domenica 27 giugno 2021

Il blog chiude. A tutti, grazie!

Cosa c'è di nuovo in classe 

Carissimi genitori di ieri e di oggi, carissimi amici che, per un motivo o per un altro, siete stati e siete vicini a "Cosa c'è di nuovo in classe", eccomi a informarvi di una decisione sulla quale riflettevo da tempo: dalla data odierna, le attività sul blog sono interrotte e nei prossimi giorni provvederò alla chiusura.

Non è una scelta facilissima da capire. Non per chi con questo spazio ha costruito un legame. Ma siamo dentro un altro tempo e il suo compito è terminato.

Chi mi è vicino lo sa: il blog ha avuto un ruolo molto importante nella mia vita professionale. Ha accompagnato gli anni in cui ho capito che non era più tempo di muoversi in equilibrio e che, per farlo, sarebbe stato necessario dare voce alle scelte e assicurare una documentazione puntuale.

Così è stato lo spazio che ha accolto l'urgenza delle mie riflessioni e che mi ha aiutato a guardare al quotidiano mostrandomi tutti quegli aspetti che in situazione non riuscivo a vedere. Ed è stato il luogo in cui aprire a L'altro sguardo: quello delle famiglie.

Ha fatto maturare la mia consapevolezza e ha fatto crescere l'intenzionalità delle mie scelte, aiutandomi a regolare di continuo la mia azione educativa e quella didattica.

Scoperchiando, di fatto, il nostro fare scuola, ha sostenuto l'alleanza con i genitori e ha fatto sì che sentissi meno la solitudine, consentendomi di costruire una vicinanza ideale con le tante colleghe e colleghi che, pur lontani, avevano convinzioni vicine alle mie.

È stato anche uno spazio che mi ha esposto, non posso negarlo, in tante occasioni utilizzato per darmi addosso. Ma non mi è dispiaciuto mai, perché so bene quanto tutto questo mi ha aiutato a definire meglio le mie convinzioni e ciò che vale la pena difendere.

Oggi sono qui, non senza fatica, a mettere un punto fermo. Ma non posso farlo senza prima ringraziare chi, per diversi anni, ha vissuto il blog con me, e con me l'ha sentito compagno di un'idea di scuola. 

Grazie di cuore, Isa. Grazie, Simona.

Ma grazie anche a tutti coloro - davvero tantissimi (sono 576.300 visite) - che l'hanno accolto come opportunità per conoscere la scuola viva e che lo hanno riconosciuto come spazio di riflessione e luogo da cui attingere per muovere passi in nuove direzioni. 

A tutti, un abbraccio carico di gratitudine,

Enrica

sabato 26 giugno 2021

Da Maestra Maria Efisia

Oggi, con grande ritardo, ho trovato un commento al post "È non è", dedicato a Maestra Maria Efisia. L'ho copiato e incollato qui. Questo non è solo un commento e voglio che arrivi a tutti voi come è arrivato a me.
Grazie di cuore, Maestra!

Carissima Enrica, è arrivato il momento di concludere il mio viaggio con te. Ricordo ancora il giorno del nostro primo incontro, e quella stretta sui fianchi che per me, da subito, ha significato “io ci sono, cammineremo insieme”. Da lì ho capito che stavo incontrando una persona speciale, e così ti sei rivelata: sempre pronta ad accogliere, incoraggiare e a porgere l’aiuto a chiunque ne avesse bisogno. In te ho trovato una collega colta, sempre aggiornata e dallo sguardo lungo, dedita con infinita passione al lavoro, all’educazione dei bambini e al loro bene. In tutti questi anni trascorsi al tuo fianco ho imparato, ancor di più, ad amare la scuola, perché tu la fai amare a grandi e piccoli, trasmettendo a tutti il piacere di conoscere, imparare, sperimentare e condividere; condizioni che consentono all’individuo di crescere libero e muoversi nel mondo con la consapevolezza che tutto può essere affrontato.
Sono stati anni intensi, talvolta difficili, ma sempre ricchi di impegni ed esperienze straordinarie che ho vissuto pienamente, sempre motivata a far parte della tua squadra. Di tutto questo tempo trascorso insieme porto dentro tanti bei ricordi, ma per sempre mi faranno compagnia il clima accogliente e sereno che ho respirato in classe, con bambini esposti, grazie a te, a un’azione educativa ispirata sempre ai principi di lealtà, tolleranza, solidarietà e rispetto. Tutto questo è stato per me fonte di rigenerazione continua. Porterò dentro il ricordo di alcune esperienze che mi hanno segnato umanamente e professionalmente. Grazie alla tua grande intuizione di “Aula aperta” ho scoperto la bellezza dell’alleanza educativa tra scuola e famiglia, priva di pregiudizi e basata sempre sul rispetto reciproco. Non posso, inoltre, dimenticare l’emozione dei “Colloqui con i bambini”: mai avrei immaginato di assistere alle conversazioni, in cui bambini anche molto piccoli fossero in grado di riconoscere i propri punti di forza e di debolezza, ed essere altrettanto capaci di offrire il proprio contributo per il superamento delle difficoltò riconosciute. Esperienza straordinaria!
Ora voglio esprimere il mio speciale grazie a tutti i ragazzi del ciclo precedente e di questo ciclo, per la loro pazienza, per la calda accoglienza, per i tanti baci, sorrisi e abbracci che mi hanno regalato, sempre sinceri e pieni di affetto.
Grazie per i piccoli e grandi successi conquistati navigando sempre uniti e sempre pronti a sacrificarvi per l’altro.
A te maestra Enrica, a voi care colleghe e a voi genitori, dico che avrei voluto fare di più e meglio. Non so cosa esattamente cosa io sia riuscita a fare e cosa abbia dato alla scuola… Di certo so che ho provato un immenso piacere a lavorare con voi, a starvi vicino, a cercare di capirvi e sostenervi sempre. A me, da voi tutti, è arrivato tanto bene che mi ha arricchito come maestra, donna e mamma. Per tutto questo vi giunga la mia infinita riconoscenza e gratitudine.
Cara Enrica, non è facile trovare le parole giuste per ringraziarti.
Ti porterò sempre nel cuore. Non dimenticherò le lunghe e belle chiacchierate, le risate, le lacrime e gli sguardi di intesa che talvolta significavano molto più delle parole.
Grazie per tutto ciò che hai fatto per me, per l’incoraggiamento e il sostegno che non sono mai mancati.
Grazie per essere stata una collega generosa, attenta e sincera, ricca di valori che sai trasmettere sempre a tutti.
Grazie per le tante volte che hai rinunciato a tornare a casa per trascorrere con me la pausa pranzo.
Per questo, e per tutto il resto che porto nel cuore, GRAZIE.

venerdì 25 giugno 2021

Forse non c'è davvero mai una situazione in cui non gli facciamo niente

Tra i tanti messaggi arrivati in questi giorni dagli ex alunni alle prese con i vari esami o dai loro familiari, ce n'è uno che mi ha ricordato una cosa importante. Non esprime gratitudine per gli apprendimenti, ma per avere insegnato alla propria figlia a lavorare con gli altri e la cura per l'altro, che si sono fatti pratica costante, diventando parte di lei.
Ho pensato allora che se è vero che ci sono tante situazioni - e questa lo è - in cui un insegnante sa bene che "i risultati" sarebbero arrivati comunque, in qualunque scuola, con qualunque insegnamento, c'è qualcosa che facciamo e che possiamo fare anche con chi ha meno bisogno di noi. Ed è proprio costruire il dialogo continuo tra storie diverse, insegnare il fare insieme e educare a prendersi cura l'uno dell'altro.

