lunedì 26 agosto 2019

Verso il nuovo anno

Ultima settimana prima del rientro a scuola e, nonostante i tanti anni e l'esperienza, che agli occhi degli altri mi hanno reso forte e sicura, sento di avere con me la stessa preoccupazione di quando mi avvicinavo a questo mestiere per la prima volta: la paura di non essere all'altezza. Accresciuta, oggi, dalla maggiore consapevolezza del compito, dall'avere chiaro quanto sia il maestro che scegliamo di essere a fare la differenza.
L'unica certezza che mi tengo stretta è che quando entrerò in classe e ritroverò i miei bambini (sono felice che in Italia resistano le classi, mi piace che un gruppo possa contare nel viaggiare insieme per un certo tempo...), ad aiutarmi sarà la capacità di spegnere tutto il rumore per concentrarmi solo su di loro, consapevole che non c'è libro, guida, metodo che potrà mettermi in sicurezza. So che mi sentirò a posto - sempre che da maestri sia mai possibile - solo quando sarò attenta a fare sì che il mio gruppo si faccia comunità; quando sarò attenta ai bisogni che mi interrogheranno ogni giorno, partendo da noi, partendo dal mondo, accogliendo o provocando domande, per mettere i miei bambini in movimento alla ricerca di risposte, facendo perdere loro l'equilibrio, se servirà, per poi guidarli con cura nella ricerca di uno nuovo.
Il mio impegno sarà nel custodire la consapevolezza della responsabilità del timone, sapendo bene che, avendo abbandonato da tempo la navigazione a motore per quella a vela, dovrò tener conto dei venti, fare risorsa di quelli contrari, e fare bordi lunghi se sarà necessario. Nel non perdere di vista la rotta (lo sguardo lungo), perché non venga mai meno ciò che non può mancare (che è diverso da tutto ciò che ci può stare), che sono i traguardi di quest'anno, senza trascurare quelli dei cinque anni, degli otto, della vita... assicurandomi di arrivare in porto con l'equipaggio al completo e che il viaggio sia stato un percorso di crescita per ognuno di loro.
Ma so che non può bastare. Senza che mai mi sfugga il timone - un comandante non mette mai in pericolo il suo equipaggio - farò attenzione a mostrare loro gli angoli più suggestivi, mi impegnerò a renderli attenti ai suoni, ai profumi, ad accogliere con tutti i sensi ciò che potrà farli innamorare di ogni cosa, perché so che solo così attenderanno con ansia il prossimo viaggio.

