Mi preparo a una nuova giornata intensa. Una delle ultime di questo periodo. Ancora una settimana e mi fermerò per una lunga pausa, di quelle necessarie per riguardare ai vissuti con l'attenzione che meritano, per essere presente tutta intera nelle cose che faccio, nelle relazioni che costruisco. Intera e disponibile, perché la disponibilità vera, l'attenzione ai contesti che vivo e alle persone che incontro mi interessano. E perché è tempo di guardare in faccia nuove scelte che mi interrogano da tempo e che ora, grazie a nuovi incontri straordinari, vedo con chiarezza.
In ogni caso, ora sono ancora qui, davanti a questa giornata che deve cominciare, e mi scopro completamente serena. Respiro tutta la bellezza della pace che sento dentro quando non mi sto sfidando, non mi sto misurando, non sto forzando la mia natura, non mi sto piegando a contesti non miei, a richieste che sì, posso soddisfare, ma in qualche modo vogliono indicarmi gli occhiali da indossare. No, sto andando semplicemente a condividere uno sguardo, l'insegnante che ho scelto di essere, la scuola in cui credo, le pratiche di tutti i giorni, quelle che sono così nelle mie corde, il mio quotidiano.
In tutti questi anni ho conosciuto tanti contesti, tante persone, alcune erano teste straordinarie. Mi hanno dato tantissimo.
Eppure io so che quello che mi interessa più di tutto è ciò che ieri ho sentito nelle parole di Eraldo Affinati. L'insegnante che ho scelto di essere non è questione di metodo, ma di atteggiamento. E di ciò che ho scelto di mettere al centro. La nostra storia ci aiuta molto. Sì, credo proprio che sia così. La nostra storia e la nostra idea di società.
È ora, vado. Ad attenderci il Festival di Scirarindi alla fiera di Cagliari. Saremo una banda. Io, le mamme, gli ex alunni. Proviamo a spostare lì un po' della nostra scuola. Quelle scelte così semplici, ma così faticose nel pubblico, che ci hanno fatto appassionare. Ci hanno fatto smettere di vedere limiti di tempo, di spazio, di possibilità. Abbiamo capito che vogliamo esserci in questa scuola. Insieme.
L'educazione è un bene unico è indivisibile, come l'acqua. Lo ha detto ieri Michele Dotti. Che meraviglia. Così semplice, così vero. Ed è ciò intorno a cui ci siamo messi noi. Alla fine credo che sia semplicemente così. Per questo ci siamo "presi a cuore".
Vado davvero. Chiacchierona e anche un po' romantica, come dice qualcuno di me, ironizzando su come sono. Ma sì, perché no? In fondo se ci togliamo lo sguardo, che cosa ci resta?
In ogni caso, ora sono ancora qui, davanti a questa giornata che deve cominciare, e mi scopro completamente serena. Respiro tutta la bellezza della pace che sento dentro quando non mi sto sfidando, non mi sto misurando, non sto forzando la mia natura, non mi sto piegando a contesti non miei, a richieste che sì, posso soddisfare, ma in qualche modo vogliono indicarmi gli occhiali da indossare. No, sto andando semplicemente a condividere uno sguardo, l'insegnante che ho scelto di essere, la scuola in cui credo, le pratiche di tutti i giorni, quelle che sono così nelle mie corde, il mio quotidiano.
In tutti questi anni ho conosciuto tanti contesti, tante persone, alcune erano teste straordinarie. Mi hanno dato tantissimo.
Eppure io so che quello che mi interessa più di tutto è ciò che ieri ho sentito nelle parole di Eraldo Affinati. L'insegnante che ho scelto di essere non è questione di metodo, ma di atteggiamento. E di ciò che ho scelto di mettere al centro. La nostra storia ci aiuta molto. Sì, credo proprio che sia così. La nostra storia e la nostra idea di società.
È ora, vado. Ad attenderci il Festival di Scirarindi alla fiera di Cagliari. Saremo una banda. Io, le mamme, gli ex alunni. Proviamo a spostare lì un po' della nostra scuola. Quelle scelte così semplici, ma così faticose nel pubblico, che ci hanno fatto appassionare. Ci hanno fatto smettere di vedere limiti di tempo, di spazio, di possibilità. Abbiamo capito che vogliamo esserci in questa scuola. Insieme.
L'educazione è un bene unico è indivisibile, come l'acqua. Lo ha detto ieri Michele Dotti. Che meraviglia. Così semplice, così vero. Ed è ciò intorno a cui ci siamo messi noi. Alla fine credo che sia semplicemente così. Per questo ci siamo "presi a cuore".
Vado davvero. Chiacchierona e anche un po' romantica, come dice qualcuno di me, ironizzando su come sono. Ma sì, perché no? In fondo se ci togliamo lo sguardo, che cosa ci resta?
#Scirarindi2018
#Facciamoscuola
#Ilcambiamentonascedadentro
#Apprenderetraconsegneaperteespazidiliberta
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