domenica 30 settembre 2018

Diario di bordo: seconda settimana di scuola

24/29 settembre 2018

Anche la seconda settimana di scuola è terminata. E io ritorno con il diario che, da giornaliero, diventa settimanale. Un tentativo, non so se riuscirò a mantenerlo o se ciò che accadrà mi chiederà altre scelte.

Questa settimana, per me, è cominciata martedì. Da lunedì, infatti, è stato avviato l’orario regolare (8.30/13.30) e, con questo, noi insegnanti abbiamo iniziato a fruire del giorno libero, anche se nel mio caso, libero libero non era, dato che ero impegnata con l’evento finale del Premio Scuola Digitale per l’Area Sud Sardegna, di cui ero referente.

Aver iniziato a lavorare con orario regolare, ha comportato un approccio più diretto con le insegnanti di inglese e religione. Fino ad ora i bambini avevano lavorato soprattutto con me (docente prevalente) e maestra Maria Efisia (maestra di scienze, arte e immagine e musica; presente in classe anche con il potenziamento). Ma ha significato anche fare i conti con l’introduzione della nuova ora, quella con la striscia celeste. I bambini erano stati preparati, ma, in ogni caso, l’orario, soprattutto in questa fase, è veramente lungo ed è necessaria un’organizzazione molto attenta affinché un carico eccessivo non comprometta la qualità del rapporto che si sta costruendo con la scuola.

Per il resto, devo dire che sono molto contenta. L’organizzazione data durante la prima settimana (rileggendo il diario di bordo mi sono resa conto ancora di più di quanto questa sia importante per me), è risultata adeguata, anche se non sono mancati i momenti difficili, in cui richiamare le proprie convinzioni è stato fondamentale per non rivedere alcune soluzioni a vantaggio di una serenità più immediata. Penso alla scelta di lasciare gli zaini fuori dall’aula che, al momento, comporta un via vai continuo; o ancora all’organizzazione ad isole sin dai primi giorni che, di fatto, crea un clima di più difficile gestione. Ma, ripeto, farsi alcune domande, tornare alle proprie convinzioni, ricordarsi che cosa conta davvero e sapere che certe scelte hanno necessità di tempo, è indispensabile.

Ogni giorno abbiamo avviato la giornata con l’appello fonologico (ormai i cartellini dei nomi non servono più,) per poi passare subito a condividere il programma. Prima di ragionare sul nuovo, siamo partiti sempre dal precedente per invitare i bambini a ripercorrere le attività svolte il giorno prima. Ogni mattina abbiamo dato spazio alle routine e alle nostre rilevazioni (alle attività sulla metafonologia, si sono aggiunte stabilmente quelle sul numero e sulla successione temporale, che durante la settimana ci ha visto introdurre i concetti di precedente/successivo) per poi mettere a fuoco l’attività centrale, a cui far seguire una lunga ricreazione e, infine, la valutazione giornaliera.

Per quanto riguarda la ricreazione, è importante dire che ci siamo rese conto di un correttivo necessario. Durante le prime uscite all’aperto, infatti, avevamo portato con noi anche le merende, ma questo complicava molto l’organizzazione. Così, da questa settimana, dopo essere andati in bagno, abbiamo ripreso a mangiare in aula, per poi spostarci a giocare all’aperto solo in un secondo momento. È vero che i tempi si allungano ulteriormente; dalla durata di un’ora (ora rossa), abbiamo finito per estenderci fino all’ora lilla (parte della quarta ora), ma non ce ne siamo preoccupate. Possiamo contare su cinque lunghe ore che, come detto, è impossibile pensare di caricare eccessivamente. Abbiamo anche consentito ai bambini di portare i giochi, con il vincolo di prenderli solo durante la ricreazione. Quindi, prima di uscire all’aperto, li recuperano dallo zaino per poi riporli al rientro.

Il lavoro centrale della settimana è stato quello relativo all’introduzione del suono “I”. La scelta del metodo è effetto di tante riflessioni e di numerosi corsi fatti nel tempo, in particolare quello sul metodo “Liberamente imparo” di Lucia Maria Collerone, e ha l’obiettivo di favorire tutte quelle attività – con tempi distesi – che rispondono in modo adeguato ai diversi bisogni di apprendimento e che prevengano tante situazioni di difficoltà. Gli studi dimostrano infatti che, spesso, le situazioni di disagio ricondotte alla dislessia altro non sono che “un incontro non riuscito tra strategie di insegnamento e modalità di apprendimento”.

In ogni caso, dovendo introdurre il suono “I”, tutto è ruotato intorno all’adozione di Nicola. Infatti era lui ad aver adottato la lettera “I”, il numero “16” e il libro “Ghiacciolino”. Abbiamo così preso il cartello della lettera e ho invitato i bambini a dirmi tutte le possibili parole che iniziano con la “I”, mentre io procedevo a registrarle nel cartello di Nicola, in stampa maiuscola. Dopo aver scritto tutte quelle rilevate, insieme, con l’aiuto delle ruote, abbiamo compitato le parole più semplici.

Siamo poi passati ad occuparci anche del numero. Nicola lo ha formato con la pasta, invitando i compagni a contare con lui e abbiamo osservato come era formato, in vista del lavoro “smonta e monta il numero” di cui inizieremo ad occuparci presto. 


