mercoledì 2 aprile 2014

"Tutto cambia": grati di aver accolto


Christian Castangia tra i bambini con i palloncini blu, il colore simbolo dell'autismo

A scuola accade che, semplicemente accogliendo, ci si trovi dentro esperienze speciali.
Così è stato per aver deciso di partecipare alla proiezione del cortometraggio “Tutto cambia”, scritto e diretto da Christian Castangia e ispirato alla vita scolastica di un bambino della nostra scuola.
Aver detto sì, ha significato fermarsi su questo giorno, sapere che oggi – 2 aprile – è la Giornata Mondiale dell’Autismo; ha significato interrogarsi su come indagare con i nostri bambini il mondo che sta dietro questa parola fino ad oggi a loro sconosciuta. E lo abbiamo fatto, con impegno e con convinzione.
Poi è arrivato il momento della proiezione.
Tanti bambini e tanti genitori in una grande sala, pronti a lasciarsi accompagnare.
E il messaggio è arrivato tutto intero perché Christian ha usato in modo sapiente il linguaggio filmico per consentirci di vedere con i suoi occhi, per accompagnarci a conoscere gli effetti di percorsi esperti e condivisi dei quali anche noi non avevamo colto che piccoli frammenti.
Solo un’amarezza. Ancora una volta troppi assenti accanto ai nostri bambini. Sempre troppi quando la parola passa alla scuola.
Così, ripeto ciò che ho sentito il bisogno di dire stamattina in quel contesto: - Aspetto con fiducia il giorno in cui questi bambini saranno i nostri Amministratori, i nostri dirigenti, i nostri insegnanti e, partecipando a momenti come questo, saranno presenti a dire a voce alta "Avevo impegni improcrastinabili, ma ho scelto di essere qui”.
Oggi, più che mai, ho capito quanto sia importante che i bambini abbiano accanto adulti capaci di comprendere la loro altezza.

A Christian, ancora il ringraziamento di noi insegnanti e dei nostri bambini, con la certezza che “Tutto cambia” supererà le nostre pareti per consegnare la forza del suo abbraccio a tanti altri contesti.

Sono un bambino, sono il tuo dono
Prima non c’ero e adesso ci sono
Sono il domani, dalle tue mani
Devi difendermi con le tue mani
Sono il futuro, sono arrivato
E sono qui perché tu
mi hai chiamato
Come sarà l’orizzonte che tracci
Dipende da come mi abbracci 

4 commenti:

  1. Christian Castangia3 aprile 2014 alle ore 15:13

    Cara Enrica,
    grazie per le belle parole... mi lasciano senza fiato dall'emozione. La tue considerazioni al riguardo mi fanno pensare bene e mi ricaricano perché trasmettono quell'entusiasmo che è necessario avere quando si lavora con i bambini. Per quanto mi riguarda l'emozione più grande la ho avuta quando ho visto riunite, per l'applauso finale, tutte quelle persone che hanno reso possibile il cortometraggio: bambini, colleghi ed esperti esterni. In quell'istante il mio cuore ha dato il meglio di sé nei battiti perché avevano il ritmo degli applausi che sembravano non finire e per un attimo ho pensato...tutto cambia...

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  2. Christian Castangia3 aprile 2014 alle ore 20:26

    p.s. dimenticavo... una storia non esiste se non viene raccontata.

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  3. …Oggi, più che mai, ho capito quanto sia importante che i bambini abbiano accanto adulti capaci di comprendere la loro altezza…
    Adulti capaci di lasciarsi attraversare dalle parole dei bambini, dalle storie che narrano e dal linguaggio che utilizzano e per questo particolarmente capaci di “giungere direttamente al punto”.
    Proprio come è accaduto a me, ieri, in un dialogo con mio figlio.
    Ormai da tempo Sebastian non racconta più quanto vive a scuola, ma improvvisamente ieri mi ha chiesto: “Mamma, ascolta, tu sai cosa vuol dire autismo?”. Si, la mia risposta. Poi, silenzio. Così, continuando a passeggiare, ho atteso, per capire cosa si celava dietro quella domanda ed infatti iniziamo a parlare e Sebastian mi racconta l’esperienza vissuta a scuola attraverso la visione del cortometraggio “Tutto Cambia”.
    A suo modo, ma a mio parere con una profondità disarmante, ad un certo punto mi dice: “Sai, anch’io come G. ho tante persone che mi aiutano, Maestra Enrica, Maestra Maria Efisia, tu, papà. E lo sapete qual è l’aiuto più bello che mi offrite ogni giorno? Di farmi stare bene, di farmi sentire un bambino, perché anche se so che ho delle difficoltà, perché io lo so sai… rimango pur sempre un bambino e poi diventerò grande, magari sempre con delle difficoltà, ma grazie a voi riuscirò a diventare grande. Sai cosa penso, che io, come G., e gli altri bambini, in verità siamo tutti uguali, perché siamo delle persone, da amare e rispettare. Ecco, mamma, hai ragione quando dici che siamo tutti diversi, ma come persone diventiamo tutti uguali…Ah un’altra cosa mamma! Sai oggi ho capito cosa vuol dire quando mi dici di amare per primo e amare tutti…vuol dire accogliere, giusto?”. Si, l’altra mia risposta, senza aggiungere altro.
    Anche nella vita, come a scuola, semplicemente accogliendo, ci troviamo a vivere esperienze speciali e ieri nel dialogo avvenuto con Sebastian, io sono riuscita a viverla, riflettendo anche sul fatto che facile è accogliere, difficile è accogliere nella totalità, senza riserve anche quando d’improvviso…tutto cambia.

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    1. Una bella e profonda lettura di sé e degli altri che ci circondano. La descrizione di un attimo che ti fanno vivere lo sguardo e l'ascolto e delle cose che ti accadono intorno. Il rapporto speciale tra una madre e un figlio che poi vanno ad abbracciare le altre figure che gravitano al cospetto della crescita di un bambino che capisce di essere parte inclusa del mondo. Cambiare prima che le cose ti cambino... perché la diversità dev'essere intesa solo ed unicamente come risorsa. Grande e brava mamma Isa e Formidabile Sebastian!

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