venerdì 23 gennaio 2015

Noi genitori: Mamma, non offenderti se dico alla mia maestra, “ti voglio bene”

Pochi giorni fa rientro a casa dopo una piacevole e interessante riunione a scuola e la curiosità di mio figlio di sapere cosa ha detto la sua maestra non si fa certo attendere.
Cerco di togliermi almeno il giubbotto, ma non c’è tempo, devo raccontare tutto e subito!
“Ha detto tante belle cose!” questa la mia breve e immediata risposta.
Mi tolgo il giubbotto, ma lui è sempre li, immobile, davanti a me e attende. Certo, non ha tutti i torti, quella risposta è abbastanza riduttiva…allora aggiungo qualche altro piccolo particolare, convinta di riuscire così a soddisfare la sua curiosità.
Una convinzione che dura davvero poco, perché all’improvviso arrivano i rinforzi! Al nostro dialogo si aggiungono le sorelle che iniziano a discutere animatamente con il fratello delle loro maestre e senza lasciarmi il tempo di “abbandonare il campo”, arriva una domanda davvero impegnativa: “Piuttosto, mamma, non ti offendi se dico alla mia maestra “ti voglio bene”?” Ora sono tutti e tre, li, che attendono.
Lo guardo, li guardo, faccio un bel respiro…Non stavamo forse parlando della riunione? 
Eppure, quella sua inaspettata domanda mi riporta per un attimo proprio a quell’incontro appena concluso, a ripercorrere le parole e gli argomenti che la maestra di mio figlio ha offerto a tutti noi genitori con tanta chiarezza, passione e semplicità, riconfermando, dietro un aspetto apparentemente solo tecnico, quella volontà di voler condividere un percorso scolastico, quel desiderio di continuare a camminare insieme.
Ecco che la risposta, senza esitazione, arriva da sé: “Certo che no! Non solo non mi offendo, ma ne sono felice, perché il bene che vuoi alla tua maestra ti porta a riconoscere la scuola come un luogo e un’esperienza da amare. Per questo penso che in quel bene ci sia racchiuso il traguardo più importante e straordinario che la tua maestra possa raggiungere insieme a te: quello di farti sentire a scuola come a casa, quello di riuscire a trasmetterti un amore per te stesso, un amore per la vita, un amore per il sapere, un amore per gli altri.”
Rassicurato dalle mie parole, mio figlio insieme alle sorelle, ognuno per la propria maestra, iniziano a dare forma a quel “voler bene”.
Ecco che la maestra diventa: incantevole, brava, speciale, bellissima, anzi la “più bellissima” di tutte le maestre del mondo, stupenda, gentile, generosa, fantastica, fantasiosa, allegra, dolce, simpatica, eccezionale, uno spettacolo e…anche un pochino severa quando i suoi bambini la fanno arrabbiare (ma attenzione, solo un pochino!).
In silenzio, continuo ad ascoltarli e sorrido intenerita dalla loro spontaneità e dalla loro meravigliosa libertà di riuscire a esprimere sentimenti ed emozioni così alti, così puri, così veri.
Ora, se avete ancora la pazienza di continuare a leggermi, cercherò di dare una voce a quei sentimenti e emozioni, al messaggio contenuto in quel loro dialogo, un messaggio che posso così tradurre:… “Si, cara maestra, ti rendi conto di quanto sei importante per me, di quanto ti voglio bene, di quanta sconfinata e totale fiducia ripongo in te e, per tutto questo mio sentire e per il bambino che sono, di quanta responsabilità hai nei miei confronti?
Sai, penso che la tua sia una bellissima responsabilità: quella di accendere in me “la scintilla” del sapere, della motivazione, dell’interesse, dell’ascolto, del rispetto, della dedizione, del coraggio, della voglia di fare, della soddisfazione, della gioia e bellezza di essere, facendomi vivere e sentire dietro ogni sapere, dietro ogni conoscenza, dietro ogni scoperta, dietro ogni traguardo, una meravigliosa e straordinaria emozione.
Di farmi provare, almeno, il sogno del realizzabile…e di porgermi gli strumenti giusti perché riesca, un giorno, a trasformarlo in realtà, perché tutto abbia un senso.
Di insegnarmi che capire e imparare vuol dire “gustare”.
Di dimostrarmi che la vera scuola non è solo fatta di bambini competenti, ma prima di tutto da bambini felici, perché non esiste emozione più grande di riuscire ad apprendere anche solo una cosa, ma di essere felice di averla appresa. 
Di accompagnarmi nella scuola come se stessi entrando in un luogo animato da desideri, sogni e speranze.
Allora aiutami a sentirmi sicuro di te e della tua accoglienza, sostienimi con la tua fiducia, guardami con occhi attenti e cuore pronto, dimmi che non ci sono errori che non si possono correggere, che non esistono prove che non si possono superare. Io ti donerò tutto quello che sono e tutto quello che desidero diventare: tutto il mio cuore.
Tuttavia, una cosa la devi assolutamente sapere o forse lo sai già: anche tu, però, devi avere fiducia in me.
Per questo voglio tranquillizzarti e alleggerirti un pochino da quella responsabilità che, in fondo, non hai solo tu. Perché nel mio piccolo, anch’io sento di averne una, forse per un certo senso più grande della tua e prima di tutto verso me stesso: quella di non arrendermi mai...nonostante tutto.”
Non posso concludere senza rinnovare il mio infinito GRAZIE alla maestra di mio figlio che ha voluto prendersi questa meravigliosa responsabilità…e ringraziare tutte quelle maestre che sentono il desiderio e la volontà di fare altrettanto.

Isa

1 commento:

  1. bellissima questa pensiero! anche il mio bimbo mi aveva fatto la stessa domanda e con la stessa situazione e solo una cosa mi sento di dire: grazie all'insegnante dei nostri figli e a tante altre che svolgono questo lavoro con passione ,dedizione ,determinazione e con tanto tanto amore!

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