L’attività è quindi proseguita con la lettura della storia di Ghiacciolino, che abbiamo ricostruito verbalmente passando per le sequenze fondamentali, per poi isolare una frase: “Ghiacciolino è un pinguino che ha un problema: lui soffre il freddo”.

Il lavoro successivo, ancora fermo sulla consapevolezza fonologica, ha riguardato la lettura di una serie di immagini – che ho proiettato con la LIM – tra le quali i bambini dovevano distinguere quelle la cui parola inizia con la “I”. In una fase successiva, abbiamo invece discriminato le immagini le cui parole contenevano la “I” all’interno. Infine, aiutati con il battito delle mani, ci siamo occupati di rilevare quante “I” fossero presenti in una serie di parole associate ad altre immagini ancora.

Subito dopo, ho proposto la stessa attività anche sul quaderno attraverso una scheda autoprodotta che chiedeva proprio di cerchiare di rosso le immagini le cui parole iniziavano con “I” e di verde le immagini le cui parole la contenevano.  


Finita questa fase, ci siamo spostati sulla scrittura della frase che avevamo isolato dalla storia di Ghiacciolino, nella quale ho invitato i bambini a cerchiare tutte le “I”. Qui mi sono fermata da subito anche sulla funzione dei due punti: sono presenti per spiegare qual è il problema di Ghiacciolino (lui soffre il freddo).


Dopo aver completato e illustrato, ci siamo quindi fermati sul grafema corrispondente al suono “I”.
Così lo abbiamo formato con il nostro corpo e descritto sulle schiene dei compagni e in aria.

A quel punto, ho proposto un’attività di esercitazione sul gesto grafico. Importante è stato fermarsi con i bambini sul punto di partenza dall’alto, dato che tanti tendevano a partire dal basso.


Essendo i tempi molto diversi, tutti i giorni si è ripartiti da una fase di lavoro collettiva, per poi far riprendere ad ognuno il proprio percorso personale. Seguire tutti  su attività diverse non è semplice, ma con una buona organizzazione diventa possibile. Ciò che è importante è avere delle giornate in cui non si introduce niente di nuovo (in particolare, nel nostro caso, la prima parte del sabato è interamente dedicata al completamento/rinforzo), così da dare a tutti il tempo di concludere. Nel frattempo, i bambini che hanno ritmi più veloci, vengono coinvolti in altre attività che valorizzino i loro talenti.

A completamento delle attività sulla “I”, Nicola, il bambino che l’aveva adottata, è stato invitato a realizzarne una particolare con l’utilizzo di materiali diversi che poi avrebbe dovuto portare in classe per mostrarla ai compagni.


 

La giornata di oggi – sabato – che ha chiuso la settimana, è stata caratterizzata dall’avvio del Progetto “Sport Gioventude”, proposto da Coni e Regione Sarda e rivolto alle prime classi della scuola primaria. Questo ha lo scopo di ridurre il gap presente tra il nostro e gli altri paesi in merito alla pratica dell’attività presportiva da parte dei bambini.

Il Progetto si svilupperà con interventi di due ore/settimana, fino alle vacanze di Natale, e saranno curati da un esperto esterno. Per quanto riguarda la nostra classe, l’attività è programmata per il sabato mattina, dalle 11.30 alle 13.30.



Oggi, dovendo svolgere le prove d’ingresso che richiedevano un percorso individuale con lunghe attese da parte degli alunni, ci siamo divisi in due gruppi. Quindi, mentre un gruppo svolgeva il percorso, l’altro, in classe, è stato coinvolto nell’autovalutazione settimanale con ClassDojo e in un Memory.
L’autovalutazione, pur essendo proposta solo per la seconda volta, ha visto i bambini svolgerla in modo autonomo e con buona consapevolezza. Il memory, inizialmente introdotto esclusivamente come gioco di memoria, si è rivelato particolarmente efficace anche per analizzare l’utilizzo degli indicatori spaziali da parte dei bambini mentre cercavano di suggerire la posizione della carta/coppia ai compagni.


A sorprenderci oggi, a fine mattinata, è stato scorgere una bambina e un bambino alle prese con la pulizia del pavimento con scopa e paletta. L’abitudine di fare uso regolare di spray e rotolone per ripulire i banchi e della scopa per spazzare i pavimenti (in aula ne abbiamo una grande e una piccola) in noi è consolidata da tempo e, negli anni, abbiamo notato che questa si sposta in modo naturale sui bambini. Quello che non ci aspettavamo è che potesse accadere così presto.

Concludo segnalando che da lunedì 24 abbiamo iniziato ad usare il registro elettronico, perciò le famiglie possono accederci per conoscere, giorno per giorno, la sintesi della attività svolte.
Per quanto mi riguarda sto riportando tutto nella sezione dedicata all’italiano, in quanto, al momento (e credo che sarà così per un bel pezzo), non ritengo utile suddividere i percorsi per disciplina.


Al diario in formato pdf

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver lasciato un tuo commento! La pubblicazione avverrà entro le 24 ore.
I contenuti offensivi o inadeguati saranno immediatamente rimossi.