Sono messaggi, questi, che mi dicono ancora di più quanto certe scelte educative e didattiche contino.
Se la scuola che facciamo, le strategie che incontriamo possono non modificare gli apprendimenti che arriveranno, cambiano la persona che sarò.

Grazie a chi questa mattina me l'ha ricordato e grazie a quei bambini e a quei genitori che fanno sì che certe convinzioni e certe pratiche si spostino a creare quelle belle contaminazioni che i progetti di continuità faticano ad accogliere.

Peccato che tutto questo, che dovrebbe essere così importante per costruire una società solidale, sfugga all'interesse dei valutatori, così come sfugge ai più il valore di quel tanto tempo invisibile che costituisce il più prezioso degli investimenti.

Per me, la scuola è questo. È quella che mette al centro la Cittadinanza giorno dopo giorno e che guarda a questa come la competenza delle competenze.

mercoledì 23 giugno 2021

Fioriture in Chiacchiere e libertà

Ad aprile, una studentessa - la nostra Chiara - ha completato il suo tirocinio. Era con la classe fin dai primi giorni della prima elementare. Con noi insegnanti, già dal ciclo precedente.

Al momento di salutare i bambini, ha consegnato a ognuno una piccola serra, con la terra e una bustina di semi, dicendo loro che le piaceva immaginarli come piccoli semi che negli anni di tirocinio ha visto germogliare e fiorire, fino a formare un prato, in cui ognuno si presenta diverso dall'altro, con profumi e colori unici e speciali.
 
Nel consegnare il suo dono, ha ricordato che in ogni seme c'è il passato e c'è il futuro, e che perché possa crescere e trasformarsi in fiore, ha bisogno di cure e di attenzioni, così come deve essere per ciò che ognuno sceglie di perseguire nella vita.
"Mai dare per scontati i semi, pensando che se la possano cavare da soli, ma coltivarli sempre con pazienza ed entusiasmo".
Ecco, tra i tanti bambini che hanno piantato i semi, ce n'è uno che ha curato molto la sua semina. Curato e documentato. 
Settimana dopo settimana, ha condiviso le sue emozioni ad ogni trasformazione, pubblicando immagini e piccoli filmati nella classe virtuale autogestita: "Chiacchiere in libertà". 
Una documentazione puntuale che è proseguita anche a scuole chiuse. 

Questa mattina, ho trovato la fioritura.
 
Toma 💖
 

Belle sorprese dalla pandemia: è in arrivo "Terra! Terra!

 
Questo è un anno di gioie grandi. Evidentemente questa pandemia, insieme al tempo difficile, aveva deciso di lasciarci anche delle belle sorprese.

Così, dopo che il nuovo anno ci ha portato il bellissimo libro di Daniela Palumbo "VOGLIAMO la LUNA" che, tra le voci delle ragazze e dei ragazzi che immaginano il futuro, raccoglie anche quelle di Lucilla Giua e di Sebastian Vacca (ex alunni del ciclo precedente), adesso è la volta di un Progetto che mette ancora al centro i giovani e che vede la nostra Lucilla rivestire un ruolo specialissimo.

Si tratta del Festival "Terra! Terra!", organizzato da Faro, Fabbrica dei saperi a Rosarno.

Ma che cosa è "Terra! Terra!"?

"Terra!" è il grido di speranza che esplode quando si scorge un approdo. Ed è l'esclamazione di chi si china a posare l’orecchio al suolo per avvertire le vibrazioni di ciò che sta per arrivare. 

"Terra!Terra!" è il Festival per nuovi mondi che ha scelto che i suoi protagonisti, per la prima volta, siano le ragazze e i ragazzi provenienti da Rosarno, Roma, Venticano e Sant'Elena, per raccontare e raccontarsi. Le autrici e gli autori porgeranno domande e resteranno in ascolto, lasciandosi guidare dalle giovani e dai giovani verso un nuovo orizzonte. 

L'equipaggio sarà formato dalle ragazze e i ragazzi delle classi 3ªE e 2ªL dell'I.C. Padre Semeria di Roma, 3ªA della Scuola "D.Pegoraro" di Sant'Elena e delle 1ªA, 2ªA e 2ª B dell'IC Montemiletto di Venticano. 

Direttore scientifico: Daniele Aristarco

Assistenti di navigazione: Chiara Pinton e le insegnanti Alessia Barbagli, Maria Teresa Fiasché, Luisa Milano, Enrica Leone, Luisa Destro. 

E che cosa ha a che fare Lucilla con tutto questo, direte voi?

All'interno del festival, succederà che i ragazzi e le ragazze si incontreranno in quattro città italiane, in presenza, per ragionare su tre temi:

- la normalità;
- l'errore;
- i diritti.

Dopo un dialogo di un'ora tra loro, si incontreranno online con gli altri ragazzi in modo da scambiarsi informazioni, farsi domande, ragionare assieme.

Ed è a questo punto che incontreranno tre ospiti, che li aiuteranno a confrontarsi con questi temi:

Lilith Moscon, scrittrice, tema della Normalità
Vanessa Roghi, storica,
tema degli errori
Lucilla Giua, studentessa di 14 anni,
tema dei diritti

Questi incontri non li si potrà seguire in diretta perché la scelta è stata quella di registrarli e farli diventare dei podcast.

Ma perché? - si starà chiedendo qualcuno in un tempo in cui tutto è subito diretta. 

In primo luogo per tutelare ragazzi e ragazzi dalla rete; poi perché ad avere risalto siano proprio le voci e, infine, perché sia possibile ascoltarli e riascoltali e, magari, portarli in classe.

Ecco le date degli incontri in presenza: 23, 24 e 25 giugno 2021.

 

Sui podcast, ternerò con piacere ad informarvi.

Intanto, di cuore e davvero con grande emozione: - In bocca al lupo, Lucilla! Ti saremo accanto.

Al video di presentazione del progetto (presentazione dei temi e delle ospiti al minuto 31:30: vedi

venerdì 18 giugno 2021

Questo è il successo formativo

Questo è il successo formativo. Quella cosa che avviene quando davvero la scuola prende qualcuno da una situazione e lo restituisce in un'altra.
Sono le parole che mi sono trovata in bocca oggi, mentre, tra i tanti messaggi arrivati da ex alunni che chiudono i diversi percorsi, ho ricevuto la foto che ritrae una mamma raggiante, tra due delle sue figlie.
È il giorno del diploma della figlia maggiore. Liceo scientifico.

Ma questa non è una storia qualunque.
E io mi emoziono mentre mi tornano in mente gli anni della sua scuola primaria.
Una bambina con poca confidenza con la nostra lingua. Una classe in cui qualunque colore era un valore. Una preziosa compagna di banco, sempre disponibile, modello per lei e per tutti. Una mamma che, nonostante la giovane età e una cultura tanto diversa, vuole che le figlie studino e possano vivere bene in questo luogo e in questo tempo. Una scuola impegnativa, ma arricchita con tante esperienze, e poi libri, musei, cinema, teatro e viaggi... di quelli con i soldi guadagnati con la classe, perché "si parte solo insieme".
E tanta disponibilità nel tempo dopo e nei diversi passaggi, ma anche porte chiuse quando: - No, qui non hai bisogno di me. Devi solo studiare. Ce la fai da sola.

E così oggi respiro questa gioia che è un'eccezione, ma vorrei che non lo fosse.
È il risultato di quando si combinano insieme: scuola, famiglia, famiglie, determinazione. Tanta determinazione.
Cosa sarebbe uno solo di questi aspetti senza l'altro? Credo niente.

E intanto sono qui che accanto all'immagine della ragazza bellissima e gioiosa con i fiori in mano, che mi ha raggiunto oggi, mi coccolo un'altra immagine: è lei bambina. Mentre i compagni, alla ricreazione, giocano spensierati all'ombra del piazzale di San Francesco, lei si siede sui gradini, vicina vicina a me, foglietti e penna appresso. - Maestra, possiamo fare un po' di divisioni? Non le so fare ancora e io le voglio capire bene.

