giovedì 31 marzo 2016

Cosa tutto c'è dentro una mattina di scuola


Oggi sono tornata a casa avvolta dai colori e dal profumo dei fiori, con tanti biglietti carichi di bene, molte fotografie e la consapevolezza che era stata una mattina meravigliosa.
Già mentre la vivevo pensavo a quanto sarebbe stato bello rendervi partecipi di ogni momento, eppure a volte le cose che succedono in una mattina scolastica sono talmente tante, e tante le sollecitazioni, che è quasi impossibile snodare il tutto per dare una forma lineare, così da poter condividere con chi non era presente.
Qualche collega sorriderà, ma io, in giorni come questi, ringrazio il registro elettronico e la mia mania di personalizzarmi anche gli strumenti più formali, perché mi piace, devo confessarvelo, all’uscita dei bambini, ritrovarmi in silenzio sulla tastiera per scrivere ciò che abbiamo fatto, o meglio, ciò che è entrato nella nostra mattinata.
Per me è un momento importante, in cui cerco di fermare non solo i contenuti, ma anche ciò che arriva trasversalmente e che prende il suo tempo per rinforzare vecchie conoscenze e aprire ai percorsi futuri.
Basta chiacchiere. Ora ci provo. Inizio a srotolare e a raccontare con ordine. Questa mattina non posso proprio lasciarla andare senza portarla nel nostro blog.

La prima mezz’ora

La prima mezz’ora non era programmata. Io rientravo oggi dalle mie vacanze, ieri avevo preso un recupero orario per sfruttare meglio i vantaggi dei voli, e ad aspettarmi c’erano i festeggiamenti di un compleanno arrivato durante la sospensione delle lezioni.
Ogni bambino aveva in mano un fiore per me; in più c’erano i biglietti, un pacchetto da aprire, i biscotti preparati da Alessia, la mamma di Matteo, con tanto di scritta d’auguri personalizzata in pasta frolla, e una composizione realizzata da Alessandra, la mamma di Davide. Insomma… un fiume di coccole.
Io, che avevo già dimenticato il mio compleanno, sorpresa, ho ringraziato e ho subito fotografato (lo so, sono un incubo, ma come non fermare tanta bellezza), poi, con calma, ho ricevuto il fiore e il bacio da ogni bambino e, con il prezioso aiuto di maestra Stefania, straordinaria complice dei bambini e dei genitori, li ho ricomposti in un bellissimo mazzo utilizzando i nastri di tanti colori lasciati lì per me.
Poi, con tutti i bambini intorno, ho aperto il pacchetto.
Incredibile! “La maestra è un Capitano” di Antonio Ferrara, un libro che mi aveva incuriosito molto e che avevo deciso di comprarmi. Possibile che mi conoscano così bene?


L’ora successiva

Ho finalmente fatto l’appello. Ogni tanto i bambini me lo ricordavano: “Maestra, l’appello!”, ma io ritornavo a distrarmi dietro ai fiori, ai biglietti, al mio pacchetto, alle attività che volevo condividere.
Troppo emozionata per procedere con ordine.
Nonostante avessi deciso di passare subito alla programmazione di aprile per poi dare inizio alla nostra attività di matematica, sono stata richiamata dalle foto del mio viaggio che nel frattempo vedevo caricarsi nella cartella condivisa sul computer di classe.
Come non averci pensato prima? Un’occasione troppo ghiotta per farmela sfuggire.
Così ho aperto la cartella e ho portato i bambini dentro la mia vacanza. Sarei bugiarda se vi dicessi che l’unico obiettivo era proporgli un po’ di geografia e di storia. Sì, queste erano motivazioni valide, certamente le principali, ma per buona parte sono stata guidata anche dal semplice desiderio di portarli un po’ nella mia vita e di avvicinarli ancora un po’ a me. Non ci posso fare niente. Ne sono convinta: più vicini siamo, più costruiamo!
Prima di sfogliare le foto, però, mi sono portata in fondo all’aula e ho preso una bacchetta per rintracciare, nella cartina dell’Europa appesa in alto, la Germania e la sua posizione geografica rispetto all’Italia, e Berlino, rigorosamente dopo essere tornati ancora su che cosa è una Capitale.
Ma la cosa curiosa è che non è sfuggito lo strumento. Sì, sto parlando della bacchetta. Non ridete, eppure è così che va davvero una lezione…

La digressione

Questa parte della nostra attività, non posso che chiamarla così: la digressione.
Lo strumento che ho preso in mano per allungarmi verso la Germania non era una vera bacchetta. Era un metro di quelli che mi sono fatta costruire per presentare il sistema metrico decimale. Così, riguardandola mentre la tenevo in mano, non ho retto alla tentazione di una nuova anticipazione che ci tornerà utile a breve.
Li guardo e via con le domande:
- Bambini, secondo voi, questa è davvero soltanto una bacchetta? Osservatela bene, a che cosa assomiglia?
Dopo diverse osservazioni che potevano anche starci, ecco che viene trovata la vera somiglianza:
- Sembra un BAM!
- Già, vero! A quale pezzo dei BAM la vedete somigliante?
- Al lungo!
- Bene… che relazione c’è secondo voi tra il lungo e questa bacchetta?
Qui li ho accompagnati: - Qual è il pezzo più piccolo dei bam, quanti corti in un lungo, quanti lunghi in questa bacchetta di legno?
Ed eccoli puntuali: - Dieci!
E Chiara aggiunge, sorridendo: - É il lungone!
Senza saperlo, introduce un termine a cui non avevo pensato, ma che va proprio bene al caso nostro.
- Meraviglioso! – dico io - Che nome azzeccato: - Abbiamo il lungone!
- Ma che cosa è dunque il lungone? – incalzo.
Ed ecco Daniele che interviene proprio mentre un gruppo intero intuisce: - È il metro!
- Ah - dico io - il metro! Quindi in un metro quanti corti abbiamo e quanti lunghi?
Le risposte arrivano naturali.
Io dico loro che nell’armadio ne ho dieci di queste bacchette
- Quindi hai dieci metri, maestra?
- Sì, una decina dei metri. Sulla marca non mi fermo, ma rinforzo: - A che cosa serve il metro?
- A misurare la lunghezza delle cose!
Ma non mi basta. Ormai siamo sulle misure e rilancio.
- E se voglio misurare qualcos’altro: un pacco di zucchero, per esempio, posso usare il metro?
- No, lo zucchero bisogna pesarlo! Ci vuole la bilancia e si misurano i chili!
- E se voglio misurare dell’acqua, posso usare il metro?
- No perché è liquida.
- E che strumento uso?
Qui sullo strumento faticano di più, ma poi arriva Lucilla:
- Un recipiente che abbia le misure!
Ecco, mi fermo.
Lascio che il metro ritorni bacchetta per indicare la Germania, intanto una nuova anticipazione è andata. Tornerà comoda. Basterà riprendere in mano la nostra bacchetta e la porta verso le misure convenzionali sarà subito aperta.

