domenica 31 marzo 2019

Primi piccoli compiti autentici


Mercoledì mattina è stato uno di quei giorni in cui sono andata a scuola pensando: "Oggi mi diverto!". Non sono giorni rari, lo ammetto, mi piace la didattica che provoca. Perciò, quando so che sto portando con me un'attività che ne ha tutte le caratteristiche, non vedo l'ora di poter osservare ciò che succede.
So di averlo detto tante volte, ma se c'è una cosa che mi piace molto del mio mestiere è proprio quella di non pormi limiti in anticipo e di pensare ogni attività in modo da stimolare al massimo l'intelligenza dei bambini.
Sia chiaro, provocare vuol dire mettere in difficoltà creando le condizioni perché i bambini possano trovare la strada, perdere l'equilibrio per trovarne uno nuovo. Nel mio caso, la scelta è quella di non proporre certe attività in solitudine. Lo spaesamento che blocca non serve. Cerco quello che mette in movimento.
In ogni caso... mercoledì portavo in classe un'attività che mi veniva da un'occasione troppo ghiotta. Ad aprile abbiamo in programma tre uscite didattiche: due a teatro e una al museo.
Nonostante le tante situazioni problematiche di diverso tipo che entrano in classe ogni giorno, non avevo ancora proposto il problema in modo "formale", così mi è sembrata l'occasione migliore per farlo. Un'ottima "anticipazione" per le future attività, coerente con la mia scelta di muovermi dentro percorsi di senso.
Così, una volta in classe, chiuse più velocemente le attività che aprono la giornata (programma e routine), ho organizzato i bambini in coppie e ho proposto loro un testo sulle nostre uscite che informava sul che cosa, il quando, il dove e i costi, invitandoli a comprendere quale fosse la quota che ognuno di loro doveva portare per poter partecipare a tutte le uscite.
Durante il mese di aprile, svolgeremo tre uscite didattiche: due al teatro di Bacu Abis (il 5 e l’8 aprile) e una al Museo di Carbonia (il 10 aprile).
Al teatro vedremo due spettacoli: Iqbal e L’atlante della città.
Al museo parteciperemo al laboratorio “Amici dinosauri”.
Per partecipare ad ogni spettacolo teatrale sono necessari 4 € per l’autobus e 5 € per il biglietto, mentre per il museo occorrerà pagare solo il biglietto di ingresso di 6 € perché lo scuolabus è gratuito.
Quanti euro dovrà portare ogni bambino per partecipare a tutte le uscite?
Va precisato che ho proposto lettura e comprensione "al buio", ossia senza anticipare niente sui contenuti del documento che proponevo. Pertanto i bambini si sono trovati davanti a un testo da leggere in stampa minuscola, il cui riconoscimento abbiamo completato circa due settimane fa, in cui dovevano rilevare: l'argomento trattato, il dettaglio dei contenuti riportati, la richiesta. Potevano anche, ma non era detto, perché non lo avevo esplicitato, provare a cercare una risposta.
L'aspetto interessante è stato che, nonostante la richiesta "alta" per bambini di 6 anni, questi hanno letto e compreso nei minimi particolari e diverse coppie hanno offerto anche la risposta, pur trascurando la necessità di ripetere due volte i costi relativi all'uscita al teatro (autobus pubblico e biglietto). Una coppia, addirittura, ha cerchiato diverse informazioni, tant'è che ho chiesto loro che mi spiegassero che cosa li aveva guidati a cerchiare e sottolineare alcuni contenuti. Devo dire che non hanno saputo spiegare il perché ma, di fatto, avevano evidenziato tutte le informazioni importanti riportate nel testo: dove saremmo andati, quando, quali erano i costi...
Conclusa la prima fase, ho fatto alcune domande per accertarmi della comprensione (che, grazie all'interesse suscitato dai contenuti, è risultata assolutamente sopra ogni aspettativa) e abbiamo proceduto a una rilettura comune. A quel punto ho chiesto ai bambini - non tutti lo avevano già fatto - di provare a fornire una risposta alla domanda espressa dal testo.
Quando hanno terminato, ho riportato sulla LIM le diverse risposte. Solo alla fine, rilevato che nessuna coppia aveva calcolato due volte le spese per l'uscita al teatro, ho segnalato che dai conti fatti mancava qualcosa e ho atteso che riflettessero ripercorrendo con loro le uscite previste. È stato così che due bambini hanno colto e hanno fatto il nuovo conto sommando due volte i due importi previsti per l'uscita al teatro (bus e biglietto).
Completata questa fase, prima di registrare sul quaderno il lavoro svolto, ho detto ai bambini che si trattava di un problema matematico e mi sono trattenuta a chiedere loro se sapessero che cosa fosse un problema. Ci siamo così soffermati su tutte le tipologie di problemi che incontriamo nella vita quotidiana, diversi poco matematici ma molto curiosi e divertenti.
Subito dopo ho spiegato perché questo fosse da considerarsi un "problema matematico" e ho invitato i bambini a evidenziare ciò di cui si erano avvalsi per offrire la risposta. Perciò ci siamo fermati sulle informazioni utili (dati) che abbiamo distinto da altre riportate (come le date) ma non utili per rispondere alle domande. Abbiamo così evidenziato sul testo dati e domande e siamo passati alla scrittura sul quaderno riportando, in modo essenziale, i dati, l'operazione (così come i bambini l'avevano proposta) e la risposta. 
Per concludere, abbiamo ripercorso tutto il lavoro svolto, e ho invitato i bambini a condividere con la classe il modo in cui avevano ragionato.
Il giorno dopo, le attività sulle uscite sono riprese lavorando su un excel per registrare le autorizzazioni (trasmesse alle famiglie il giorno precedente, a fine mattinata) e le quote pervenute, così da ragionare sull'organizzazione delle informazioni in tabella (righe, colonne, celle) e osservare i tanti modi per formare i 24 €.
Primi piccoli compiti autentici.

