martedì 27 gennaio 2015

Ferdinando Ciani: "La pedagogia della Scuola del Gratuito"

È da diverso tempo che volevo condividere sul blog le parole di Ferdinando Ciani, docente ed autore del libro "A scuola senza profitto".
Si tratta di un video che raccoglie il suo intervento "La pedagogia della Scuola del Gratuito", tenuto all'interno del Convegno "La scuola del gratuito. Pedagogia della gratuità in una società più felice", tenuto a Valdragone (Repubblica di San Marino) il 5-6 ottobre 2013.
Lo faccio oggi, dato che sarò assente per qualche giorno e costretta ad abbandonare il blog. Mi sembra di lasciarvi in buona compagnia. 
Sono quaranta minuti che fanno bene.


Se siete interessati agli altri contributi del Convegno, di seguito potete trovare i link dei nove interventi:

Convegno "Scuola del Gratuito" 01 di 09 - Introduzione di Paolo Ramonda
Convegno "Scuola del Gratuito" 02 di 09 - Relazione di Ferdinando Ciani
Convegno "Scuola del Gratuito" 03 di 09 - Intervento del ministro G. M. Morganti
Convegno "Scuola del Gratuito" 04 di 09 - Relazione di Irene Stella
Convegno "Scuola del Gratuito" 05 di 09 - Relazione di Riziero Zucchi
Convegno "Scuola del Gratuito" 06 di 09 - Relazione di Leonardo Becchetti
Convegno "Scuola del Gratuito" 07 di 09 - Dibattito e conclusioni primo giorno
Convegno "Scuola del Gratuito" 08 di 09 - Relazione di Andrea Canevaro
Convegno "Scuola del Gratuito" 09 di 09 - Relazioni conclusive secondo giorno

Giovedì 29 gennaio: ingresso posticipato

Come segnalato sul calendario, vi ricordo che giovedì 29 gennaio è programmata un'assemblea sindacale; pertanto, le lezioni inzieranno alle ore 10.30.
Grazie per l'attenzione!

Ore 11.59: un minuto per riflettere, un minuto per impegnarsi

Oggi, 27 gennaio, alle 11.59, invitiamo tutti ad unirsi al nostro minuto di silenzio per ricordare l'entrata delle truppe sovietiche ad Auschwitz. Non vogliamo che si tratti semplicemente di un atto simbolico. Vogliamo fermarci a riflettere su ciò di cui l'uomo è stato e, purtroppo, mostra ancora di essere capace. Fermarci per affermare che ci riconosciamo nei valori di libertà e di democrazia previsti dalla nostra Costituzione, i soli sui quali è possibile costruire una coscienza autenticamente civile. 
Vi chiediamo di unirvi all'impegno di far crescere i giovani dentro la tolleranza, l'accettazione del diverso, coltivando sentimenti che non lascino spazio all'odio. 
Primo Levi, con la sua celebre poesia "Se questo è un uomo", che fa da introduzione al romanzo omonimo, ha invitato, anche con durezza, a non dimenticare.
Io credo che davvero non lo si possa fare. La memoria deve essere nostro dovere e nostro "piacere".
 
 

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli. (...)

Primo Levi

domenica 25 gennaio 2015

Informazione>conoscenza

Un'immagine dice più di tante parole. 
Per trasformare le informazioni in conoscenza è necessario interrogarsi, discutere e stabilire relazioni.
Immagine tratta da Comunità Internazionale di Cooperazione in Educazione

venerdì 23 gennaio 2015

Noi genitori: Mamma, non offenderti se dico alla mia maestra, “ti voglio bene”

Pochi giorni fa rientro a casa dopo una piacevole e interessante riunione a scuola e la curiosità di mio figlio di sapere cosa ha detto la sua maestra non si fa certo attendere.
Cerco di togliermi almeno il giubbotto, ma non c’è tempo, devo raccontare tutto e subito!
“Ha detto tante belle cose!” questa la mia breve e immediata risposta.
Mi tolgo il giubbotto, ma lui è sempre li, immobile, davanti a me e attende. Certo, non ha tutti i torti, quella risposta è abbastanza riduttiva…allora aggiungo qualche altro piccolo particolare, convinta di riuscire così a soddisfare la sua curiosità.
Una convinzione che dura davvero poco, perché all’improvviso arrivano i rinforzi! Al nostro dialogo si aggiungono le sorelle che iniziano a discutere animatamente con il fratello delle loro maestre e senza lasciarmi il tempo di “abbandonare il campo”, arriva una domanda davvero impegnativa: “Piuttosto, mamma, non ti offendi se dico alla mia maestra “ti voglio bene”?” Ora sono tutti e tre, li, che attendono.
Lo guardo, li guardo, faccio un bel respiro…Non stavamo forse parlando della riunione? 
Eppure, quella sua inaspettata domanda mi riporta per un attimo proprio a quell’incontro appena concluso, a ripercorrere le parole e gli argomenti che la maestra di mio figlio ha offerto a tutti noi genitori con tanta chiarezza, passione e semplicità, riconfermando, dietro un aspetto apparentemente solo tecnico, quella volontà di voler condividere un percorso scolastico, quel desiderio di continuare a camminare insieme.
Ecco che la risposta, senza esitazione, arriva da sé: “Certo che no! Non solo non mi offendo, ma ne sono felice, perché il bene che vuoi alla tua maestra ti porta a riconoscere la scuola come un luogo e un’esperienza da amare. Per questo penso che in quel bene ci sia racchiuso il traguardo più importante e straordinario che la tua maestra possa raggiungere insieme a te: quello di farti sentire a scuola come a casa, quello di riuscire a trasmetterti un amore per te stesso, un amore per la vita, un amore per il sapere, un amore per gli altri.”
Rassicurato dalle mie parole, mio figlio insieme alle sorelle, ognuno per la propria maestra, iniziano a dare forma a quel “voler bene”.
Ecco che la maestra diventa: incantevole, brava, speciale, bellissima, anzi la “più bellissima” di tutte le maestre del mondo, stupenda, gentile, generosa, fantastica, fantasiosa, allegra, dolce, simpatica, eccezionale, uno spettacolo e…anche un pochino severa quando i suoi bambini la fanno arrabbiare (ma attenzione, solo un pochino!).
In silenzio, continuo ad ascoltarli e sorrido intenerita dalla loro spontaneità e dalla loro meravigliosa libertà di riuscire a esprimere sentimenti ed emozioni così alti, così puri, così veri.
Ora, se avete ancora la pazienza di continuare a leggermi, cercherò di dare una voce a quei sentimenti e emozioni, al messaggio contenuto in quel loro dialogo, un messaggio che posso così tradurre:… “Si, cara maestra, ti rendi conto di quanto sei importante per me, di quanto ti voglio bene, di quanta sconfinata e totale fiducia ripongo in te e, per tutto questo mio sentire e per il bambino che sono, di quanta responsabilità hai nei miei confronti?
Sai, penso che la tua sia una bellissima responsabilità: quella di accendere in me “la scintilla” del sapere, della motivazione, dell’interesse, dell’ascolto, del rispetto, della dedizione, del coraggio, della voglia di fare, della soddisfazione, della gioia e bellezza di essere, facendomi vivere e sentire dietro ogni sapere, dietro ogni conoscenza, dietro ogni scoperta, dietro ogni traguardo, una meravigliosa e straordinaria emozione.
Di farmi provare, almeno, il sogno del realizzabile…e di porgermi gli strumenti giusti perché riesca, un giorno, a trasformarlo in realtà, perché tutto abbia un senso.
Di insegnarmi che capire e imparare vuol dire “gustare”.
Di dimostrarmi che la vera scuola non è solo fatta di bambini competenti, ma prima di tutto da bambini felici, perché non esiste emozione più grande di riuscire ad apprendere anche solo una cosa, ma di essere felice di averla appresa. 
Di accompagnarmi nella scuola come se stessi entrando in un luogo animato da desideri, sogni e speranze.
Allora aiutami a sentirmi sicuro di te e della tua accoglienza, sostienimi con la tua fiducia, guardami con occhi attenti e cuore pronto, dimmi che non ci sono errori che non si possono correggere, che non esistono prove che non si possono superare. Io ti donerò tutto quello che sono e tutto quello che desidero diventare: tutto il mio cuore.
Tuttavia, una cosa la devi assolutamente sapere o forse lo sai già: anche tu, però, devi avere fiducia in me.
Per questo voglio tranquillizzarti e alleggerirti un pochino da quella responsabilità che, in fondo, non hai solo tu. Perché nel mio piccolo, anch’io sento di averne una, forse per un certo senso più grande della tua e prima di tutto verso me stesso: quella di non arrendermi mai...nonostante tutto.”
Non posso concludere senza rinnovare il mio infinito GRAZIE alla maestra di mio figlio che ha voluto prendersi questa meravigliosa responsabilità…e ringraziare tutte quelle maestre che sentono il desiderio e la volontà di fare altrettanto.

