giovedì 30 aprile 2020

La scuola del primo ciclo oggi e domani: una riflessione a più voci

Una buona lettura che riparte dalle Indicazioni Nazionali.
Importanti le considerazioni sulla valutazione in vista della chiusura dell'anno scolastico.
Si ragiona su un profilo che racconti e narri in termini pro-attivi lo sviluppo di apprendimenti e comportamenti (cognitivi, sociali, personali) omettendo l'indicazione numerica di un voto finale.
Orientamento di buon senso. Per quanto mi riguarda, l'unica valutazione che considero possibile.

https://www.tuttoscuola.com/la-scuola-del-primo-ciclo-oggi-e-domani-una-riflessione-a-piu-voci/

Documento a firma dei componenti dell’ex Comitato Scientifico Nazionale per l’accompagnamento delle Indicazioni nazionali della scuola dell’infanzia e del primo ciclo (2012)
Italo Fiorin, Maria Patrizia Bettini, Giancarlo Cerini, Sergio Cicatelli, Franca Da Re, Gisella Langè, Franco Lorenzoni, Elisabetta Nigris, Carlo Petracca, Franca Rossi, Maria Rosa Silvestro, Rosetta Zan. Collaborazione di Daniela Marrocchi

sabato 25 aprile 2020

Streaming resistente: "La nostra nuova normalità"

Con piacere condivido lo streaming resistente di questa mattina in cui ho offerto un contributo sulla scuola dal titolo "La nostra nuova normalità".
Grazie agli amici di R.U.A.S., dell'A.N.P.I. e a tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro.

venerdì 24 aprile 2020

Messaggi grandi

Sono tornata in classe virtuale, stasera, dove continuano ad arrivare bandiere realizzate nei modi più diversi.
Il mio invito era stato quello di preparare una bandiera per domani, ognuno con la propria creatività, ognuno con i materiali che preferiva.

Questa l'ultima condivisa. È della nostra Viola ed è arrivata con questo messaggio:

Ecco la mia bandiera con gli omini LEGO che ricostruiscono l’Italia dopo questo brutto periodo🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹❤️❤️❤️❤️🌈🌈🌈🌈 



Cose che succedono quando la scuola si fa in squadra! A tutti... grazie!

Tracce volanti: "Enrica e il 25 aprile dei bambini"

La bandiera di Chiara

Qualche giorno fa mi ha cercato Valeria Scafetta. Non la conoscevo. Voleva sapere se potessi dedicarle dieci minuti al telefono per raccontarle il mio portare la Resistenza in classe. 
Ci siamo sentite ieri a fine mattinata. Una bellissima chiacchierata, semplicemente e, dato che ero alle prese con la chiusura del lavoro sul 25 aprile con i bambini, le ho raccontato un po' di come ci stessimo muovendo ora, in questo nuovo scenario.

Solo alla fine le ho chiesto davvero qualcosa su ciò che facesse lei e dove sarebbero andate le mie parole. La sua grande curiosità per il lavoro di una maestra del Sud Sardegna mi era sembrata un motivo più che sufficiente per rispondere alle sue domande, dato che subito, mentre mi parlava, capivo che aveva esplorato il mio blog con attenzione vera e conosceva il mio sguardo sulla scuola e il mio modo di interpretare il ruolo di maestra.

Questo pomeriggio mi ha raggiunto con il pezzo che è entrato nel suo blog: 
Tracce volanti. Qui passa chi lascia il segno. (https://traccevolanti.com/)

Sono andata a vedere e mi è piaciuto molto ritrovare il mio impegno nella sezione "tracce", che è presentata con queste parole:

"Volontariamente o inconsapevolmente c’è chi decide di lasciare un segno da cui far partire nuove strade o farne ritrovare di antiche.
Tracce che dovrebbero essere impresse, ferme, volano per raggiungere chiunque voglia provare a seguirle, in aria o a terra.
Storie di chi non cammina solo per arrivare in un posto, ma lascia briciole buone e sassolini lucenti per tutti.
Per chi crede nel valore delle impronte anche se ha i piedi piccoli.
"

Ora so che è proprio un onore esserci. Grazie Valeria.
All'articolo:

È 25 aprile. È tempo di libertà.