sabato 23 marzo 2019

Breve riflessione sulle strategie di insegnamento

Condivido due minuti di video, proprio due, che ho estrapolato da un intervento di Daniela Lucangeli sull'intelligenza numerica. È lo straordinario esempio dell'insegnamento del nuoto che invita a riflettere sul fatto che le più diffuse strategie di insegnamento tendono a rendere plastico il dominio verbale anche quando dovremmo essere impegnati a modellare altre funzioni cerebrali.
Una vera e propria provocazione che, a mio avviso, si presta benissimo anche per riflettere sui compiti autentici, se li pensiamo come traguardi, così come spesso li immagina la scuola


All'intervento completo, già presente sul blog: https://youtu.be/Il4zpiGLxq0

"Provocazioni alte"

Questa mattina, ad occupare la parte centrale della nostra attività è stato il documento degli impegni in preparazione della Fiera del libro, che ho voluto tradurre in una consegna volta alla lettura e comprensione del testo, da svolgere in piccoli gruppi.

Un documento lungo e articolato, proposto senza anticipazione alcuna, ma completamente ancorato ai vissuti dei bambini.

A facilitare lettura e comprensione, un'organizzazione dello scritto in tante brevi sezioni, aperte da sottotitoli e preventivamente isolate con colori diversi.

"Provocazioni alte" che offrono osservazioni davvero molto interessanti e rinforzano la convinzione che tutto ciò che gravita nella vita di classe può diventare strumento di apprendimento. Basta fidarsi e valorizzare il fare insieme  che rende tutto possibile.




venerdì 22 marzo 2019

Verso la Fiera del libro di Iglesias: "Letture per dire le cose da dire"


Questa mattina abbiamo completato il lavoro preparatorio con i libri che i bambini porteranno alla Fiera del Libro di Iglesias "Quid Est Veritas?" con un'iniziativa che abbiamo battezzato "Letture per dire le cose da dire". Questa consisterà nell'accogliere gli ospiti della Fiera nel centro storico di Iglesias (Piazza Lamarmora), dove allestiremo cinque spazi di lettura e approfondimento animato organizzati attorno a sette libri:


Il Ghiribizzo di Bruno Tognolini e Giulia Orecchia, ed. Giunti

Mattia è un bambino vivace, dallo sguardo vispo e i capelli arruffati. Lui corre, salta e ne combina di tutti i colori, ma non tutti apprezzano la sua inesauribile energia e la mamma non fa che sgridarlo: "Che non ti venga il ghiribizzo...". E a un certo punto il ghiribizzo si stanca dei rimproveri e se ne va, seguito da tutti i ghiribizzi della città. Ma con loro se ne vanno anche il colore, l'allegria, gli imprevisti e le risate. Sarà la mamma di Mattia a trovare una soluzione...


