martedì 18 febbraio 2020

Apprendere sempre

Ieri lavoravano sul Carnevale, i miei bambini. Sì, sul Carnevale, con quattro testi: il racconto della storia di Arlecchino e tre filastrocche, perché, a fine lavoro, potessero scegliere loro quale imparare. Ma c'era un di più: erano testi pieni di errori ortografici da dover scovare, e non erano soli. Un lavoro in coppia, con un timer: trenta minuti di tempo a caccia di errori e altri dieci per un'ulteriore ricerca dopo aver comunicato il numero di errori effettivamente presenti in ogni testo. 
Non c'era nessuna preoccupazione tra i bambini: era un gioco. Ma per me era anche un'attività di verifica/consolidamento: una nuova occasione per insegnare l'autocorrezione, ma anche per imparare a lavorare dentro tempi dati. 
Eppure l'impegno non era meno. Non meno di quello che avrebbero avuto sapendo che ad attenderli ci sarebbe stata una valutazione (e non parlo del voto, parlo proprio di una qualunque forma di valutazione). C'era la volontà di fare del proprio meglio, semplicemente, perché è bello mettersi in gioco con una proposta insieme ai compagni, ed è una soddisfazione trovare tanti errori e magari tutti...
Poi c'è stata la restituzione da parte delle coppie: come è andata la collaborazione, eventuali difficoltà, che errori abbiamo trovato, perché sono errori... Infine abbiamo acceso la LIM e riletto insieme, evidenziato, ragionato, cercato di ricondurre a regole generali, con gli elementi in possesso dei bambini e portandone dentro di nuovi.
Ho riflettuto molto, ieri, come mi accade sempre in queste occasioni che sono la norma nel mio fare scuola. Ho riflettuto sul fatto che la scuola non può andare in sospensione per valutare, che valutare è sempre anche un importante momento per continuare ad apprendere, per rinforzare ancora... E ho pensato che abbiamo voglia di fermarci su quel decreto che tanto non ci piace perché porta dentro i voti, se non siamo in grado noi, prima di tutto, di liberarci e di liberare i nostri bambini da ciò che non li mette nella condizione migliore per imparare. Se non siamo in grado di ritornare al ruolo della scuola, che è quello di costruire sempre e con tutti. 
Ma noi - lo so che non è bello dirlo - siamo ancora così: "Devo capire che cosa sai fare tu, proprio tu, da solo", prima ancora ancora di esserci soffermati a creare situazioni di apprendimento, di apprendimento, di apprendimento...

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