Condivido con voi, con una settimana di ritardo, una riflessione posata prima della ripresa delle attività. Oggi sono lavori in corso, a cui si sono aggiunti i fatti di cronaca. Impossibile tenerli fuori.
Mentre le vacanze giungono al termine, è davvero difficile trattenere il pensiero continuo che vaga sulle tante cose posate e da riprendere, sui nuovi temi da aprire, sulle strategie più adeguate per avvicinarsi ai nuovi contenuti da affrontare. Ed è difficile non sentire la pressione della chiusura del quadrimestre che si avvicina, che ti dice che è quasi tempo di avviare i percorsi di autovalutazione, i colloqui con i bambini, l'apertura della classe alle famiglie…
Poi, però, sono le cose piccole a farti tornare in classe serena. Sono quelle che basta guardarsi attorno e sono già lì con te, pronte a farti riprendere il viaggio dentro percorsi di senso, ritrovando motivazione. La tua e la loro. Essenziali, entrambe.
Perciò respiri. Sospendi il resto. E ti fai solo una domanda.
Che cosa porto con me?
La data, innanzitutto la data, così leggeremo il nuovo anno – il 2020 - e giocheremo un po' con la rappresentazione non canonica del numero. Poco importa se, di norma, in seconda ci si trattiene entro le centinaia. Ai bambini piace essere sfidati e a me piacciono le provocazioni alte. Fidarsi della testa dei bambini riserva sempre belle sorprese.
Subito dopo, posizioneremo il nuovo anno sulla linea del tempo per riflettere un po' sul fatto che non significa che siamo davvero qui solo da 2020 anni, ma che le civiltà (senza andare troppo indietro) sono presenti da tanto prima. E allora nella linea inseriremo l'anno 0 e introdurremo l'avanti e il dopo Cristo, soffermandoci brevemente su questa scelta adottata per contare il tempo.
Subito dopo, posizioneremo il nuovo anno sulla linea del tempo per riflettere un po' sul fatto che non significa che siamo davvero qui solo da 2020 anni, ma che le civiltà (senza andare troppo indietro) sono presenti da tanto prima. E allora nella linea inseriremo l'anno 0 e introdurremo l'avanti e il dopo Cristo, soffermandoci brevemente su questa scelta adottata per contare il tempo.
Poi mi fermerò sul mese che apre l'anno e ragioneremo sull'anno solare, simulando ancora una volta la rotazione della terra intorno al sole, per poi parlare della differenza tra questo e l'anno scolastico, dei mesi che compongono ognuno.
Ho preparato un filo e delle mollette in cui stendere i mesi. Ai bambini il compito di rimetterli in ordine. Qualcuno fa ancora fatica a ricordarli tutti e in successione; allora ne approfitteremo per giocare un po'.
Porterò tra loro la filastrocca dell'anno nuovo di Gianni Rodari, perché fa sempre bene ricordare che “anche quest’anno sarà come gli uomini lo faranno" e che, allora, occorre che tutti noi ci si rimbocchi le maniche perché a costruire ciò che ci attende saremo soprattutto noi.
Giocheremo poi con le parole-aggettivo, cercando quelle più adatte per le nostre vacanze. Prima delle festività, avevamo trasformato il nostro appello fonologico giocando con le parole-azione, ora è l'occasione giusta per ragionare di qualità.
Tireremo fuori le nostre calamite e andremo a viaggiare con Google Earth nei luoghi visitati. Ci soffermeremo sulle carte, con la nostra solita curiosità per il mondo che non fa che crescere, per poi dare spazio ai racconti.
Da parte mia, metterò sul piatto le piccole cose portate dal Vietnam e le fotografie, così da avvicinare i bambini ad un mondo lontano, e cercherò di farglielo conoscere partendo dagli i interessi a loro più vicini. Poi li inviterò ad esplorare i dong (le banconote vietnamite) perché molti bambini non sanno che ci sono paesi dove si cambia moneta, e che fino a non troppo tempo fa era così anche in Europa. Li inviterò a giocare a trasformarli in euro, avvicinandoli così al concetto divisione e rinforzando quello di moltiplicazione. I tanti zeri non saranno un problema, di questo sono certa.
Racconterò del mio triplice brindisi per Capodanno: il primo – il mio – con l’orario di Ho Chi Minh (ex Saigon); il secondo, quello italiano, con il pensiero su parenti e amici; il terzo, quello colombiano, in contatto diretto con mio figlio.
Ritorneremo così, mappamondo gonfiabile alla mano, sui fusi orari, già incontrati prima delle vacanze con l'astuzia di Babbo Natale che, stanco di spostarsi velocemente da una parte all’altra della terra, aveva escogitato un trucco: fermarsi in un punto, in alto, e aspettare che fosse la terra a girare per lanciare i pacchetti sotto di mezzanotte in mezzanotte.
Parlerò della mia valigia multi stagione, per raccontare del clima che ho trovato percorrendo il Vietnam dal nord al sud, per poi proporre il video di Paxi, che spiega l’alternanza del giorno e della notte e quella delle stagioni.
Sarà poi il momento di ritornare sul libro di Riccardo Gazzaniga, ormai posato da troppo tempo per fare spazio al Natale. Siamo a gennaio, presto ricorrerà il giorno della Memoria. Perciò quale mese migliore per tenere con noi Gino Bartali?
Sarà bello ritornare alla storia che ha introdotto in classe la nostra piccola Alice, per avvicinarci ai Giusti tra le nazioni e costruire l’insegnamento più importante di tutti: qualunque sia lo scenario, ognuno di noi ha sempre la possibilità di scegliere chi vuole essere, di scegliere di restare umano.
E ancora... accoglieremo un nuovo compagno (forse due) e sarà occasione per riorganizzare gli spazi e condividere la nostra organizzazione come classe-comunità, dove ognuno ha i suoi compiti e ha sempre maggiore consapevolezza che, sì, siamo tutti diversi, ma uguali davanti a diritti e doveri.
Piano piano poi ritornerà anche tutto il resto...
Piano piano poi ritornerà anche tutto il resto...
Se facciamo scuola affacciandoci sui nostri vissuti e sul mondo, il materiale non manca. A noi il compito di avere chiaro che cosa osservare e di affinare la capacità di scegliere cosa tenere e che cosa lasciare andare. Questo sì.
E così, ne sono certa, sarà una buona ripresa.
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