenti, siamo arrivati a quella attuale, che si sta rivelando molto efficace.
Questa prevede una serie di piccole attività. La prima cambia di settimana in settimana, perché riprende un lavoro dalle ultime proposte; le altre, di norma, sono stabili.
Questi i quattro momenti che caratterizzano l'organizzazione delle videoconferenze della prossima settimana. Li riporto direttamente dal file editabile preparato per le iscrizioni.
- Un acrostico che mi ha colpito (scegliete un acrostico tra quelli consegnati - non vostro ma di una compagna o di un compagno - portatelo con voi e raccontateci perché avete scelto proprio quello)
- Mi serve aiuto per… (un momento in cui potrete chiedere aiuto per qualcosa in cui trovate difficoltà, può essere su Edmodo o sulle attività, qualunque cosa...)
- Giochiamo con la matematica… (dieci minuti della nostra matematica del mattino e per dedicarci insieme a una situazione-problema)
- Vi voglio dire… (un momento in cui potrete dire qualcosa liberamente e salutare i compagni)
ORGANIZZAZIONE E SUPPORTO
Questo tipo di lavoro richiede una grande organizzazione e un grande rispetto dei tempi concordati.
Nel mio caso, programmo le settimane con largo anticipo. Sento il bisogno di grande chiarezza in merito a scelte e attività, così da avere la proiezione di tutto; poi costruisco i materiali gradualmente.
Molto importante, accanto alle attività, è supportare costantemente le famiglie, farle sentire al sicuro e dare loro gli strumenti necessari per muoversi con serenità.
Nel nostro caso, un ruolo importantissimo riveste Rossella Cui, la mamma che fa da interfaccia tra scuola e famiglie.
Nella prima fase ha fatto un lavoro intensissimo; ora le cose vanno decisamente meglio e le richieste d’aiuto hanno iniziato a essere sostituite da messaggi di ringraziamento. Cose belle.
Dal canto mio, preparo dei video-guida (piccoli tutorial), con i quali cerco di rispondere puntualmente ai bisogni che emergono.
La mia scelta, infatti, è stata quella di non dire troppe cose subito, proprio come faccio con la mia didattica, ma di muovermi con la logica del problem-solving, “a problema soluzione”.
Quello su cui mi soffermo molto è la continua riorganizzazione dell’ambiente, in modo che tutto sia facilmente reperibile.
Prima di tutto ho organizzato dei sottogruppi per i bambini affinché la bacheca principale rimanesse sempre in ordine. Loro dispongono pertanto di un luogo per le “Chiacchiere in libertà”, che è uno spazio tutto loro, e quello dedicato alle “Consegne autogestite”, dove possono condividere tutto ciò che producono liberamente, o dietro mia sollecitazione, proprio come a scuola. È in questo spazio che, qualche giorno fa, abbiamo ricevuto in dono una canzone sul coronavirus sulle note di Bella Ciao. Incredibili i bambini.
Molto importante è anche l’organizzazione e riorganizzazione puntuale delle cartelle, dove sono raccolti tutti i materiali perché siano facilmente reperibili: video di supporto sull’uso di Edmodo; video sulle attività; restituzioni dei lavori; materiali vari; letture di Cipí e quant’altro…
Nel frattempo, proprio come in aula, io mi occupo di guidare tutti a muoversi dentro le regole condivise perché lo spazio risulti sempre ben organizzato e ordinato.
Da qualche giorno abbiamo iniziato ad usare il planner per tenere sotto controllo le consegne e lo zainetto per salvare post e materiali più importanti.
AVERE IL POLSO DELLA SITUAZIONE
Oltre a tenermi continuamente informata attraverso i contatti diretti con i genitori, dopo due settimane dall’inizio delle attività ho proposto un sondaggio ai bambini. Avrei voluto proporlo anche ai genitori, ma avevano già ricevuto un form iniziale da me per indagare disponibilità e informazioni in merito alle dotazioni tecnologiche e diversi li avevano ricevuti dalla scuola; quindi non volevo invadere.
Grazie al form per i bambini (https://forms.gle/DcLWGFUYrKgN1Xt98), abbiamo raccolto tante informazioni che poi abbiamo analizzato in videoconferenza con la rappresentante di classe (Giuliana Capogrosso) e con la nostra mamma che possiamo iniziare a chiamare Genitore referente per la didattica a distanza (Rossella Cui).
La lettura ci ha offerto un quadro molto rassicurante.
Attraverso il sondaggio abbiamo avuto anche informazione della crescita delle videochiamate organizzate spontaneamente dai bambini che ci dimostrano che, anche in questo scenario, non abbiamo bisogno di occupare tutto lo spazio noi.
TUTTI DENTRO
Sulla questione inclusione sosto poco perché se è innegabile che questa didattica sia meno inclusiva, per il semplice motivo che, al di là delle dotazioni strumentali, non tutti possono godere in famiglia della medesima attenzione, sostegno e guida, da parte nostra ci stiamo muovendo con grandissima attenzione alla specificità di ognuno.
In qualità di coordinatrice di classe, mi sono occupata direttamente di assicurare la compensazione degli strumenti, laddove erano assenti, e curo di continuo i contatti diretti con tutte le situazioni che sappiamo essere più complesse.
Ciò che ci rende molto felici è che tutti gli alunni sono presenti nella classe e partecipano alle proposte.