Orecchie di farfalla di Luisa Aguilar e A. Neves, ed. Kalandraka Italia

Avere le orecchie a sventola, il capello ribelle, essere alti o bassi, magri o grassocci... Ogni particolarità, per quanto minima, può diventare fra bambini motivo di scherno. Così succede a Mara che, per affermare la propria identità, impara a cogliere il lato positivo in ciò che gli altri considerano motivo di beffa..


Il sogno di Rossociliegia di Shirin Y. Bridges, S. Blackall, ed. MottaJunior

Se cammini lungo una certa strada in una certa città della Cina, dopo avere oltrepassato la bancarella degli animali, con gli uccellini gialli e verdi, i pesci rossi e le tartarughe d'acqua dolce, incontrerai una bambina di nome Rossociliegia. Il suo sogno é poter andare all'università proprio come i suoi fratelli. Potrà questo privilegio essere concesso anche alla piccola Rossociliegia?


 

Tobia è geloso di Silvia Serreli, ed Mondadori

A Tobia piace andare a scuola e la maestra Laura è la sua preferita. Ma oggi lei non ha attenzioni che per il suo amico Tommy e Tobia sente la gelosia appiccicarsi addosso come i tentacoli di una piovra gialla...




Viva la danza! di Didier Lévy, Magali Le Huche, ed.

I genitori di Ettore, ragazzino super vivace, decidono di iscriverlo a un corso di danza classica e... Colpo di fulmine! Da quel momento Ettore fa tutto ballando: va a scuola ballando, riordina la camera ballando, si lava i denti ballando... basta! Il papà decide di intervenire, ma il nostro piccolo appassionato danzatore si rifiuta di smettere! Prende una bella rincorsa e in uno slancio incredibile si alza 4 metri da terra e continua a ballare lassù. Impossibile farlo scendere! Ma attenzione la leggerezza è contagiosa...


 

Piccolo blu e piccolo giallo di Leo Lionni, Babalibri

Piccolo blu e piccolo giallo adorano giocare insieme. Ma quando si abbracciano diventano tutti verdi...



 

Il pappagallo francese di Lia Levi, Il battello a vapore

Riki non vuole un cane o un gatto, come tutti i bambini, ma un pappagallo che sa parlare. Franci, però, se ne sta sempre zitto e Riki non capisce perché. Poi un giorno il suo amico comincia a ripetere una parola che Riki non conosce: libertà... cosa vorrà dire?




I temi sul piatto: la vivacità dei bambini; prime forme di bullismo; i diritti delle donne; la gelosia e altre emozioni; libere passioni; l'amicizia; la libertà.

Questa mattina, dopo aver lasciato che i bambini si confrontassero per individuare quale libro fare proprio per la presentazione, abbiamo condiviso gli impegni e ci siamo dedicati alle prime simulazioni.

Ora... via al lavoro di squadra, aprendo alle "consegne aperte" in collaborazione con le famiglie.

I bambini sono molto piccoli, non tutti hanno le stesse sicurezze, ma sappiamo che la motivazione è il motore di tutto, perciò... con semplicità, siamo sicuri che sarà per tutti una bellissima esperienza.

A questo punto non ci resta che augurarci buon lavoro, ringraziando gli amici di ArgoNautilus, organizzatori della Fiera del libro di Iglesias, per la bella opportunità.

mercoledì 20 marzo 2019

Sciopero globale per il clima

Questa mattina, con la Filastrocca del bambino futuro di Bruno Tognolini, abbiamo completato il percorso sul Global Strike for future di cui ci siamo occupati sabato scorso.
Sono un bambino, sono il tuo dono
Prima non c’ero e adesso ci sono
Sono il domani, dalle tue mani
Devi difendermi con le tue mani
Sono il futuro, sono arrivato
E sono qui perché tu mi hai chiamato
Come sarà l’orizzonte che tracci
Dipende da come mi abbracci.
Bruno Tognolini
È stato uno di quei lavori, il nostro, che, visto che siamo in prima elementare, sarebbe sembrato azzardato ai più, ma che si è rivelato estremamente interessante proprio perché ha valorizzato semplicemente quello che i bambini avevano, in modo più o meno consapevole, appreso nell'extrascuola.

