La vita - sarà stata lei - mi deve aver reso molto equilibrata perché di tutto ciò che leggo vedo la terza via.
E qui mi sto riferendo alle possibili risposte che la scuola può dare in questo momento.
Niente sostituirà la vita di scuola, le relazioni in presenza, le esperienze come comunità, il prezioso supporto tra pari, lo smontare e rimontare significati insieme dando senso alle cose... Ma le scuole sono chiuse e tutto questo non ci sarà comunque. Perciò, per chi ha fatto sue esperienze altre e ne conosce anche la bellezza che può nascere (quanta vita nelle nostre classi su Edmodo, tant'è che ci commuoviamo a tornarci..), non capisco come non possano essere percepite come risorsa.
Se si sono costruite appartenenza, relazioni con e tra la comunità, se si condividono insieme importanti percorsi di senso, perché riusciamo a pensare alle esperienze a distanza solo come a qualcosa che sia incapace di mettere insieme? Sì, è vero, possono essere solo video e compiti, e a questo bisogna fare molta attenzione. Ma non sarà che stiamo trasferendo agli spazi digitali l'unica forma della scuola che conosciamo?
Perché non immaginare una comunità che, essendosi lasciata senza sapere che non si sarebbe ritrovata (io penso a T. che ieri alle 13.30 mi ha detto... già finite cinque ore? Vorrei farne altre cinque ora...) senta il piacere di continuare a sentirsi, di continuare a tenere vivi alcuni percorsi, di condividere la motivazione verso ciò che si sta esplorando e verso tutte quelle attività che sono già nostre.
Certo - ma questo accade sempre - con la dovuta attenzione alle storie differenti, alle diverse situazioni di contesto, agli strumenti di cui si è in possesso, ai diversi bisogni del momento.
Non lo so, scoprirmi così equilibrata, io sempre accesa partigiana, quasi mi sorprende. Ma mi piace. Devo essere maturata.
Sul resto neanche entro perché credo che il mio sguardo sia già chiaro da tempo. Non penso che la scuola sia tutto. Non lo penso oggi e non lo pensavo ieri. Credo che tutto ciò che appartiene alla vita sia importante.
E per me, oggi più che mai, la scuola è ciò che aiuta a orientarsi nel troppo che ci circonda, che consegna gli strumenti per capire cosa guardare, per leggere e interpretare quel mondo che gli alunni abitano soprattutto senza di noi...
Perciò sarò felice con i miei bambini se saranno più passeggiate, più letture, più riflessioni... E anche se sentiranno un po' di male.
D'altro canto voglio che sia tutto questo anche per me.
Non cerco la normalità perché tutto questo normale non è e non desidero che attraversi le nostre vite senza lasciare traccia.
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