mercoledì 26 giugno 2019

Valutare per dare valore. Esperienze di scuole senza voti in dialogo.

Ricordo che nei giorni 9 e 10 luglio sono programmati gli incontri di formazione attiva: "Valutare per dare valore. Esperienze di scuole senza voti in dialogo."
Il programma, rispetto a quanto previsto inizialmente, si arricchirà della partecipazione in videoconferenza di Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario di Didattica e Tecnologie dell'Istruzione e dell'apprendimento presso l'Università Cattolica del S. Cuore di Milano, e direttore del CREMIT (Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media, all'Informazione e alla Tecnologia), con un contributo dal titolo "Valuto sempre e non valuto mai. Dalla frenesia valutativa alla valutazione formatrice".
Vi aspettiamo, certi che queste giornate saranno occasione per riflettere sul compito della scuola, rileggere le nostre pratiche di valutazione e aprirci a nuovi sguardi.

Le iniziative sono promosse all'interno de "Il cambiamento nasce da dentro", spazio di formazione itinerante che ha la finalità di favorire la riflessione sulla scuola e la diffusione orizzontale di pratiche didattiche significative sperimentate dentro le scuole.
Il gruppo di lavoro, composto da insegnanti e genitori, fa riferimento all'Istituto Comprensivo "Pietro Allori" di Iglesias.


martedì 25 giugno 2019

Ricordi da custodire, ricordi che salvano

Sappiate dunque che non c'è nulla di più alto, 
e forte, e sano, e utile per la vostra vita a venire,
di qualche buon ricordo, 
specialmente se recato con voi fin dai primi anni... [...]

Se l'uomo può raccogliere molti di tali ricordi 
e portarli con sé nella vita, 
egli è salvo per sempre.

(Fëdor Dostoevskij)

   
A tutti voi, felici vacanze!

lunedì 24 giugno 2019

Il 24 giugno è arrivato... vi stiamo aspettando!

Ci siamo... questa mattina, alle 10 in punto, vi aspettiamo per chiudere questo primo anno di scuola insieme.
Ad attenderci la consegna del documento di valutazione (preparatevi... a noi piacciono molto i rituali) ma, ancora prima, una rilettura condivisa dell'anno scolastico e un primo sguardo su quello che verrà...

Noi siamo pronte, e voi?

A fra poco!

giovedì 20 giugno 2019

Appuntamento a Orzinuovi: "La scuola che costruisce"

Per tutti coloro che si trovano sul territorio, vi aspetto domani - venerdì 21 giugno 2019 - a Orzinuovi con un mio contributo su "La scuola che costruisce".

#ilcambiamentonascedadentro

domenica 16 giugno 2019

Ultimo giorno di scuola: scatti

Con piacere condivido alcuni scatti dell'ultimo giorno di scuola, trascorso con la rilettura dell'anno scolastico, la proiezione de "La Gabbianella e il Gatto" e l'uscita ai Giardini pubblici per regalarci il tempo di un gelato e di giocare ancora insieme...

Alle foto

Scuola senza voto? Perché?

Perché fare scuola senza voti? - mi hanno chiesto ieri - Alla fine cosa cambia davvero?

In effetti non è solo una questione di voti sì o voti no. Il solo togliere questi, cambia ben poco. Ciò che conta è il liberare la scuola dall'assillo continuo della valutazione che sta invadendo tutto lo spazio, oramai anche alla scuola primaria, generando una pressione continua che è tutta a svantaggio dell'apprendimento.
Mi piace l'idea di una scuola che all'essere concentrata sul valutare ogni singolo passo, sappia scegliere il riportare al centro ciò che conta: il costruire, con tutti, sempre.

In una scuola che sappia fare questo, la valutazione c'è, non può non esserci, ma gli alunni non si accorgono di essere valutati perché il momento della valutazione non è distinto da quello dell'apprendimento, vuol dire che valuto sempre e non valuto mai (il riferimento è all'idea di valutazione formatrice di Charles Hadji).
Questo modifica completamente il clima di classe. Gli alunni si concentrano solo sulle proposte e, non essendoci competizione data dall'attesa del voto o del giudizio dell'insegnante, trovano spazio favorevole l'apprendimento collaborativo, l'aiuto reciproco, la cura l'uno dell'altro. Ed è proprio grazie al supporto continuo tra pari - la più importante risorsa di cui disponiamo e ancora poco valorizzata - che tutti crescono.
In uno scenario di questo tipo, assumono molto spazio l'autocorrezione, l'autovalutazione e la valutazione tra pari.