Auguri A. Non immagini quanto io sia felice.

domenica 13 giugno 2021

È non è

 

Venerdì, quando ci siamo salutate, hai raccontato ai bambini del nostro primo giorno da maestre insieme.
Hai detto loro dei tuoi timori a lavorare con me e di come siano sfumati tutti davanti a quel braccio intorno alla vita con il quale ti ho accolto e tenuta stretta presentandoti ai bambini del precedente ciclo.
Hai detto loro che in quel momento hai capito che lì dentro ci saresti stata bene.

Quello che non potevi raccontare è quanto ho trovato io in quell'abbraccio che non si è mai interrotto.
Che cosa ho provato nello scoprire che, pur venendo da storie professionali tanto diverse, assegnavamo alla scuola lo stesso compito e guardavamo ai bambini, nessuno escluso, allo stesso modo. E il tutto senza mai bisogno di troppe parole.

Allora non sapevamo che venivamo da vissuti umani vicini e che, con buona probabilità, sono stati quelli a rendere così simili i nostri sguardi. Che sono stati quelli a dirci che cosa conta davvero a scuola, come nella vita. A che cosa prestare attenzione, che cosa tenere fuori.

Abbiamo vissuto anni intensi, costellati di esperienze importanti e di tanti momenti difficilissimi, che abbiamo affrontato sempre insieme.
Ma, più di tutto, a innamorarci è stato il quotidiano. Tutte quelle volte in cui ci siamo ritrovate con l'urgenza di un'osservazione esterna per apprezzare insieme le conquiste di ogni bambino e sempre quel prendersi cura l'uno dell'altro che ci ha regalato le emozioni più intense (come Miriam e Alessio, impossibile dimenticare…)

E nonostante il nostro incontro sia arrivato per te a pochi anni dal pensionamento, mai hai detto no a una proposta, neanche a quelle che rimettevano in discussione tutto e che a chiunque avrebbero chiesto prudenza.
Abbiamo condiviso ogni scelta e le hai assunte tutte completamente, assaporandone le gioie, ma anche gli effetti, non sempre di semplice gestione.

Intanto, si srotolavano le nostre vite, con cambiamenti importanti, perdite, e le tante fatiche che sono riservate a chi costruisce legami e a chi sente troppo come noi.
E qui, oltre alla collega, ho trovato l'amica saggia, che ha saputo essere accogliente e un riferimento stabile. Mai niente è stato oggetto di giudizio o di una parola di troppo.

Sei mancata tantissimo quest'anno, Maestra. E tanto mancherai negli anni a venire.
Ma è arrivato il tempo di dare spazio a un'altra fase della vita e io ti auguro che sia attenta e generosa con te, come tu lo sei stata sempre con i bambini e con tutte le persone che hai incontrato.

C'è un posto dal quale non ti potrà spostare niente e nessuno. E tu sai bene qual è. 

Sono in piedi. Grazie, Maria Efisia, Maestra del mio cuore.

È non è

È una passione giocosa
un buon sentimento
uno sguardo e un pensiero
che non si riposa
È la vita che accade
È la cura del tempo
È una grande possibilità.
Non è una sfida.
Non è una rivalsa.
Non è la finzione di essere meglio.
Non è la vittoria l'applauso del mondo
di ciò che succede il senso profondo.
È il filo di un aquilone
un equilibrio sottile
non è cosa ma è come
È una questione di stile
non è di molti né pochi
ma solo di alcuni
È una conquista una necessità.
Non è per missione
ma nemmeno per gioco
Non è "che t'importa"
Non è "tanto è uguale"
Non è invecchiare cambiando canale
Non è un dovere, dovere invecchiare.
Sentire e fare attenzione
ubriacarsi d'amore
è una fissazione
è il mestiere che vivo
e l'inchiostro aggrappato
a questo foglio di carta
di esserne degno
è il mio tentativo.


Nicolò Fabi

venerdì 11 giugno 2021

Siamo in porto. Ce l'abbiamo fatta!

Un gelato insieme consumato all'aperto (grazie maestra Maria Efisia!)
Un bambino alla volta al centro dell'aula per accogliere pensieri e consigli scritti da ogni compagno.
Il canto commosso della sigla di Anna dai capelli rossi, che è stata preziosa compagna di viaggio.
Uno striscione con dentro la classe intera.
Siamo in porto. Ce l'abbiamo fatta.

Crescono bambini, nascono maestre

 
 
Ma quante sono queste studentesse?, si chiederà qualcuno incontrando un nuovo post di saluto. Ed è così. Ne sono passate tante nella nostra classe e tante ne passeranno ancora. Sono le future maestre che scelgono di conoscere la scuola con il nostro modo di guardarla. 
Classe-comunità, bassa direttività, apprendimento collaborativo, assenza di voti e di ogni forma di giudizio, apertura al mondo, autovalutazione e colloqui con i bambini... E tempi invisibili. Tanti.
 
Scelgono e restano perché, come mi è stato detto ancora, se è vero che il desiderio iniziale è quello di conoscere più realtà, quando ciò che vedi è la scuola che cercavi, è quello in cui ti riconosci, resti.
 
E così succede che le studentesse diventino delle vere e proprie compagne di viaggio. Quelle a cui consegnare l'intenzionalità che guida ogni scelta; quelle con cui condividere pezzi importanti, e insieme osservare e riflettere, con attenzione alla bellezza che nasce e che dà senso al nostro mestiere, ma anche alle difficoltà che non si possono nascondere.
Perché con certe scelte, le forze contrarie sono tante di più, e anche il rischio di solitudine. E queste sono cose da guardare in faccia.
 
Giovedì è stato l'ultimo giorno di Claudia. Dopo un tirocinio alternato tra didattica in presenza e didattica a distanza, che l'ha vista sperimentare con noi l'apprendimento collaborativo su digitale, è arrivato il tempo della sua unità didattica e poi del suo saluto.

È stato un anno particolare, che ha comportato tante scelte, perciò, anche per la fase in cui ci troviamo, la decisione è andata semplicemente su un contenuto da mettere ancora a fuoco: il discorso diretto e indiretto. 
 
Anche in questo caso, la mia gioia è stata quella di non assistere a una "lezione", ma a fasi ben distinte, centrate sull'avvicinamento al tema e sulla scoperta diretta, per poi andare alla lezione a posteriori, in cui lo spazio è stato per la metacognizione, per riposizionare e approfondire, muovendo dalle restituzioni dei lavori. 
 
Al centro un'organizzazione puntuale e la preparazione dei materiali, raccolti in una vera e propria cassetta degli attrezzi, ben studiati e realizzati con cura. 

Da parte mia, la gratitudine per avere avuto ancora una volta la possibilità di osservare che ci sono pratiche che è possibile replicare con semplicità: ciò che conta è la chiarezza che le guida e il fare proprie alcune scelte che restano fondamentali. La prima, certamente, l'apprendimento collaborativo che sappia lasciare adeguato spazio alla scoperta diretta, senza voler prevenire l'errore.

Alla proposta, chiusa in mattinata per ovvie ragioni di tempo, è seguito il saluto. Un altro distacco per noi che amiamo camminare in compagnia.

Ma alla commozione, inevitabile, accresciuta dalle parole che ci sono state consegnate, insieme a un dono per quest'anno e per ogni anno a venire, si è aggiunta la gioia di sapere che un'altra maestra motivata, competente e dallo sguardo attento farà presto ingresso nella scuola italiana.