Si torna alle foto


Finita l’esplorazione della cartina, ho aperto le foto (poche foto) e le utilizzo per guidare il mio racconto del viaggio.
La prima foto rappresentava me e mio figlio nel Memoriale dell’Olocausto. Dopo aver chiesto ai bambini che cosa fosse, ho spiegato che si trattava di un monumento molto particolare, realizzato per ricordare lo sterminio degli ebrei in Europa. Ho raccontato come era fatto e la sensazione che si provava girandovi all’interno.
Con le foto successive (Porta di Brandeburgo, Reichstag, duomo…) ho raccontando la mia passeggiata in questa città completamente ricostruita.

 

- Ma perché secondo voi questa città è stata completamente ricostruita?
Nuova domanda che apre.
Ed ecco i bambini riflettere e mettere a disposizione i pezzi del loro puzzle per incastrali insieme e ritornare ai fatti della seconda guerra mondiale, alla quale oggi ho aggiunto nuove informazioni sul dopoguerra: la divisione di Berlino in due parti, una sotto dominio americano, inglese e francese (Repubblica Federale di Germania o Germania Ovest) e una sotto dominio russo (Repubblica Democratica Tedesca o Germania Est) e la nascita del muro, rimasto in piedi fino al 9 novembre 1989, proprio il mese e l’anno della nascita di mio figlio.


Diverse foto ci hanno dunque mostrato ciò che resta del muro di Berlino, in particolare la East Side Gallery, un lungo tratto che è considerato la più lunga galleria d’arte all’aperto al mondo in quanto completamente ricoperto da dipinti murali che rappresentano la gioia per la caduta del muro. A dirla tutta, e lo preciso, alcune opere erano presenti anche prima della caduta del muro, ma solo sul lato Ovest.
 

Per concludere, ho portato i bambini nei musei che ho visitato: Pergamon Museum, dove sono custoditi l’altare di Pergamo (al momento non visibile ai visitatori), la porta del mercato di Mileto e la porta di Ishtar, costruita a Babilonia.


Qui è stato interessante fermarsi con i bambini a riflettere su come il museo di Berlino (come accade in tanti altri casi) custodisca ricchezze così grandi di altri paesi.
Per concludere mi sono fermata sul Museo ebraico, una struttura straordinaria progettata da Daniel Libeskind, che può essere considerata essa stessa un’opera d’arte. A colpire sono soprattutto la rappresentazione del vuoto e le sensazioni a cui è sottoposto il visitatore quando entra in spazi, quali: il Giardino dell’Esilio, la Torre dell’Olocausto e l’installazione Shalechet (foglie cadute). Questa, con i suoi volti scolpiti nelle lastre di metallo hanno colpito i bambini in modo particolare.


Finita la condivisione delle foto, abbiamo riflettuto sul potenziale delle immagini come strumento di supporto alla narrazione e ho invitato anche loro, quando faranno qualche viaggio, a selezionare qualche foto da portare in classe per raccontare, proprio come aveva fatto Miriam.
Quale modo migliore per fare geografia, e non solo?

Seconda digressione

- Maestra come hai fatto ad avere le foto nel computer?
Questa curiosità è stata espressa da Alessandro e da Samuele e, anche in questo caso, non è stato possibile passare dritti.
Evidentemente era arrivato il momento di spiegare meglio il perché, grazie a Dropbox, ho sempre a disposizione sul computer tutti i file che ci occorrono, senza dover portare pennine o quant’altro.
Perciò ho offerto una prima spiegazione su che cosa è un cloud, e sul fatto che questo consente di conservare i documenti e accederci da dovunque ci si trovi e, se lo si desidera, di condividerli con altri.
Spiegazione leggera… sarà necessario tornarci. 

Un aprile fitto fitto

La mezz’ora successiva è stata destinata alla programmazione del mese. Già perché ad attenderci c’è un aprile fitto fitto ed è importante che i bambini siano al corrente di tutto.
Perché non mi sfuggisse niente, ho aperto il calendario sul tablet e ho letto insieme ai bambini per poi appuntare le date alla lavagna fermandomi ad illustrare meglio ogni impegno.
Condividiamo anche con voi:
- 1 aprile: ripresa dei rientri pomeridiani (gruppo A);
- dal 4 al 9 aprile: tirocinanti in classe (studenti del Liceo delle Scienze Umane);
- 8 aprile: laboratorio “Stiamo in capanna” al Museo di Carbonia;
- 15 aprile: presentazione della nostra didattica al Liceo delle Scienze Umane;
- 22 aprile: spettacolo teatrale "Strati di sabbia" (Teatro Electra);
- 25 aprile: partecipazione alla Festa della liberazione (da arricchire con l’esperienza dei Pacifici);
- 29 aprile: uscita didattica a Montessu.
Altri impegni da calendarizzare: sfida genitori/figli con Kahoot; approfondimento su Montessu a cura di Kathy Scalice (dalla banca dei talenti).
E siccome non mancano le attività da svolgere in italiano, matematica, storia, geografia, scienze, arte e immagine, educazione fisica… ci siamo chiariti che “dobbiamo rimboccarci le maniche!”
Voi che dite: “Ce la faranno i nostri eroi?”

Momento matematico

Certo non possiamo chiamarla “lezione”, ma una ventina di minuti prima della ricreazione li abbiamo dedicati a una riflessione matematica.
Infatti noi, per scelta, non avevamo ancora formalizzato le moltiplicazioni per 10, 100, 1000 perché certi apprendimenti ci piace etichettarli quando arrivano da soli.
Oggi, comunque, abbiamo ragionato su queste moltiplicazioni, che ormai abbiamo incontrato tante volte, mettendo in relazione un numero con il suo multiplo. Abbiamo così ricavato la regola e ci siamo esercitati oralmente, sia partendo da un numero e moltiplicandolo per 10, 100, 1000, sia partendo dal multiplo e ricavando il moltiplicando.

I festeggiamenti non sono finiti!