Sono tanti a pensare che senza verifiche continue e senza valutazione non ci sia motivazione ad apprendere. Ma le esperienze dicono altro. Dicono che costruire una motivazione intrinseca è possibile. La motivazione viene dalle scelte didattiche, non dalla continua valutazione della prestazione; viene dalla capacità di non dare risposte prima che ci si sia fatti le domande (per dirlo con Freinet: non ci si può ostinare nella pedagogia del cavallo che non ha sete) e viene dalla capacità del docente di garantire un'organizzazione forte per poi sapersi spostare e "passare la palla" agli studenti, senza sottrargliela fino alla fine, per poi fare spazio alla metacognizione.
Queste sono scelte che non solo fanno crescere gli apprendimenti, ma costruiscono autonomia e responsabilità. Entrambe troppo assenti da una scuola e da famiglie che hanno dimenticato che niente è più importante dell' "aiutami a fare da solo", eredità di Maria Montessori.

Condivido, avendo acquisito i permessi necessari, questo video sul colloquio di Anna (febbraio 2017, quarta primaria). Ci sono alcune riflessioni sul voto, così come lo vedono i bambini. 
Occorre ascoltarlo con le cuffie o attivare i sottotitoli perché, essendo stato realizzato con lo smartphone, senza averlo deciso in anticipo, l'audio è debole.

Verso le consegne: la valutazione rivolta ai bambini

Scegliere di fare scuola eliminando i voti e qualunque altra forma di giudizio, ha significato, nella nostra esperienza, fare spazio importante all'autovalutazione e ai colloqui con i bambini. Percorsi che chiedono coerenza fino alla fine.
Pertanto, il giorno delle consegne, accanto al documento ufficiale rivolto alle famiglie, ce ne sarà uno che verrà consegnato personalmente ai bambini e che parla la loro lingua. Un documento, certamente più "morbido", più snello e più colorato, ma che contiene la stessa serietà che ha guidato l'autovalutazione finale e il colloquio all'interno del quale è stata discussa.

Sono impegni in più, certamente, ma lasciano la piacevole sensazione di sapere di aver fatto in modo che la valutazione sia davvero al servizio della crescita dei bambini, e non solo in termini di apprendimento.


Non dimenticate che vi aspettiamo il 24 giugno alle ore 10. Non mancate!

lunedì 10 giugno 2019

Neuroscienze ed educazione. Dalla ricerca alle pratiche.

Con grande piacere, segnalo che il 27 giugno 2019 si terrà, all'Università di Cagliari, Facoltà di Studi Umanistici, un pomeriggio, rivolto a insegnanti ed educatori, sul rapporto tra neuroscienze ed educazione.
Tra i relatori, il neuroscienziato di fama internazionale, professor Sergio Della Sala (University of Edinburgh, UK).

L'evento si terrà in aula Magna Capitini, del plesso didattico di Sa Duchessa (via Is Mirrionis 1 - Cagliari).

Alla locandina in formato pdf
Al form per le iscrizioni


sabato 8 giugno 2019

8 giugno: "La scuola è finita"

La scuola è finita

Alla lavagna spunta una scritta
8 giugno: la scuola è finita!
A noi il compito di salutare
la nostra prima elementare.

Mi fermo sull'aula ancora festosa
che da domani sarà silenziosa
su qualche grembiule sbottonato
per il caldo ormai arrivato
Ma a incantare è l'armonia
di tanta unione ed allegria.

Tante le immagini a tornare nel cuore
le nostre routine, suoni e parole
numeri in gioco, fatti ed eventi
per incuriosirci e scoprire contenti.

Ma soprattutto quel fare insieme
di cui abbiamo piantato il seme
il prendersi cura l'uno dell'altro
che nel nostro viaggio
sarà un gran vantaggio.

Felice estate bambini gioiosi
andate incontro a ogni giorno curiosi
godete di amici, di sole e di mare
per poi ritrovarci ancora a imparare.

