giovedì 19 ottobre 2017

"Un pesce sull'albero"


Leggere per se stessi è una cosa, leggere per la classe è un'altra. La lettura inizia con te ma poi prende lo stesso respiro dei bambini, con loro segue il ritmo degli eventi e dà modo alle parole di farsi forma.
Ed é un tempo che a noi piace davvero tanto. Fin dal primo anno, a inizio mattinata, subito dopo aver condiviso il programma della giornata, passiamo al nostro libro. È uno spazio gratuito, che ci porta dentro altri mondi, altre vite; un tempo sospeso, dove si ride, si soffre, si sente paura, si ama, si piange.
Sono tanti i libri che entrano ogni anno. Inizialmente ero io a proporli, oggi sono sempre di più loro, i bambini, a farlo. Proprio come "Un pesce sull'albero", il libro che stiamo leggendo ora e che ci siamo portati appresso dall'ultima parte dell'anno scorso. Non eravamo riusciti a concluderlo, ma abbiamo deciso che anche se sospenderne la lettura sarebbe stato faticoso, non potevamo che finirlo tutti insieme. 
E abbiamo fatto proprio bene. Ieri ci è stato più chiaro che mai.
Il libro racconta di Ally, una ragazzina speciale, dislessica senza saperlo, alla quale tutti noi ormai vogliamo un gran bene. Con lei ridiamo, con lei soffriamo e tratteniamo il respiro davanti a tutto ciò che le accade. Pensa di essere stupida, Ally, e vive relazioni difficili con alcuni terribili compagni che si divertono a prenderla in giro. 
Ma ieri mattina, all'improvviso, insieme all'ennesima ferita che l'ha portata a fuggire, abbiamo vissuto l'avvicinamento delicato tra lei e il suo insegnante. Abbiamo sentito la forza dell'esserci del maestro, la bellezza di chi sa superare la distanza per dire semplicemente "Io ti vedo. Io ci sono". E abbiamo sentito la corazza di Ally ammorbidirsi nel pianto di chi finalmente si sente riconosciuto. 
La mia voce rotta ha concluso la lettura a fatica; la classe ha sospeso il respiro. 
Due capitoli, venti minuti, e tutto questo tra noi. 
Incredibile che cosa possa essere la lettura.


[...] Il signor Daniels guarda il cielo azzurro e limpido e dice: «Adesso non essere troppo dura con te stessa, okay? Sai, una volta un saggio ha detto “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”».
Rifletto su questa cosa. Possibile che sia così semplice?
Mi si proietta in mente il film di un pesce arrabbiato alla base di un albero, che prende a colpi di pinna il tronco mentre si lamenta di non riuscire a scalarlo.
Penso a una tartaruga che prepara un panino.
A un serpente che suona il violino.
A un elefante che lavora a maglia.
A pinguini che giocano a pallacanestro.
A un’aquila che fa immersioni subacquee.
Ma in particolare spero con ogni minuscolo pezzettino di me stessa che il signor Daniels abbia ragione su tutto questo.


Lynda Mullaly Hunt, Un pesce sull'albero, Uovonero

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