sabato 24 agosto 2019

Noi genitori: Un entusiasmo senza fraintendimenti

Iglesias, 9 luglio 2019 
Buongiorno Isa! Ma non sei ancora stanca di essere qui?!
Villacidro, il giorno dopo.
È sorprendente che un genitore di un percorso ormai concluso abbia scelto di continuare a esserci.
Una domanda, un'affermazione; nessuna delle due però, in quel momento, ha avuto una risposta, un seguito. Io ero lì, con la passione e l'entusiasmo di sempre e questo per me, valeva più di qualunque risposta.
Un entusiasmo senza fraintendimenti, così lo definisce Maura nello scritto che mi ha consegnato qualche tempo fa, un entusiasmo che mi ha sostenuto e ancora mi sostiene, tenendo ferme tutte le scelte e convinzioni, il solo in grado di spiegare come mai non potrò mai essere stanca di esserci, genitore di un percorso che non finirà mai, anche quando la vita si presenterà con i suoi accadimenti.
Non sono stati cinque anni facili, l'ho detto in molte occasioni, ma sono stati cinque anni illuminanti.
Non facili, perché accade spesso che quando qualcuno fa una scelta e la vive in modo totale rinnovandola nel tempo, la prima cosa che l'altro si chiede è quale sia il fine, l'utilità, l'intenzione invece di chiedersi semplicemente quale sia il motivo, il senso, il sentimento che accompagna quella scelta. Sono una persona che non giudica e neanche predica, non mi limito e non mi giustifico, non parlo molto e non ascolto mai lontano dal cuore; questo mi ha sempre aiutato a non arrendermi davanti alle sterili opinioni, alle critiche gratuite, agli sguardi accusatori o indagatori. A riconoscere e vivere gli anni della scuola primaria di mio figlio come un'opportunità che, con tutta me stessa, ho voluto cogliere e comprendere fino a diventarne parte, quella presenza che oggi, magari, sorprende ma che sente il bisogno di dire a gran voce che la scuola non può e non deve essere un incontro fortunato e non esiste nulla di eccezionale e impossibile quando si ha chiaro che cosa conta davvero. Dicono che non c'è nulla che ti faccia sentire infinitamente piccolo e impotente quanto l'immensità del cielo. Non è così, perché dipende da chi guarda e riesci a vedere le cose solo se sai dove guardare. 
La scuola che costruisce esiste, non è un'utopia, il nostro gruppo di lavoro ne è testimonianza. Occorre partire dalla concretezza, dalle priorità, dalle piccole cose usando i mezzi più semplici. Continuo a esserci perché, da genitore, voglio far conoscere le scelte condivise nella fiducia e nel rispetto, i cambiamenti che hanno trasformato le idee, anche quelle più vicino ai sogni in esperienze, la scuola, in vita. Quella vita che ogni giorno tende a valutare, a giudicare, ma se la scuola ha costruito con tutti e ha insegnato prima di tutto a riconoscersi attraverso ogni forma di apprendimento, allora ogni sfida diventa un'occasione per essere sempre meglio. Credetemi, costruire non è semplice, ci vuole coraggio, forza, determinazione, chiarezza, organizzazione, ma riparare è sicuramente più difficile e capita che, alle volte, riparare non è proprio più possibile…
Anni illuminanti, perché mi hanno insegnato quanto sia meraviglioso lasciare libero lo sguardo dei bambini, senza mai confonderlo con il nostro, e quello che sono diventata come genitore, lo devo anche a quella scuola che sento tuttora tanto mia, una scuola che mi ha dato molto, togliendomi tanto...
La fretta, quella di ogni genitore nel voler vedere i risultati senza avere il tempo e la voglia di soffermarsi sul percorso. Si sa, esiste un tempo per seminare e un tempo per raccogliere sapendo bene che tra la semina e il raccolto deve passare il tempo necessario per portare a compimento un percorso di crescita dove però seminare deve rimanere sempre un gesto gratuito. Perché quando il seminatore semina, non si aspetta nulla in cambio e quello che rimane importante, è il seminare, con la consapevolezza che non tutto germoglierà o germoglierà nei tempi pensati. Occorreranno altri tentativi, altro tempo, ma tutto arriva… 
