Ieri, in classe, eravamo alle prese con la valutazione tra pari dei video realizzati per invitare gli altri compagni della scuola alla partecipazione alla nostra indagine sui consumi digitali.
Ha funzionato così: la scorsa settimana, completato il questionario, abbiamo deciso di accompagnarlo con un video (anche se siamo tornati in presenza, le regole di contenimento del Covid non ci consentono di andare nelle altre classi). Così, abbiamo stabilito le caratteristiche che avrebbe dovuto avere, rifacendoci alle esperienze precedenti, e abbiamo costruito il testo in forma collaborativa (era importante essere sicuri che contenesse tutte le indicazioni utili). Al termine, abbiamo individuato i criteri - appuntandoli sulla LIM - sulla base dei quali avremmo valutato i video per poter fare la nostra scelta.
A quel punto, io, sulla base di quanto fermato con uno screenshot, ho preparato lo strumento per la valutazione che questa mattina ho illustrato ai bambini.
Arrivato il momento di aprire il padlet con i lavori realizzati, ho proposto l'organizzazione: visione di un video alla volta - erano sette - e valutazione di ognuno subito dopo.
Perciò ho distribuito i moduli, dove i bambini dovevano esprimersi per ogni criterio e, al solito, scrivere, in uno spazio dedicato, i loro consigli per i compagni.
Una proposta ormai familiare ai miei bambini, che viene solo rimodellata a seconda di ciò che si valuta.
Durante la visione del terzo filmato, incuriosita dalla vista di un braccio allungato per sospendere la ripresa, chiamo da parte la bambina che lo aveva realizzato e scopro che ha organizzato e gestito tutto completamente da sola.
Così, mi ha raccontato che, prima di ogni cosa, ha sistemato un po' la stanza perché era troppo in disordine e che poi si è posizionata vicina alla tv. Voleva poter attaccare una ciabatta alla presa perché, dato che ormai era tardi e il video veniva troppo buio, ha pensato di aiutarsi con la luce di una lampada. Poi ha cercato dove incastrare il tablet perché stesse fermo e fosse alla sua altezza e, infine, ha preso il suo scrigno portagioie per posizionarci il foglio sopra, in modo che, se si fosse dimenticata qualcosa, avrebbe potuto leggere senza che nessuno lo notasse. Mi ha anche detto di aver fatto le riprese più volte, perché ogni tanto sbagliava; poi, quando le è sembrato che andasse bene, lo ha caricato. In un secondo momento, si è anche resa conto di un nuovo errore, ma ormai aveva già messo il video sul padlet e le sembrava che rifare tutto fosse un po' troppo.
A quel punto, veramente colpita da tanta autonomia e dalle strategie messe in atto, le ho chiesto di spostarsi un attimo fuori dalla porta con me; ho acceso il registratore del mio telefono e le ho chiesto se poteva raccontarmi di nuovo tutto, senza tralasciare nessun particolare.
Così, ora sono qui che la riascolto soffermandomi sui tanti dettagli e penso a quanto contenga ogni aspetto che mi ha raccontato a livello di autonomia e di ricerca di soluzioni, senza che niente di tutto questo trovi spazio tra i criteri stabiliti.
E io appunto e rifletto, sempre più catturata dalle tante informazioni che i bambini mi offrono sulla loro autonomia che cresce e sul loro pensiero e di quanto per me sia sempre più importante trovare il modo di raccogliere proprio questo, per tornarci con calma e guardare a loro in modo completo.
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