sabato 19 settembre 2015

Piccoli passi verso la cultura dei ponti

La prima settimana di scuola è volata via. Sono stati giorni bellissimi in cui tutto si è svolto in modo naturale, consentendoci di ritrovarci completamente.
Nel caos apparente del lavoro di gruppo, hanno ripreso vita il confronto e la collaborazione; abbiamo alimentato la motivazione e la curiosità, le uniche capaci di muovere tutto.
Io e maestra Emanuela, ci siamo sorprese ed emozionate guardando ciò che può accadere lasciando che i bambini possano organizzare il proprio lavoro ed esprimersi.
Purtroppo non sempre c'è il tempo per raccontarvi tutto, per accompagnarvi con le parole e le immagini dentro tutte quelle piccole grandi cose quotidiane che arricchiscono le nostre giornate.
Ma ora, nel silenzio di questo sabato pomeriggio, non posso fare a meno di fermarmi per cercare di portare qui l'armonia del lavoro che ha chiuso la settimana: la ricostruzione di una storia semplice, ma ricca di significato, che avevo pubblicato sul blog durante l'estate, in un momento in cui avevo respirato troppe parole di divisione. Si tratta del breve racconto di Leo Lionni, dal titolo "Piccolo blu e piccolo giallo", con il quale i bambini hanno imparato che incontrare l'altro da noi, "il diverso", ci cambia, ma che cambiare non significa perdere qualcosa, ma arricchirsi. Un racconto con il quale hanno anche riflettuto, partendo proprio dall'incontro di colori, su come tutto questo sia più facile per i bambini che per i grandi. 
Loro, infatti, non si fermano mai davanti alla diversità. Loro giocano e basta e trovano sempre il modo per comunicare, per accogliersi, per abbracciarsi.
In questo mondo che sta costruendo nuovi muri, invitando i bambini a ricostruire questa piccola narrazione, ho voluto parlare di ponti, perché se è vero che nulla possiamo sui grandi fenomeni, abbiamo il dovere di rinnovare il nostro impegno come educatori per la costruzione della cultura dell'accoglienza e della tolleranza, per formare persone capaci di abbracciare, senza paura di scoprirsi di colori nuovi.
















 
Filastrocca delle differenze 

Tu non sei come me: tu sei diverso
Ma non sentirti perso
Anch’io sono diverso, siamo in due 
Se metto le mie mani con le tue
Certe cose so fare io, ed altre tu
E messi insieme sappiamo far di più 
Tu non sei come me: son fortunato 
Davvero ti son grato 
Perché non siamo uguali: 
Vuol dire che tutt’e due siamo speciali. 

(Bruno Tognolini)

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