Isa

29, 30 e 31 gennaio 2015: Seminari Innovative Design Contest

Vi segnalo i seminari "Innovative Design Contest", promossi all'interno del Progetto Innovative Design, realizzato da ANP insieme a Fondazione Telecom Italia, ai quali sono stata invitata a partecipare con un mio contributo "Dalla sfida al cambiamento: l'eredità del design thinking".
I seminari si terrannno nei giorni 29, 30 e 31 gennaio 2015, rispettivamente a Napoli, Milano e Roma.
Di seguito la locandina con il programma completo e le indicazioni per le iscrizioni.

Alla locandina

mercoledì 21 gennaio 2015

BYOD ovvero... porta il tablet a scuola!


Si chiama BYOD (bring your own device), e in modo naturale ci siamo arrivati...
Ma di che cosa si tratta? Diciamocelo in italiano: porta il tuo dispositivo a scuola!
Ieri una riunione per condividere, ora i passaggi organizzativi, e da febbraio i tablet inizieranno a supportare alcune nostre attività collaborative. Perchè una cosa è stata detta subito. Avere o non avere il tablet non potrà creare differenze, perchè non esisteranno le attività individuali. 
Portare il tablet a scuola dovrà essere prima di tutto un impegno alla condivisione e, semmai, un'opportunità per eliminare le differenze. Sì, perchè ci sono ancora tanti bambini che il tablet fuori da scuola non hanno modo di utilizzarlo. Allora noi vogliamo fare anche questo: offrire questa opportunità e orientare al buon uso della tecnologia. Proprio come stiamo facendo grazie al nostro ambiente di apprendimento virtuale. 
Le parole chiave sono: impariamo a collaborare e a condividere.
Cosa succederà, non sappiamo ancora dirlo. Però ci sentiamo pronti.
Per me i passaggi sono sempre stati così... si sollecita, si accolgono le risposte, anche quelle inaspettate, e un po' si osa... Diversamente, il rischio è di restare immobili.
E, invece, si sa: affacciarsi, stando attenti a non sporgersi, fa solo bene. Mostra nuovi paesaggi.
A presto per raccontarvi.
Grazie ai genitori per aver partecipato numerosissimi all'incontro di ieri. E ancora grazie per avere voglia di esserci!

martedì 20 gennaio 2015

Siete pronti? Si riaprono le porte!

Aula aperta a.s. 2013/14
Come anticipato nella riunione di questa sera, continua anche quest'anno l'iniziativa Aula aperta, promossa con l'obiettivo di favorire la conoscenza diretta dell'esperienza scolastica dei propri figli (organizzazione e pratiche didattiche) a vantaggio di una reale alleanza educativa.

L'iniziativa durerà due settimane, seconda e quarta settimana di febbraio, e prevede la partecipazione di tre genitori/giorno alla normale attività didattica.

Per iscrivervi, è sufficiente accedere alla bacheca virtuale, creata per l'iniziativa (CLICCA QUI), e aggiungere il nome del bambino nella data di interesse.
Per qualunque cosa, siamo a disposizione!

Di seguito lo schema che sintetizza la proposta:
 

Progetto pomeridiano "Imparare ad imparare": avvio organizzazione

Vi ricordo che in data 11 febbraio saranno avviati i laboratori pomeridiani per lo sviluppo del progetto "Imparare ad imparare".
Il laboratorio sarà organizzato per sottogruppi (gruppo A e gruppo B) e si svolgerà, di norma, nella giornata del lunedì pomeriggio dalle 15.30 alle 18.00 (gruppo A) e nella giornata del giovedì pomeriggio, sempre dalle 15.30 alle 18.00 (gruppo B).
Nei prossimi giorni verranno inviate a casa le autorizzazioni specifiche per ogni gruppo. Si prega, pertanto, chi non lo avesse fatto durante la riunione, di informare quanto prima circa la giornata più adeguata alle esigenze del bambino e/o della famiglia.