 

Un libro che torna, Il pappagallo francese di Lia Levi, questa volta con una mia videolettura, tre domande dentro una consegna affidata a Edmodo, un brainstorming da smontare e rimontare dentro un padlet, e il 25 aprile è entrato in classe anche quest'anno, nonostante la scuola diffusa, come piace chiamarla a me. Perché così la percepisco ora.
La cittadinanza si costruisce tutti i giorni, giorno dopo giorno, e la presenza è condizione fondamentale per appropriarsi degli aspetti che caratterizzano la vita di comunità, per fare della scuola palestra di democrazia. 
Ma anche le ricorrenze sono importanti perché, diversamente, c'è una storia che a scuola non entra mai. 

Da noi ci sono tre date sulle quali non manchiamo mai di fermarci, mettendole in relazione con il presente. Sono il 27 gennaio, il 25 aprile e il 2 giugno. E ci sono ogni anno, fino a consegnare ai bambini un'immagine sempre più definita della storia che ha visto la liberazione dal nazifascismo e, con questa, la nascita della Repubblica e della nostra bellissima Costituzione.

Come aprire questa volta al 25 aprile con bambini di 7 anni che abitano una classe virtuale ma che fanno scuola ognuno nella propria casa?
A venirci incontro è stata ancora una volta la semplicità e la possibilità di attingere al percorso svolto l'ultimo 27 gennaio.
Ognuno ha adottato una parola tra tante e ha assunto il compito di fare una breve ricerca insieme ai genitori, per poi declinare il significato con poche righe e in modo semplice. Potevano fare il loro ingresso anche altri materiali.
 

Così, ieri e oggi, nei quattro piccoli gruppi delle videoconferenze pomeridiane abbiamo ripercorso insieme analizzando i loro post-it in relazione al brainstorming e abbiamo arricchito raccontando ancora con un continuo andare dal particolare al generale, per mantenere la relazione con il tutto, fino a che ogni parola ha trovato il suo senso dentro un'unica storia.
Io ho integrato con due filmati storici, inseriti nel padlet e lanciati in videoconferenza: la liberazione di Milano e il primo cinegiornale Nuova Luce (26 luglio1945).


La chiusura è stata affidata al canto di Bella Ciao del nostro Leoś, riportato sul Padlet, a cui è seguito l'impegno di costruire una bandiera. Per chi se la sente, anche di realizzare un tutorial per i compagni.


È una storia che poseremo per poco più di un mese, perché ripartiremo proprio da qui quando, il 2 giugno, ci occuperemo del percorso che si è aperto con la liberazione, fino a portare, nel dicembre del 1947, alla firma della nostra Costituzione.  

Eravamo distanti fisicamente, ma so già che sarà impossibile che il tempo si porti via l'emozione enorme provata davanti alle schermate di questi due giorni. Visi di piccolini concentratissimi a ragionare sulla Liberazione per poi non trattenersi dall'intonare i canti.

Grazie alle famiglie per aver accolto anche questa proposta. E ai bambini, sempre.

Il nostro Padlet "Tempo di libertà": https://it.padlet.com/enrica_ena/25aprile2020

mercoledì 22 aprile 2020

25 aprile Streaming resistente

Con grande piacere condivido questa iniziativa di R.U.A.S. (Rete Unitaria Antifascista del Sulcis Iglesiente) alla quale avrò il piacere di dare un contributo in apertura (ore 11:20) con un intervento sulla scuola in questo scenario: "La nostra nuova normalità"
Vi aspettiamo, vi aspetto.


Didattica a distanza in situazione di emergenza

Con piacere condivido una video intervista in "Pillole informative per genitori e insegnanti" che ho avuto il grande piacere di rilasciare ad Anna Guerrieri, Responsabile Scuola del Coordinamento CARE (http://coordinamentocare.org) lo scorso 14 aprile.

