Questa mattina, mentre inevitabilmente vengo raggiunta da tanti commenti negativi sulla trasmissione sulla scuola andata in onda ieri su Rai3 (Presa Diretta: "Cambiamo la scuola") non posso evitare di tornare a quella frase che mi ha raggiunto in aula dall'andito diversi anni fa: "Quando capirà che la didattica è una cosa seria?"
Non me la presi, abbiamo appeso un cartello fuori dalla porta "Scusate il rumore, siamo felicemente impegnati a imparare" e abbiamo continuato il nostro lavoro.
Poi, qualche tempo dopo, ho risposto con un numero su SIM (nell'ormai lontano novembre 2016): "La didattica è una cosa seria", raccontando il mio fare scuola dalla scuola (l'unica testimonianza che posso porgere da maestra), per poi offrire la voce degli stessi studenti (ex alunni appena iscritti alle superiori) e la riflessione-preoccupazione di una madre.
Poi, qualche tempo dopo, ho risposto con un numero su SIM (nell'ormai lontano novembre 2016): "La didattica è una cosa seria", raccontando il mio fare scuola dalla scuola (l'unica testimonianza che posso porgere da maestra), per poi offrire la voce degli stessi studenti (ex alunni appena iscritti alle superiori) e la riflessione-preoccupazione di una madre.
A chi oggi posa commenti così faticosi da leggere, vorrei dire che possiamo raccontarci quello che vogliamo, ma la scuola è ancora quella lì. Quella di chi guarda con sospetto - e al sospetto invita - la scuola che sceglie di spostarsi dagli apprendimenti ripetitivi e riempitivi per andare sui percorsi di senso; che sceglie di costruire motivazione (lo diceva Freinet: come dare da bere a un cavallo che non ha sete?); che mette in discussione un equilibrio per mettere in movimento verso la costruzione di uno nuovo; che sceglie di fare dell'errore risorsa; che accoglie gli apprendimenti nati altrove e spalanca loro le porte; che si apre al mondo; che si muove con impegno verso la costruzione di autonomia e responsabilità; che non ha paura di fidarsi, dando spazio ai progetti autogestiti, al pensiero divergente...
Che sceglie i ponti ai muri.
Perciò a tutto ciò che leggo rispondo solo con una domanda: quando inizieremo a chiederci "Che cosa fa bene alla scuola?". Se ce lo domandassimo, forse, riusciremmo a farle meno male e a costruire qualcosa di solido perché la scuola che i nostri bambini e ragazzi incontrano non può proprio essere questione di fortuna.
La didattica è una cosa seria: leggi
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