Grazie di cuore, cara Claudia, per il tempo insieme. A te i nostri più cari auguri per la conclusione del tuo percorso universitario e per il tuo futuro da maestra.

Il nostro bene è con te. 

Un breve video fotografico che ricostruisce la "lezione" di Claudia:

 

 Al biglietto che ci è stato consegnato 

 

martedì 8 giugno 2021

- 4, la nostra indagine sui consumi digitali volge al termine


-4

Sono giorni intensi a scuola. È stato un anno di scelte continue per far stare i bambini al meglio possibile e per tenersi sulle cose che contano. Più che mai, abbiamo messo al centro percorsi di senso che li coinvolgessero in attività motivanti, lavorando sulle diverse discipline.
Al solito, il nostro interesse non è finire tutto, ma non lasciare lavori a metà, questo no.
Perciò, finita l'autovalutazione e i colloqui con i bambini, siamo tornati sulla nostra indagine sui consumi digitali. In classe un lavoro, nell'andito un altro.
Dopo la tabulazione dei dati e la raccolta delle più significative risposte aperte, siamo alla realizzazione dei grafici.
D., uno dei nostri grandi appassionati di numeri, ha ricontrollato i conti di tutte le tabelle usate per le rilevazioni e ieri li abbiamo riportati al computer. Stampato tutto, in coppie, abbiamo iniziato a realizzare i nostri istogrammi. I primi due grafici li abbiamo realizzati tutti, così da orientarci, poi ogni coppia ne ha preso in carico qualcuno, in modo da essere sicuri di riuscire a finire questa mattina.
Abbiamo lavorato su una base che ho messo a disposizione io, sulla quale i bambini hanno stabilito la scala graduata e hanno riportato i dati.
Oggi si conclude. Passiamo le foto al pc e si lavora in modo puntuale sull'analisi che, nel frattempo, è già nata in modo spontaneo.
Lo step finale lo lasciamo a giovedì: comporta andare a vedere i dati pervenuti con i questionari compilati su digitale, e il processo automatico che genera foglio di calcolo e grafici, per poi ragionare sulla forma con la quale offrire una prima restituzione snella alle classi che hanno accolto la nostra indagine. A questa, è già deciso, ne seguirà una più accurata a settembre, che sarà per noi occasione per tornare e riflettere sull'intero processo.
Intanto, in parallelo, abbiamo da concludere altre piccole cose, tra cui la lettura del libro di Darwin e ritornare al nostro "museo" per chiudere il percorso di storia.
Come sempre, quando l'ansia da tempo rischia di prendere il sopravvento, noi la spostiamo fuori e ci affidiamo all'organizzazione. Una cosa l'abbiamo imparata bene: l'ansia a scuola non ci fa niente.

 





 

giovedì 3 giugno 2021

Autovalutazione e colloqui con i bambini

  

Si è svolta questa mattina l'attività di autovalutazione, a cura dei bambini, di questo particolare anno scolastico.

Tre le attività proposte: 

  • discussione nei piccoli gruppi, guidata dalle carte-domanda; 
  • compilazione del modulo di autovalutazione; 
  • condivisione di una riflessione, un suggerimento, una proposta.

È stato impossibile non sostare davanti a ciò di cui i bambini hanno sentito maggiormente la mancanza con le restrizioni anti-covid e alle loro riflessioni sulla riorganizzazione della didattica a distanza.
Tutti aspetti su cui torneremo con calma nella rilettura dell'anno scolastico insieme alle famiglie.

Adesso ci attendono i colloqui con i bambini, programmati per domani - 4 giugno 2021 - dalle ore 8:45 alle ore 11:30.

Qualora non si riuscisse a completarli domani, questi proseguiranno lunedì 7 giugno, dalle ore 8:45 alle ore 10:30.

 

 

mercoledì 2 giugno 2021

2 giugno 1946: numeri per riflettere

Un po' di riflessioni partendo dai numeri in questo due di giugno non guastano.

Sempre con l'obiettivo di ragionare sul passato per costruire con consapevolezza il presente, prima ancora del futuro.

Buona Festa della Repubblica a tutti, senza dimenticare che in questo giorno:

  • il 2 e 3 giugno 1946 si celebrano le prime elezioni libere dal 1924;
  • al voto si è scelto tra Monarchia e Repubblica: è nata la Repubblica;
  • contestualmente è stata eletta l'Assemblea Costituente, che ha dato vita alla nostra preziosa Costituzione;
  • al voto parteciparono le donne (per la seconda volta; la prima fu, sempre nel 1946, per le elezioni amministrative).
 

lunedì 31 maggio 2021

La nostra indagine sui consumi digitali: inizia la rilevazione

 
 
Vi comunichiamo che questa mattina, mentre in aula era in corso la costruzione delle figure solide utilizzando stecchini e patafix, nell'andito, tre coppie alla volta, hanno iniziato ad occuparsi della rilevazione e tabulazione delle risposte chiuse della nostra indagine sui consumi digitali.

Un lavoro impegnativo, ma interessante, che inizia a mettere i bambini a contatto diretto con le risposte dei compagni.

Si riprende domani con gli altri fascicoli, per poi passare alla raccolta delle risposte aperte.
 
Per chi sta offrendo la sua collaborazione per l'indagine su digitale, invece, ci sarà da attendere. 
Ce ne occuperemo solo alla fine per riflettere sulle differenze nella gestione. 
 
Intanto vi ringraziamo, felici dell'accoglimento che la nostra proposta ha trovato e sta trovando anche da parte di scuole lontane.  

Per chi volesse ancora partecipare: https://forms.gle/1fdkLJbWNxxQfNLX8
 
 






sabato 29 maggio 2021

Il museo lo allestiamo noi!

A completamento del nostro lavoro alla scoperta degli ominidi, arricchito dalla lettura dei libri Lucy, la prima donna di Daniele Aristarco e Darwin, rivoluzionario della scienza di Jacopo Olivieri (ancora in corso), nonché dalla visione del documentario L'incredibile storia dell'uomo di Alberto Angela, ogni bambino ha scelto la storia di un ominide da approfondire, a cui associare un artefatto da costruire. Quest'ultimo doveva essere accompagnato da una scheda (di fatto, un vero e proprio testo regolativo) contenente: materiali utilizzati, fasi di realizzazione, consigli per chi volesse cimentarsi nella costruzione dello stesso oggetto.

La scelta è stata la risposta a questo tempo: "Quest'anno niente musei? Il museo lo allestiamo noi!"

Così è stato.

Nel breve video fotografico, un'anticipazione di quanto realizzato dai bambini.

L'esposizione si trova nella sala della biblioteca. 

giovedì 27 maggio 2021

La nostra indagine sui consumi digitali: volete aiutarci?

Dopo un impegnativo lavoro, iniziato in didattica a distanza e proseguito in presenza, che ha visto i bambini impegnati nella preparazione di un'indagine sui consumi digitali, tra attività in sottogruppi e in plenaria, da oggi prende avvio la distribuzione dei questionari agli alunni della nostra scuola, accompagnati dalla presentazione in video curata da Alice (le regole di prevenzione anticovid ci impediscono di spostarci nelle altre classi).

Il nostro impegno è quello di raccogliere i dati entro la prossima settimana, per poi preparare una restituzione realizzando dei grafici sugli aspetti più importanti.

Il questionario, proposto in forma anonima, potrà essere compilato anche dagli alunni di scuola primaria di altri Istituti e città, utilizzando il form online.

Questa possibilità per noi sarà molto importante perché ci consentirà di conoscere e analizzare la differenza tra un'indagine proposta con questionario cartaceo e una su digitale, in particolare per quanto riguarda la fase della raccolta dei dati e la preparazione dei grafici.