È un video su cosa significa, in emergenza, organizzare la didattica a distanza con le prime classi della scuola primaria. 
Al centro: fare comunità passa attraverso il conoscere le persone e il sapere risorse e necessità.

lunedì 20 aprile 2020

La terza stanza

L'ho chiamata la terza stanza ed è lo spazio nel quale da questa mattina incontrerò le famiglie singolarmente.
Le altre due, ormai, sono arrivate da un pezzo: la prima è quella dedicata agli incontri con i bambini; la seconda, invece, accoglie le riunioni: con colleghe dell'équipe, con le mamme rappresentanti, con le tirocinanti.
Nessuna è stata pensata in anticipo. Sono tutte stanze aperte man mano, quando i bisogni chiedevano nuove risposte.
Così è arrivato il momento della terza che, a questo punto, non poteva proprio mancare.

Stiamo per entrare nella "fase 2". La scuola ormai funziona in modo diffuso. È accolta nelle case dei bambini e non può prescindere, vista l'età, da un impegno condiviso con le famiglie.
Intanto le preoccupazioni dei genitori crescono.
Accanto alle tensioni, dovute a un tempo che continua a vederci tutti costretti al chiuso, spesso in spazi ristretti, cresce l'apprensione per i bambini che iniziano a manifestare impazienza.
Le preoccupazioni dovute alla mancanza di lavoro, e in tanti casi di qualunque entrata, si fanno pressanti, così come quelle legate ai nuovi scenari prospettati che vedono una ripartenza ma non quella della scuola.
Come faremo a fare scuola a casa quando riprenderemo con il lavoro?
Tutto questo mentre piovono da più parti documenti che ormai considerano le famiglie soggetti di questa "nuova scuola" senza che nessuno le ascolti.

La terza stanza nasce per questo. Per rispondere a un nuovo bisogno che preme. Per la consapevolezza che non facciamo più scuola da soli e che non può mancare un luogo dedicato all'ascolto attento, a registrare riflessioni e preoccupazioni specifiche in vista dei tanti possibili scenari. Perché si parla dei loro figli, si contempla un loro ruolo, ma non si ascolta la loro voce.

Il bisogno era sentito. Le risposte lo dicono.
Ho messo a disposizione, in aula virtuale, un file editabile con giorni e orari perché ognuno potesse scegliere liberamente il proprio.
La tabella si è presto riempita.
Oggi, più che mai, siamo alla scuola CON.
Se perdiamo attenzione non ci saranno progetti alternativi a cui dare vita.
Il rischio è lo stesso di ciò che avviene tra bambini quando c'è chi si prende un tempo infinito per preparare gioco e regole e, al momento di giocare, sono spariti tutti.

sabato 18 aprile 2020

Rai per la Scuola: "La banda dei FuoriClasse"

Vi informo che da lunedì 20 aprile, grazie a un accordo tra Rai e Ministero dell'Istruzione, su Rai Gulp saranno proposte tre ore al giorno di scuola in diretta, rivolte a bambini e ragazzi delle primarie e delle secondarie di primo grado. 
La prima ora (9.15/10.15) sarà interamente destinata ai bambini delle scuole primarie. ‌ 

Il programma si chiama “La Banda dei FuoriClasse” e andrà in onda tutti i giorni dal lunedì al venerdì. 
La conduzione è affidata a Mario Acampa, con una grande esperienza di conduzione di programmi per ragazzi e di divulgatore scientifico e culturale, ma è previsto il contributo di numerosi insegnanti. ‌

Nell’arco delle tre ore di programma, il conduttore porterà il giovane pubblico in un itinerario didattico composto da lezioni, contributi video, collegamenti in videoconferenza con esperti, che si comporranno in un essenziale programma scolastico di emergenza, che toccherà per quanto possibile tutte le materie curricolari. ‌ 

I ragazzi potranno interagire e fare domande attraverso Instagram (@rai_gulp), Facebook (https://www.facebook.com/RaiGulp/) e Twitter (@RaiGulp). ‌ 

