Questa mattina, mentre andavo a scuola e camminavo con passo veloce, ero impegnata a staccare il prezzo dalla scatola che conteneva il mappamondo gonfiabile acquistato per la classe.
Amo quella geografia che, sin da quando i bambini sono piccolissimi, li mette davanti al mappamondo e a tutte le possibili carte geografiche, e mi piace che i viaggi dei bambini siano sempre occasione per esplorare il mondo. Ed era proprio quello che ieri avevo fatto in classe, utilizzando le carte che abbiamo a disposizione, per poi viaggiare con Google Earth. Questa volta partivamo dai viaggi di Viola, Vinicio, Nicola e Gaia.
Ma torniamo a quel prezzo che cercavo di staccare e che, di fatto, ho staccato. È accaduto che, proprio nel momento in cui me lo sono ritrovato tra le mani, e già piegato in due, pronto per essere abbandonato nel primo cestino che avrei incontrato, ho capito che quel prezzo poteva essere importante per un altro dei nostri percorsi: “i numeri intorno a noi” che, proprio oggi, avevo deciso di portare in classe in modo più strutturato, avviando il lavoro con la carta d’identità numerica.
Perciò, dopo aver fatto metà del tragitto nel tentativo di staccare il prezzo dalla scatola del mappamondo, ho passato l’altra metà a cercare di staccare i due lembi dell’etichetta adesiva, ormai incollati tra loro, per poi rimettere il prezzo al suo posto. Alla fine ce l’ho fatta… ed è proprio mentre lo facevo che l’attività prendeva forma.
Così, una volta in classe, fatto l’appello fonologico, condivise le comunicazioni del giorno e il programma delle attività, ho chiamato un bambino perché osservasse la scatola e l’aprisse per tutti noi.
Ma torniamo a quel prezzo che cercavo di staccare e che, di fatto, ho staccato. È accaduto che, proprio nel momento in cui me lo sono ritrovato tra le mani, e già piegato in due, pronto per essere abbandonato nel primo cestino che avrei incontrato, ho capito che quel prezzo poteva essere importante per un altro dei nostri percorsi: “i numeri intorno a noi” che, proprio oggi, avevo deciso di portare in classe in modo più strutturato, avviando il lavoro con la carta d’identità numerica.
Perciò, dopo aver fatto metà del tragitto nel tentativo di staccare il prezzo dalla scatola del mappamondo, ho passato l’altra metà a cercare di staccare i due lembi dell’etichetta adesiva, ormai incollati tra loro, per poi rimettere il prezzo al suo posto. Alla fine ce l’ho fatta… ed è proprio mentre lo facevo che l’attività prendeva forma.
Così, una volta in classe, fatto l’appello fonologico, condivise le comunicazioni del giorno e il programma delle attività, ho chiamato un bambino perché osservasse la scatola e l’aprisse per tutti noi.
Samuele ha osservato l’involucro, indagato il contenuto e letto il prezzo che abbiamo appuntato alla lavagna. Subito dopo, ha tirato fuori il mappamondo e lo abbiamo gonfiato, un po’ a fiato (il mio) e un po’ con una pompetta che ho ricordato di avere nell’armadio.
Una volta che il Mappamondo era pronto, abbiamo osservato ancora una volta la posizione dei continenti, per poi fermarci sull’Europa (che iniziamo ad identificare con facilità: è sopra l’Africa), sull’Italia e sulla Sardegna. Abbiamo perciò rivisto la posizione dei paesi che ieri avevamo cercato sulle carte ed esplorato con Google Earth. Il Mappamondo è poi passato ad ogni isola, perché tutti potessero metterci le mani e osservarlo da vicino, e, infine, l’ho appeso ad altezza di bambino perché potessero esplorarlo ancora.
A quel punto, sono tornata sul prezzo che era rimasto appuntato alla lavagna: € 12,00.