L'attività è iniziata al buio, con la proiezione, senza anticipare niente e senza traduzione, del discorso che Greta Thunberg, l'attivista svedese che sta risvegliando la sensibilità ambientalista dei giovani di tutto il mondo, ha pronunciato a Katowice, in Polonia, in occasione della Conferenza sul Clima nel dicembre del 2018. 

Terminata la proiezione, è stato sufficiente ascoltare gli interventi spontanei dei bambini accogliendoli con un brainstorming, per poi riprenderli e fermarli.

È emerso che alcuni bambini conoscevano Greta (l'avevano vista al telegiornale o gli era stata mostrata sullo smartphone dalle famiglie), sapevano che ha 16 anni, che non è italiana e che vuole salvare la terra
Un bambino ha anche raccontato che, parlando di Greta, gli sono state mostrate delle immagini del mare inquinato dalla plastica; mentre un altro ci ha informato che il giorno precedente (il venerdì) era mancato da scuola proprio per partecipare allo sciopero in un giardino di Iglesias (manifestazione tenuta alla Chiesa di San Salvatore).

Partendo da queste prime informazioni raccolte in classe, ho chiarito chi è Greta e ho invitato i bambini a individuare sulla carta dell'Europa il suo Stato di appartenenza, dopo aver dato loro degli indizi sulla posizione geografica. La risposta è arrivata presto: in Svezia!

Subito dopo ho messo sul piatto una domanda: "Da chi - Greta - vuole salvare il pianeta?"
Dopo vari interventi, che ho sollecitato con domande provocatorie, è emerso che Greta vuole salvare il Pianeta dall'inquinamento (termine portato dentro dai bambini stessi) di noi uomini.

Quindi, ci siamo fermati sul perché stessimo parlando di quel fatto proprio sabato 16: venerdì 15 marzo 2019 (quel giorno io ero assente per un controllo medico) era la Giornata dello Sciopero Mondiale per il Futuro. Si trattava di una giornata di sciopero per i giovani, proposta proprio da Greta che tutti i venerdì, con altri ragazzi, si presenta di fronte al Parlamento svedese per chiedere ai potenti della Terra di intervenire in modo da non bruciare il futuro delle nuove generazioni.

Da qui sono nati nuovi approfondimenti:
- che cosa significa inquinamento;
- i diversi tipi di inquinamento: inquinamento dell'acqua, della terra, dell'aria;
- come si inquina;
- cosa può fare ognuno di noi per ridurre l'inquinamento.

A questo punto, ci siamo fermati soprattutto sull'inquinamento dell'aria che provoca l'aumento delle temperature e i cambiamenti climatici, per poi parlare di qualche prima conseguenza.  Prima però è stato necessario trattenersi su che cosa significhi clima.
Abbiamo quindi riflettuto sul fatto che Greta si è rivolta ai potenti perché non chiede solo azioni piccole - quelle che può fare ognuno di noi - ma anche azioni grandi: cambiare le leggi.

Terminata questa fase, ho riproposto la visione del filmato, avendo cura di accompagnare la visione leggendo ai bambini i sottotitoli in italiano.

Al termine del discorso di Greta, certamente complesso, ho chiesto ai bambini che cosa avessero compreso e, senza fare ulteriori domande, mi sono limitata ad accogliere ciò che erano riusciti a trattenere.
È emersa la preoccupazione di Greta per il futuro dei giovani e la sua richiesta rivolta ai grandi: tirare il freno a mano.

Dopo aver discusso sul significato di quest'ultima, abbiamo fermato l'attività sul quaderno e l'abbiamo illustrata.

Per concludere, ho condiviso con i bambini la richiesta di Greta: "Comportarci come se la nostra casa fosse in fiamme."
La nostra casa è in fiamme [...]
Voglio che tu agisca
come faresti in una crisi.
Voglio che tu agisca come
se la nostra casa fosse in
fiamme. Perché è così.
Greta Thunberg
Questa mattina, prima di leggere e riflettere sulla filastrocca di Bruno Tognolini, che ho proposto proprio per ragionare sul dovere dei grandi di garantire un futuro di qualità alle nuove generazioni, abbiamo recuperato quanto scoperto sabato ed è stato un piacere rilevare che le cose più importanti sono rimaste tutte.
È sempre questa convinzione a guidare le proposte alte. Unita al desiderio di valorizzare gli apprendimenti informali e di fidarsi sempre dell'intelligenza dei bambini.





mercoledì 13 marzo 2019

Imparare dai bambini, contare sui bambini

Ci sono parole sulle quali fa bene tornare, specie quando la convinzione dominante è sempre la stessa: la scuola che non ingozza non "prepara".
E invece ci sono scelte che hanno radici profonde e che sono sostenute dai nostri più importanti documenti di riferimento - primo fra tutti le Indicazioni nazionali - e dagli studi sul funzionamento dell'apprendimento.