Si ricorda che le date dei laboratori saranno le seguenti:

Gruppo A (lunedì): 18 febbraio (mer) - 2, 16 e 30 marzo - 13 e 27 aprile

Gruppo B (giovedì): 12 e 26 febbraio - 12 e 26 marzo - 9 e 23 aprile

domenica 18 gennaio 2015

Tempo di verifiche

 
È arrivato il momento di fare il "punto della situazione". Da domani, i bambini saranno impegnati nelle verifiche quadrimestrali che li vedranno sospendere, temporaneamente, il lavoro collettivo, per misurarsi con prove individuali.
Questa è una tappa importante che fornisce informazioni sui processi di apprendimento, sui progressi e sui bisogni di ognuno; fondamentale pertanto per il prosieguo e l'eventuale riadeguamento del percorso di lavoro, delle scelte metodologico-didattiche, degli strumenti.
Non ci resta che augurarci... buon lavoro!

Il dovere della memoria: riprende il nostro percorso

Disegno realizzato in classe lo scorso anno

Tra i compiti della scuola, c'è quello di assolvere al dovere della memoria per evitare che gli errori del passato si ripropongano, pur se in forme diverse.

Anche quest'anno, accogliendo quanto indicato all'art. 2 dalla legge n. 211 del 20 luglio 2000, che riconosce il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della memoria”, nei prossimi giorni, i bambini saranno coinvolti in un percorso trasversale che avrà l'obiettivo di far riflettere sull'importanza dell'accettazione del diverso da sè per cultura, razza, religione, pensiero.

Di seguito le letture, attentamente selezionate, che accompagneranno questa seconda parte del nostro percorso:







Roberto Innocenti
"Rosa Bianca"







 





Lorenza Farina
"La bambina del treno"





Susanne Raweh
"La storia della nonna bambina"
La Shoah raccontata ai bambini

Documento di valutazione 1° quadrimestre

Vi invito alla lettura della Circolare nr. 70 del 16/01/2015, che ricorda ai genitori che potranno ricevere copia della scheda di valutazione nella propria casella di posta elettronica certificata (PEC) oppure nella propria casella di posta elettronica ordinaria.
I genitori che non avessero già provveduto, potranno comunicare (entro l'8 febbraio 2015) l'indirizzo e-mail in cui desiderano ricevere la scheda di valutazione dei propri figli agli indirizzi della scuola:
caic88900x@istruzione.it
caic88900x@pec.istruzione.it
specificando nome, cognome, classe e ordine di scuola dell’alunno (o degli alunni) di riferimento.
Chi avesse problemi a ricevere documenti in formato digitale, potrà richiedere gratuitamente copia cartacea del documento redatto in formato elettronico, che potrà essere visionato durante i colloqui previsti per il mese di febbraio.
Grazie per la vostra attenzione!

giovedì 15 gennaio 2015

Noi genitori: "Avete mai provato a far volare un aquilone?"