Di seguito il link per accedere alla puntata di presentazione che si è svolta venerdì 17 aprile:

venerdì 10 aprile 2020

Didattica a distanza: riflessioni dei genitori

Questi giorni, ragionando con la mamma che fa da Referente per la didattica a distanza, è maturata l'idea di preparare un form molto essenziale, con solo due campi: campo-nome (non obbligatorio) e campo-paragrafo, in cui i genitori potessero posare riflessioni, dubbi, preoccupazioni sull'esperienza di scuola che stiamo vivendo.

Riporto qui i primi due arrivati, consegnati con nome e cognome, perché credo offrano una lettura molto interessante e completa che non può mancare dal nostro blog.

Ringrazio Rossella Cui  e Maura Mei per averci offerto questi scritti e per averne autorizzato la condivisione.

di Rossella Cui

In questa fase così delicata che stiamo attraversando, mentre tutto il mondo fuori si è fermato, credo sia importante lasciare traccia delle nostre riflessioni su ciò che accade nel nostro piccolo mondo dentro casa.
La scuola ci ha supportato con l'utilizzo di una piattaforma in e-learning e soprattutto grazie all'appoggio di Enrica, che instancabilmente mantiene i contatti con i nostri bambini, perché possano continuare la didattica con le metodologie utilizzate a scuola (per quanto possibile ovviamente!), per poter mantenere viva la memoria di ciò che vivevano tutti i giorni in classe, tutti insieme. Grazie anche alle videoconferenze, possono incontrarsi a piccoli gruppi con la maestra, e concentrare in quel tempo tutte quelle attività frontali, che normalmente fanno a scuola. In tutto ciò, ci siamo anche noi genitori, che ovviamente dobbiamo supportare i bambini nelle attività da svolgere e nelle scadenze da rispettare. Il nostro “lavoro” certamente non è facile, soprattutto perché ci siamo catapultati, dall’oggi al domani, in una dimensione di scuola che mai avremmo immaginato di vivere; inizialmente con tante paure e dubbi, ma poi col passare del tempo siamo entrati per così dire a “regime”, e quell’appuntamento che una volta all’anno chiamavamo “Aula aperta”, è diventato quasi vita quotidiana.
Fino al lockdown, devo dire la verità, non riuscivo a capire che cosa mia figlia facesse esattamente a scuola: ogni giorno, all’uscita di scuola, le chiedevo che cosa avesse fatto e la risposta era sempre la stessa … “Non mi ricordo”; controllavo i quaderni e certi giorni non vedevo niente di nuovo; a volte aveva dei compiti da fare, ma non sempre. Io personalmente arrivavo da un’esperienza di scuola primaria (per il fratello maggiore) completamente diversa: lui frequentava il tempo prolungato e all’uscita di scuola aveva una montagna di compiti da fare, quindi per me quella era l’idea di scuola.
Ora mi si è aperto un mondo completamente diverso, ora ho finalmente capito che cosa significa scuola per mia figlia, e questo mi ha aiutato a “seppellire” le mie ansie, che in qualche modo trasmettevo anche a lei.
I video di spiegazione di Enrica e le restituzioni dei compiti, sono diventati per me (prima per mia figlia:) quegli strumenti indispensabili per vivere questa esperienza al meglio, e che spesso mi fanno tornare bambina come in un déjà-vu.
Sarà forse la mia positività in tutto ciò che faccio, ma da sempre gli eventi negativi della mia vita si sono trasformati in un’occasione di crescita e nell’opportunità di vedere il mondo con altri occhi, nella ricerca di una soluzione e nella consapevolezza che niente capita per caso, e questa esperienza per me lo è.
Ora mi chiedo solo che cosa sarà il dopo, che cosa succederà quando noi genitori torneremo al lavoro mentre i nostri bambini non potranno tornare a scuola, ma anche che cosa sarà la scuola dopo il COVID 19. Certo è che non posso leggere il futuro, ma sono convinta che insieme e con scelte condivise, tutto verrà affrontato nel migliore dei modi, reinventandoci tutti i giorni così come siamo abituati a fare.
Vorrei solo che questa esperienza sia da guida per una scuola del futuro, che sia pronta a supportarci in qualsiasi evento inaspettato come questo, che sia portatrice delle nostre esigenze, che sia una buona ascoltatrice dei nostri pensieri e diventi veramente famiglia, che sappia bilanciare la burocrazia con le reali esigenze delle famiglie, che vada oltre il protocollo puro e semplice per camminare insieme a noi, verso un obiettivo comune.
Di una cosa sono certa però …. questa esperienza mi ha dato la possibilità di sentirmi più vicina a tutti gli altri genitori, molto più di quanto lo sia stata fino a prima della chiusura delle scuole e di scoprire piacevolmente lati di loro che non conoscevo e che forse non avrei mai conosciuto.