Maestra Enrica


Appuntamento al 24 giugno, ore 10, per rileggere l'anno insieme e consegnare il documento di valutazione. Vi aspettiamo!

Un pezzo di strada verso l'armonia

Nel piè di pagina del blog c'è una scritta che è qui da sei anni, la prima che ho portato con me e che continuo a sentire presenza importante, necessaria. È di Daniel Pennac e contiene le parole più belle per dire quale deve essere l'impegno di un insegnante: conoscere attentamente i suoi studenti, uno ad uno, e creare le condizioni perché siano gruppo impegnato in un percorso comune, che li veda esrimere il proprio massimo nel rispetto delle proprie qualità e dei propri tempi.
Ciò che conta non è essere reggimento che marcia al passo, ma suonare la stessa sinfonia e trovare l'armonia.
La riporto qui. Voglio che, oggi, nostro ultimo giorno di scuola, sia nella parte alta del blog, per ricordarci che è questo l'obiettivo del nostro impegno. Lo è stato quest'anno e lo sarà negli anni a venire, perché i nostri bambini stiano bene e conquistino serenità e fiducia, le qualità più importanti perché possano andare nel mondo e farcela.
Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all’insieme. Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica. Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini.
Grazie per la fiducia. Grazie per questo anno insieme.

Il regalo più bello... grazie, maestra!

In questo ultimo giorno di scuola, prima di qualunque altra parola, voglio rivolgere il grazie più grande a Maestra Maria Efisia, collega e ormai cara amica, per la quale provo profondo affetto e stima.
Quest'anno, nonostante la sapessimo vicina, abbiamo sentito tanto la sua assenza. Ci è mancato il muoverci nella presenza e condivisione piena, che sono la forza di qualunque cammino. 
Ma ci ha fatto il regalo più grande: quello di chiudere questo percorso con noi, riprendendo a camminarci a fianco, come se non fosse mai mancata.
E con lei è tornato lo sguardo di chi sente sua un'idea di scuola, l'unico che rende possibile l'esserci completamente.

Te lo dico con grande ritardo, Maestra, ma con tutto il mio bene e gratitudine: bentornata e grazie di aver chiuso questo anno con noi!


giovedì 6 giugno 2019

Maestri rifugio

A volte, a essere maestri di bambini tanto piccoli, si diventa rifugio fisico. Prendono le tue mani per mettere dentro le loro; ti cercano come corpo che accoglie, rifugio sicuro, per farsi avvolgere, cancellare i momenti di paura e le loro tristezze. Aspettano le tue labbra che soffiano sulle ferite, che le baciano. 
E come arrivano, vanno. Il tempo di rasserenarsi e tornano tra i compagni, recuperano il loro spazio, perché tanto sei lì, sanno che ci sei, e sanno che al momento giusto ti troveranno ancora.
Già, loro, i piccolini, sono così. E tu ti accorgi che ti piace che ti trovino, ti piace farti morbida per accoglierli, farti spazio; sentire che, nonostante il tempo, la tenerezza si impossessa ancora di te a ricordarti che non è possibile essere maestri senza sentirli, senza esserci completamente, senza amarli.

mercoledì 5 giugno 2019

24 giugno: consegna del documento di valutazione finale

Vi informiamo che la consegna del documento di valutazione finale è programmato per  lunedì 24 giugno 2019.

In continuità con quanto costruito nel tempo, il desiderio è che questo adempimento si traduca in occasione per trascorrere due ore insieme (dalle 10 alle 12), bambini, insegnanti e genitori, così da poter:

- condividere la rilettura dell'anno scolastico;
- offrire una restituzione sulle valutazioni espresse dai genitori;
- annunciare le promozioni;
- donarci il tempo per un saluto informale.

Perciò... mettete la data in agenda e non mancate! Vogliamo impegnarci perché questo sia un incontro importante e bagaglio di emozioni positive che i bambini possano custodire nel tempo.