Io si. E l’ho fatto da grande…insieme ai miei figli.
Ora, un’altra domanda: avete mai provato a costruire un aquilone? Io si. Sempre insieme ai miei figli.
Mentre scrivo, immagino i vostri sguardi perplessi perché vi state sicuramente chiedendo, dove voglio arrivare con queste domande. Lo scoprirete…anche se penso che qualcuno lo abbia già compreso.
Una giornata d’estate qualunque, una passeggiata al mare.
Io e i miei figli iniziamo a raccogliere conchiglie di tutti i colori e di tutte le forme. Poi, alle conchiglie, si aggiungono bastoncini di legno, lenza dimenticata da qualche pescatore, piume, sassolini e tanto altro. I bambini, ovviamente, vogliono portare tutto a casa e mi chiedono una busta per conservare il loro “prezioso bottino”. Mi viene in mente un’idea (forse mi salvo dal dover trasportare a casa tutto quell’inestimabile tesoro!).
Perché con i bastoncini, la lenza e la busta non costruiamo, invece, un bellissimo (bè qui esagero un pochino!) aquilone e proviamo a farlo volare nel cielo? L’idea piace, così tanto, che un aquilone ovviamente non basta: costruiamone tre, ognuno per ciascuno! Già, ho proprio avuto una straordinaria idea.
Controllato che ci sia tutto l’occorrente, ci sediamo sulla sabbia e iniziamo a scegliere i legnetti più adatti, a incrociarli, a unirli alla busta e infine a legare tutto bene con la lenza trovata. Ecco fatto! Ci siamo.
Pronti per farli volare? Prendiamo la rincorsa e………Niente. Non è possibile! Qualcosa non va, l’unica soluzione è smontare e rimontare il tutto. Riproviamo e come per magia il primo aquilone sta iniziando il suo volo. Bellissimo!
Gli altri due ancora niente. Ricontrolliamo il nostro lavoro, probabilmente non vanno bene i legni trovati, o forse devono essere incrociati in maniera differente, così facciamo qualche accorgimento. Vediamo ora cosa succede: nuova rincorsa e…..niente. Tutto questo per parecchie volte.
Incomincia a subentrare lo sconforto e la delusione. Spiego, allora, che ci vuole pazienza - primo elemento fondamentale per ottenere qualcosa - oltre che calma, attenzione, fiducia, motivazione, entusiasmo e … accortezza e logica (che strane parole sono queste?)…
Forza, non arrendiamoci. Ritentiamo e intanto, per rendere tutto ancora più piacevole e interessante, inizio a raccontare una storia. Tranquilli, non scappate, ve la risparmio.
Ecco, non appena finita la storia, come per incanto…Volano! Volano! Anche gli altri due aquiloni finalmente volano! Evviva! Che gioia!
Vedo allora i miei figli manovrare la lenza con grande entusiasmo, ma in maniera differente: chi delicatamente e timidamente, chi concitatamente e distrattamente, chi con sicurezza e padronanza…nonostante i diversi stili, tutti e tre gli aquiloni riescono a volare alti nel cielo. Certo, arrivano anche le cadute, la lenza impigliata, ma con tanta determinazione, sistemando e ricontrollando gli aquiloni, si riparte in una nuova corsa e di nuovo su, in alto, a volteggiare nell’aria.
Il giorno, oltretutto, il vento è molto forte tanto da mettere alla prova le nostre improvvisate buste che, invece, tenacemente reggono. Si, sono proprio forti, alla fine sono stati costruiti proprio bene…abbiamo fatto, insieme, un bel lavoro! Ma che dico, perché essere modesta: un capolavoro!
Ora vi spiego, molto brevemente (forse) cosa ho vissuto quel giorno.
In quegli aquiloni, nel realizzarli e nel farli volare, c’erano i miei figli: con tutto quello che sono, con la loro vita.
Una vita che costruisco insieme a loro ogni giorno reinventandomi, con tenerezza, con rigore, con gioia, con pazienza, con stupore, con determinazione, con cura e compostezza, con passione, con tribolazione, con confusione, con serenità, con paura, con verità, con onestà, con consapevolezza, con unicità nella diversità, con obiettività: il tutto accompagnato sempre da un amore libero e generoso.
Una vita che chiede di essere guidata con dolcezza, perchè, come può capitare all’aquilone, spesso si cade e per rialzarsi occorrono “movimenti attenti e delicati” altrimenti il filo rischia di spezzarsi e diventa difficile, quasi impossibile, far riprendere il volo… perché l’importante non è cadere, più importante è trovare sempre il modo per risollevarsi…
Una vita dove spesso, come genitore, devo ricorrere alla fantasia e alla capacità di “cambiare programma” perché all’improvviso può girare il vento. Allora, come l’aquilone deve essere riposizionato nell’aria, così anche io devo riposizionarmi davanti alle nuove necessità dei miei figli senza dimenticare che non potranno mai essere quello che vogliamo che siano per noi.
Una vita che, a un certo punto, chiede di voler proseguire il suo cammino da sola. E devo essere attenta ai segnali che mandano i miei figli, segnali che non vanno interpretati dal mio punto di vista, ma dal loro. Così sono consapevole che quel filo che mi lega a loro, dovrò, con tanto coraggio, lasciarlo…ma rimarrà sempre con me, invisibile e indivisibile…
E quando questo avviene e sono certa di doverli lasciare volare da soli, nello stesso tempo, in verità, sento che non sono ancora pronta a lasciarli cadere, allora devo credere e convincermi che esiste un tempo della paura e uno della speranza e un tempo speciale in cui paura e speranza si incontrano per far più coraggioso il loro e il mio cuore. Si, perché alle volte pensiamo di difendere i nostri figli dalle loro paure, quando invece non ci accorgiamo che stiamo proteggendo noi dalle nostre paure per loro. Così li soffochiamo privandoli di vivere ogni esperienza per come si presenta e per come chiede di essere, a volte, ricostruita. Solo agendo in questo modo tutto quello che loro incontreranno e impareranno, diventerà la loro eredità.
E tutto questo impegno e amore che noi genitori dedichiamo ai nostri figli, lo riscopriamo ogni giorno nel vederli “volare alto” in tutte le loro esperienze di vita.
Una vita che deve essere sempre animata dalla curiosità, una curiosità che spalanca le porte alle possibilità. E non solo: a nuovi stimoli, a nuovi pensieri, a nuove sfide da affrontare per riuscire a intraprendere quel meraviglioso viaggio, dove ogni tappa può diventare una splendida sorpresa.
Concludo (che è meglio!), augurando a tutti i genitori di costruire e far volare, un giorno, un aquilone con i vostri figli.
Solo un’ultima cosa: in verità questo scritto nasce per noi genitori, ma considerato che questo spazio l’ho rubato all’interno di un blog scolastico, mi sento di voler estendere l’augurio anche a tutti gli insegnanti, perché, insieme a noi genitori, ricoprono un ruolo fondamentale nella vita dei nostri figli.
Auguro che ogni mattina, entrando in classe, possano vedere nei loro alunni degli aquiloni. Tutti diversi nella forma e nel colore, ma con un unico grande desiderio che li accumuna: quello di voler imparare a volare!
E non servono grandi strategie o accorgimenti particolari, basta porsi tre semplici, ma fondamentali, domande: “cosa insegnare”, “come insegnare”, “perché insegnare”.
Come quella del genitore, anche quella dell’insegnante è una sfida quotidiana, dove occorre capire come posizionare quei famosi legnetti, come legarli, quanto filo dare… e per farlo non servono grandi progetti, ma solo la capacità di riconoscere che, spesso, occorre utilizzare strumenti diversi per ottenere, in verità, lo stesso risultato. Il nostro aquilone. Sicuramente ci sarà quello che volerà per primo, quello che faticherà a mettersi in volo, quello che volerà più in alto, quello che volerà più in basso, quello che cadrà spesso, quello che faticherà a risollevarsi. E poi il vento. Non sempre è un vento a favore, eppure bisogna essere disposti a rischiare, perché quell’aquilone è stato costruito per volare con il vento e il rischio è una condizione necessaria per compiere azioni e fare scelte coraggiose che lasciano un segno importante, proprio in quella eredità.
Si, hai veramente ragione Enrica, “Sembra così banale, eppure spesso nelle nostre scuole vogliamo raggiungere tutti con un'unica strada, un unico linguaggio, i medesimi strumenti. E ci aspettiamo risposte uguali.” Avendo tra le mani aquiloni tutti diversi!

A voi tutti…

I figli sono come gli aquiloni,
passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro
fino a restare tutti e due senza fiato…
Come gli aquiloni, essi finiscono a terra…
e tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.
Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri
che presto impareranno a volare.
Infine sono in aria:
gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne.
E a ogni metro di corda
che sfugge dalla tua mano
il cuore ti si riempie di gioia
e di tristezza insieme.
Giorno dopo giorno
l’aquilone si allontana sempre più
e tu senti che non passerà molto tempo
prima che quella bella creatura
spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,
come è giusto che sia, libera e sola.
Allora soltanto saprai
di avere assolto il tuo compito.

(Erma Bombeck)

Isa

mercoledì 14 gennaio 2015

Attività in arrivo!

Vi segnalo che ho inserito una nuova consegna su Edmodo: la scrittura di un breve testo utilizzando ancora la tecnica del binomio fantastico.