di Maura Mei

Dopo uno spaesamento iniziale, dovuto più che altro al recepimento degli strumenti adeguati e alla novità, mi trovo pienamente coinvolta e soddisfatta. L'immediatezza, la continuità, le regolarità, il senso di appartenenza, ci hanno consentito di sentirci come se la scuola non si fosse mai fermata ma solo spostata a casa. Il rapporto alunno-genitore-maestra, quello alunno-alunno, quello genitore-genitori sono cresciuti nonostante le difficoltà oggettive. Uno sguardo privilegiato che non avremmo potuto avere. A conferma che anche nelle situazioni più brutte c'è del bello, soprattutto per chi lo vuole mostrare e per chi lo vuole vedere. Ma in questo, noi sappiamo di partire avvantaggiati!

Essere maestra

Ho sempre difficoltà con i video (anche se con la didattica a distanza, sembra che la dovrò superare per forza); in ogni caso, non potevo dire di no alla proposta di raccontare il mestiere di maestra ai bambini per la rubrica #sognipossibili all'interno del Progetto "I giardini possibili".
Grazie a Maria Giovanna Dessì per questa bella opportunità.

Non è facile essere maestri. È faticosissimo ed è un mestiere che non ti lascia mai tranquillo.
Ma so che è l'unico che posso fare davvero perché è bellissimo, vivo, e perché mi consente di stare con i bambini, gli unici ad avere un cuore che sa fare spazio e la capacità di pensare senza confini.


Alla pagina fb del Gruppo: https://www.facebook.com/igiardinipossibili/
Al video sul canale youtube: https://youtu.be/24IJhXrctuI

domenica 5 aprile 2020

Vi racconto la nostra "nuova normalità"

UN MESE DALLA CHIUSURA DELLA SCUOLA
È passato un mese dalla chiusura della scuola.
Era il 4 marzo quando, alle 13.30, subito dopo l’uscita dei bambini, siamo stati raggiunti dalla notizia che con grande probabilità sarebbero state chiuse le scuole di tutta Italia. Qualche ora più tardi la notizia è stata confermata.
La stessa sera, anche dietro sollecitazione di alcuni genitori, ho iniziato a pensare a un’alternativa.
Forse non ci saremmo mossi così in fretta se lo scenario nel resto d’Italia non ci avesse fatto capire che le cose non si sarebbero risolte in pochi giorni.
Forse ci saremmo presi semplicemente una pausa.
Invece no. È stato come fare un’analisi SWOT rapidissima, perché di fatto ho messo sul piatto punti di forza, debolezze, opportunità e minacce.
Certo è che neanche per un attimo il pensiero è stato di andare a qualcosa di provvisorio. Non solo per lo scenario, ma soprattutto perché, quando si mette in piedi qualcosa che coinvolge altri, ho imparato da tempo che ciò che conta non è iniziare ma continuare
Pertanto, ho ragionato su qualcosa di condiviso, attento al contesto reale, basandomi su strumenti semplici ma solidi, pensando a un’organizzazione forte e rassicurante e a proposte sostenibili nel tempo.
Come siamo partiti ho già avuto modo di raccontarlo: https://youtu.be/zAXpSO9oF1k