Al momento della ricreazione, è accaduto qualcosa. Contrariamente al solito, vedevo i bambini tergiversare sull’andata in bagno, alcuni bisbigliavano visibilmente tra loro, altri si avvicinavano per dirmi che dovevo aspettare un attimo. Una cosa era certa: non stavano nella pelle; così ho capito che le sorprese non erano finite.
Cosa poteva essere?
Proprio mentre cercavo di comprendere cosa stesse succedendo, ecco che maestra Stefania rientra in classe con una grande e meravigliosa torta con sopra l’immagine della nostra barca e una bellissima scritta: “Auguri al nostro grande e unico capitano”.
Mi torna in mente la strana visita della madre di Stefania intorno alle dieci e trenta… Inevitabilmente il mio pensiero torna alla mia di mamma, a quando era venuta a scuola con le pizzette per tutti noi. Sembra quasi che queste mamme si siano passate il testimone.
Non posso nasconderlo, il pensiero mi ha emozionato e l’ho condiviso a voce alta. I bambini hanno ricordato con me e con me hanno sorriso.
È arrivato il momento di andare in bagno per poi festeggiare con torta e biscotti.
Non ricordo di avere mai avuto un compleanno così lungo. Dal 26 ad oggi non si è ancora fermato.
E mentre mangiamo la torta, i bambini mi chiedono l’età. Qualcuno pensa di saperla, ma io, al solito, non rispondo. Mi avvicino alla lavagna, scrivo 1968, poi 2000 e poi 2016 e invito a calcolare la differenza.
- Quarantotto! – In un attimo il conto è fatto.
Nicola si avvicina e sorridente mi dice: - Non sembri così vecchia maestra!
Non sembro così vecchia... non male.
Bellezza. Ecco. Questi sono i bambini.
Mi volto da Stefania, alla mia sinistra e non posso fare a meno di dirle a voce alta che noi facciamo davvero un lavoro bellissimo.


Gioco all’aperto

Per la ricreazione avevo promesso che avremmo mangiato all’aperto, ma non sapevo ancora che dovesse arrivare la torta.
Ma una promessa è una promessa; perciò, dopo mangiato, siamo andati al Chiostro per mezz’ora di gioco in libertà.
Che fosse tardi, lo sapevamo, e anche che ci aspettavano le scienze, ma è primavera e ormai è un punto fermo: quando abbiamo cinque ore e il clima lo consente, la pausa si fa all’aperto.

È ora di fare scienze

Al rientro dal gioco all’aperto, è ora di fare scienze.
I bambini sono tutti molto entusiasti. È arrivato il giorno da dedicare all’attività per la quale si sono impegnati tanto: inizia l’esposizione dei gruppi.
Ad aprire le danze sono Fabio, Alessia, Maria Elena e Samuele che hanno presentato gli anfibi.
Prima di tutto, abbiamo stabilito gli aspetti che sarebbe stato necessario affrontare e la presentazione ha avuto inizio.
Incredibile. Senza aver portato niente a casa e nonostante sia passato un bel po’ di tempo, la presentazione è arrivata puntuale e con un lessico specifico.
Al termine, i bambini hanno fatto le domande ai compagni per verificare se avessero compreso.
Sulla falsa riga di queste domande, è arrivata una nuova consegna: preparare un gioco-verifica da proporre alla classe con Kahoot. Ogni gruppo preparerà dieci domande e tre possibili risposte, prevedendo tra queste, oltre a quella giusta, anche un distrattore.
I bambini hanno accolto e siamo passati al secondo gruppo.
La parola è passata a Matteo, Daniele e Dennis che ci hanno parlato degli uccelli.
La presentazione si è svolta allo stesso modo, ma esprimendo una sempre maggiore autonomia sia nell’esposizione che nella gestione delle domande ai compagni.
Momenti di lavoro e di valutazione insieme che rinforzano una convinzione: dei bambini bisogna fidarsi!
Quando il secondo gruppo termina, è l’una e un quarto. Impossibile iniziare una nuova presentazione. La mattina è finita e dobbiamo fermarci.
Ma quando mi volto, mi sorprendono le facce tristi.
- Nooooo è già l’una e mezza…
Non ci credo. Non sono stanchi. Vorrebbero continuare. Completare le esposizioni, costruire le domande per i compagni.
E mentre sorrido della loro reazione, Alessandro mi si avvicina e mi chiede: - Ma oggi non è giovedì? Noi abbiamo il rientro!
- No, gli rispondo. Questa settimana spetta al gruppo A. Voi dovete venire giovedì prossimo!
Mi guarda dispiaciuto. A quanto pare, fosse per lui alle tre e mezza avrebbe ricominciato.
La vedo e la riconosco. Si chiama motivazione.
Bello scoprire che veste tutti noi.


















Cosa tutto c'è dentro una mattina di scuola? A volte è difficile anche per noi immaginarlo.
In questa, però, è possibile leggere anche qualcosa di più. Il bene che ormai riusciamo a farci per quello che siamo diventati.
Per questo, e per tutto quello che verrà, grazie bambini e grazie a voi genitori. State costruendo amore e fiducia, e questo si sente. Non può che portare cose belle nel presente e nel tempo che seguirà.