Daniela Lucangeli: "Imparare dai bambini, contare sui bambini"

Sul come funzionano l'apprendere, l'apprendere ad apprendere e sul ruolo delle emozioni nell'apprendimento.

[...] Il potere creativo del cervello non sta nel portar dentro, perché quella è assimilazione; non sta nel portar fuori, perché quello è prodotto già determinato e creato, ma sta nel meccanismo fondamentale che è il da dentro a dentro. Il da dentro a dentro, dice Fischer, neurofisiologo di Harvard, rappresenta la capacità dei nostri neuroni di prendere quello che sai tu, collegarlo a quello che sono io - non so, ma sono io - selezionare le informazioni, buttare quelle non pertinenti e ricollegare in nuovo sapere che non è più quello che è entrato, ma è qualcosa di completamente arricchito di me che si riprodurrà entrando nel circolo. È l'intelligenza sociale, in cui nessuno di noi è intelligente senza l'altro. E l'intelligenza sociale è questo flusso che non è intelligenza, ma intelligere: cioè porto dentro, trasformo e ricostruisco, arricchito di me. Se la scuola adopera un modello in cui io ti insegno, tu apprendi, io verifico che ti insegno, che apprendi che verifico... noi rendiamo plastiche solo le funzioni che riguardano il da fuori a dentro, cioè l'apprendimento passivo a breve termine. Il cervello impara ad imparare l'apprendimento passivo a breve termine, che è quello dell'ingozzamento delle anatre. Siccome il cervello non è stato creato, pensato, disegnato per l'ingozzamento, è intelligente e sputa fuori in breve tempo perché altrimenti non si libera per tutto lo spazio necessario agli apprendimenti successivi.
L'eccesso di carico di quantità e di qualità. Quando il sistema è completamente ingozzato - pensate a quando ci danno da mangiare - cosa produce? Disregolazione dell'organismo, obesità, mancanza di salute. Così fa il cervello. Il cervello più tu lo ingozzi, meno riesce ad entrare nel dentro a dentro, e l'intelligenza è la potenza di modifica, non di prestazione identica, altrimenti il pensiero si ferma. Più voi lo ingozzate di informazioni, date carico di esercizio per la stabilizzazione delle prestazioni e delle procedure, meno ha risorse bioenergetiche per la trasformazione intelligente. Quindi il carico va scelto per la qualità e la quantità adeguata a stabilizzare ciò che è appreso con voi. Tutti i compiti per casa che sostituiscono l'insegnante sono un danno etico ai cervelli altrui.
[...]

Al video dell'intervento (Terzo convegno internazionale Flipnet, Roma 24 febbraio 2017, "Imparare ad imparare - Equipaggiati per il futuro").

Ne consiglio vivamente la visione a tutti i genitori. Trenta minuti spesi bene.

lunedì 11 marzo 2019

Valutare per dare valore: conferma iscrizioni entro il 31 marzo 2019

Con piacere vi comunico che, viste le numerose adesioni ricevute con le pre-iscrizioni, volte a verificare l'adeguatezza delle sedi territoriali individuate, l'incontro "Valutare per dare valore. Esperienze di scuole senza voti in dialogo." è confermato in entrambe le località previste: Iglesias e Villacidro.
Da oggi - 11 marzo 2019 - è possibile procedere alla conferma dell'iscrizione tramite form: https://goo.gl/forms/xr3pRlzEjjEpU8YE3 e Piattaforma Sofia: ID2885
All'interno del form sono previste anche le indicazioni per il pagamento della quota prevista che potrà essere versata con bonus (utilizzando la Piattaforma Sofia) o con bonifico bancario. 
SCADENZA: 31 MARZO 2019.


domenica 10 marzo 2019

Il nostro saluto a maestra Francesca


Mercoledì 6 marzo, al rientro dal ponte di martedì grasso, ho dovuto dare ai bambini una notizia che sapevo che per loro sarebbe stata difficile da accettare: maestra Francesca, la collega di arte e immagine, scienze e musica, con noi dal mese di ottobre, ha dovuto lasciarci per una nuova supplenza. 
I bambini sapevano che maestra Francesca non sarebbe stata con noi per tutto l'anno, ma fare i conti con i distacchi è sempre tanto difficile, ancora di più quando sono nati legami importanti, come è avvenuto tra i bambini e maestra Francesca.