Studenti in formazione che sanno guardare


Da sempre ospito in classe studenti e studentesse dell'Università, ma è dall'anno scorso che l'incrocio con i tirocinanti si è fatto particolarmente significativo. Viene dal fatto che sono richieste consapevoli, che nascono dalla volontà di poter osservare sul campo scelte educative e didattiche altre, di poter respirare direttamente il clima educativo, di poter toccare con mano che cosa significhi nel quotidiano scegliere di essere classe-comunità, di fare spazio alla costruzione di autonomia e responsabilità, l'apprendimento collaborativo, una scuola senza voto, l'alleanza educativa che porta i genitori in classe, l'autovalutazione e i colloqui con i bambini...
Ripeto qui ciò che, con grande piacere, anche se non ancora nei contesti che meriterebbero questi scambi, ho avuto modo di dire a chi si occupa della loro formazione. Sono stati due anni in cui ho incontrato studentesse che sapevano che cosa guardare e che sapevano vedere, capaci di emozionarsi davanti alla crescita dell'autonomia e degli spazi di libertà, di cogliere completamente il senso di scelte difficili, che abbassano il controllo per "passare la palla" completamente ai bambini... Sguardi che non si sono accontentati, che hanno letto puntualmente il blog e tutti i possibili materiali condivisi, che hanno chiesto di poter osservare oltre le ore di tirocinio, dentro quei momenti che avevano capito essere fondamentali. Abbiamo avuto le studentesse durante Aula aperta, per i colloqui dei bambini, alla Fiera del libro...

Perciò, questa mattina, se non bene come avrei voluto, voglio dire grazie a queste studentesse e a chi si occupa della loro formazione perché, in uno scenario fragile come il nostro, restituiscono speranza.
La scuola ha bisogno di insegnanti curiosi, capaci di posare le guide didattiche e il libro di testo per scoprire altre strade; che non si scoraggiano davanti alle evidenti difficoltà di una scuola che abbassa il controllo, che sanno che cosa guardare e che ogni giorno riescono a riconoscere un nuovo pezzo di intenzionalità nelle scelte che incontrano; che lavorano per farle loro, che desiderano diventare maestri non perché avranno un "posto fisso ad orario ridotto" ma perché sanno che sarà la più bella sfida che potranno accogliere per offrire un futuro migliore alle nuove generazioni.

Avrei voluto dirlo meglio. La stanchezza del periodo non mi consegna abbastanza parole, ma spero che arrivi tutta la mia gratitudine perché incontri come questi non sono un arricchimento per le sole studentesse ma rappresentano un'opportunità straordinaria per noi insegnanti. È grazie a questi e alle "domande giuste" che ci troviamo a dare voce alla nostra motivazione, a rinnovare la nostra intenzionalità, a mettere a fuoco le nostre scoperte e, anche questo - assolutamente anche questo - a esprimere a voce alta le nostre preoccupazioni e le nostre paure. Perché, deve essere chiaro da subito, il nostro è un mestiere che non ti lascia mai tranquillo.

Allego una foto, è uno scatto di sabato 1 giugno, il momento in cui sono venute a salutarci Chiara e Cristiana, le due studentesse che sono con noi ormai dall'anno scorso e che ritroveremo ancora il prossimo anno. Non è rappresentativa, mancavano tanti alunni e mi sento anche un po' in difficoltà a condividerla dato che non ho foto di gruppo con le altre ragazze, ma ferma un momento di grande emozione. Chiara e Cristiana erano con noi per salutarci e ho visto i loro occhi caricarsi di commozione davanti a questi bambini di prima che hanno conosciuto mentre combattevano con le difficoltà fonologiche e hanno ritrovato a leggere libri, nonostante fossimo in orario di ricreazione. 

Per il resto, se vorrete vedere le studentesse, le troverete negli scatti che vedono i bambini al lavoro, tra le isole, o sedute accanto a loro, ad osservare, ad ascoltare, a carpire quello che sanno che nessun libro potrà consegnare loro.

Grazie di cuore a Cristiana Corradi, Chiara Pusceddu, Claudia Melis, Irene Trudu, Erica Puddu, ai loro tutor e ai professori della Facoltà di Scienze della Formazione Primaria dell'Università di Cagliari.
Mi permetto di dirlo: la strada è quella giusta ed è l'unica possibile perché la scuola abbia la speranza di ripensarsi.








martedì 4 giugno 2019

Prima consegna aperta: la cascata di Gullfoss


Una decina di giorni fa, Alice ha portato in classe un libro che le era stato regalato e che la stava appassionando particolarmente.
Si trattava de "Il libro delle mappe", una pubblicazione De Agostini, che riportava i diversi continenti arricchiti da tante alette che, una volta aperte, consentivano di scoprire tante curiosità di quegli ambienti.
Il desiderio di Alice era quello di poterlo mostrare alla classe, ma io ne ho approfittato per proporle la prima consegna aperta che aprirà - spero - le tante che ci accompagneranno in questi anni.