Avete tempo fino a martedì 20 gennaio.
Buon lavoro!

Link diretto alla consegna

Da domani... di nuovo con la LIM :-)

Annuncio importante: oggi è rientrato il nostro proiettore, perciò domani lo monteremo e, dopo un mese di assenza, avremo di nuovo la nostra LIM.
Non avete idea di quanto ci sia mancata! Ci è mancata la possibilità di tirare fuori dal "cilindro" tutte le risorse che arricchiscono le nostre scoperte e quella di affacciarci sul mondo ogni volta che è necessario. 
Non significa che ci siamo arresi, abbiamo messo in campo tutta la nostra creatività che ha visto spuntare numerosi piani B, però... troppo bianco e nero!
Ma adesso, finalmente, si riprende!

martedì 13 gennaio 2015

Shoah: percorsi per la memoria

A due settimane dal giorno della Memoria (27 gennaio), ripropongo qui una selezione di risorse da me curata e pubblicata nel 2014, sperando che possa essere di aiuto ai colleghi che scelgono di impegnarsi in iniziative di narrazione e riflessione in ricordo dello sterminio e della persecuzione del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti.


Ripropongo anche le immagini del bellissimo cortometraggio di Ettore Scola "1943-1997", presentato al Quirinale il 27 gennaio 2012, durante la Cerimonia di celebrazione del "Giorno della memoria".
Sono nove minuti. Sei per ricordare, due per il tempo che passa, uno per fermarci sugli occhi di chi ha vissuto e sa che cosa significa accogliere.
 

Riflessione, valutazione e nuove aperture

Come previsto, oggi in classe abbiamo ripreso il lavoro svolto ieri. È stato il momento della condivisione con il gruppo intero (non potete neanche immaginare l'emozione che ci ha regalato Davide con la sua lettura), per poi dedicarci alla fase dedicata alla riflessione e alla valutazione.

Davide legge alla classe il racconto del suo gruppo
Ma c'è di piú. In mezzo a tutto questo, in un modo o in un altro, ha fatto il suo ingresso anche lui: il tablet.
Che ruolo avrà? Quello che saprà conquistare. Come sapete io non amo le forzature, sono per accogliere ció che trova spazio in modo naturale. Ció che si sa intrecciare con noi, con quello che siamo e con la nostra strada.
Una cosa è certa. Ormai era piú naturale aprirgli le porte che lasciarlo fuori.

Primo approccio al tablet

La faccia bella della tecnologia

Arrivo a casa di corsa, giusto il tempo per un panino prima di tornare a scuola, e già il tablet mi richiama. I bambini, dopo neanche cinquanta minuti dall'uscita di scuola, già su Edmodo a condividere la giornata con chi era assente e a riportare i testi cooperativi realizzati in classe con la tecnica del binomio fantastico.
Bambini che imparano la faccia bella della tecnologia, quella che insegna loro la collaborazione e la condivisione e che apre spazi alla loro voglia di apprendere.
E mentre scrivo, il tablet continua a fischiare. Altri bambini arrivano, la scuola si estende e, necessariamente, porta dentro le famiglie. 
Qualunque sia il mezzo, quando l'effetto è la motivazione, come si fa a non esserne contenti? Per tutti, bambini e adulti, è questa il motore di tutto.
Scappo. La voglia di condividere rischia di farmi arrivare in ritardo.

Assemblea con le famiglie


Vi comunico che in data martedì 20 gennaio 2015, alle ore 17.00, è programmata un'assemblea con le famiglie.

Contenuti dell'incontro:
  • organizzazione funzionale dei laboratori pomeridiani connessi al Progetto “Imparare ad imparare”;
  • introduzione del tablet nelle attività didattiche cooperative;
  • il blog di classe: indicazioni tecniche per una partecipazione attiva e collaborativa;
  • aula aperta: proposta a.s. 2014/15.
Non  mancate!

lunedì 12 gennaio 2015

Via con il binomio fantastico!


Dopo aver proposto l’attività in piattaforma, oggi in classe abbiamo lavorato sul binomio fantastico di Gianni Rodari: due parole per stimolare la produzione creativa di testi cooperativi.
I bambini hanno predisposto le cinque isole e, una volta sistemati in gruppo, si sono occupati dell’ideazione per poi passare alla scrittura.
Il confronto è stato intenso e ha messo in evidenza la crescita della capacità di collaborazione attiva da parte di tutti. Io ho potuto svolgere il mio ruolo di osservatore esterno, appuntando alcune rilevazioni da proporre alla classe perchè possano essere risorsa per la prossima esperienza. Il mio intervento diretto si è reso necessario solo in alcuni casi, nei quali ho fatto molta attenzione a limitarlo a semplici input.
Queste le fasi dell’attività: apertura, attraverso la lettura da parte di Miriam di un testo svolto in piattaforma con il binomio Edmodo-Babbo Natale; ideazione e scrittura; revisione autonoma e guidata; copiatura e rilettura.
Domani daremo spazio alla riflessione, supportata dalle osservazioni interne al gruppo e da quelle esterne (le mie) e alla valutazione (fase ristrutturativa). Quest’ultima, come d'abitudine, sarà preparata con la condivisione di indicatori e criteri.
Per la prossima volta, ci stiamo impegnando per introdurre una grossa novità. Metteremo insieme i tablet di cui siamo in possesso, in modo che ogni gruppo ne abbia uno/due a disposizione, così da poter lavorare con la scrittura digitale, arricchire i testi con illustrazioni e condividerli per costituire il nostro primo eBook.
Cosa ne dite… ce la faremo?  Noi vogliamo provarci!

Apertura: Miriam legge alla classe uno dei racconti scritti su Edmodo


Ideazione: i bambini condividono le idee e creano la struttura narrativa

Scrittura: i bambini passano dal'ideazione alla scrittura


venerdì 9 gennaio 2015

Attenzione! Nuove attività su Edmodo

Ciao bambini! Vi informo che ho appena inserito delle nuove attività su Edmodo.
La prima è un invito alla lettura dei racconti scritti da alcuni compagni con la tecnica del binomio fantastico; la seconda riguarda invece le addizioni in colonna con il cambio.
Avete una settimana di tempo. Buon lavoro!