Così, ho pensato che la cosa più bella fosse lavorare con loro sul bene costruito, invitando ognuno a scriverle un messaggio e a fare un disegno per poi leggerli per lei in un semplice video da donarle.
Giovedì i bambini hanno scritto i messaggi, oggi abbiamo letto e filmato.

I bambini ci hanno messo tutto il loro amore, speriamo che raggiunga maestra Francesca con la stessa intensità e che possa accompagnarla nelle sue nuove esperienze di oggi e di domani.

Un abbraccio, maestra Francesca, ti auguriamo tutto il bene possibile!

sabato 9 marzo 2019

Fare i conti con la bellezza

A volte rientro da scuola e non riesco proprio a trattenere la bellezza che ho potuto vivere, tanto da invadere la tavola con i miei discorsi, per poi correre subito al pc a cercare di posarla, nonostante sappia bene che non esistono parole capaci di restituire quanto ho potuto osservare direttamente.
Poi ci sono le altre, quelle in cui a raccontare neanche ci provo, custodisco dentro, rinuncio. So bene che non avrebbe senso. Bisognava esserci e basta.
Sono i giorni in cui vorrei che in classe ci fossero le telecamere, ma con ben altri fini da quelli che guidano questa proposta. Vorrei che fossero lì a filmare l'ordinario, che tale non è mai, per poter tornare su certi momenti senza dover interrompere quello che si sta vivendo, nell'inutile tentativo di fermarlo.
Come oggi.

Ora rosa. La prima. Con la storia di Rossociliegia siamo tornati a ieri, alla Giornata della donna. Così ci siamo ritrovate con bambini di 6 anni a ragionare ancora di parità di genere, sulle diverse opportunità di ieri e di oggi; a riflettere sui ruoli, a condividere ciò che osservano in famiglia e ad ascoltare le loro riflessioni alte: "Secondo me è giusta la parità di genere perché il diritto è collegato al dovere. Se qualcuno ha tutti i doveri però non ha i diritti, secondo me non è giusto. Non è bello."

E poi ora gialla. Momento dedicato alla ricostruzione dei numeri e al calcolo, di cui ho detto nei giorni scorsi. Osserviamo gli sguardi dei bambini durante i silenzi irreali che seguono le mie proposte sempre un po' più alte. Quei silenzi che mostrano il pensiero al lavoro (chi dice che non lo si possa vedere?) fino a trovare le soluzioni. E quando arrivano, siamo dentro al momento più interessante: li ascoltiamo condividere i loro ragionamenti - tutti diversi. Li vediamo mettere sul piatto, in modo del tutto naturale, proprio quelle proprietà che la scuola, normalmente, propone con spiegazione ed esercizi che portano all'apprendimento per ripetizione, dimenticando che sarebbe così semplice partire dai nostri bambini, aiutandoli a riflettere metacognitivamente sul loro modo intuitivo di semplificare.

Non lo so, strana sono strana, certo molto appassionata, ma in giornate come questa non riesco a smontare. Rimango lì a riflettere per un tempo infinito. 
A confortarmi solo il fatto che non fossi sola, che fosse con me una delle tirocinanti che condivide il nostro percorso da qualche tempo. Impossibile non avere qualcuno con cui scambiare uno sguardo silenzioso, in cui riconoscere la forza delle stesse emozioni, la stessa difficoltà di trattenersi davanti a tanta meraviglia.

Una lettura per la Giornata della donna


A me piace sempre, in giorni come quelli di ieri, lasciare che a parlare sia una lettura. Con i nostri bambini è stata Il sogno di Rossociliegia, che avvicina con squisita delicatezza a conoscere il lungo e difficile cammino della donna per la conquista dei propri diritti.
Poi ci saranno tutti gli altri anni in cui apriremo le nostre porte alla storia di tante donne. Saranno le nostre stesse bambine ad essere invitate a portarle tra noi.
Per il resto, l'uguaglianza nei diritti e la costruzione di un rispetto profondo, sono in classe con noi ogni giorno. E non possono che essere per tutti.

giovedì 7 marzo 2019

Che numero è?