Ma che cosa è una consegna aperta?

La consegna aperta è un'attività gestita dagli alunni, e non obbligatoria, di cui viene definito "il che cosa" ma non "il come", previa individuazione dei diversi step di lavoro. La finalità è quella di valorizzare la creatività e sviluppare la costruzione di autonomia  e responsabilità. 
In questo caso, la mia richiesta è stata molto semplice: - Alice, ti va di fare una consegna aperta? Prendi l'Europa e osserva le diverse finestrelle, poi scegli tu ciò che più ti incuriosisce per poi raccontarlo alla classe nel modo in cui più ti piace. Una volta pronta, organizziamo un momento in cui tu possa presentare tutto questo ai compagni".
Alice si è illuminata di entusiasmo, perciò, una volta rientrata a casa, si è messa subito al lavoro e giovedì 30 maggio, quando mi ha detto di essere pronta, abbiamo programmato la presentazione.

Il giorno dopo, venerdì 31 maggio, subito dopo il completamento della prima parte dei colloqui con i bambini, ho invitato Alice a presentare il suo lavoro alla classe.
La curiosità che ha deciso di condividere riguardava la Cascata di Gullfoss (cascata d'oro) che si trova in Islanda. Questa è molto conosciuta perché, a seconda delle condizioni di luce, offre ai visitatori uno spettacolo straordinario.
Con grande entusiasmo e serietà, Alice ha gestito la presentazione alla classe che l'ha seguita con grande attenzione, supportata dal libro e dai materiali preparati a casa con il prezioso supporto della famiglia che, nelle consegne aperte, assume un ruolo fondamentale. La logica non è mai quella del sostituirsi ma del: - Ho un'idea, mi aiutate a realizzarla?

Alice ha aperto, nei prossimi anni le consegne aperte saranno tante. Alcune nasceranno per accogliere le idee dei bambini, altre saranno proposte da noi insegnanti perché loro imparino ad ideare, progettare e realizzare degli artefatti, singolarmente o in gruppo, legati a contenuti di particolare interesse, mettendo in campo tutta la loro creatività. Il tempo ci darà modo di vedere che cosa nascerà.
Certo è che l'esperienza insegna che passare la palla consente di arricchirsi e di crescere tutti tanto perché si fa spazio a quei saperi informali e non formali che i bambini conquistano con i loro vissuti oltre la scuola e che, in questo modo, diventano risorsa per tutti. E poi, una volta dentro... beh... da cosa nasce cosa!

Grazie Alice per esserti messa in gioco da subito e per averci avvicinato alla cascata di Gullfoss. A nuove occasioni!

 


 



lunedì 3 giugno 2019

Scrivere sempre e non saper scrivere

Continuo a leggere di una grande preoccupazione legata all'incapacità dei nostri ragazzi di scrivere e del fatto che sopravvivono fino all'Università errori ortografici che dovrebbero essere superati nei primi anni della scuola primaria. 
Buffo che questo sia effetto proprio di una scuola dove si scrive di continuo, dei tanti compiti per casa (siamo ancora alla scuola quadernocentrica che sacrifica tutto pur di lasciar traccia) e di una quantità abnorme di libri di testo.
Non sarà che per imparare a scrivere bene occorra, prima di tutto, creare amore per la lettura e offrire tante occasioni per parlare, confrontarsi? E non sarà che a regole ed esercizi fuori contesto, come pure alle correzioni dell'insegnante fatte fuori scuola, sia opportuno privilegiare tanti momenti di riflessione sulla lingua in classe, attenti ai bisogni, e la promozione di attività di autocorrezione e revisione tra pari?
Io credo che tanto stia nel convincersi che in una scuola che vuole costruire non si possa avere paura di perdere tempo, piuttosto si debba imparare ad affinare una competenza fondamentale per un insegnante: quella di saper scegliere e di saper sostare su quello che conta.