Non sappiamo che cosa riusciremo a fare entro l'anno scolastico in termini di restituzione - i tempi stringono - ma stiamo documentando puntualmente ogni fase perché, se non dovessimo riuscire, sarà il primo dei nostri impegni con la ripresa a settembre.

Che dite? Volete aiutarci? 

Intanto noi, ieri, ci siamo impegnati in una giornata di digiuno digitale. Un impegno che abbiamo deciso di assumere per riflettere insieme sugli effetti (come cambiano le nostre giornate? Solo difficoltà o anche qualche vantaggio?) per provare a ragionare sulle possibili caratteristiche di una "buona dieta digitale".

Per chi volesse collaborare all'indagine con la propria classe: https://forms.gle/1fdkLJbWNxxQfNLX8

Si precisa che il questionario è interamente realizzato dai bambini, passando per diversi step, e che le risposte a scelta multipla sono state studiate a partire dalla compilazione fatta da loro stessi in forma aperta, a cui è seguito il raggruppamento.

Il questionario, una volta terminato, è stato testato dai bambini. Come tutto, è ancora migliorabile, ma noi abbiamo deciso di fermarci così (modello cartaceo).

Ecco il video di presentazione. Era pensato per i compagni della scuola, ma può essere utilizzato anche fuori. Perciò, se doveste accogliere il nostro invito, ci farebbe piacere che introduceste la proposta con questo. È un modo per accompagnare... 

Grazie a tutti!!!

martedì 25 maggio 2021

A proposito di valutazione

Ieri, in classe, eravamo alle prese con la valutazione tra pari dei video realizzati per invitare gli altri compagni della scuola alla partecipazione alla nostra indagine sui consumi digitali.

Ha funzionato così: la scorsa settimana, completato il questionario, abbiamo deciso di accompagnarlo con un video (anche se siamo tornati in presenza, le regole di contenimento del Covid non ci consentono di andare nelle altre classi). Così, abbiamo stabilito le caratteristiche che avrebbe dovuto avere, rifacendoci alle esperienze precedenti, e abbiamo costruito il testo in forma collaborativa (era importante essere sicuri che contenesse tutte le indicazioni utili). Al termine, abbiamo individuato i criteri - appuntandoli sulla LIM - sulla base dei quali avremmo valutato i video per poter fare la nostra scelta.

A quel punto, io, sulla base di quanto fermato con uno screenshot, ho preparato lo strumento per la valutazione che questa mattina ho illustrato ai bambini.

Arrivato il momento di aprire il padlet con i lavori realizzati, ho proposto l'organizzazione: visione di un video alla volta - erano sette - e valutazione di ognuno subito dopo.

Perciò ho distribuito i moduli, dove i bambini dovevano esprimersi per ogni criterio e, al solito, scrivere, in uno spazio dedicato, i loro consigli per i compagni.

Una proposta ormai familiare ai miei bambini, che viene solo rimodellata a seconda di ciò che si valuta.

Durante la visione del terzo filmato, incuriosita dalla vista di un braccio allungato per sospendere la ripresa, chiamo da parte la bambina che lo aveva realizzato e scopro che ha organizzato e gestito tutto completamente da sola.

Così, mi ha raccontato che, prima di ogni cosa, ha sistemato un po' la stanza perché era troppo in disordine e che poi si è posizionata vicina alla tv. Voleva poter attaccare una ciabatta alla presa perché, dato che ormai era tardi e il video veniva troppo buio, ha pensato di aiutarsi con la luce di una lampada. Poi ha cercato dove incastrare il tablet perché stesse fermo e fosse alla sua altezza e, infine, ha preso il suo scrigno portagioie per posizionarci il foglio sopra, in modo che, se si fosse dimenticata qualcosa, avrebbe potuto leggere senza che nessuno lo notasse. Mi ha anche detto di aver fatto le riprese più volte, perché ogni tanto sbagliava; poi, quando le è sembrato che andasse bene, lo ha caricato. In un secondo momento, si è anche resa conto di un nuovo errore, ma ormai aveva già messo il video sul padlet e le sembrava che rifare tutto fosse un po' troppo.

A quel punto, veramente colpita da tanta autonomia e dalle strategie messe in atto, le ho chiesto di spostarsi un attimo fuori dalla porta con me; ho acceso il registratore del mio telefono e le ho chiesto se poteva raccontarmi di nuovo tutto, senza tralasciare nessun particolare.

Così, ora sono qui che la riascolto soffermandomi sui tanti dettagli e penso a quanto contenga ogni aspetto che mi ha raccontato a livello di autonomia e di ricerca di soluzioni, senza che niente di tutto questo trovi spazio tra i criteri stabiliti.

E io appunto e rifletto, sempre più catturata dalle tante informazioni che i bambini mi offrono sulla loro autonomia che cresce e sul loro pensiero e di quanto per me sia sempre più importante trovare il modo di raccogliere proprio questo, per tornarci con calma e guardare a loro in modo completo.

lunedì 24 maggio 2021

Educare alla cittadinanza oggi: perché? Come?

Con grande piacere, condivido la registrazione dell'intervento di Philippe Meirieu, accompagnato da Enrico Bottero, al secondo incontro sulla Cittadinanza (21 maggio 2021), organizzato da "Il cambiamento nasce da dentro": "Educare alla cittadinanza oggi: perché? Come?"

«Il mondo di oggi ha di fronte a sé alcune sfide importanti: bisogna lottare sia contro l’individualismo sia contro il comunitarismo, rendere tutti capaci di “pensare con la propria testa” e, nello stesso tempo, costruire “il bene comune”. Si tratta di due esigenze essenziali per permettere la costruzione di autentiche democrazie e un mondo più giusto. Esse richiedono un’educazione alla cittadinanza che coinvolga tutti gli attori dell’educazione e la scuola in modo particolare.
Ci siamo chiesti ciò che gli insegnanti possono fare per esercitare pienamente il loro ruolo in questo campo
».

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Philippe Meirieu è autore di numerosi libri tradotti in tutto il mondo. Ha insegnato in Francia in quasi tutti gli ordini di scuola, ha guidato molte ricerche sulla scuola e ha partecipato all’elaborazione di importanti riforme scolastiche nel suo Paese. Ha anche operato assiduamente nella formazione iniziale e in servizio degli insegnanti. Oggi è professore emerito di Scienze dell’Educazione all’Università Lumière Lyon II.  

Tra i suoi libri tradotti in lingua italiana: Una scuola per l’emancipazione (Armando, 2020); Pedagogia. Dai luoghi comuni ai concetti chiave (Aracne, 2018), Fare la Scuola, fare scuola. Democrazia e pedagogia (Franco Angeli, 2015), I compiti a casa. Genitori, figli, insegnanti: a ciascuno il suo ruolo (Feltrinelli, 2013), Pedagogia. Il dovere di resistere (Edizioni del Rosone, 2013), Lettera agli adulti sui bambini di oggi (Junior, 2011), Frankenstein educatore (Junior. 2007).

All’indirizzo https://www.enricobottero.com/philippe-meirieu sono disponibili articoli e saggi di Philippe Meirieu in lingua italiana. Philippe Meirieu ha un sito ampio e documentato in lingua francese (http://www.meirieu.com). 

La pedagogia Freinet, un "sistema" alternativo alla pedagogia tradizionale

Vi informo che in data giovedì 27 maggio 2021, alle ore 17:00, è programmato un nuovo incontro con "Il cambiamento nasce da dentro", il progetto di formazione itinerante, che ho il piacere di coordinare e che fa capo al nostro Istituto.

L'appuntamento, dal titolo: "La pedagogia Freinet, un sistema alternativo alla pedagogia tradizionale", è con il pedagogista Enrico Bottero, e sarà anche occasione per discutere del suo nuovo libro, con prefazione di Philippe Meirieu: "Pedagogia cooperativa. Le pratiche Freinet per la scuola di oggi", Armando Editore. 

