lunedì 28 settembre 2015

Noi genitori: Ad Anna, perché un giorno possa ricordare….

Post di Simona Banci

Terza elementare, 1° giorno di scuola: una maestra, una bambina, una mamma.
Anna ha negli occhi lo spirito della giovinezza, la gioia di vivere.
La maestra ha nel cuore un grande sogno: gettare le basi perché quella bambina diventi un domani una donna consapevole.
La mamma trattiene nella mente i suoi pensieri, per poter raccontare questo magico incontro, perché possa rimanerne traccia nella memoria di coloro che l’hanno vissuto e non solo …..
La bambina impaziente guarda la scuola in attesa di rivedere la sua cara maestra e di scoprire quali avventure si appresta a vivere con i suoi amati compagni.
La maestra attende il suono della campanella col sorriso sornione di chi conosce già la bellezza del cammino da compiere, perché con tanta cura e attenzione ci ha lavorato durante la pausa estiva, col sorriso enigmatico di chi è consapevole che non è questo il momento di svelare tutto il percorso, per ora basta accendere nella bambina la giusta curiosità.
La mamma freme perché mille emozioni si danno battaglia dentro di lei: felicità, ansia, gioia, timore, impazienza ….. 
Ecco il suono della campanella: - Ci siamo!! - pensano tutte e tre nello stesso istante, anche se ognuna è scossa da sentimenti diversi.
- Anna? – 
- Presente! - 
La maestra decide di salutare e inaugurare questo nuovo anno scolastico cominciando proprio con l’appello. 
Figlia mia, se mai qualcuno cercherà di dipingere come banale, semplice e scontata questa scelta, rispondi pure con tutta la determinazione che tieni nascosta dentro di te:
 - NO! -
perchè quel “PRESENTE” rappresenta il momento più importante di tutto il percorso che andrai ad affrontare, perchè l’esserci fa la differenza.... 
- NO! -
perchè la tua maestra ha scelto una scuola accogliente, pensata innanzitutto come luogo dove stare bene, una scuola comunità dove tu, bambina mia, sei incoraggiata a sviluppare le tue potenzialità, dove le differenze vengono valorizzate, una scuola inclusiva dove l'obiettivo è arrivare ad ogni singolo bambino, al suo mondo interiore, alla sua libertà di crescere e di essere pienamente se stesso.
Immediatamente dopo, la maestra stuzzica la curiosità della bambina invitandola ad osservare lo spazio che la circonda.
La bambina si guarda intorno, osserva l’aula in silenzio, ma poi scopre che non è sufficiente osservarla deve .... ascoltarla! .... e come per magia, parole e immagini prendono forma: l'aula le sta svelando le meraviglie dell'anno scolastico che la attende.
La mamma sente la tensione sciogliersi, perchè ha colto con quale magia la maestra ha subito instaurato un clima tranquillo e un ambiente di lavoro sereno che predisponga la bambina ad un atteggiamento motivante e curioso, necessario all'apprendimento.
Alla maestra non mancano mai parole di rassicurazione nei confronti della bambina: - Il percorso che ti attende è un percorso tutto in discesa, perché gli strumenti necessari ad affrontarlo li hai già appresi, sono il frutto del lavoro degli anni passati e ti permetteranno di giungere al traguardo insieme a TUTTI i tuoi compagni. -
Anche la mamma si sente rassicurata da quelle parole, che rivelano con quale finta casualità la maestra sposti l’attenzione sul gruppo classe, sulla comunità, per sottolineare in maniera quasi impercettibile che la sola relazione insegnante/alunno ignora la grande risorsa sociale rappresentata dal gruppo.
- Ed ora, siete pronti per il nostro primo appuntamento importante? Ad ottobre ci attende Il festival tutte storie! - chiede la maestra.
E la bambina sorride al ricordo delle letture estive, alcune affrontate proprio in vista di quel fantastico evento, che per lei sta diventando una scadenza fissa, una data significativa.
La mamma capisce che la scuola, un tempo incentrata quasi esclusivamente sul nozionismo e sull'apprendimento mnemonico, a cui lei era abituata perchè così l'aveva vissuta, sta aprendo le porte alle esperienze significative, all'apprendimento attivo e non più al solo apprendimento passivo.
La maestra conclude con un ammonimento: ricorda alla bambina che anche quest'anno il viaggio sarà rigorosamente un viaggio a vela, che si troverà ad affrontare imprevisti, che sarà necessario commettere degli errori per capire che è giunto il momento di modificare la rotta, magari di tornare indietro per riprendere la giusta direzione e, perchè no?, trovare la forza di risalire sulla barca se verrà capovolta dalle onde del mare.
La bambina sogna il suo futuro, capisce che il suo ruolo è da protagonista, e si sente come un'eroina, una piccola avventuriera armata di coraggio, entusiasmo, voglia di conquista, eppure ... MAI SOLA.
La mamma dentro di sè ringrazia. Questo è il dono più grande che potessi regalarti, Anna mia ... una scuola resiliente, dove una maestra educa alla capacità di saper far fronte in maniera positiva agli eventi negativi, alla capacità di saper riorganizzare la propria vita di fronte alle difficoltà.
Prima di salutare la mamma, la maestra vuole chiudere con due battute: - ... sulla classe virtuale, non ho bisogno di soffermarmi !?!  ... - 
Subito la risposta della bambina diventa un coro con quella dei compagni: - Maestra, ci siamo già tutti iscritti!!! - 
Con questi pensieri ho strappato all'oblio questo primo giorno di scuola: la rinnovata consapevolezza che, se la scuola come istituzione educativa è, spesso, quanto di più conservatrice esiste nella società, la maestra ha, invece, aperto le porte alla tecnologia, quella buona, quella utile, quella che permette di imparare non solo attraverso la lettura e l’ascolto ma direttamente "vedendo e facendo".
E a fronte di tutti coloro che tendono e sempre finiscono con lo schierarsi a favore di questo o di quell'altro tipo di scuola, il mio più sincero augurio alla maestra che, invece di rappresentare la scuola in bianco o in nero, ha dimostrato come in educazione bisogna difendere le cinquanta sfumature di grigio!!!!!!

1 commento:

  1. Grazie, Simona, per questa tua restituzione e per il graditissimo augurio.
    Certo che è una grande fortuna incontrare occhi capaci di leggere tanto...
    Ti mando un carissimo abbraccio, carico di stima e affetto.
    Enrica

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