Ai link diretti:

Racconti da leggere: https://www.edmodo.com/post/360459781
Addizioni in colonna con il cambio: https://www.edmodo.com/post/367708947

Per i colleghi delle scuole di ogni ordine e grado: pochi giorni alla scadenza dell'Innovative Design Contest

Ancora pochi giorni per iscriversi all' "Innovative Design Contest" (la scadenza è fissata al 15 gennaio!).
Si tratta di un concorso legato al service design thinking, un metodo per ripensare la didattica insieme a tutti i soggetti coinvolti. Accettare questa sfida significa scegliere una strategia da sperimentare e passare attraverso quattro fasi (esplorazione, ideazione, sviluppo, sperimentazione) utilizzando appositi strumenti che hanno il vantaggio di aiutare ad agire il cambiamento in forma collaborativa, con creatività e consapevolezza. Passare attraverso queste fasi, significa anche tenere traccia delle scelte e della azioni, così da poter "controllare" il percorso, migliorarlo e renderlo ripercorribile.
Dopo aver utilizzato il metodo per sperimentare la flipped classroom, ho accolto con piacere l'invito a far parte del gruppo di supporto al Contest. Perciò se doveste decidere di mettervi in gioco, potete iscrivervi al sito e accedere al forum in cui troverete me, Cristiana Pivetta, Flavia Giannoli, Grazia Curci pronte a guidarvi passo dopo passo.
Prossimamente, allo stesso scopo, sono programmati appositi webinar e dei seminari in presenza che ci vedranno presenti a Roma, Milano e Napoli.
Non vi resta che scegliere di innovare, con la serenità che non esiste innovazione che non conservi tradizione.
Iscrivetevi al sito e subito dopo entrate nel forum.
http://www.innovazioneinclasse.it/
Qui un explee di tre minuti che vi porta dentro il metodo: 
 

E se fossi tu il pesce?

Sembra così banale, eppure spesso nelle nostre scuole vogliamo raggiungere tutti con un'unica strada, un unico linguaggio, i medesimi strumenti. E ci aspettiamo risposte uguali.

www.aiditalia.org/

Intelligenza numerica: l'importanza di arrivare puntuali e utilizzare il "giusto linguaggio"

A proposito di strade che vanno ripensate...
Questo efficace contributo di Daniela Lucangeli sullo sviluppo delle competenze numeriche mette in discussione percorsi intenzionali che arrivano in ritardo e approcci didattici che sbagliano linguaggio, con effetti che spesso vengono attribuiti a discalculia.
Mi permetto di consigliarne la visione anche alle famiglie.
A chi volesse approfondire, ricordo che nel blog è presente una pagina dedicata a un seminario precedente (2011) veramente illuminante: http://enricaena.blogspot.it/…/…/lintelligenza-numerica.html

"Quando intelligo, intelligo, non imparo a memoria prestazioni. Quando intelligo, mi viene di pensare attraverso"

Credere nel senso di marcia

Noi lo zaino lo utilizziamo ancora, ma con questa scuola abbiamo tante cose in comune. Prima di tutto il momento di condivisione a inizio giornata; poi il lavoro cooperativo, la cattedra abbandonata in un angolo, la didattica basata sulla scoperta e l'assenza di voti. Non posso dire che si proceda senza fare i conti con i dubbi. Nel nostro mestiere è impossibile. Però, quando penso al senso del nostro lavoro, mi rilasso e procedo con determinazione. Di una cosa sono fermamente convinta: è finito il tempo del sapere trasmissivo e ripetitivo, in cui al centro sembrano essere i quaderni pieni; è finito il tempo delle risposte anticipate per poi ritrovarle tutte uguali al momento dell'interrogazione. Oggi dobbiamo davvero insegnare ad apprendere, dobbiamo provocare la curiosità verso la ricerca di risposte nuove. Allora ho spostato il fuoco sul setting: spazi, materiali e strumenti per "tirare fuori" le conoscenze possedute, incontrarne e costruirne di nuove.
Non sto dicendo che ci riesco. Sto dicendo che con convinzione vado verso questa direzione.
Ancora con lo zaino, questo
sì, e anche con tanti "pezzi" del passato, perché ci sono eredità preziose che vanno custodite con cura. 

http://comune-info.net/2014/04/senza-cattedra/

giovedì 8 gennaio 2015

Diario di bordo


Ieri, il rientro nel nuovo anno è stato caratterizzato da una giornata di lavoro intensa e ricca di novità e io voglio raccontarvela come avrei fatto su un diario di bordo.

Se dovessi dare retta ai dubbi, probabilmente lascerei queste pagine a perdersi tra i tanti appunti che prendo e che mi vergogno di condividere. Ma ho deciso di non farlo.
Mi piace l'idea di aprirvi le porte anche così, di farvi guardare dentro le piccole scelte che guidano gli apprendimenti dei vostri bambini.

