Che cosa è una visione? Io ho sempre pensato che sia la capacità di immaginare in anticipo nuovi possibili, ma non di vederli e basta. Immaginare in anticipo qualcosa e vederne, contestualmente, le condizioni che li rendono possibili.
Quando si ha una visione chiara, pertanto, progettare non è difficile. Significa fermarsi a mettere ordine. Pensare le idee in termini organizzativi. Lavorare su tutti gli incastri per renderle concrete, avendo sempre davanti i bisogni che vogliamo soddisfare, lo scenario in cui ci si muove, i vincoli, la sostenibilità.
Banalmente. Il che cosa. In che modo. In quali spazi. In quali tempi. Con quali risorse umane (chi fa che cosa?). Con quali costi. In modo snello, ma completo. Qualcosa che, condiviso, consegna chiarezza.
Lo so, non ho detto niente di nuovo. Normale per chiunque sia abituato a progettare. Meno chiaro, ora, quando spuntano come funghi soluzioni per la scuola.
Certo, sono solo una maestra e potrei sbagliarmi. Tuttavia, una richiesta sento di farla: facciamo attenzione a costruire una visione guardando le cose che contano e concentrandoci sulle debolezze vere. Non solo a quelle nate ora (in emergenza, era impossibile che non ce ne fossero), ma a quelle che la situazione ha scoperchiato. Non puntiamo il dito dalla parte sbagliata, potrebbe essere una situazione di comodo.
E per stare dentro a ciò di cui sto parlando - la ripartenza a settembre - non pensiamo solo a riconquistare il tempo, tutto il tempo scuola, per dire che la scuola riparte. Pensiamo a quale scuola deve ripartire, a che cosa deve starci dentro, a ciò che non può mancare. Ma anche, e con coraggio, a ciò che è tempo che resti fuori.
E non pensiamo che purché parta, la scuola possa farla chiunque. Non basta disporre di spazi e riempire il tempo. Alla base ci deve essere l'appropriazione di una visione condivisa. La scuola, professionalmente, è già tanto debole. Abbiamo bisogno di professionalità solide. Scelte sbagliate, ora, possono compromettere la scuola per sempre.
Alex Zanardi, in un discorso più generale su questo momento ha detto: "Peggio di questo, ci sarebbe soltanto sprecare l'occasione. Non utilizzare quello che è accaduto per cercare di diventare persone migliori, per provare a imparare qualche cosa."
Anche nella scuola credo che al centro dovrebbe esserci questo. E concretezza, tanta concretezza.
Quando si ha una visione chiara, pertanto, progettare non è difficile. Significa fermarsi a mettere ordine. Pensare le idee in termini organizzativi. Lavorare su tutti gli incastri per renderle concrete, avendo sempre davanti i bisogni che vogliamo soddisfare, lo scenario in cui ci si muove, i vincoli, la sostenibilità.
Banalmente. Il che cosa. In che modo. In quali spazi. In quali tempi. Con quali risorse umane (chi fa che cosa?). Con quali costi. In modo snello, ma completo. Qualcosa che, condiviso, consegna chiarezza.
Lo so, non ho detto niente di nuovo. Normale per chiunque sia abituato a progettare. Meno chiaro, ora, quando spuntano come funghi soluzioni per la scuola.
Certo, sono solo una maestra e potrei sbagliarmi. Tuttavia, una richiesta sento di farla: facciamo attenzione a costruire una visione guardando le cose che contano e concentrandoci sulle debolezze vere. Non solo a quelle nate ora (in emergenza, era impossibile che non ce ne fossero), ma a quelle che la situazione ha scoperchiato. Non puntiamo il dito dalla parte sbagliata, potrebbe essere una situazione di comodo.
E per stare dentro a ciò di cui sto parlando - la ripartenza a settembre - non pensiamo solo a riconquistare il tempo, tutto il tempo scuola, per dire che la scuola riparte. Pensiamo a quale scuola deve ripartire, a che cosa deve starci dentro, a ciò che non può mancare. Ma anche, e con coraggio, a ciò che è tempo che resti fuori.
E non pensiamo che purché parta, la scuola possa farla chiunque. Non basta disporre di spazi e riempire il tempo. Alla base ci deve essere l'appropriazione di una visione condivisa. La scuola, professionalmente, è già tanto debole. Abbiamo bisogno di professionalità solide. Scelte sbagliate, ora, possono compromettere la scuola per sempre.
Alex Zanardi, in un discorso più generale su questo momento ha detto: "Peggio di questo, ci sarebbe soltanto sprecare l'occasione. Non utilizzare quello che è accaduto per cercare di diventare persone migliori, per provare a imparare qualche cosa."
Anche nella scuola credo che al centro dovrebbe esserci questo. E concretezza, tanta concretezza.
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