Le attese, le ansie, trasformandole in speranza. Ho compreso che le aspettative creano una spaccatura tra quello che vorremmo e quello che invece è, che avviene e non permettono di avere l'apertura verso tutto ciò che si presenta. Senza, invece, si crea più spazio per le sorprese, per l'inaspettato che riusciamo ad accogliere con tutta la sua autenticità e bellezza che mai avremmo creduto di poter incontrare. 
Mi ha tolto la paura del cambiamento, dove si lascia il certo per l'incerto. Mio figlio è entrato a scuola con una storia che in un certo senso è solo sua, e il timore che davanti a un'altra nuova situazione non riuscisse a consegnarla, era davvero tanto. Accogliere la storia di un bambino e integrarla nella nostra storia non è scontato, significa costruire lo spazio per quel bambino, che ha il suo vissuto, il suo mondo dentro e fuori, le sue manifestazioni, che ha tante risorse e non solo mancanze. Quella scuola liberandomi da ogni paura, non ha colmato i vuoti, ma ha creato gli spazi...
L'immagine che il sapere passa solo attraverso i libri e i quaderni, mentre in verità passa prima di tutto incrociando gli occhi del mondo perché quello che succede fuori dalla scuola riguarda tutti e quando inevitabilmente entra in classe, tocca la vita dei bambini.
L'idea che le cose giuste siano per sempre. 
Lo sguardo sul domani, senza però mai perdere di vista l'orizzonte. Lo ha fatto prendendo tra le mani il mio viso e rivolgendolo sull'oggi per assaporarne ogni piccola conquista, dimostrando di essere una scuola che sa amare ciascun bambino senza pretese nel presente, ma con una speranza per il suo futuro.
Mi ha tolto la presunzione che da soli si può, comunque, camminare e fare. Come scrive sempre Maura, se da soli si può fare tanto, insieme si può fare tutto. Ognuno di noi è inevitabile e indispensabile, risorsa per l'altro, mai potrà togliere, ma essere solo completamento.
Sì, ci sono senza stancarmi, con la passione di sempre, perché finché potrò, desidero consegnare tutto questo, perché credo fermamente che la scuola può essere l'occasione di tante vite, può capitare anche la sola... È capace di cambiare e cambiarti, rimanere un percorso che durerà per sempre e che ogni volta che lo vivi ti offre sempre uno sguardo nuovo, più ricco.
Un po' come accade nel libro de “La storia infinita” dove sono le persone reali che danno vita ai personaggi della storia. Così ogni volta che ritorno dentro le pagine del libro che narra la storia della scuola che ho vissuto, so che nulla potrà essere mai come prima, ma che sarà sempre un divenire, una lettura diversa da quella di ieri, più profonda, più emozionante. Un libro che non ti stanchi mai di rileggere con piacere e nonostante lo conosci a memoria, ogni volta senti di più e vedi quanto non avevi ancora visto o come avresti voluto vedere...e essere. 
Sapete, una volta una persona mi ha scritto che la realtà non cambia perché noi la immaginiamo diversa.
È assolutamente vero. 
Eppure la vita non smette mai di darci delle possibilità e di viverle senza alcun rimpianto. Dobbiamo semplicemente rimanere ancorati ai nostri ideali, che non sono negoziabili, e rimanere saldi nella speranza contro ogni speranza, perché la realtà che è sempre più difficile e faticosa, non deve rubarci i sogni. Sono proprio quei sogni e quelle speranze che hanno la forza di generare una storia nuova, di creare e ricreare, di vedere nuove vie, di costruire, di credere che davvero il cambiamento può nascere solo da dentro.
Gmork: Sei uno sciocco e non sai un bel niente di Fantasia. È il mondo della fantasia umana. Ogni suo elemento, ogni sua creatura scaturisce dai sogni e dalle speranze dell’umanità e quindi Fantasia non può avere confini.
Atreyu: Perché Fantasia muore?
Gmork: Perché la gente ha rinunciato a sperare. E dimentica i propri sogni.