La nostra mattinata si è aperta come sempre con l'appello fonologico, ma con un avvertimento... i nomignoli associati ad ognuno non potevano essere ancora in tema natalizio, le feste sono finite! Così abbiamo avuto delle nuove sorprese. Le più curiose? Chiara Costituzione e Daniele Dna :-) Chi se l'aspettava! Una cosa è certa, non mi è stato possibile passare dritta. Così, 7 gennaio 2015, seconda elementare, il primo giorno del rientro è stato destinato a scoprire se e come i bambini sapessero qualcosa su Costituzione e Dna per poi arricchire...
Non male come inizio.
Subito dopo, spostamento nella parete in fondo dove sono rappresentati i mesi dell'anno. Come tutti i cambi mese era arrivato il momento di trasferire la freccia rossa a quello successivo. Ma non poteva certo essere fatto con leggerezza. Questa volta, con dicembre, salutavamo l'anno intero per passare a quello nuovo. Perciò saluto solenne, per poi riflettere sul fatto che il 2015 ci avrebbe trovato tutti più "vecchi". Quindi: cambio mese, i nati a dicembre (durante le vacanze), i nati a gennaio, quanti anni compiremo in questo anno, in che stagione siamo, quale era la precedente, quale sarà la successiva… insomma un bel rinforzo. Ma soprattutto… che anno è finito? Arriva la risposta da Lucilla “L’anno solare!”. Bene. “Perché si chiama anno solare?” E così abbiamo avuto di nuovo il sole (Daniele) e la terra (Erica) per vedere il movimento della terra intorno al sole e, contemporaneamente, intorno a se stessa e parlare ancora una volta del tempo: un giorno (24 ore), il tempo di rotazione della terra intorno a se stessa; un anno (365 giorni), il tempo di “rotazione” della terra intorno al sole. Ci torneremo ancora per capire tutta un’altra serie di cose… ma per ora va bene così.
Cambio posizione, torno davanti, ritorno ai compleanni. È il momento di festeggiare Davide (non possiamo mica trascurarlo perché compie gli anni durante le vacanze?). E poi lo sappiamo bene che anche se festeggiano fuori da scuola, aspettano il momento del canto tutti insieme, del loro turno per essere presi in braccio a volare e girare (sì avete capito bene…) e in cui spetta loro scegliere un piccolo dono (proprio simbolico). Niente di che, ma tutto questo è speciale perché avviene a scuola, con i compagni.
È il momento di proseguire. Io penso… è il caso di raccontare le vacanze e vedere ora le attività svolte? No, penso proprio di no. Dico ai bambini che, dato che è da tanto che non si vedono, avranno una ricreazione lunga in cui potranno raccontarsi le cose e giocare insieme, e passo oltre…
Trecentosessantacinque i giorni dell’anno. Questo numero lo voglio recuperare. Vado alla lavagna in ardesia (noi malati di LIM siamo ancora senza lampada!), scrivo il numero: 365. Chiedo di leggerlo, chiedo da che cosa è formato. Le risposte arrivano naturali. Prendo i BAM. Tre piatti, sei lunghi, cinque corti. Li sollevo, contiamo insieme. Ricordiamo i nomi: piatto/centinaia, lungo/decine, corto/ unità. Li riosserviamo uno ad uno e ne diciamo il valore: unità 1, decina 10 unità, centinaio 100 unità/10 decine. Bene, nessuna difficoltà.
Scrivo alla lavagna qualche altro numero e ne chiedo la scomposizione.  Il centinaio è ripreso. È una quantità che ha una forma e di cui hanno chiara la composizione.
Nel frattempo ho deciso… meglio continuare oralmente. Oggi sul quaderno lavorerò solo con l’italiano. Mi sembra il giorno giusto per “aprire” ciò che poi approfondiremo nelle prossime settimane.
Prima vado a verificare alcuni contenuti.
Scrivo le decine una dietro l’altra: 10, 20, 30, 40… 100 e chiedo ai bambini il numero precedente e successivo. Si sa, a volte il precedente di questi numeri crea qualche difficoltà. I bambini rispondono tutti senza problemi. Procedo.
Di nuovo alla lavagna. Voglio verificare ancora. Rappresento una specie di sole, metto al centro il numero 10 e alla fine di ogni raggio con la freccia verso il centro scrivo i numeri da 1 a 9. Poggio il dito su ognuno e chiedo la coppia, passo dall’uno all’altro veloce. Nessun problema. Modifico il disegno. Aggiungo uno 0 dappertutto, i bambini mi seguono a voce alta. 10 diventa 100, 1 diventa 10, 2 diventa 20, 3 diventa 30… Faccio la stessa richiesta e le risposte arrivano veloci e sicure. Solo due o tre stentano, ma poi si ritrovano. Su queste cose abbiamo lavorato molto, sono la base per il calcolo mentale.
Ancora… li vedo svegli e attenti. Guardo l’orologio: le nove e venti. Posso continuare.
Illustro un numero: quarantaquattro. Quarantaquattro palline con la rappresentazione analogica.
Mi sposto sui bambini: “Ditemi un modo per formare il quarantaquattro”. Sicurissimi vanno con addizioni e sottrazioni. Dennis e Alessandro come sempre propongono sottrazioni grandi. Dennis apre: 100–56 e Alessandro addirittura continua riprendendone la logica 300–256. Qualcuno si stupisce, per molti è ancora il tempo di calcoli più semplici. Ma non importa, tutti sono esposti a questi nuovi ragionamenti e si interrogano e chiedono… per il resto, nessun problema, il numero è lì con una rappresentazione chiara e i bambini hanno capito come smontarlo e rimontarlo. Poco importa se ancora avremo 10+5+5+5+5+14 o 50–6. Va benissimo! Però c’è qualcuno che stenta. Due o tre. In un caso questa attività fa spuntare le lacrime. Io le vedo e per il momento passo oltre. Poi illustro un numero più piccolo, uso una maschera come facilitatore e ripropongo la domanda. Le risposte arrivano e il sorriso ritorna. Non sopporterei di lasciare qualcuno con la convinzione di non saper fare qualcosa. Riduco la difficoltà, li guido, ma voglio far trovare soddisfazione con la stessa richiesta. Devono scacciare le ombre e riuscire a vedere.
Dovrei aver finito? E invece no, loro sono abituati ai tanti stimoli. L’attenzione è ancora alta… procedo!
Scrivo un’addizione in colonna con il cambio (non ne abbiamo ancora fatto): 59+25. Chiedo di cosa si tratti. Nessuno dice “È una più”, come succedeva qualche volta. Ora dicono subito “È un’addizione!”, sanno bene che più è il segno e non il nome dell’operazione.
Ma non mi basta. Chiedo di che addizione si tratti. Allora rispondono… “In colonna!”. Voglio sapere ancora per quale motivo alcune operazioni si facciano in colonna. Rispondono e chiedo di risolverla. Dennis dice subito il risultato. Lo accolgo e chiedo come abbia fatto. Ne approfitto per ragionare ancora sul fatto che il calcolo a mente vada prima sulle decine.
