Nelle mie classi, i voti non hanno mai fatto il loro ingresso, se non al termine dei periodi didattici e dopo un lungo percorso di autovalutazione che da diversi anni si chiude anche con i colloqui con i bambini.
Non ci ho mai creduto, ma ho scelto il rispetto della legge e ho trovato la strada.
Ma ora proprio no. E non risponderò con un voto uguale per tutti. Il problema si risolverebbe in fretta, ma io non amo le non scelte.
Ho documentato con attenzione tutto, ma è una narrazione quella che posso offrire, nulla più. Ci sta dentro ciò che ho fatto io e quelle che sono state le risposte. Di più non posso. Quanto è accaduto dipende tanto da noi, da ciò che la scuola aveva e ha saputo mettere in piedi, dalla nostra formazione, dalle famiglie, dagli strumenti, dalla connessione, dal contesto sociale e culturale, dal tempo di cui i genitori potevano disporre... Non mi ripeto. Sono cose che sappiamo tutti.
Perciò, se le sappiamo tutti, è possibile essere qui anche solo a metterlo in discussione?
Io non mi rifiuto. Ma non chiedetemi di fare ciò che non posso fare.
Mi chiedereste di non rispettare i miei bambini e le mie famiglie. E non voglio e non posso permettermelo perché se la scuola è continuata, nonostante tutto, comprese le nostre mancanze, è grazie a loro e a quanto mi hanno riconosciuto maestra e si sono fidati di me.
Mi unisco all'appello della Redazione e del Gruppo di lavoro della Rivista "Insegnare" del Cidi e ne chiedo la sottoscrizione e la condivisione a tutte le colleghe e i colleghi.
Nel frattempo, impegniamoci a divulgare nei nostri Collegi dei docenti l'appello di Cidi e MCE che invitano a non utilizzare i voti numerici, bensì la definizione di un profilo formativo.
http://www.insegnareonline.com/rivista/editoriali/moratoria-valutazione-voti-ordine-scuole
Non ci ho mai creduto, ma ho scelto il rispetto della legge e ho trovato la strada.
Ma ora proprio no. E non risponderò con un voto uguale per tutti. Il problema si risolverebbe in fretta, ma io non amo le non scelte.
Ho documentato con attenzione tutto, ma è una narrazione quella che posso offrire, nulla più. Ci sta dentro ciò che ho fatto io e quelle che sono state le risposte. Di più non posso. Quanto è accaduto dipende tanto da noi, da ciò che la scuola aveva e ha saputo mettere in piedi, dalla nostra formazione, dalle famiglie, dagli strumenti, dalla connessione, dal contesto sociale e culturale, dal tempo di cui i genitori potevano disporre... Non mi ripeto. Sono cose che sappiamo tutti.
Perciò, se le sappiamo tutti, è possibile essere qui anche solo a metterlo in discussione?
Io non mi rifiuto. Ma non chiedetemi di fare ciò che non posso fare.
Mi chiedereste di non rispettare i miei bambini e le mie famiglie. E non voglio e non posso permettermelo perché se la scuola è continuata, nonostante tutto, comprese le nostre mancanze, è grazie a loro e a quanto mi hanno riconosciuto maestra e si sono fidati di me.
Mi unisco all'appello della Redazione e del Gruppo di lavoro della Rivista "Insegnare" del Cidi e ne chiedo la sottoscrizione e la condivisione a tutte le colleghe e i colleghi.
Nel frattempo, impegniamoci a divulgare nei nostri Collegi dei docenti l'appello di Cidi e MCE che invitano a non utilizzare i voti numerici, bensì la definizione di un profilo formativo.
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