A PROPOSITO DI VALUTAZIONE
Sono una sostenitrice della valutazione formativa e ho fatto miei, in particolare, i principi della valutazione formatrice. Mi convince nelle pratiche ordinarie, ancora di più in questo contesto.
Non do voti, se non quelli strettamente previsti dalla normativa, quindi al termine dei periodi didattici, e solo dopo aver fatto un lungo percorso di autovalutazione con i bambini.
In questo scenario, tuttavia, in nessun caso intendo trasformare in voto le rilevazioni che le attività mi rendono possibili.
Anche focalizzando l’attenzione solo su alcuni aspetti, con bambini così piccoli, tutto è troppo condizionato dal contesto nel quale vivono e dal supporto che è possibile assicurare loro.
In questo scenario, credo che l’unica valutazione seria e importante, sarà quella riferita a noi adulti – dirigenti, insegnanti e genitori – in merito all’impegno che avremo messo in campo e alla qualità di ciò che saremo riusciti a garantire concretamente ai nostri bambini.
Spero che questa valutazione trovi un adeguato spazio. Se così sarà, costituirà una novità importante e potrebbe essere una bella opportunità di crescita.
PORTFOLIO
Intanto, sempre con la volontà di fare quello che posso, ma anche per la mia abitudine alla documentazione continua, proprio venerdì 3 aprile, dopo un lavoro attento e condiviso con la Rappresentante di classe e la Referente per la DAD, ho inviato a ogni famiglia un Portfolio individuale, costruito su file editabile, in modo da offrire a famiglie e bambini l’occasione di ripercorrere le proposte e procedere ad un’autovalutazione.
Il Portfolio contiene tutte le attività, settimana per settimana. Per ognuna è richiesto di indicare l’effettivo svolgimento delle proposte e di esprimere un’autovalutazione in merito a puntualità, impegno, difficoltà e soddisfazione complessiva.
La scelta è andata sull’utilizzo di una scala da 1 a 4, dove 1 rappresenta il valore minimo e 4 il valore massimo; la stessa che usiamo in classe colorando i pallini nelle rubriche di valutazione o nella scheda di autovalutazione che utilizziamo in preparazione dei colloqui dei bambini.
Nel Portfolio, oltre alle attività settimanali, sono presenti altre due sezioni: la prima utile ad offrire una valutazione su aspetti più trasversali; questa volta scegliendo tra le voci “sempre, qualche volta, mai”; la seconda, riservata ad uno spazio in cui indicare l’incidenza del supporto dell’adulto, sia in riferimento all’ambiente di apprendimento che alle proposte di lavoro. In chiusura, è riportato uno spazio nel quale registrare i libri letti in questo periodo, proprio come i bambini sono soliti fare nel registro della biblioteca di classe, e uno spazio aperto: “Qualcosa che sento il bisogno di dire”.
Alla consegna, provvedo a sospendere la condivisione del file, per poi riattivarla con l’integrazione delle nuove sezioni.
Per facilitare il mio lavoro nel tempo, ho predisposto una tabella dove accanto al nominativo dei bambini sto riportando i link che riguardano i documenti personali di ognuno.
È un lavoro molto impegnativo, ne sono consapevole, perché arriva solo adesso e vuole ricostruire un intero mese. Tuttavia, prima non saremmo stati in grado di farlo; sarebbe stato prematuro e io stessa ero impegnata a gestire altri problemi decisamente più urgenti.
Credo che adesso sia un lavoro necessario, ma ho chiesto alle famiglie di procedere con tutta calma, anche se tre documenti compilati sono arrivati già oggi.
PROSSIME ATTIVITÀ IRRINUNCIABILI: I COLLOQUI
Sono una maestra che crede molto in una valutazione che contempla lo sguardo di tutti; perciò in questo momento, più che mai, a meritare un’attenzione speciale è il punto di vista di tutti i soggetti coinvolti.
Questo mese, pertanto, sono intenzionata a incontrare le famiglie individualmente, avvalendomi della stanza stabile che ho aperto su Jitsi, così da raccogliere le loro letture e confrontarci sulle osservazioni che fanno da casa. Di seguito, farò lo stesso lavoro con i bambini, dato che questa è una nostra importante pratica, consolidata nel tempo.
In preparazione di questi momenti sarà necessario riflettere su ciò che deve essere oggetto prioritario di osservazione e, anche su questo, ho intenzione di coinvolgere loro. Genitori e bambini.
CONCLUSIONI
La nostra nuova normalità al momento è questa. Per come la vedo ora sembra di aver trovato un equilibrio, ma non mi sbilancio, so bene che l’attenzione costante a ciò che accade, alle risposte, ai nuovi bisogni, rende necessari continui aggiustamenti; perciò non resta che restare in ascolto e pronti.
Cosa racconteremo fra un mese, non è dato saperlo.
Certo è che nel frattempo viviamo un’inedita esperienza di Aula aperta alle famiglie, conosciamo di più il nostro essere insegnanti e i genitori dei nostri bambini; costruiamo un linguaggio comune e facciamo tutti un po’ di spazio non solo nelle nostre case, ma nelle nostre vite.
"Noi siamo per gli altri uomini. Innanzitutto per coloro dal cui sorriso e dal cui benessere dipende la nostra felicità!"
Condivido pienamente le riflessioni sulla valutazione. Niente numeri. Complimenti per tutto il lavoro.
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