mercoledì 30 marzo 2016

Noi genitori: Accogliere, ascoltare, accompagnare: voce del verbo amare

Solitamente vivo e scrivo.
Questa volta non ci sono riuscita, perché ci sono emozioni che per riuscire a raccontarle hanno bisogno di sostare nel cuore...vanno lasciate riposare.
Ora, nonostante sia passato del tempo, vorrei condurvi per un momento dietro le quinte del seminario “Ascoltando storie differenti", in quell'idea nata da un incontro di esperienze scolastiche diverse, da una richiesta di un genitore e da una completa disponibilità da parte di un'insegnante ad accoglierla e aiutare a realizzarla. Incontri e scambi che hanno restituito la speranza e la fiducia a chi, nel percorrere un cammino tracciato dalla sofferenza, dalla fatica, dall'incomprensione e dalla delusione, non riusciva più ad averne. La speranza di poter ancora trovare nella scuola delle persone, delle insegnanti capaci e disposte ad ascoltare e accogliere una storia differente: quella adottiva.
E non solo. Perchè l'adozione apre una finestra su tante altre forme di accoglienza e per questo può rappresentare uno strumento per ragionare sulle differenze, su tutte le storie differenti, sul come riconoscerle e comprenderle.
Sapete, ho sempre pensato che tutte le storie si intrecciano con le storie, e per avere un senso, per completarsi, le une hanno bisogno delle altre: una non può stare senza l’altra.
Così la scuola e la famiglia, due realtà, due storie che nella reciproca responsabilità educativa verso i bambini adottati e verso tutti quei bambini con un vissuto particolare, con un mondo che va lentamente e attentamente ricomposto e messo in ordine, hanno un senso solo se scritte e realizzate insieme.
L'idea nasce proprio con questa intenzione, dove noi genitori adottivi non vogliamo occupare nella scuola uno spazio speciale, particolare, da protagonisti, ma desideriamo costruire un dialogo e un confronto con una scuola disposta a vivere nella reciprocità e nel rispetto dei ruoli, quella responsabilità educativa che, com’è stato detto al seminario, è la prima relazione amorosa capace di rendere visibili dei bambini che per tanto tempo sono stati invisibili, anche a loro stessi. Una scuola che abbia presente che essere adottati rappresenta una condizione esistenziale che dura tutta la vita, e che in alcuni momenti del percorso scolastico e della crescita possono manifestarsi difficoltà, insicurezze, paure e atteggiamenti che possono essere compresi unicamente alla luce dell'adozione.
L'idea nasce proprio con questa idea che ho sempre avuto della scuola e che il seminario mi ha rimesso davanti.
Una scuola che occupa un posto fondamentale nella vita dei nostri figli adottivi, che assume un ruolo importante nella loro crescita emotiva perché, solo riconoscendoli, amandoli per quello che sono, considerandoli senza negare le loro differenze, senza privarli della specificità della loro storia qualunque essa sia, accettando le loro difficoltà, le loro parti più fragili, aiutandoli a misurarsi, a relazionarsi e riscoprirsi, potrà diventare quel luogo e quello spazio sicuro, capace di dare loro una grande serenità e sicurezza. Una scuola che diventa per loro un meraviglioso viaggio verso l'appartenenza...
Una scuola che prima di valutare o giudicare deve sostenere, attenta a riconoscere prima di tutto chi sta davanti a un compito, a un lavoro, a sentire quali sensazioni e stato d'animo lo accompagna nello svolgerlo, a percepire quali pensieri o preoccupazioni si affollano nella sua mente e nel suo cuore, a capire quali ostacoli potrebbero portare alla rinuncia e alla sconfitta. Una scuola che nel valutare deve considerare e mai dimenticare il punto di partenza di ogni bambino...deve riconoscere i sentimenti fermi nel suo presente, ma ancora tanto radicati nel suo passato, deve comprendere quindi che ogni bambino è il risultato di quello che ha vissuto e che inevitabilmente, tutto questo, determina e traccia il suo percorso di apprendimento. 
Io posso credere nell'esistenza di questa scuola perché ho incontrato un'insegnante che, davanti a una didattica, a un programma da seguire e portare a termine, ha fatto la sua scelta, il suo coraggioso investimento: perdere tempo con le emozioni. Un'insegnante che può insegnare, trasmettere ed educare solo emozionandosi...solo sentendosi parte della storia, del mondo, che ciascun suo bambino porta dentro di sé.
Ecco come quell'insegnante per i bambini portatori di una storia adottiva può davvero diventare tutore di resilienza posizionando il proprio cuore vicino al loro riuscendo a comunicare attraverso quel linguaggio che spesso è fatto di silenzi parlanti che trattengono ciò che è inesprimibile, ciò che stupisce, meraviglia ma anche ferisce e spaventa. E i bambini quel cuore lo sentono proprio tutto, sanno di avere affianco un adulto che vuole camminare con passo delicato e leggero, che ha la certezza che possono imparare solo se la loro sfera emotiva è a posto, se si sentono parte di un tutto, sicuri e amati; un'insegnante che con tenerezza, delicatezza e rispettosa accoglienza sa attendere il momento in cui il bambino decide di parlare di sé, perché in quel raccontarsi prova il grande bisogno e necessità di fare ordine per capire chi è, per riuscire a diventare.
E per farlo decide di fermare il tempo, di sospenderlo, un tempo che non potrà mai essere perso o sprecato quando ci si mette in ascolto, sapendo inoltre che spesso ci possono essere poche risposte certe rispetto a molte domande aperte. Ma questo non la deve disorientare o spaventare, perché dire non so significa rimanere dentro una verità, elemento essenziale per costruire un rapporto unico e di totale fiducia con il suo bambino adottato. Dire non so significa ci sono comunque, sono qui per te, desidero diventare insieme a te, attendere assieme a tevoglio con tutta me stessa prendermi cura di te. E prendersi cura è un atto concreto, un compito impegnativo ma concreto, vero e onesto che il bambino adottato non solo apprezza, ma lo fa sentire riconosciuto, considerato e gratuitamente amato.
Queste sono le storie che si intrecciano e che hanno senso solo se scritte insieme.
Vorrei concludere con un pensiero che mi ha sempre accompagnato nel mio essere genitore adottivo.
Senza differenza non c’è individualità; nella relazione senza accettazione non c’è ferita, non c’è affermazione dell’altro, non c’è amore. Non incontreremo mai due volti assolutamente identici. Ma sapremo riconoscerli e ammirarli. Non importa quale sia la differenza, la caratteristica, che li rende diversi. Tutto diventa relativo se sappiamo riconoscere in ciascun volto incontrato il simbolo della vita. Il bambino adottato sarà sempre un bambino adottato perché nato da un’altra mamma, da un altro padre, con un pezzo di storia a noi sconosciuto e che non abbiamo condiviso. Ma sarà, ed è, un bambino non abbandonato, perché figlio, continuamente generato nell'amore e nell'accoglienza di tutto quello che è e che porta, accompagnato nella sua maturazione, introdotto nel significato delle cose, rispettato nella sua diversità, peculiarità e soprattutto sempre e ovunque nella sua libertà.
Questo è ascoltare storie differenti.
Dove accogliere, ascoltare e accompagnare si possono coniugare alla voce del verbo amare.
Un verbo che mio figlio incontra tutti i giorni quando entra a scuola, nella sua classe.
Un verbo che la sua maestra non solo gli ha insegnato a riconoscere, ma soprattutto a sentire, a coniugare nei giusti tempi e modi…

mercoledì 23 marzo 2016

Momenti della nostra mattinata PTD

Anche oggi è stata una giornata PTD, come oramai le definiamo noi, ossia: "Porta il Tuo Dispositivo". Così, eccoci a condividere le immagini di alcuni momenti delle nostre attività: verifica/rinforzo del verbo essere e attività di calcolo mentale con l'uso di Kahoot.
Adesso il prossimo passaggio sarà quello di spostarci dall'utilizzo alla costruzione; infatti, presto saranno i bambini stessi a costruire i quiz sugli argomenti che stanno approfondendo con le materie di studio per poi proporli ai compagni di classe.
Ma non finisce qui... preparatevi perché prima di quanto possiate immaginare sarete voi genitori a dover accogliere una nostra sfida! :-) Che dite, si può fare?

Alle foto

Vacanze pasquali

Vi ricordo che da domani, giovedì 24 marzo, fino al 29 marzo compreso, le lezioni saranno sospese per le vacanze pasquali.
Auguro a tutti voi dei giorni sereni da trascorrere tra i vostri affetti.
Con sincero affetto... buona Pasqua!

