"Ci stiamo unendo molto. Dopo non saremo gli stessi.".
Ieri ho chiuso la giornata con questa frase, arrivata dallo scambio con una mamma in cui condividevamo la gioia di aver raggiunto anche l'ultimo alunno.
È passata appena una settimana dalla nascita della nostra classe virtuale. Cinque giorni dall'apertura vera e propria.
Siamo tutti immersi in un faticoso lavoro per costruire un nuovo equilibrio, in attesa di rilassarci dentro una nuova normalità.
Tante le sollecitazioni che ci chiedono di metterci insieme per far sopravvivere la scuola, a cui tutti finalmente riconoscono l'importanza, la centralità nella vita dei loro figli, nella loro.
La comunità, l'appartenenza, le relazioni. Sono queste le cose che abbiamo messo al centro, non il "programma", i compiti.
Poi, certo, ci sono le attività. È il fare insieme a renderci noi, e sarà questo ad aiutarci a superare tutte le resistenze e le inevitabili paure. E lo sarà l'impegno a mettere in campo tutta la possibile creatività per piegare gli strumenti alla nostra forma scuola, per custodire le scelte fatte da tempo.
Oggi sarà la giornata dedicata ai primi incontri sincroni con i genitori, per rispondere ai loro dubbi, per sostenerli, per ringraziarli. Ho aperto una stanza virtuale stabile, dove arrivare all'orario concordato con un semplice link, senza iscrizione alcuna.
Non so cosa succederà.
È un momento in cui non posso saperlo mai.
So che cosa mi guida e per quali effetti lavoro. Metto in piedi un'organizzazione forte, poi le risposte portano sempre un po' di inatteso. Ma è proprio la necessaria attenzione alla rilettura continua, questo regolare senza sosta, a farci sentire di essere dentro qualcosa di vero.
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