Dopo aver verificato che i bambini conoscessero il simbolo dell’euro, e aver detto qualche fondamentale parola su questa moneta, ho allestito un banchetto, visibile a tutti, sul quale ho posato alcune delle banconote di cui ero in possesso (meno male che oggi ne avevo!) e qualche moneta (cambiata velocemente dalla nostra dirigente). Quindi, sul banchetto erano presenti: una banconota da 5 euro, una da 10 euro e una da 20 euro, alle quali ho aggiunto le monete: due da 2 euro e una da 1 euro.
A quel punto, sono tornata sul prezzo che era rimasto appuntato alla lavagna: € 12,00.
Dopo aver verificato che i bambini conoscessero il simbolo dell’euro, e aver detto qualche fondamentale parola su questa moneta, ho allestito un banchetto, visibile a tutti, sul quale ho posato alcune delle banconote di cui ero in possesso (meno male che oggi ne avevo!) e qualche moneta (cambiata velocemente dalla nostra dirigente). Quindi, sul banchetto erano presenti: una banconota da 5 euro, una da 10 euro e una da 20 euro, alle quali ho aggiunto le monete: due da 2 euro e una da 1 euro.
Prima di dare avvio alle richieste, mi sono trattenuta un attimo per mostrare le banconote e le monete e per spiegare che ne esistono anche di più grandi e di più piccole ma che, per ora, erano quelle che avevamo a disposizione e che, comunque, per oggi, sarebbero state sufficienti.
Così ho iniziato a provocare con la prima richiesta, invitando chi se la sentiva ad avvicinarsi al banchetto.
- Con questi soldi a disposizione – ho chiesto - posso comprare un mappamondo uguale a questo?
La risposta è arrivata immediata da un bambino che ha individuato la banconota da 10 € insieme a una moneta da 2 €.
Sono poi passata a una seconda richiesta: - E con solo questa banconota da 5 €, posso comprare il mappamondo?
Ha continuato lo stesso bambino, al quale si è aggiunta la voce di un altro gruppo di compagni: - No! Bisogna aggiungere qualcosa…. 7 euro!
Sorrido, non mi aspettavo che la risposta arrivasse con tanta immediatezza.
Sollevo il tiro: - E se ho questa banconota da 20 euro, posso comprarlo?
I bambini sono un attimo spiazzati e si fermano a riflettere. C’è qualcosa che non gli torna. Io aspetto. Dopo un po’, ecco che alcuni rispondo che sì, con 20 euro possiamo comprarlo.
Però la risposta non mi basta, così chiedo loro cosa succede se pago con 20 € una cosa che ne costa 12. I bambini tergiversano. Attendo e poi rappresento la quantità chiedendo di individuare all’interno quella che corrisponde ai 12 €. Procedono con immediatezza, ma la risposta ancora non arriva.
A quel punto chiedo ancora come posso comportarmi. Mi rendo conto che non hanno esperienze da cui attingere, sono ancora molto piccoli, però non smetto di provocare: - Vi sembra giusto che io dia 20 euro al negoziante se per il mappamondo ne sono sufficienti 12?
Un bambino stringe gli occhi, concentratissimo, ed eccolo intervenire: - Sono di più, ci deve ridare qualcosa! Lo aiuto ad esprimere bene quanto vuole dire e introduco la parola “resto”.
Solo qualche secondo e un bel gruppo di bambini dice a gran voce: - Il negoziante deve restituire 8 euro!
Perfetto. Adesso voglio rinforzare. Perciò chiamo altri due bambini e faccio una nuova domanda: - Se avete a disposizione solo queste (e indico la banconota da 10 e quella da 5), posso comprare il mappamondo?
La risposta arriva immediata: - Sì, ma il negoziante deve rendere 3 euro!
Mi fermo. Non voglio esagerare. Ma prima ripercorriamo insieme mentre fisso sulla LIM quanto scoperto. In particolare, fermo l’attenzione sul fatto che per acquistare il mappamondo è necessaria una quantità di euro uguale o superiore a 12. Così ragioniamo sui numeri minori e maggiori di 12.