Alternanza scuola-lavoro: accoglienza studenti

 
Vi informiamo che nella settimana dal 4 al 9 aprile 2016 avremo il piacere di ospitare in classe cinque studenti del Liceo "Baudi di Vesme" di Iglesias per lo sviluppo del percorso di alternanza scuola-lavoro.
Il percorso di scuola-lavoro nasce per fornire ai giovani, oltre alle conoscenze di base, quelle competenze necessarie a inserirsi nel mercato del lavoro, alternando le ore di studio a ore di formazione in aula e ore trascorse all’interno degli spazi lavorativi, per garantire loro esperienza “sul campo” e superare il gap “formativo” tra mondo del lavoro e mondo accademico in termini di competenze e preparazione.
L’alternanza intende integrare i sistemi dell’istruzione, della formazione e del lavoro attraverso una collaborazione produttiva tra i diversi ambiti, con la finalità di creare un luogo dedicato all’apprendimento in cui i ragazzi siano in grado di imparare concretamente gli strumenti del “mestiere” in modo responsabile e autonomo.
Con la Legge 107/2015 questo nuovo approccio alla didattica, rivolto a tutti gli studenti del secondo biennio e dell'ultimo anno, prevede obbligatoriamente un percorso di orientamento utile ai ragazzi nella scelta che dovranno fare una volta terminato il percorso di studio.

martedì 22 marzo 2016

Lotteria di Pasqua: vincitrice

Vi comunico che a vincere la lotteria di Pasqua, con il numero 13 (primo numero estratto questa sera sulla ruota di Cagliari) è stata la Signora Maria Porcu, con il biglietto venduto da Veronica.
Il premio sarà consegnato giovedì 24 marzo, concordando luogo e orario direttamente con la vincitrice.
I nostri complimenti alla Sig.ra Porcu e a Veronica! :-)

"Ascoltando storie differenti": materiali

Vi informiamo che i materiali del Convegno "Ascoltando storie differenti, la capacità inclusiva di una scuola aperta all'adozione", sono disponibili accedendo alla seguente cartella: https://goo.gl/Epji3p

In particolare è possibile reperire:
  • la relazione della Dott. Anna Guerrieri: "Dal confronto e dal reciproco ascolto, la nascita di strategie concrete per il benessere degli alunni adottati e non solo...";
  • la relazione della Dott.ssa Monica Nobile: "I bambini adottati vanno a scuola" e la lettura "Ti voglio bene anche se".
Siete invitati, inoltre, ad esplorare il link al video di sintesi del laboratorio di formazione docente presentato all'interno del progetto "Accogliere ed essere accolti" (condiviso dalla dott.ssa Monica Nobile nella sede di Santu Lussurgiu) e le attività dell'Associazione Barchetta blu: www.barchettablu.it, in particolare la sezione biblioteca, dalla quale sono scaricabili molte bibliografie ragionate:
http://www.barchettablu.it/files/opuscolo%20leggere%20che%20emozione.pdf

lunedì 21 marzo 2016

Progetto "Si parte solo INSIEME!": lotteria di Pasqua

 
Vi ricordo che domani, martedì 22 marzo sarà reso noto il vincitore della nuova lotteria di classe, organizzata all'interno del Progetto "Si parte solo INSIEME!".
Attenzione! Il biglietto vincente sarà quello che riporterà il primo numero del Lotto estratto sulla ruota di Cagliari proprio domani alle ore 20.
Mi raccomando... tenetevi pronti!
Il premio sarà consegnato mercoledì 23 marzo, concordando con il vincitore luogo e orario della consegna.

giovedì 17 marzo 2016

Edmodo visto da Anna


Il Sindaco in classe

Grande gioia oggi nella nostra classe. Il Sindaco della nostra città, Emilio Gariazzo, accogliendo il nostro invito, è venuto a trovarci in compagnia dell'Assessore Melania Meo per accogliere la richiesta che i bambini, unitisi a Chiara, hanno deciso di rivolgere all'Amministrazione: intitolare uno spazio della città alla prima donna laureata al mondo: l'italiana Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (Venezia, 5 giugno 1646 – Padova, 26 luglio 1684), che abbiamo conosciuto, grazie alla presentazione di Chiara, durante le nostre recenti attività svolte per la Giornata della donna.
É stato un momento molto emozionante. Chiara ha raccontato al Sindaco come è nato in lei il desiderio di rendere omaggio a Elena Lucrezia e Alessandro ha letto la lettera in cui abbiamo messo la richiesta "nero su bianco".
Chiaramente non sono mancati gli interventi degli altri compagni, che hanno arricchito l'incontro raccontando anche il nostro ultimo lavoro: lo studio del suffragio femminile nel mondo.
A conclusione della visita, i bambini hanno ricevuto dal Sindaco un omaggio molto importante: un bellissimo libro sul nostro Municipio, che arricchirà la biblioteca di classe.
Al Sindaco e all'Assessore Melania Meo, il nostro ringraziamento per aver dato ai bambini la possibilità di esprimere la loro proposta e di costruire, in questo modo, il senso di appartenenza alla nostra comunità. 

mercoledì 16 marzo 2016

MCE Sardegna: "La scuola che vogliamo"

Con piacere, segnalo l'incontro "La scuola che vogliamo", ad un anno dalla scomparsa di Albino Bernardini, tour pedagogico-politico del MCE, programmato dal Movimento di Cooperazione Educativa in collaborazione con l'Università di Cagliari, Facoltà di Scienze della Formazione Primaria, in data giovedì 31 marzo 2016.
La partecipazione all'intera giornata prevede l'iscrizione (gratuita) al fine di organizzare spazi e tempi per le varie attività previste.
I posti sono limitati all'attivazione di quattro laboratori; pertanto, gli interessati dovranno trasmettere la propria iscrizione quanto prima.

martedì 15 marzo 2016

Il nostro EAS sul voto della donna


Nei giorni precedenti, a completamento delle attività svolte in occasione della giornata della donna, abbiamo sviluppato un percorso per riflettere sulla conquista del diritto di voto da parte delle donne. 
Ve lo raccontiamo condividendo la progettazione, la narrazione per immagini e le risorse, utilizzando questa occasione per farvi conoscere il nostro agire didattico attraverso le tre fasi degli EAS (Episodi di Apprendimento Situato).