lunedì 12 agosto 2019

La terra di Barbiana per la Terra di Tutti


Per esplorare il tema del Festival Tuttestorie di quest'anno - la TERRA - gli organizzatori hanno lanciato una proposta intitolata: “TERRA DI TUTTI. Impasto teatrale di Terra Mia e Terre Lontane”:

L'invito, rivolto a tutti gli amici del Festival, è quello di donare un sacchetto contenente la terra lontana in cui si vive, la propria terra natìa; o la terra dalla quale si è stati accolti, o in cui ci si trova in viaggio, che è natìa per altri che lì si è incontrati.

Nei giorni del Festival, una grande conca piena di terra apparirà nel piazzale dell’EXMA. Sarà la Terra Nostra, terra sarda arricchita dalle terre natìe che porteranno e verseranno gli scolari che raggiungeranno il Festival da tutta l’Isola.

Accanto alla Terra Nostra, un’installazione mostrerà il raccolto di Terre del Mondo: le terre che arriveranno con le spedizioni, così da raccontare da dove arrivano e quali rotte hanno percorso per raggiungere il Festival.

Nel finale, una danza teatrale di Bambini Terribili verserà le Terre Lontane nel gran mucchio di Terra Nostra, finché queste terre, mescolate assieme, saranno diventate Terra di Tutti.
E poiché sarà Terra di Tutti, tutti potranno portarla a casa e piantarvi fiori; o spargerla come concime nei loro giardini, che daranno fiori di Tutti; o farne ciò che vorranno per onorarne la forza e averne bene.

Io, da maestra, ho voluto rispondere a questa "chiamata", con la terra che ha accolto l'esperienza scolastica di Don Milani, raccolta da me e da Agostino Burberi, uno dei primi sei scolari del Priore, durante la mia visita a Barbiana del 10 agosto. 

Mi sembrava molto bello che il Festival Tuttestorie potesse arricchirsi della terra in cui Don Lorenzo ha costruito con i suoi scolari una scuola straordinaria diventata esempio per i suoi metodi innovativi e per il suo impegno a sostenere gli ultimi e a formare uomini liberi.

Agostino, poi, è nato proprio a Barbiana. Ed è lì, in quella terra, che a 8 anni ha incontrato chi, guidato dal motto "I care" (me ne importa, mi sta a cuore), avrebbe offerto alla sua vita opportunità sconosciute.

sabato 10 agosto 2019

Una giornata a Barbiana


 - Che giorno è oggi? - Ci chiede Agostino Burberi (detto Gosto), uno dei primi sei scolari di Don Milani, al nostro arrivo a Barbiana. Tutto questo mentre ci prende in giro per l'evidente fatica, effetto della salita per arrivare lassù passando dal percorso della Costituzione.
E noi... nessuna di noi lo sa. Non sappiamo proprio cosa rispondere.
Così ci viene incontro con i versi.
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini. [...]
No, lo so che è incredibile... io, più che un po', mi vergogno. Eppure, che oggi fosse proprio San Lorenzo, non lo avevo davvero pensato.
Quello che so è che, mentre Agostino ci accoglie e mi lavo il viso con la pompa vicina al pozzo, penso che questa sia l'ennesima coincidenza che ha deciso che fossi qui proprio oggi. Perché sarebbe stato davvero impossibile immaginare la giornata che è stata, anche per una abituata a sognare bellezza come me.

Il punto è che mi sono trovata a trascorrere a Barbiana un'intera giornata, a soddisfare anche le più bizzarre curiosità sul Priore, a trascorrere ore con la pelle d'oca (sì, con la pelle d'oca... si dice ancora?) mentre ascolto cose che... certo, tante le sapevo, ma non è come sentirle da chi ha vissuto con Don Milani dodici ore al giorno per circa sette anni...
E, soprattutto, non potevo pensare che mi sarei trovata a pranzare dove Don Lorenzo consumava il pasto e che avrei lavato le stoviglie dove lo faceva l'Eda.

Tornerò a raccontare. Ma oggi, mentre c'è chi, nonostante la luna, aspetta le stelle cadenti, per me è impossibile non condividere qualche emozione passando per alcuni scatti, mentre sono ancora lontana da casa e sento dentro il movimento che arriva dall'entusiasmo di nuovi progetti che hanno trovato spazio.