Prendo atto del fatto che i “matematici della classe” calcolano a mente anche con il cambio. Interessante… sfrutteremo questa capacità perché riescano ad esprimere il loro ragionamento in modo che sia utile anche agli altri.
Ritorno all’operazione in colonna. Qualcuno interviene: “Prima le unità e poi le decine!”. Sommano le unità e si accorgono che il risultato è 14. Io lo scrivo sotto le unità e aspetto una reazione. I bambini mi dicono immediatamente che le decine non posso lasciarle lì. Capisco che sono pronti, questo è quello che succede quando il momento della presentazione di un nuovo contenuto arriva solo a “etichettare” un apprendimento che scorre in modo naturale.
Procediamo e concludiamo senza problemi. Però non mi può bastare.
Prendo il banco di Alessia e lo metto al centro, in modo che sia visibile a tutti. Scrivo un’altra addizione e chiamo due bambini. Li invito a formare con i BAM  il primo addendo e il secondo addendo mostrando i blocchi ai compagni.
A questo punto chiedo di unire le unità. Sono 17. I bambini dicono subito che 17 non possono tenerle, che possono prendere un lungo al posto di 10. Sono lì e non devo fare praticamente niente. Fanno tutto loro. Intervengo solo perché utilizzino il termine giusto. Chiedo quale sia l’azione che consente di fare questo. Non ci arrivano. Così chiedo loro cosa facciano solitamente quando uno vuole una figurina al posto di un’altra. Ecco, ci siamo: “Le scambiamo!”
“Allora qui l’azione che devo fare qual è?” “Lo scambio!”.
 “Va bene”, dico io, “Si chiama cambio!”
Si avvicinano alla cassetta dei BAM e cambiano dieci unità con una decina, tornano nel banchetto e sommano tutto. Rappresentiamo alla lavagna quanto hanno svolto e ormai non ci sono dubbi.
Ma non può bastare ancora. Rinforziamo con qualche altra operazione. Nel frattempo io vado con il pensiero alla LIM. Accidenti, penso, se fosse funzionante ora con il software di Ivana Sacchi potrebbero tutti ripetere velocemente l’esercizio con e senza BAM. Pazienza…non c’è. Non sarà l’assenza della LIM a condizionare il nostro lavoro.
Dico ai bambini che quanto prima metterò la consegna con il software su Edmodo, mentre dopo la merenda chi dovesse avere problemi a casa potrà utilizzarlo in classe.
Con la matematica basta. Abbiamo aperto abbastanza. Nelle prossime settimane ci sarà tempo per rinforzare ed esercitarsi.
Guardo l’orologio. Sono le 10.10. Incredibile quante cose si riesca a fare con il lavoro orale. Ecco perché non mi ha mai convinto il fare sempre tutto per iscritto. Spesso e volentieri significa sacrificare gli stimoli, rallentare il pensiero…mi sembra uno spreco. L’importante è sapere che non sono apprendimenti che butti lì. Bisognerà tornarci ancora.
Decido di andare avanti fino alle 10.45. Guardo Soana, la collega di sostegno, e mi interrogo. Starò esagerando? Ma io li vedo e procedo sicura. Poi so che quando cambio completamente attività e modalità, loro sono pronti a ricominciare.
“Prendete il quaderno di italiano! Ma aspettate non scrivete ancora la data…”
Sui banchi fino a quel momento vuoti, vedo comparire solo i quaderni. Nessun astuccio, tutto sotto il banco. Ormai lo sanno “setting pulito”.  Sul tavolo solo ciò che serve.
Ci siamo. Vado verso l’armadio. Prendo una confezione di penne cancellabili tenute insieme da un nastro celeste. Non dico niente. Mi porto al centro dell’aula e le mostro.
“Che cosa sono?”. Ci mettono un po’ a ricordare. Ma poi le riconoscono: “Le penne che ci ha regalato maestra Maria Efisia!”
Indago: “Quando ce le ha regalate?” “Secondo voi perché ha voluto lasciarci proprio questo dono?”
Arrivano le risposte. Il pensiero torna indietro all’anno scorso, al giorno della proclamazione ufficiale delle promozioni. Al momento in cui abbiamo dovuto salutare una maestra a noi tutti tanto cara. Sì, era quello il momento. Sì, ce le ha regalate perché dopo essere stata con noi per la conquista del corsivo, voleva essere ancora con noi in questo importante passaggio.
Faccio in modo di dare solennità a questo momento. Sono tappe importanti, voglio che le sentano e che le ricordino.
Le penne riportano una piccola etichetta con il nome di ciascuno. Con il pensiero ringrazio maestra Maria Efisia che, anche a distanza, mi aiuta nella forza che voglio dare a tutto questo. Provo le penne su un foglio di carta e li chiamo ad uno ad uno per consegnarle.
Loro felici le ritirano e se le guardano. Cosa saranno, ne hanno già visto tante…
Ma non è così. Questa è la loro prima penna e oggi la utilizzeranno per scrivere.
Siamo quasi pronti, ma non ancora. Spiego la differenza fra la penna e la matita e do qualche consiglio d’uso. Invito a cancellare solo i piccoli errori e a sottolineare se si tratta di pezzi più grandi. Spiego che questo è un passaggio intermedio perché, nei prossimi anni, utilizzeremo la penna non cancellabile.
Ora siamo pronti. “Scrivete la data!”
L’emozione la potete immaginare da soli. A questo punto c’era l’impegno dei primi esercizi in corsivo e maestra Maria Efisia era lì. Io la vedevo, e forse anche loro…
Grazie maestra, grazie collega preziosa.
A questo punto, è finito il tempo delle “aperture”. Detto una consegna. È un esercizio in cui proporrò una prima analisi strutturata delle frasi (analisi logica) e dei nomi in esse contenuti (analisi grammaticale). Ma non dico niente. Scriviamo e basta. Spiegherò tutto dopo la pausa della ricreazione.
Scriviamo, controlliamo e tutto sotto il banco.
Sono le 10.45, è arrivato il momento di fermarsi. Riprenderemo alle 11.45/12.00, dopo il bagno, la merenda, la registrazione dei libri della biblioteca di classe, le chiacchiere, i giochi…
Dopo la ricreazione è tempo di “completamento”. Il lavoro previsto è semplicemente quello di fare per iscritto qualcosa che abbiamo già fatto tante volte oralmente. E se non dovessimo finire oggi, non importa. Il quaderno si chiude e si riapre domani.
Li guardo e mi sento bene. Stamattina, come tutti, sarei rimasta volentieri a casa. Non è mai facile rifare i conti con le responsabilità. Ma è bastato poco per ricordarmi che questo lavoro mi piace proprio.
Sì, siamo di nuovo qui. Buon anno!

martedì 6 gennaio 2015

Auguri e... ripresa del viaggio



Questa notte la befana ha volato sui tetti e certamente ha lasciato calze piene per ognuno di voi...
Vi auguro di godere con gioia di questa nuova giornata di festa, però stasera non dimenticate di preparavi...domani si torna a scuola!
Il nostro viaggio riprende! :-)