Progettazione: https://goo.gl/onHA6D
Diario dell'esperienza (a cura di Lucilla): https://goo.gl/khy2PA
Narrazione per immagini: https://goo.gl/S6VsDW

https://goo.gl/S6VsDW

Noi genitori: Enrica Ena e l'aula dei segreti

Post di Simona Banci

Per chi volesse provare un'emozione fuori dal comune, segnalo che in una piccola cittadina della Sardegna c'è una scuola elementare che mostra nell'aspetto fisico tutti gli anni che la vita le ha regalato.
Una scuola austera, signorile, che si trova nel centro storico di Iglesias, ha più di cento anni e se li porta con sorridente dignità.
In quella antica scuola, dove se i muri potessero parlare racconterebbero la storia della città (o meglio delle persone che quella città hanno contribuito a costruire), dove ancora oggi aleggia nell'aria tutto il sapere narrato tra quelle robuste e vecchie mura, c'è un’aula che nasconde un profondo segreto.
Tutte le mattine tanti bambini entrano in quella scuola e si dirigono ognuno nella propria classe per cominciare l'attività scolastica.
Ma ci sono 19 bambini che la mattina, quando oltrepassano la porta della loro aula, si trovano proiettati in un altro tempo e in un diverso spazio, oserei dire in un tempo e in uno spazio quasi magici...
Perché solo la magia può far sì che una classe all'improvviso faccia lezione totalmente “CAPOVOLTA”, che durante le lezioni ci si trovi a viaggiare, nell'universo del sapere, a bordo di una BARCA A VELA e magari all'improvviso essere invitati a scendere a gruppi sulle diverse ISOLE raggiunte, per provare a cavarsela da soli (ma mai in solitudine) e poter poi raccontare alla classe quali strategie ha escogitato il gruppo per affrontare e risolvere i problemi che la propria isola presentava.
La magia di una classe dove il sapere non è calato dall'alto ma messo a disposizione - partendo dai propositi, esigenze e motivazioni degli allievi – da una sapiente maestra che rimarrà nell'ombra, perché quello che fa è così prezioso e poco tangibile che solo i suoi alunni possono comprenderlo.
La magia di una classe dove si impara il “bene” prima di tutto nei confronti dei compagni di viaggio, grazie ad un incantesimo creato da una maga-maestra che cela il suo sapere e i suoi tanti anni di studio dietro una semplicità a dir poco disarmante.
Una maghestra (così la chiamano affettuosamente i suoi piccoli alunni!)  convinta che la vera scuola debba poter entrare nel quotidiano dei bambini, tanto da creare un filo magico per poterli raggiungere in qualunque momento, un filo tanto potente da permettere agli stessi bambini di chiacchierare in libertà di temi scolastici e non solo, il tutto a loro scelta e discrezione, un filo soprannominato EDMODO: Esempio Di Magiche Opportunità Da Offrire!
Una maghestra che nel suo aLIMbicco mescola il vecchio e il nuovo, il sogno e la realtà, il gioco e l’impegno, finchè non vede crescere intorno a sè l’UNIONE MAGICA.
E così, insieme ai libri di testo, ai quaderni, all'astuccio e al diario, i bambini - come per magia - vedono comparire nel proprio zaino il TABLET e il libro di lettura (personalmente scelto sulla BIBLIOTECA VIRTUALE creata dalla classe).
Una classe magica dove ad un certo punto si spalancano le porte, una, due, tre…. tante…. troppe !!??!!!... per consentire  ai genitori di entrare e vivere questa magia da vicino, di essere contagiati dall'incantesimo che, istantaneamente, li trasforma in veri e propri TALENTI, ad uso e consumo di tutti i bambini.
E così la classe diventa un’AULA APERTA, dove può capitare che entrino amici, a volte due amiche che giungono anche da molto lontano, una che fu NOBILE veneziana, l’altra scortata da un gruppo di GUERRIERI, tiene alto lo stendardo delL’AQUILA, tutte e due hanno cavalcato attraverso secoli di pregiudizi e indifferenza per giungere in questo luogo nascosto e finalmente poter constatare che qualcosa di bello nel mondo della  scuola sta davvero accadendo.
Però, se ti capitasse di percorrere i corridoi di questa scuola, ricorda di fare silenzio se vuoi sentire le parole, lontane e sfuggenti, della formula magica che ogni mattina la maghestra suole cantare ai propri bambini........Un elisir voglio inventar per ascoltare........
.......la strana storia che i bambini han dentro al cuore.....

giovedì 10 marzo 2016

Appuntamento per domani

Vi ricordo l'appuntamento con il seminario "Ascoltando storie differenti", in programma domani pomeriggio a Iglesias, alle ore 15.30, c/o il Centro Culturale di via Cattaneo.
Vi aspettiamo!


mercoledì 9 marzo 2016

Verifiche con Kahoot!

Oggi per noi è stata una "Giornata BYOD" (Bring your own device) o, come abbiamo deciso di chiamarla per combattere l'eccesso di inglesismi, "Giornata PTD" (Porta il tuo dispositivo).
Come è andata, lo lascio dire direttamente a voi dopo questo video di tre minuti.
Lo so, sono decisamente mal filmati (avevo a disposizione solo lo smartphone), ma spero che vi arrivi ciò che ho respirato io...
Da parte mia, faccio solo una domanda: - Avete mai visto bambini così coinvolti e pieni di entusiasmo alle prese con una verifica sui verbi?

Il nostro 8 marzo

Con un po' di ritardo, eccomi finalmente qui a documentare il nostro 8 marzo.
Certamente i bambini vi avranno già raccontato, ma non possiamo non lasciare traccia anche sul nostro blog di una giornata che è stata davvero tanto ricca e ha aperto a nuove conoscenze e a nuove esperienze.
Contrariamente al programma previsto, la mattina si è aperta con la "lezione" di Chiara che, così come ha fatto Lucilla lo scorso anno, ci ha accompagnato a conoscere la storia di un donna molto speciale: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, nata a Venezia nel 1646 e prima donna laureata al mondo (25 giugno 1678, laurea in filosofia presso l'Università di Padova).
 
















 
Si è trattato di un racconto molto interessante che ci ha consentito di acquisire tante informazioni su questa nobildonna veneziana, ma anche di sapere che erano italiane anche la seconda e la terza delle prime donne laureate al mondo.
Vista l'importanza di questo fatto, Chiara si è interrogata sul perché Elena Lucrezia, che dovrebbe essere una gloria nazionale, sia così poco conosciuta e le siano state dedicate esclusivamente una statua a Padova e una targa al Municipio di Venezia.
Questa riflessione, che ha condiviso con noi, le ha fatto nascere l'idea di rivolgersi alla nostra Amministrazione per proporre di dedicare uno spazio della città a questa donna tanto speciale.
La bellissima idea è stata accolta con grande entusiasmo, così i bambini hanno subito iniziato ad avanzare proposte di luoghi che potrebbero essere adatti allo scopo, ma anche su mezzi e strumenti utilizzabili per diffondere la storia di Elena Lucrezia.
Contemporaneamente, contagiati dal dubbio di Chiara, abbiamo deciso a tamburo battente di fare anche un'indagine sul campo per verificare se davvero lei fosse così poco conosciuta.
Perciò, la nostra uscita prevista per unirci al momento di riflessione promosso in Centro dall'Associazione "Io non ho paura", è diventata anche qualcos'altro: organizzati con una tabella nella quale registrare i dati, ci siamo mossi con l'obiettivo di intervistare i cittadini e le cittadine di Iglesias.
- Sa dirmi chi è Elena Lucrezia Cornaro Piscopia? - Questa la domanda da rivolgere ai nostri intervistati.
Il lavoro era molto semplice: organizzati a coppie, l'intervista doveva consistere nel registrare il nominativo dell'intervistato e la sua risposta alla domanda, con un duplice impegno: verificare l'eventuale risposta affermativa (non solo si/no) e occuparci di informare qualora questa fosse  negativa.


