domenica 25 settembre 2016

Noi genitori: Una domenica da non dimenticare

Post di Simona Banci

Immaginate di trascorrere una domenica con vostra figlia, immerse tra cartoncini colorati, forbici, colla, pennarelli, cartellone, squadrette, righello, scotch, gomma, nastri,  matite colorate e quant'altro.
Con un ulteriore sforzo osservate il tempo che passa - anzi che vola! – tra risate, parole, abbracci di soddisfazione, sguardi di intesa, caparbietà, impegno e attenzione.
Mettete a fuoco e concentratevi sulla stanza che ora appare sotto sopra, disordinata e confusa, ma voi non ci badate tanto siete concentrate a guardare una mamma che giocando aiuta la bambina a soddisfare i suoi desideri e la figlia che, nel frattempo, ne inventa e ne escogita di tutti i colori, tanto è eccitata per il risultato del suo lavoro.
Ora voltatevi e date uno sguardo all'orologio e alle lancette che sono ferme sul 4: oddio, sono già le sedici??!! Fissate le due donne, la giovane e l'adulta si guardano negli occhi e scoppiano insieme in una fragorosa risata. Non hanno ancora pranzato!
Magari anche voi, come il cartolaio dove le due protagoniste si sono recate per acquistare il materiale necessario all'impresa, ritenete che la mamma e la bambina stiano preparando un cartellone per un'attività scout?
Non fate quella faccia delusa, oggi gli scout c'entrano poco. Tutto nasce dalla richiesta che la maestra ha fatto ai suoi alunni, prima del rientro a scuola: “quest'anno l'aula la addobbate voi...spazio alla fantasia!”
E mentre la mamma si sente mancare e vorrebbe chiamare il 118 per essere rianimata, la piccola non sta nella pelle, adesso che potrà dimostrare tutto ciò che ha imparato quando, con impegno ha superato tutte le prove per conquistare, al campo estivo scout, la sua specialità da disegnatrice!!
Concentratevi ancora per poco e riuscirete a scorgere quanto è stato piacevole per la mamma condividere e ripercorrere con la piccola bimba il percorso scolastico, il passato con le sue conquiste, i suoi successi, gli sbagli e i suoi errori, e il futuro pieno di speranze, aspettative, curiosità e buoni propositi...
E riflettete sul dettaglio assai poco trascurabile che tutto questo è nato da un semplice compito...
E pensare che la mamma all'inizio era persino contrariata a causa di quel compito, preoccupata del tempo che avrebbe dovuto inventarsi per aiutare la bambina a recuperare l'occorrente, a realizzare l'addobbo e soprattutto a progettarlo.
Ma la vita ti viene in aiuto e ti sorprende nel momento più inaspettato: ti fa riorganizzare la giornata e ti mostra quanto la tua bambina può essere un vulcano di idee e fantasie e ti costringe a ricordare come eri tu da piccina, con una testolina che non bastava a contenere un'immaginazione che non aveva confini...
Ultima immagine: la mamma riflette, non più convinta che il compito fosse la realizzazione dell'obiettivo e il raggiungimento del risultato finale, bensì il percorso che a quel risultato avrebbe portato.
E sorride al pensiero che, nonostante siano trascorsi tre anni questa maestra riesce ancora a stupirla e sussurra a se stessa: “anche stavolta hai vinto tu!!”
Poi strizza l’occhio...“mai abbassare la guardia...”
Un abbraccio Enrica, e ancora grazie.

1 commento:

  1. Ho letto questo post con grande emozione, Simona. Questa volta sei andata oltre la fotografia, è arrivato tutto. Ho visto la stanza, ho visto te e Anna unite a lavorare, ho visto la complicità dei vostri sguardi e ho sentito le risate. Ho sorriso per la tua preoccupazione (che ormai conosco) e ho apprezzato la tua forza di superarla, quella che ogni volta ti vede accogliere l'opportunità di rimetterti in gioco accanto alla tua Anna.
    Sai, Simona, non era possibile prevedere che cosa sarebbe accaduto nel fare una proposta di questo tipo, ma di una cosa ero certa. Sapevo che avremmo avuto tutti delle sorprese: i bambini, voi genitori e noi, perché questo è ciò che accade quando si guarda all'altro con fiducia, quando si crede che l’altro abbia tanto da offrire.
    Sai, voglio dirti che la cosa che mi ha reso più felice è stata quella frase che mi hai detto il primo giorno di scuola, entrando in classe: "Mi hai regalato la più bella domenica con mia figlia". Non sai quanto abbia ripensato a quelle parole.
    Più tardi, mentre con Maria Efisia, commosse, accoglievamo la bellezza dei messaggi che i bambini, attraverso i lavori, consegnavano a tutti noi, riflettevamo su quanto ci foste voi con loro. Ma la cosa bella è che ci siamo trovate subito d’accordo. La vostra presenza era parte della bellezza. Faceva respirare appartenenza.
    Che cosa c’è di più bello di un genitore che si prende tempo con suo figlio? Ci sono cose in cui essere presenti è importante, e non ha niente a che fare con il sostituirsi. Ha a che fare con l’esserci per costruire quelle certezze che si radicano dentro e che saranno l’appiglio a cui tornare nei momenti difficili della vita.
    Grazie Simona e grazie a tutti i genitori che si fermano con i loro bambini, senza fretta, con il desiderio di ascoltare e ascoltarsi.
    Un abbraccio forte.
    Enrica

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