Non ho mai avuto dubbi.
E questa certezza, come posso, cerco sempre di trasmetterla ai miei figli, perché nella loro esperienza scolastica non perdano mai di vista cosa e chi conta veramente.
Tra le tante cose: la classe.
Certamente come luogo del sapere, della conoscenza, ma soprattutto come luogo di incontro, di confronto, di crescita, di vita.
Perché in quel luogo, nella loro classe, i miei figli ogni giorno imparano a inserirsi, a vivere e a crescere in un contesto sociale, a convivere, a uscire dall'individualismo per conoscere e rispettare le regole della vita comunitaria, delle relazioni. Imparano che sull'interesse individuale deve prevalere il bene comune; che ogni bambino deve sentirsi parte importante e indispensabile di un progetto e per questo ritenersi un prezioso dono che arricchisce il gruppo a cui appartiene. Comprendono che per sentirsi parte viva di quel gruppo, è necessario essere capaci di riflettersi nell'altro, di mettersi a disposizione dell’altro…a prendersi cura dell’altro come di sé.
Questo può avvenire solo all'interno di una relazione autentica e reciproca che richiede impegno, volontà e responsabilità da parte di tutti e di ciascuno, non solo dei bambini, ma anche di noi adulti che li accompagniamo e affianchiamo in questo meraviglioso e speciale cammino.
Una relazione che può esistere solo nella condivisione, intesa come vera e propria accoglienza, muoversi verso l’altro, essere ospitali, invitare l’altro e sostare con lui, fare spazio per percepire la sua presenza, ascoltarlo, accettarlo nella sua diversità, valorizzarlo, apprezzarlo e rispettarlo. Conoscerlo nella sua totalità e unicità.
Ecco, per semplificare, sono i valori dell'altruismo, della solidarietà e il senso di unità che devono caratterizzare il clima di ogni classe.
Mentre scrivo, mi viene in mente una frase di Chiara Lubich: "Ognuno di noi è come una piastrella viva, che comprende, capisce il proprio posto, conosce quello degli altri, ed è cosciente anche del significato di se stessa nell'insieme. Anzi, vede con evidenza che essa ha valore soltanto nell'insieme. Nello stesso tempo però le è chiaro che, se mancasse, il mosaico risulterebbe incompleto".
E’ assolutamente vero…a scuola, in classe, ogni bambino è chiamato a pensare a sé come parte attiva, viva e libera di una relazione sociale, di un gruppo che non può sussistere se viene a mancare anche solo una delle sue parti. Questo, per me, è il vero senso dell’insieme.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver lasciato un tuo commento! La pubblicazione avverrà entro le 24 ore.
I contenuti offensivi o inadeguati saranno immediatamente rimossi.