Partendo da un prezzo, abbiamo portato dentro la moneta, un po’ di numeri e qualche ragionamento matematico che ha fatto operare i bambini con l’addizione e con la differenza.
Dopo siamo passati alla nostra carta d’identità numerica. Altri numeri che arrivano da più parti e che raggrupperemo per osservarli e scoprire tante cose della classe: chi è il bambino più anziano e il più giovane (questo lo abbiamo già scoperto questa mattina); chi il più alto, chi il più basso, chi il più pesante e chi più leggero; chi ha il piede più lungo, chi quello più corto. E così via…
Non ci preoccuperemo se saranno numeri piccoli e grandi, i bambini in qualche modo li conoscono.
Ma tutto questo avverrà piano piano, c’è tempo… l’importante è che arrivino dentro percorsi di senso.
Ha continuato lo stesso bambino, al quale si è aggiunta la voce di un altro gruppo di compagni: - No! Bisogna aggiungere qualcosa…. 7 euro!
Sorrido, non mi aspettavo che la risposta arrivasse con tanta immediatezza.
Sollevo il tiro: - E se ho questa banconota da 20 euro, posso comprarlo?
I bambini sono un attimo spiazzati e si fermano a riflettere. C’è qualcosa che non gli torna. Io aspetto. Dopo un po’, ecco che alcuni rispondo che sì, con 20 euro possiamo comprarlo.
Però la risposta non mi basta, così chiedo loro cosa succede se pago con 20 € una cosa che ne costa 12. I bambini tergiversano. Attendo e poi rappresento la quantità chiedendo di individuare all’interno quella che corrisponde ai 12 €. Procedono con immediatezza, ma la risposta ancora non arriva.
A quel punto chiedo ancora come posso comportarmi. Mi rendo conto che non hanno esperienze da cui attingere, sono ancora molto piccoli, però non smetto di provocare: - Vi sembra giusto che io dia 20 euro al negoziante se per il mappamondo ne sono sufficienti 12?
Un bambino stringe gli occhi, concentratissimo, ed eccolo intervenire: - Sono di più, ci deve ridare qualcosa! Lo aiuto ad esprimere bene quanto vuole dire e introduco la parola “resto”.
Solo qualche secondo e un bel gruppo di bambini dice a gran voce: - Il negoziante deve restituire 8 euro!
Perfetto. Adesso voglio rinforzare. Perciò chiamo altri due bambini e faccio una nuova domanda: - Se avete a disposizione solo queste (e indico la banconota da 10 e quella da 5), posso comprare il mappamondo?
La risposta arriva immediata: - Sì, ma il negoziante deve rendere 3 euro!
Mi fermo. Non voglio esagerare. Ma prima ripercorriamo insieme mentre fisso sulla LIM quanto scoperto. In particolare, fermo l’attenzione sul fatto che per acquistare il mappamondo è necessaria una quantità di euro uguale o superiore a 12. Così ragioniamo sui numeri minori e maggiori di 12.
Partendo da un prezzo, abbiamo portato dentro la moneta, un po’ di numeri e qualche ragionamento matematico che ha fatto operare i bambini con l’addizione e con la differenza.
Dopo siamo passati alla nostra carta d’identità numerica. Altri numeri che arrivano da più parti e che raggrupperemo per osservarli e scoprire tante cose della classe: chi è il bambino più anziano e il più giovane (questo lo abbiamo già scoperto questa mattina); chi il più alto, chi il più basso, chi il più pesante e chi più leggero; chi ha il piede più lungo, chi quello più corto. E così via…
Non ci preoccuperemo se saranno numeri piccoli e grandi, i bambini in qualche modo li conoscono.
Ma tutto questo avverrà piano piano, c’è tempo… l’importante è che arrivino dentro percorsi di senso.
Stupenda attività, soprattutto per come è nata! Un bellissimo esempio di come nella realtà ci sia tutto! La realtà, un bellissimo libro di testo che nessun editore potrà mai realizzare. Ma la realtà insegna solo con insegnanti eccezionali!!
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