Ai lavori offrirà il suo contributo anche Sonia Sorgato, insegnante attiva nel MCE, che lavora da tempo sulle tecniche Freinet.

L'incontro è programmato su ambiente Zoom, ed è rivolto a docenti delle scuole di ogni ordine e grado, dirigenti scolastici, genitori, figure educative, studenti universitari e del Liceo delle Scienze Umane.
La partecipazione è gratuita, ma è necessario iscriversi compilando il seguente form:
https://forms.gle/XLxUbC4ExTLTtorK7

A seguito dell'iscrizione sarà trasmesso via mail il link per la partecipazione.

 

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Enrico Bottero è stato insegnante, dirigente scolastico, ricercatore presso l’Istituto Regionale di Ricerca Educativa del Piemonte e professore incaricato presso l’Università di Torino. Si è occupato di ricerca educativa e di educazione musicale. Oggi si occupa soprattutto di pedagogia della scuola. Tra le sue pubblicazioni, Il metodo di insegnamento, Milano, Franco Angeli, 2014; Pedagogia cooperativa. Le pratiche Freinet per la scuola di oggi, Roma, Armando 2021. Il suo sito web è https://www.enricobottero.com.


Sonia Sorgato è insegnante di scuola primaria presso l'Istituto Comprensivo Perasso di Milano; è membro attivo nel MCE e lavora da tempo sulle tecniche Freinet.
Sonia Sorgato è anche membro del gruppo nazionale sulla nuova valutazione nella scuola primaria e conduce laboratori per i futuri insegnanti presso l'Università Milano Bicocca.

Gli incontri sono organizzati in collaborazione con Casa Emmaus Impresa Sociale di Iglesias e Fondazione Giuseppe Dessì di Villacidro.

 

 

venerdì 14 maggio 2021

Didattica a bassa direttività: la strada che vedo, la strada che percorro

Venerdì 14 maggio, ore 10:00

Pausa di un'ora nella mia attività didattica di oggi su digitale. I bambini, al momento, sono impegnati con l'attività di religione o di alternativa, e io sono qui che, ancora una volta, faccio fatica a trattenere l'emozione di ciò che ho osservato questa mattina, durante i primi cinquanta minuti di attività.
Davanti a me, i bambini, organizzati in stanze, impegnati a completare le risposte alle domande sui consumi digitali che hanno preparato loro stessi per la nostra indagine destinata ai compagni della scuola. Devono testarle e individuare, tra le risposte, le voci da inserire nel questionario che abbiamo deciso che sarà prevalentemente a scelta multipla per facilitare la raccolta e l'elaborazione dei dati.
Nel mio schermo ho tutte le stanze, compresa la plenaria, nel caso in cui qualcuno abbia bisogno di me, ma attivo l'audio di una alla volta e mi immergo, tanto che faccio fatica a spegnere per attivare l'audio della successiva. I coordinatori svolgono il compito in modo impeccabile e i gruppi si sono autogestiti per gli altri incarichi. Ogni tanto si divaga - e meno male, visto quello che arriva - ma c'è sempre chi riconduce al compito. Le domande sono sulla chat, le risposte nei blocchi personali delle bozze. E c'è un gruppo che è arrivato alla fine del lavoro. Così decido di trattenermi di più mentre rileggono ogni domanda e le risposte. Sono stati raccolti i pensieri di tutti tutti. Io osservo: organizzazione, attenzione alla consegna, la loro capacità argomentativa, il linguaggio, i consigli che offrono e raccolgo informazioni sui loro consumi digitali di cui sapevo poco o niente e nomi di applicazioni che so già che non saprò nemmeno scrivere.
Così sono qui che ragiono su una scuola che ancora separa, quando per tanti è diventato praticamente l'unico luogo in cui stare insieme attorno a progetti comuni. Penso al valore dei loro scambi tra pari, di come si supportano, delle contaminazioni. E penso che questo che ho davanti oggi, già da solo, trasforma la scuola in un'altra cosa.
Eppure siamo ancora lì. Agli alunni distanti, alla collaborazione tenuta fuori a vantaggio della competizione e della classificazione - Non aiutatevi, devo capire che cosa sai fare tu, proprio tu, da solo - all'errore demonizzato, al controllo costante dell'adulto.
Chi mi conosce sa che c'è una parola che ripeto di continuo e che trova spazio in tanti incontri che organizzo. Questa parola è "costruire". Ecco, per me la scuola è questa. È quella che costruisce, che mette insieme, che riconosce il valore aggiunto dell'apprendimento collaborativo, senza che gli insegnanti vengano meno al ruolo di creare contesti, mettere a disposizione materiali, guidare la metacognizione e gli approfondimenti.
Per me la scuola è quella che non ha fretta di valutare, ma è luogo in cui si osserva molto, di continuo, e con le osservazioni guida, sostiene, offre strumenti su misura. Ma sa aspettare. Sa che certe conquiste hanno bisogno di tempo. Di fiducia.
Ieri sera, ero con tante insegnanti, genitori, dirigenti, studenti universitari a ragionare di Cittadinanza. E parlavamo di una cittadinanza che non può stare racchiusa in un'ora dedicata all'educazione civica, ma che si costruisce giorno dopo giorno.
Oggi, sempre con più chiarezza, so che, per farlo, più di qualunque altra cosa, conta chi scegliamo di essere e la scuola che facciamo.
Sono felice di avere scelto di documentare tutto questo in modo puntuale. Essere su digitale mi ha offerto la possibilità di una documentazione impossibile in presenza, non con i nostri strumenti. E io sento di avere un tesoro fra le mani perché questi materiali dicono più di qualunque libro.
Basta sostare davanti a queste immagini vive per leggere il valore aggiunto della bassa direttività e fugare ogni dubbio.
È un lavoro impegnativo, certo, ma io, che pure vivo nel dubbio continuo, sento che la strada è questa.

martedì 11 maggio 2021

Costruire Cittadinanza: quale ruolo per l'educazione civica?

Con grande piacere segnalo la ripresa in data giovedì 13 maggio degli incontri de "Il cambiamento nasce da dentro" - Progetto di formazione itinerante che fa capo al nostro Istituto - con il primo incontro sul tema "Costruire Cittadinanza: quale ruolo per l'educazione civica?".

Gli incontri sono organizzati in collaborazione con Casa Emmaus Impresa Sociale e la Fondazione Giuseppe Dessì di Villacidro, e saranno condotti da Enrica Ena, responsabile della progettazione e del coordinamento de "Il cambiamento nasce da dentro".

Ad arricchire gli appuntamenti, due nuovi ospiti autorevoli: Gherardo Colombo, ex magistrato, impegnato nella riflessione pubblica sulla giustizia e nell'educazione alla legalità con l'Associazione “Sulleregole” e Philippe Meirieu, professore emerito di Scienze dell’Educazione all’Università Lumière Lyon II.

 

sabato 8 maggio 2021

Gli adulti che siamo

Non entrerò nel dibattito acceso da due nuove settimane di chiusura delle nostre scuole. Le responsabilità sono tante e diffuse e io sento il bisogno di fare quello che ho imparato nelle situazioni in cui vedo le certezze cadere a pezzi: tengo il timone dritto.

Ma certo vivo il dispiacere grande, da una parte, di una politica dallo sguardo troppo corto e, dall'altra, della completa assenza di senso civico e di attenzione e cura del bene comune.

L'anno scorso abbiamo faticato molto, ma ogni cosa è stata compensata dall'aver tradotto la fatica in impegno e dall'esserci scoperti una grande forza nello stare uniti. Quest'anno, siamo al tutti contro tutti. Davanti, un panorama che mi dà immensa tristezza.

