mercoledì 17 settembre 2014

Mi racconti le tue vacanze?



Ci sono tanti possibili percorsi per accogliere gli alunni e riaccompagnarli gradualmente dentro l’esperienza scolastica. Tra questi, in un modo o in un altro, noi insegnanti ogni anno dedichiamo del tempo al racconto delle vacanze. A volte lasciamo semplicemente spazio alla narrazione o proponiamo un disegno da presentare alla classe; altre, ci divertiamo a mettere in moto la nostra creatività e sfruttiamo le vacanze per qualcosa di più.

Oggi, 17 settembre 2014, le vacanze sono state il pretesto per avviare il lavoro che ci impegnerà durante il laboratorio sul metodo di studio, per il quale molti hanno espresso curiosità. Perciò eccoci a raccontarvi.

Abbiamo invitato i bambini a chiudere gli occhi e ad ascoltare diverse parole che dovevano cercare di visualizzare. In questo modo hanno potuto capire che ci sono solo alcune parole che evocano figure e significati nella loro mente. Queste sono le parole-oggetto (tavolo, letto, orologio…) e le parole-evento (piovere, correre, giocare…); tutte riconducibili alla categoria “parole-concetto”.
Subito dopo, abbiamo invitato i bambini a raccontare qualcosa sulle loro vacanze, sforzandosi di utilizzare solo due parole-concetto da scrivere sui biglietti colorati che abbiamo distribuito loro.
I bambini hanno riflettuto e scritto, poi hanno piegato i biglietti e li hanno riposti dentro un cestino.

A questo punto è iniziata la seconda parte dell’attività: dalla parola-concetto, bisognava cercare di risalire all’esperienza vissuta da chi l’aveva scritta.
Abbiamo distribuito a tutti i bambini due carte gialle, una con il punto esclamativo e una con il punto interrogativo, da utilizzare rispettivamente per esprimere il proprio pensiero e per fare domande. Ognuno poteva usarle solo una volta, in modo da regolamentare la comunicazione e assicurare la partecipazione di tutti. Quindi, a turno, abbiamo invitato i bambini a pescare i foglietti dal cestino e a leggerli uno alla volta.
Dalla parola concetto è partita l’attività sotto forma di gioco. Cosa vorrà dire “papà”, “Olbia”, “sabbia”, “montagna”, “nave”, “dormire”, “giocare”, “capperi”, “famiglia”, “leggere”, “acqua”, “piscina”... ???
Non sono mancate le difficoltà e meno male… Qualcuno ha scritto un’intera frase, dandoci la possibilità di ricordare la differenza tra frase e parola; qualcun altro si è espresso male, così che abbiamo potuto ripensare insieme la struttura sintattica della frase; altri ancora hanno usato parole-evento che necessitavano di essere trasformate all’infinito (dormito-dormire).

Alla fine, abbiamo pensato, scritto, letto, fatto ipotesi, discusso, riflettuto sulla lingua e scoperto tante cose sulle vacanze…
E non è finita qui. Abbiamo realizzato una sintesi dell’esperienza sul quaderno con dettatura di tutte le parole-concetto. Che bell’esercizio per ripassare suoni semplici e complessi...

Non male per essere solo il terzo giorno di scuola della nostra seconda elementare. Ora resta da completare la trasformazione in corsivo e possiamo proprio dire che le vacanze ci sono state molto utili :-)







Per approfondimenti sulle strategie che interesseranno il laboratorio sul metodo di studio, si veda: “Imparando a imparare”, Joseph D. Novak, D. Bob Gowin, Sei frontiere, Sestante.

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