 

Nella mia ex quinta, ma anche in tutte le classi precedenti, era prassi che a inizio mattinata, con i quaderni ancora ben chiusi, proponessi attività come quella riportata sopra. Non come proposta individuale, sia ben chiaro. Almeno non inizialmente. Io scrivevo i numeri con le marche sulla LIM e invitavo i bambini a combinarli tutti insieme per individuare quale numero fosse rappresentato, per poi attendere i loro ragionamenti e le loro alzate di mano. Il livello di difficoltà era calibrato sui contenuti affrontati, ma mi divertivo sempre a sfidare gli alunni al massimo. 
Inizialmente era una proposta nata esclusivamente per rinforzare il valore posizionale delle cifre, superando la logica degli esercizi dei libri di testo che, di norma, propongono una ricomposizione dei numeri che non rende necessario alcun ragionamento e finisce per essere automatica. Poi è diventato un esercizio in cui giocavo ad integrare calcoli e cambi sollevando sempre il tiro un po' di più, fino a che proposte come quella sopra rappresentata sono diventate ordinarie, rivelandosi molto utili anche per le equivalenze.


La cosa che mi è sempre piaciuta molto, e che nel corso degli anni ha rinforzato questa mia pratica, è vedere i bambini accettare la sfida, osservare gli sguardi concentratissimi in un silenzio assoluto mentre seguono i loro ragionamenti, fare tentativi, sbagliare, fino a riuscire. 
Inizialmente la maggior parte delle risposte che arrivano sono errate, ma questo non mi ha mai fatto desistere. Io mi fido molto della loro intelligenza. Ciò che è importante è accoglierle con il solo invito a riflettere ancora. Poi le risposte cominciano ad arrivare, sempre ben prima di quanto non ci si aspetti. Uno intuisce, gli altri lo ascoltano condividere il proprio ragionamento... e la contaminazione parte. 
La meraviglia è che l'esposizione costante a questo tipo di stimoli finisce per acchiappare l'intera classe. Così, nel giro di poco tempo, a intuire la risposta corretta diventano quattro, sei, otto... tutti.  Chiaramente non tutti riescono a gestire lo stesso livello di complessità, ma raggiungono comunque un'ottima capacità di ricomposizione del numero, dando risposte superiori a qualunque aspettativa. 
Certamente è mia cura alternare richieste molto alte, che mettono in difficoltà anche a me che le propongo (ne sanno qualcosa le mie colleghe che si sono divertite tante volte con me, senza riuscire mai a competere con i tempi dei bambini...), con richieste dello stesso tipo ma più semplici, evitando per esempio di inserire cambi, o facendo in modo di inserirne soltanto uno o due in cifre distanti tra loro. 
Questa è una delle attività che cammina insieme ad un'altra, anche questa proposta con regolarità: "Tanti modi per formare il numero....".


Ciò che è importante dire è che queste attività si basano sulla ricorsività, tant'è che le propongo sin dalla prima elementare, variando il livello della complessità e sollevando la provocazione - i bambini la vivono proprio così, ed è questo che crea in loro tanta motivazione - ogni volta che l'attività si fa di facile intuizione. E sono proposte come quest'ultima che - proprio come quest'anno - precedono l'introduzione formale delle operazioni (penso al "monta e smonta la data" che propongo già dai primi mesi della prima elementare) in modo del tutto naturale e andando ben oltre i numeri con i quali di solito li si fa operare in prima elementare (di norma entro il 20).

Questa mattina - ed è il motivo per cui oggi sono qui a parlarne - ho introdotto l'attività "Che numero è?" con i nuovi alunni, che andrà ad affiancarsi alle altre proposte di calcolo che caratterizzano il nostro inizio mattinata.

Ecco come ho aperto. Nel modo più tradizionale possibile:


Ho atteso le risposte e ho ripetuto la domanda, variando i numeri, fino ad assicurarmi che i bambini ricomponessero il numero, non accorpando semplicemente le cifre, ma dando ad ognuna il valore per poi metterle insieme.
Subito dopo, ho sollevato il tiro. La proposta sembra banale, ma ricordiamoci che stiamo parlando di bambini di prima elementare che solo di recente hanno fatto proprio il concetto di raggruppamento.