L'uscita, nonostante la pioggia iniziale, è stata bellissima. Abbiamo appeso sul muro i pensieri per le donne scritti nei nostri cuori, abbiamo fatto l'intervista, ascoltato i racconti sulle donne e bambine morte in miniera e ci siamo uniti in un momento di riflessione con le altre classi sulle note di una canzone.



















Al rientro abbiamo verificato le nostre interviste: su 132 intervistati, soltanto due conoscevano Elena Lucrezia Cornaro Piscopia.
Certo, gli intervistati non erano tanti, ma i bambini hanno fatto davvero fatica ad avere l'attenzione delle persone che, in molti casi, acceleravano il passo per non farsi disturbare o, forse, per non vivere l'imbarazzo di non saper rispondere. Cosa secondo noi molto sbagliata.
Che male c'è nel riconoscere di non sapere qualcosa? Anzi è proprio dall'accorgersi di non sapere che nasce il desiderio di mettersi in moto verso nuove conoscenze.
Al termine della rilevazione, il nostro impegno ha preso sempre più forma: trovare il modo perché questa donna sia conosciuta di più. 
Per questo, abbiamo deciso di fare nostra l'idea di Chiara e di parlare direttamente con il Sindaco.
Voi cosa dite, ci ascolterà?
Noi siamo fiduciosi. Non appena avremo notizie, ritorneremo a raccontarvi.
Nel frattempo, il nostro lavoro continua.
Domani, giovedì 10 marzo, ci aspetta l'analisi delle date relative al primo voto delle donne nei diversi paesi del mondo. Sarà un'analisi che avrà a che fare molto anche con la matematica e con la geografia. Un'altra di quelle attività che mette insieme tutto e nel frattempo ci avvicina al mondo.

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, materiali realizzati da Chiara: documento di testo - slide

Aula aperta: nuovi scatti

 

Eccomi a condividere nuove foto della nostra esperienza Aula aperta, che riguardano la giornata di recupero svolta il 2 marzo. Sì, parlare di recupero potrà sembrare strano, ma è andata davvero così. Due mamme non avevano potuto partecipare e ci è sembrato giusto aggiungere un'altra data al nostro calendario per aprire le nostre porte anche a loro.
Nelle foto vedrete anche un viso noto, quello di Elisa, la nostra ex compagna che è venuta a passare un'intera giornata con noi. É stato bellissimo averla di nuovo nelle nostre isole e vederla unirsi al nostro lavoro proprio come se non fosse mai andata via.

Alla cartella completa (le nuove foto sono quelle oltre la 90)

martedì 8 marzo 2016

8 marzo 2016

Pronti a vivere una mattinata di riflessione sul valore delle differenze e sul difficile cammino delle donne. 


lunedì 7 marzo 2016

Mercoledì 9 marzo: attività BYOD


Carissimi genitori, in preparazione dell'attività con il tablet, prevista per mercoledì 9 marzo, vi chiedo, qualora vi fosse possibile, di collaborare scaricando sui tablet l'applicazione Kahoot! che utilizzeremo durante la mattinata.
Sarà sufficiente l'aiuto anche solo da parte di qualcuno e il nostro lavoro in presenza risulterà semplificato.
Grazie!!!

domenica 6 marzo 2016

8 marzo, un'occasione per riflettere sulle differenze di genere

Accogliendo l'invito dell’associazione "Io non ho paura", donne contro la violenza ONLUS, che in occasione della ricorrenza dell’8 marzo organizza in città momenti di sensibilizzazione sulla parità di genere, martedì mattina ci recheremo in corso Matteotti (via Nuova) per portare le nostre riflessioni ed esprimere il nostro impegno a costruire una società più giusta che combatta le discriminazioni di genere e che rispetti e accolga la diversità.

Al nostro rientro in classe, avremo modo di conoscere, anche quest'anno, la storia di una donna molto speciale. Ma non vi anticipo niente, di questo vi parlerà direttamente la nostra Chiara, che in questi giorni, con l'aiuto del suo fratello maggiore, è impegnata a preparare i materiali che guideranno la sua narrazione.

Anche se ormai la conoscete, voglio portare qui ancora una volta questa filastrocca che, con semplicità, esprime la direzione del nostro percorso: riconoscere nella diversità ricchezza.


Filastrocca dei diversi 

Tu non sei come me: tu sei diverso
Ma non sentirti perso
Anch’io sono diverso, siamo in due
Se metto le mie mani
con le tue
Certe cose so fare io, ed altre tu
E messi insieme sappiamo far di più
Tu non sei come me: son fortunato
Davvero ti son grato
Perché non siamo uguali:
vuol dire che tutt’e due siamo speciali.

Bruno Tognolini

"Ascoltando storie differenti": 11 marzo 2016

Ricordo che in data 11 marzo 2016 si svolgerà ad Iglesias il Seminario formativo "Ascoltando storie differenti: la capacità inclusiva di una scuola aperta all'adozione".
Obiettivo dell'incontro è quello di promuovere la conoscenza delle Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati come strumento efficace per l'intera comunità educante.
Il Seminario, promosso dal Punto informativo Sardegna dell’Associazione “Genitori si diventa Onlus”, e ospitato dal nostro Istituto, vedrà la partecipazione di Anna Guerrieri, Presidente di Genitori si diventa Onlus, Vicepresidente del coordinamento CARE e coautrice delle Linee di indirizzo, e di Monica Nobile, psicopedagogista ed esperta sul tema dell'inclusione e dell'adozione.
Sono invitati a partecipare i dirigenti scolastici, il personale docente ed educativo, le famiglie e tutti gli interessati.
L'appuntamento è per le ore 15.30 nei locali del Centro Culturale di Iglesias.
Vi aspettiamo!