Il problema più grande dei nostri bambini, oggi, non è ciò che stanno perdendo, ma gli adulti che hanno davanti. 

La rabbia, le parole urlate, le regole aggirate, l'incapacità di assumersi responsabilità. E l'assenza completa di vedere l'altro. Perché ci sono drammi silenziosi accanto a noi, di chi vive situazioni difficilissime, rimaste invisibili. E io, per questo, mi vergogno di quello che siamo e dell'incapacità senza speranza di guardare ciò che conta.

giovedì 6 maggio 2021

Nonostante tutto... la bellezza

Nonostante gli anni di servizio.
Nonostante la stanchezza immensa dovuta alla fatica del periodo.
Nonostante il nostro ritorno in dad.
Nonostante... il mio lavoro ancora mi emoziona, tanto da non stare nella pelle quando so di essere davanti a un'immensa bellezza.
E, senza voler essere presuntuosa, davanti alle pratiche che si fanno risposta alle tante discussioni di mesi e mesi.
Oggi, dopo un percorso propedeutico, avviato mercoledì: analisi di una serie di grafici per scoprirne scopo e caratteristiche, siamo partiti con un'indagine sui consumi mediali, che ci ha visto intercettare obiettivi e metodo. 
 

 
La palla è passata ai bambini (otto anni; non riesco mai a prescindere dalla loro età e dai loro vissuti di questo tempo): organizzati in sottogruppi e individuati i facilitatori, a loro il compito di ragionare sulle domande per costruire un questionario da proporre a tutti i compagni della scuola, utile per la registrazione delle informazioni, per la quale predisporremo una tabella, ed elaborare dei grafici per comunicare gli esiti. Una parte del mio piano di lavoro che, quest’anno, è stata penalizzata.
Così, dopo una plenaria aperta con un brainstorming per ripercorrere la fase precedente, sono iniziati i lavori.
 
 
 
A me un ruolo completamente esterno, che mi ha consentito di visualizzare le stanze una alla volta e osservare organizzazione e ragionamenti. Rari i miei interventi, se non quelli per sbloccare qualche situazione particolare o aiutare a rimettere a fuoco l'obiettivo e a tener conto dei tempi stabiliti.
A osservare, con me, sempre con ruolo esterno, ma con ingresso nelle stanze una ad una, un'altra studentessa, Claudia, che è con noi in questo periodo (quest'anno il tirocinio è possibile solo per una studentessa per volta e, nonostante questo, nessuna si è risparmiata la quarantena).
Conclusi i lavori, nuova plenaria per la restituzione.
Un gruppo per volta, tramite il facilitatore e l'incaricato degli appunti, ha riportato le informazioni in merito a: organizzazione, collaborazione e domande formulate che io avevo cura di riportare immediatamente su file perché venissero visualizzate e analizzate da tutti per eventuali osservazioni. Così si è parlato di pertinenza, di contenuti, di linguaggio... 
 
 
Ad assistermi Chiara, una delle mie bambine, in modo che la comunicazione fosse ben regolata anche durante la condivisione dello schermo.
Infine, il mio compito: estrapolare gli aspetti più importanti emersi, metterli a fuoco con i bambini, fermarli e offrirglieli per riflettere ancora in vista del lavoro che ci aspetta domani: ritornare su tutte le domande, raggrupparle per tipologia, selezionarle e costruire un unico questionario da sperimentare prima di tutto tra di noi, ancora nei piccoli gruppi.
Vediamo.
Intanto la mia emozione esplode nell'avere avuto l'intuizione di documentare tutto puntualmente e nell'essere consapevole di avere in mano la teoria che si fa pratica.
Giorni in cui il senso delle scelte è davanti agli occhi insieme agli effetti.
Adesso è tempo di stare concentrati e di proseguire, poi deve arrivare quello del condividere. Non sono esperienze da tenere solo per sé.

giovedì 29 aprile 2021

Didattica a distanza: nuovo avvio dal 3 maggio

Facendo seguito all'ordinanza del Sindaco e alle disposizioni della Dirigente Scolastica, vi comunico che da lunedì 3 maggio riprenderà la didattica a distanza. Nella classe virtuale sono reperibili l'organizzazione e l'orario delle attività sincrone:
https://classroom.google.com/c/MTI4NTg3NTY1Mjgw/p/MzI4Nzg3MDUyODk0/details
Confidiamo, come sempre, nella vostra collaborazione a vantaggio della serenità dei bambini e del prosieguo del loro percorso formativo.

Grazie a tutti per l'attenzione!

sabato 24 aprile 2021

Il nostro 25 aprile

Non sono un'amante delle giornate per ogni cosa. Ragiono come per il carico cognitivo: se metti dentro troppo, la testa butta fuori. Si protegge. Mi piace scegliere e dare senso. So bene che se mi trattengo su tutto, è come se non mi trattenessi su niente. 

Ma ci sono alcune date che, da maestra, non lascio mai fuori. Sono il 27 gennaio, il 25 aprile e il 2 giugno. Tre date intrecciate fra loro che mi consentono di aprire a una storia che non può stare fuori dalla scuola fino a che "i programmi" ne prevedono l'ingresso. Una storia fondamentale per comprendere il valore della democrazia e il significato profondo della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza. 

Per questo, anche in questo anno così difficile, ci siamo presi il tempo per tornare su ciò che costruiamo anno dopo anno con i nostri appuntamenti ricorsivi, fatti di letture, documenti, filmati, canti... il tutto ripartendo sempre dalla nostra linea del tempo e da un brainstorming su ciò che i bambini hanno fatto loro, per sollecitare nuove relazioni, mettere a fuoco, riposizionare, approfondire.

Quest'anno, per ritornare su questa importante ricorrenza nazionale, eravamo avvantaggiati: avevamo il nostro padlet costruito durante il lockdown. Con questo, lo scorso aprile, partendo da una mia videolettura, avevo invitato i bambini a riflettere sul significato di libertà, per poi metterli in movimento facendo sì che ognuno adottasse e completasse un post-it con una parola importante, che io avevo depositato lì per loro.

È stato emozionante, giovedì, di primo mattino, senza anticipazione alcuna, chiudere gli scurini, spegnere le luci e riascoltare la videolettura tutti insieme, leggere i pensieri sulla libertà e riaprire i post-it, uno ad uno, zoomando al massimo sulla nostra lim, fino a occupare tutto lo schermo con quelle parole così importanti da rileggere insieme. Ed è stato emozionante rivedere, questa volta in presenza, la liberazione di Milano e il primo cinegiornale dell'Italia liberata e cantare ancora Bella Ciao con la registrazione preparata da Leoś insieme al suo papà (il canto).

 

Inevitabilmente, dentro l'emozione, c'era anche il ricordo di un percorso vissuto a distanza in un momento di grande incertezza, e dei nostri appuntamenti in videoconferenza, a cui era affidato il compito di chiudere le attività della settimana; quelli in cui, per la prima volta, ci eravamo ritrovati a cantare insieme davanti a uno schermo.

Un 25 aprile che si è snodato e si snoda dentro vissuti molto particolari, ma a cui sono felice di aver fatto spazio per costruire ancora. 

Non si può mancare di trovare una forma per conoscere e conoscersi e per ricordare che la nostra Costituzione è figlia di chi ha saputo scegliere da che parte stare. 

