sabato 23 settembre 2017

Tu non sei come me, tu sei diverso

In questi giorni, affrontando con i bambini il tema dello Ius soli e dello Ius culturare, con indagini personali, documenti e filmati, ci siamo resi conto che è necessario prestare più attenzione al messaggio che facciamo passare ogni volta che ci esprimiamo genericamente con la frase "siamo tutti uguali". Maestro Christian, in classe, ha fatto una cosa che ho apprezzato molto. Ha preso un astuccio e ne ha mostrato il ricco contenuto ai bambini: colori e pennarelli sulla sua mano a rendere subito evidente che la ricchezza sta proprio nella diversità. Un colore non è come un altro. E allora è opportuno non utilizzare espressioni come "non importa il colore della pelle" perché il colore della pelle importa.
Io credo che, tra i nostri compiti, ci sia quello fondamentale di rinforzare il valore aggiunto della diversità. Lo so, sembra banale quello che dico, ma in realtà basta guardarsi intorno per comprendere che non lo è affatto. Quindi, quando parliamo di uguaglianza, meglio dichiarare in modo più esplicito che ci riferiamo a un'uguaglianza di diritti e di doveri.
Bellissima, parlando della diversità come valore, la filastrocca di Bruno Tognolini. Lui non la apre dicendo che siamo uguali, ma proprio dicendo che siamo diversi: "Tu non sei come me, tu sei diverso...".

Filastrocca dei diversi

Tu non sei come me: tu sei diverso
Ma non sentirti perso
Anch’io sono diverso, siamo in due
Se metto le mie mani
con le tue
Certe cose so fare io, ed altre tu
E messi insieme sappiamo far di più
Tu non sei come me: son fortunato
Davvero ti son grato
Perché non siamo uguali:
vuol dire che tutt’e due siamo speciali.

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