mercoledì 2 marzo 2016

Mario Lodi, ricordo di un Maestro


A due anni dalla morte del grande Maestro Mario Lodi, mi piace ricordarlo invitandovi alla lettura di questa intervista rilasciata a Repubblica il 3 marzo 2014, per i suoi novant'anni. Bella e triste allo stesso tempo.
Una lettura che racconta il sospetto con il quale è guardato chi crede in una scuola diversa.
"L'Italia è un disegno incompiuto. Non è nato il popolo che volevamo rieducare, così come non è nata la nuova scuola che avevamo in mente. Se mi volto indietro, se penso al nostro lavoro di quei decenni, mi sembra tutto vanificato. Oggi è prevalsa la scuola tradizionale, un modello competitivo che somministra nozioni e dà la linea".
All'intervista

martedì 1 marzo 2016

Un'ora speciale

Questa mattina, ho ripetuto le stesse parole tante volte a maestra Stefania - Meno male che c'eri tu ad ascoltare, se lo raccontassi, non ci crederebbe nessuno.
Forse, a dirla tutta, se non avessi assistito direttamente, non ci avrei creduto neanche io...
Mi riferisco alla proposta che oggi ho fatto ai bambini in vista dell'incontro nel quale dovremo raccontare la nostra didattica.
Ho aperto un padlet e ho proposto un brainstorming. - Cosa ne dite bambini se partiamo pensando insieme a ciò che secondo noi è importante del nostro modo di fare scuola?
Ho fatto solo questa domanda e non è stato più possibile fermarli. Se io avevo pensato giusto a qualche aspetto da mettere in evidenza insieme a loro, magari soffermandoci sulle fasi dell'agire didattico, gli effetti sono stati molto diversi. I bambini hanno cominciato ad intervenire uno dietro l'altro e, come fiumi in piena, a dire e ad argomentare infiniti particolari che volevano fermare.
Io non riuscivo a credere a ciò che sentivo, a tutti gli aspetti sui quali loro avevano posato lo sguardo e che ora proponevano con consapevolezza all'attenzione di tutti. Non riuscivo a fare a meno di spostarmi alla mia sinistra per avvicinarmi da Stefania e dirle a bassa voce: - Non ci credo, ma ti rendi conto di che cosa stanno tirando fuori? 
Lo stupore è durato a lungo, fino a quando, ci siamo arrese completamente alla meraviglia di questa partecipazione attiva e ricca di tutti che rileggeva ogni particolare della nostra vita scolastica, fino a portare dentro anche la relazione educativa.
- La relazione informale! - ha affermato qualcuno. 
- Cosaaaaaaaa?????? La relazione informale? - ho chiesto io, mentre il significato arrivava puntuale, portando dentro linguaggio, fisicità e il mio gesticolare.
Difficile spiegare completamente le emozioni di quando vedi ciò in cui credi tornare indietro per investirti di bellezza. So solo che oggi non sono riuscita a smettere di pensarci. Di pensare che è proprio vero: il nostro è un mestiere in cui bisogna investire credendoci, con la pazienza di aspettare, perchè torna tutto. 
Soprattutto torna tutto il tempo trascorso a essere davvero accanto a loro a co-costruire percorsi di senso e consapevolezza.
Adesso abbiamo un lavoro da proseguire perchè i bambini possano argomentare nel modo migliore ciò che conta per loro, ma io so che ormai sarà semplice. É già tutto lì, in quel bellissimo muro di parole.
Seguiranno disegni, forse aggiungeremo qualche foto, magari qualche filmato e qualche frase. Chi lo sa? 
Ma una certezza c'è. Quello che siamo chiede proprio di essere raccontato.
Grazie bambini. Oggi ci avete regalato un'ora speciale.
Già era solo un'ora... incredibile non è vero?

Progetto "Imparare ad imparare"

Vi informo che la prossima settimana - precisamente in data lunedì 7 marzo - sarà avviata la seconda annualità del Progetto "Imparare ad imparare".
La proposta prevede un'organizzazione in due sottogruppi e il coinvolgimento di ognuno di questi in cinque rientri pomeridiani, dalle ore 15.30 alle ore 17.30, nelle giornate del lunedì (gruppo A) e giovedì (gruppo B), secondo il calendario riportato nelle autorizzazioni trasmesse questa mattina con i bambini e pubblicate sul blog (vedi)
Gli incontri programmati, ad ogni buon fine, sono già stati inseriti nel nostro calendario condiviso affinché possiate averli sotto controllo in qualsiasi momento.
Quest'anno, a differenza dell'anno precedente, il progetto è stato rimodulato e verterà, fermi restando gli obiettivi e le strategie metodologiche presentati ad inizio anno, esclusivamente su attività di ambito logico-matematico.
Grazie per la vostra attenzione!

Noi genitori: Una consegna particolare che emoziona…

Post di Barbara Ecca

Ecco, è arrivato il momento che ho sempre temuto – ho pensato fra me – quello di dover racchiudere mia figlia dentro un numero.
Dovete sapere che fin dai tempi del liceo, il voto numerico mi ha sempre creato un forte stato d’ansia.
Oggi, invece, mia figlia con una sorprendente serenità mi dice: - Sai mamma, oggi la maestra ci ha consegnato una busta gialla contenente una scheda dove per ciascuna materia insegnata da lei ci sono dei numeri, cioè i voti, accompagnati da una spiegazione. La maestra ci ha raccomandato di compilarla assieme a voi genitori. Dobbiamo leggere attentamente le valutazioni e mettere una crocetta in corrispondenza del voto dove mi sento più vicina, che più mi appartiene.
Aiuto - penso ancora fra me – perché maestra Enrica ci ha voluto affidare questo compito, per noi genitori, tanto difficile?
- Va bene, amore, dopo pranzo ci fermiamo e lo facciamo.
Il pranzo finisce. Mia figlia corre a prendere la busta gialla e la apre.
- Mamma, ecco, io sono pronta! 
Io no. Questo il mio pensiero.
Lo stato d'ansia ormai mi sta soffocando, ma senza farmi accorgere dalla bambina prendo coraggio, mi siedo affianco a lei e iniziamo.
- Mamma, guarda, io questi traguardi credo di averli raggiunti tutti in queste materie…
Si ferma e riflette.
Poi riprende: – Però, sinceramente, in queste materie non ancora. In questa, mamma, credo di meritarmi questo voto. Pensi vada bene?
La guardo e commossa ammiro la sicurezza e la fermezza che dimostra nel giudicarsi, nel valutarsi.
Così decido di non intervenire, perché non voglio contraddirla, non voglio sostituirmi al suo pensiero, al suo ragionamento. Perché provo tanta emozione nel vedere la bellezza e la serenità di mia figlia nel riconoscere il voto più giusto per lei.
Una bellezza che riesce a far passare lo stato d’ansia che fino a quel momento mi ha accompagnato.
Poi, penso e rifletto. 
Com'è cambiato il ruolo del bambino all'interno della società e soprattutto all'interno della famiglia…
Guardiamo a questo difficile compito, dove il ruolo da bambina si è trasformato per un momento in ruolo di adulto: sapersi giudicare e valutare.
Sapete, ho sempre pensato che il mestiere dell’insegnante sia uno tra i più difficili.
Oggi questo pensiero si è rafforzato ancora di più.
Come si può giudicare, valutare e racchiudere i bambini in un numero?
Il voto in sé, fa star male chi lo mette e chi lo riceve…