Lunedì 9 marzo, coinvolte le famiglie in un sondaggio (https://forms.gle/pdhVBmqZrXcxadnG8), condivisa la proposta e gestita la fase delle iscrizioni (https://youtu.be/abt5tf6NiF8), la classe virtuale era aperta.
Ad accogliere i bambini la loro maestra con la lettura di Cipí di Mario Lodi, i video che illustravano l’organizzazione fermata su un’infografica (https://bit.ly/39L4mTE) e le prime attività che riprendevano da ciò che mercoledì era stato interrotto (https://youtu.be/3Pt7uulRPwc - https://youtu.be/mAQulhW6Gtg).

Ciò che voglio condividere oggi è ciò che siamo adesso. La nostra “nuova normalità”.
Lo farò ripercorrendo la settimana appena chiusa, così da attraversare scelte, organizzazione e tempi, passando dentro quei vissuti che costituiscono i nostri riferimenti fissi, la nostra regolarità.

LA SETTIMANA È FATTA DI TRE GIORNI
La nostra settimana è fatta di tre giorni. No, non è che gli altri non esistano, ma, di fatto, proprio come stabilito all’inizio, le giornate in cui ci impegniamo a condividere le proposte nella classe virtuale aperta su Edmodo sono tre: il lunedì, il mercoledì e il venerdì.
In questi giorni i bambini sanno che, dalle 8.30, trovano ad attenderli un messaggio appuntato, che sta nella bacheca principale e si distingue da tutti gli altri grazie a un riquadro azzurro.
Ad aprire ognuna di queste giornate è una mia video lettura di un capitolo di Cipí di Mario Lodi, il libro che ha accolto i bambini sin dal primo giorno; le proposte di lavoro arrivano subito dopo.
Le attività sono in piena continuità con i percorsi che stavamo affrontando in classe e devo dire che questa scelta mi ha molto rasserenato, soprattutto in quella fase in cui, disorientata, mi sono chiesta: “Da dove comincio?”. È lì che ho riaperto il file con le attività in corso e ho capito che la cosa più semplice e rassicurante per tutti noi sarebbe stata proprio trovare la strada per ripartire da lì.
Da docente prevalente, che insegna praticamente tutto, abituata a non spezzettare troppo, ho scelto subito di snellire e semplificare, ragionando su settimane alterne. Pertanto, una settimana, i bambini trovano al centro le attività di ambito linguistico-espressivo e, l’altra, quelle di ambito logico-matematico. A fianco le proposte trasversali.
Ho guardato ai saperi essenziali, ci sono tornata infinite volte, ma poi ho scelto. Tutto il resto l’ho lasciato fuori.


sabato 4 aprile 2020

Ddidattica a distanza, vademecum per docenti e studenti

Con piacere segnalo l'articolo "Didattica a distanza, vademecum per docenti e studenti."
Undici tesi sulla didattica a distanza. È vitale cercare di chiarirsi le idee su quello che si può o non si può fare.

L'articolo è di Mauro Piras, pubblicato su www.ilsole24ore.com in data 31 marzo 2020

La didattica a distanza ha invaso le case degli italiani. La scuola è una presenza costante, per la maggior parte delle famiglie. Tuttavia, in condizioni normali, è una presenza-assenza: per diverse ore i bambini e i ragazzi sono fuori, a scuola appunto, e poi quando tornano se devono fare i compiti possono farlo, almeno in parte (si spera), per conto loro. Con l'interruzione delle attività didattiche, gli studenti sono sempre a casa. E lo sforzo di raggiungerli con la didattica a distanza ha portato in casa una parte di quello che si fa in classe, coinvolgendo le famiglie molto più dei soliti compiti.

La scuola diventa molto più invasiva. È vitale cercare quindi di chiarirsi le idee su quello che si può o non si può fare con la didattica a distanza (da qui in avanti: DAD), per evitare di creare tensioni controproducenti.