Inizialmente le risposte potete immaginarle: "57" per tutti coloro che sono intervenuti, fino a che, osservando con più attenzione, qualcuno  ha intuito. E allora da lì, proprio come mi aspettavo, ecco che il numero dei bambini che si illumina cresce: prima due, poi quattro, otto... 
A quel punto ho sollevato il tiro ancora. Ecco la nuova proposta:


Questa per i bambini è stata una provocazione alta. Anche quelli di solito più vivaci sono entrati in crisi (meraviglia!) e io ho atteso osservando i loro sguardi, fino a che ho visto le mani entrare in gioco: hanno iniziato a contare. E sono arrivate le prime risposte che, pur attestando la comprensione, esprimevano confusione nel calcolo (troppe cose su cui concentrarsi), ma poi... ecco arrivare la prima risposta esatta. Così non potevo che continuare. Dopo una serie di proposte di questo tipo, le risposte corrette sono aumentate. In quel momento mi sono fermata. 
Il lavoro - ed è per questo che ho iniziato a raccontarvi dalla quinta - proseguirà per più mattine la settimana, nei cinque anni, con un livello di complessità crescente. Una ventina di minuti diventano presto sufficienti per entrambe le attività, a cui andranno ad aggiungersene altre come i problemi estrapolati dai vissuti, i calcoli con i soldi portati per il salvadanaio di classe, qualche nuova occasione troppo ghiotta per non valorizzarla come anticipazione cognitiva.
Ciò che varia nel tempo è che alle proposte collettive, gestite a classe intera - utilissime per esporre tutti e facilitare la comprensione grazie alla condivisione dei ragionamenti - si iniziano ad alternarne altre rivolte a piccoli gruppi o da gestire individualmente, consegnando dei piccoli post-it che poi vengono verificati tutti insieme. 

Ciò che oggi mi ha fatto molto piacere - e ora chiudo - è stato che proprio mentre ragionavo su questo e sul valore della provocazione, oltreché della ricorsività, convinta del fatto che includere tutti non significhi allineare verso il basso, ho trovato su facebook (i social hanno anche degli aspetti positivi!) questo articolo:
che mi ha fatto proprio bene leggere.
Che dire? È meraviglioso insegnare osservando le risposte dei bambini; ragionare sulle proposte con sguardo lungo, dando spazio a ciò che sappiamo che gli sarà utile nel tempo; ed è emozionante divertirsi con le loro teste.  

Prima di chiudere: per chi non fosse riuscito a rispondere correttamente alle prime due domande: "Che numero è?" e "Quanti dl?", ecco le risposte: 76949,73 - 965,83 dl

Le immagini sopra riportate sono ricostruite a casa. Non avevo a disposizione foto della LIM della quinta elementare, ma rispecchiano completamente la tipologia delle proposte. Lo sanno bene i miei ex alunni e i loro genitori che leggeranno. Durante Aula aperta, li osservavano nella loro ricostruzione dei numeri senza riuscire a venirne a capo...

Le uniche foto di cui dispongo sono queste e sono di questi giorni in prima elementare:

Attività di questa mattina, proposta in forma collettiva sulla LIM

Trascrizione sul quaderno dell'attività svolta in piccoli gruppi

martedì 5 marzo 2019

Ho paura di perdere il segno!

Cose che succedono quando più di ogni cosa desideravi che si innamorassero della lettura...

È arrivato il momento di mettere a disposizione i vostri talenti!

Così come anticipato durante gli incontri assembleari, eccomi a mettere a disposizione dei familiari degli alunni, degli ex alunni e degli "amici della classe" il form per raccogliere i talenti (ciò che ci piace fare e che pensiamo di saper fare bene) che si è disponibili a mettere a disposizione della classe. I talenti potranno essere registrati entro il 20 marzo 2019 ma potranno essere integrati nei successivi anni scolastici.
Grazie per la collaborazione che vorrete offrirci!

domenica 3 marzo 2019

Immagini dal Carnevale


Con grande piacere, condividiamo qualche scatto dalla nostra mattinata interamente dedicata al Carnevale. Buona visione!

Alla cartella

venerdì 1 marzo 2019

Ponte di martedì grasso

Si ricorda che lunedì 4 e martedì 5 marzo le lezioni saranno interrotte per il ponte di martedì grasso, stabilito dal Consiglio di Istituto. Le attività riprenderanno regolarmente mercoledì 6 marzo 2019.