Già... perché forse sono davvero strana io, ma - ditemi, ditemi voi - sarebbe stato possibile tornare a casa senza qualche idea bella da realizzare?
No, per me non lo sarebbe stato.
"Molti affermano che ci volesse proprio tali e quali a lui, invece ci ha dato gli strumenti perché ognuno di noi potesse ricercare la sua verità."

sabato 3 agosto 2019

A proposito dell'introduzione dell'educazione civica

Non sono contraria all'educazione civica (fino a ieri Cittadinanza e Costituzione), ci mancherebbe. Sono solo convinta che la Cittadinanza, in quanto competenza delle competenze, si costruisca con un impegno costante attraverso i modelli che offriamo, attraverso scelte educative e didattiche orientate a costruire autonomia, responsabilità, capacità di rileggersi; con una costante attenzione ad accogliere le opportunità di riflessione che ci vengono da ciò che accade fuori scuola e a scuola, valorizzando le ricorrenze dentro percorsi di senso, utilizzando ogni possibile occasione per costruire empatia... Per questo, già ora, pur avendo scelto di dedicare due delle ore opzionali alla "Cittadinanza attiva" (questo il nome ufficiale in orario), ho detto da subito alle famiglie che non si aspettassero di trovare percorsi specifici in quel determinato tempo, ma che sarebbero stati presenti ogni giorno, molti proprio dentro quelli che io chiamo i tempi invisibili
Ritengo dunque che all’interno di un tempo circoscritto potremmo fare entrare gli affondi, questi sì, quegli insegnamenti che ritengo giusto che non siano lasciati alla discrezionalità dei docenti, perché è innegabile che c'è anche chi, per fare un esempio, la Costituzione a scuola non la fa entrare mai. E con questa tanto altro...
In ogni caso, ciò che mi dà più da pensare, visti gli attuali scenari e certe personali esperienze passate, impossibili da dimenticare, è se, veramente, i nostri (non miei) rappresentanti si stiano chiedendo che cosa comporti fare educazione civica e se siano davvero disponibili a offrirle il meritato spazio. Per quanto mi riguarda, nel tempo, ha significato davvero tante cose. 
Ne documento giusto qualcuna, ripescando anche qualche immagine dall’archivio delle nostre esperienze.
Ci sono i fatti che arrivano dal mondo (un naufragio di migranti, la morte di Mandela…), i percorsi sulla Memoria, la presentazione di una nostra legge in Senato, le riflessioni sui temi di cittadinanza, l’incontro con la mamma della nostra bambina senegalese che ci racconta la loro storia, il cittadino siriano che porta tra noi la guerra nel suo Paese, i bambini in strada per sensibilizzare i cittadini su alcuni temi (cittadinanza attiva è anche questo...), la partecipazione consapevole (ci tengo a precisarlo) al 25 aprile, al Run4Unity, alla Sardegna Isola di Pace, allo Sciopero globale per il clima… E ci sono la lettura dei quotidiani, il teatro, il cinema, le prime forme di protesta pacifica (esiste una rabbia giusta, da educare, è quella che “non cambia canale, cambia il mondo”) e le tante, tantissime, letture fatte in classe e numerose proposte da noi nelle nostre iniziative, tra le più recenti le storie di eroica disobbedienza e la presentazione del libro di Liliana Segre dentro il Festival Scirarindi e in Biblioteca Comunale…
Tutte cose con le quali i bambini leggono, si fanno un'opinione, imparano ad argomentare, scrivono, riflettono sulla lingua, apprendono l’organizzazione dello Stato, approfondiscono la storia, la geografia, imparano ad organizzare materiali, utilizzando strumenti analogici e digitali, sfruttando tutta la loro creatività per proporli a terzi, e ancora tanto altro...
Ripeto, la domanda che continuo a farmi è questa: siamo sicuri che tutto questo sarà gradito?

Prima elementare, 4 ottobre 2013, Giornata di lutto nazionale. Naufragio a Lampedusa. Morti 120 migranti. Prima occasione per capire che tante cose dipendono dalla parte di mondo nella quale siamo nati e che c'è chi, per garantire un futuro migliore ai propri cari, mette a rischio la propria vita.
Prima elementare (a.s. 2013/14). Morte di Nelson Mandela. Ne approfittiamo per conoscere il suo impegno contro l'apartheid.
Prima elementare (a.s. 2013/14). Si apre la settimana dedicata alla Memoria della Shoah.