E adesso, ancora una volta, il compito di ripercorrere è affidato ai bambini perché si vada verso il 25 aprile sempre più consapevoli.

http://enricaena.blogspot.com/2020/04/e-25-aprile-e-tempo-di-liberta.html

https://it.padlet.com/enrica_ena/25aprile2020

sabato 17 aprile 2021

Un silent book e il nostro incontro con il bullismo

 
Al rientro dalle festività pasquali abbiamo trovato ad aspettarci un'interessante proposta di Chiara Pusceddu, una delle nostre tirocinanti dell'Università (Facoltà di Scienze della Formazione Primaria).

Anche per Chiara, era arrivato il momento di un'unità didattica interamente progettata e sviluppata da lei e noi tutti ci siamo semplicemente affidati, ben sapendo di essere in ottime mani.


Tutto è iniziato con una consegna pasquale lasciata ai bambini su Classroom:

Ciao bambini,

vi chiedo di osservare attentamente più e più volte le immagini riportate di seguito.
Cosa vi viene in mente? Soffermatevi su ogni singolo fotogramma e provate ad
immaginare la storia raccontata da queste immagini.
Buona lettura delle figure e buon viaggio con la fantasia!

Vi abbraccio! Chiara
Trentatré immagini senza parole da guardare e riguardare per provare ad immaginare una storia (vedi).

Il giorno del rientro è così iniziata un'esperienza coinvolgente, proseguita il giorno successivo. Due intere giornate scolastiche che ci hanno fatto conoscere e riflettere sul tema del bullismo. 

La condividiamo anche qui, utilizzando la ricostruzione collettiva fatta in classe dagli stessi bambini a partire dalle foto scattate durante l'esperienza. La forma è quella delle didascalie, che poi abbiamo riportato anche sul quaderno in modo essenziale.

Prima giornata

Chiara ha iniziato la sua attività aprendo Classroom e mostrandoci la sequenza di immagini che aveva pubblicato per noi. Le ha quindi sfogliate una ad una, dandoci il tempo di riflettere ancora. Poi ci ha chiesto che cosa avessimo notato di particolare. La risposta è arrivata subito: si tratta di una storia senza parole. Ha poi chiesto se ognuno di noi fosse riuscito ad immaginare una storia. Tutti noi l'avevamo immaginata. Ma non ci ha chiesto di raccontare. Non subito.


Chiara ha distribuito un foglietto ad ognuno di noi, chiedendoci di scrivere un nostro titolo per la storia. Subito dopo, è passata a ritirarli e li ha semplicemente messi da parte. 

 
Chiara ci ha spiegato la fase successiva del lavoro e ha distribuito le immagini della storia fra noi, chiedendoci di descrivere in modo ricco quella che ci era stata assegnata. In alcuni casi, le immagini erano più di una, ma era sufficiente fare un'unica descrizione.

 

Dopo aver ritirato i nostri lavori, Chiara li ha scambiati tra noi compagni e ci ha invitato a fare la revisione tra pari, proprio come facciamo sempre: ognuno aveva il compito di leggere con attenzione il testo del compagno o della compagna, di cercare eventuali errori ortografici e, se lo voleva, di offrire un consiglio.

Siamo tornati alle immagini, mantenendo con noi la descrizione che ci era stata assegnata. Ognuno di noi aveva il compito di riconoscere l'immagine per la quale era stata scritta la descrizione in suo possesso. Abbiamo così riportato le scritte sotto le figure, facendo una sintesi.

Chiara ha appuntato sulla LIM tutti i nomi che erano stati utilizzati per le protagoniste della storia e abbiamo votato per scegliere quelli che preferivamo mantenere per la narrazione collettiva: Anna e Rita. 

Chiara ha ripreso i titoli che ognuno di noi aveva scritto all'inizio. Li ha letti a voce alta e abbiamo votato per scegliere quello comune. Ad avere la meglio è stato: “Gli amici sono migliori dei nemici”. 

A questo punto, abbiamo inserito il titolo nella storia e l'abbiamo riletta uniformando i tanti nomi utilizzati. È nato così il nostro lavoro finale (vedi) sul quale abbiamo riflettuto insieme, comprendendo che si trattava di una storia di bullismo.

Al termine del lavoro, Chiara ci ha presentato il silent book da cui aveva tratto le immagini per il nostro lavoro: “Io sto con Vanessa” e ce l'ha donato per la nostra biblioteca di classe.

Seconda giornata


Abbiamo ripreso l’attività facendo un brainstorming sul significato di bullismo per noi e ne abbiamo discusso insieme.

 


Siamo andati all'aperto e siamo stati divisi in quattro gruppi (papaveri, margherite, girasoli e tulipani), per ognuno dei quali è stato nominato un coordinatore. 
 
Chiara ha così consegnato un foglio ad ognuno di noi con una storia: noi avevamo il compito scegliere i ruoli e di fare una scenetta, dopo aver individuato gli attori per il bullo (Stefano), la vittima del bullo (Marco) e i compagni di classe che sono presenti mentre il bullo prende in giro la vittima.
Marco è un bambino molto triste. Da qualche mese ha perso la voglia di andare a scuola. A scuola, infatti, c’è Stefano: un suo compagno di classe che lo bullizza.
Marco ha un problema di salute a una gamba e per questo zoppica.
Stefano gli ha attribuito uno sgradevole soprannome ed ogni occasione è buona per prenderlo in giro.
I compagni di classe, forse per paura che Stefano prenda di mira anche loro, osservano questi comportamenti con indifferenza.



Noi abbiamo formato un grande cerchio per presentare le nostre scenette alla classe. 


Subito dopo, siamo tornati nei piccoli gruppi per scegliere insieme un finale della storia e per discutere con l’aiuto di alcune domande. A ogni gruppo sono state assegnate domande diverse: a un gruppo per riflettere dal punto vista del bullo; a un altro dal punto di vista della vittima; a due gruppi, dal punto di vista degli spettatori.
 
Come vi sentireste se foste Marco?
Come vi sareste comportati al suo posto?
Vi è mai successo di trovarvi in una situazione come quella di Marco?

Come vi sentireste se foste Stefano?
Come vi sareste comportati al suo posto?
Perché secondo voi Stefano si comporta così?
Vi è mai successo di trovarvi in una situazione simile a quella di Stefano?
 
Come vi sentireste se foste al posto dei compagni di classe?
Come vi sareste comportati al loro posto?  
Perché secondo voi si comportano così?
Vi è mai successo di trovarvi in una situazione simile a quella dei compagni di classe?


 
Tornati in classe, abbiamo presentato di nuovo le scenette, completandole con il finale che avevamo scelto con il nostro gruppo. 
 
 
I coordinatori hanno raccontato alla classe come è andato il lavoro di gruppo e ciò che è stato detto con la guida delle domande. 


Per concludere, Chiara ci ha proposto di inserire tre parole sul lavoro svolto su una pagina che si chiama Mentimeter. Qualcuno ha scritto sul computer, qualcuno sul tablet e qualcun altro sullo smartphone.

 
Nel frattempo, ognuno di noi ha fatto un disegno sulla storia di Stefano e Marco.


Al termine, Chiara ci ha mostrato la nuvola di parole nata con il Mentimeter e l'abbiamo letta insieme.
 
Nei giorni successivi, siamo ritornati sull'esperienza proprio partendo da queste immagini e l'abbiamo ricostruita sul quaderno.
 

Ma la vera conclusione del lavoro l'abbiamo affidata alla visione del film Wonder che ha aperto la nostra mattinata di mercoledì.
Un film bellissimo che ci ha emozionato tanto e tanto ci ha fatto riflettere.
 
 
"Se dovete scegliere tra essere giusti
ed essere gentili, siate gentili"
 
Grazie, Chiara, per questo percorso così speciale. Viverlo è stato coinvolgente; tornarci per ripercorrerlo ci ha fatto riflettere ancora e ci ha fatto capire quanto sia importante imparare a "sentire con il cuore dell'altro", partendo sempre dal rispetto.