Oggi erano sei. Sei ex alunni in classe con noi, accanto ai piccolini.
Due fino alle 10.30: "Maestra, domani entriamo più tardi, possiamo venire?". Una alle 12.00: "Maestra, domani ti dispiace se ti raggiungo, così quando finisci parliamo un po'? Ho delle cose che vorrei dirti...". Tre alle 12.30: "Maestra, questa settimana usciremo prima, possiamo venire?".
Dodici, tredici, diciassette anni insieme agli attuali di sei e sette. Tre cicli che si incrociano.
La mia risposta è sempre la stessa: "Certo!" e ogni volta mi assicuro che i collaboratori scolastici li lascino entrare. Mi assicuro che non incontrino ostacoli. Cosa può esserci di più bello degli ex alunni che tornano a scuola?
Poi sono loro, loro che conoscono tutti i "come", perciò te li ritrovi tra i banchi a essere presenza come tu saresti. E non puoi che sentirti commossa, mentre li osservi, mentre li vedi offrire il meglio di quello che sono.
E te lo dici. È proprio questa la scuola in cui credo. Un posto in cui stare bene, in cui sentire appartenenza, in cui costruire legami. Un posto in cui trovare gli strumenti e la forza per volare lontano, ma anche il piacere di poter tornare.
Che regali belli, arrivano. Proprio per ricordarti che, nonostante tutto, sei nel posto giusto. Quello dove puoi fare qualcosa di buono. E già ti basta.
Due fino alle 10.30: "Maestra, domani entriamo più tardi, possiamo venire?". Una alle 12.00: "Maestra, domani ti dispiace se ti raggiungo, così quando finisci parliamo un po'? Ho delle cose che vorrei dirti...". Tre alle 12.30: "Maestra, questa settimana usciremo prima, possiamo venire?".
Dodici, tredici, diciassette anni insieme agli attuali di sei e sette. Tre cicli che si incrociano.
La mia risposta è sempre la stessa: "Certo!" e ogni volta mi assicuro che i collaboratori scolastici li lascino entrare. Mi assicuro che non incontrino ostacoli. Cosa può esserci di più bello degli ex alunni che tornano a scuola?
Poi sono loro, loro che conoscono tutti i "come", perciò te li ritrovi tra i banchi a essere presenza come tu saresti. E non puoi che sentirti commossa, mentre li osservi, mentre li vedi offrire il meglio di quello che sono.
E te lo dici. È proprio questa la scuola in cui credo. Un posto in cui stare bene, in cui sentire appartenenza, in cui costruire legami. Un posto in cui trovare gli strumenti e la forza per volare lontano, ma anche il piacere di poter tornare.
Che regali belli, arrivano. Proprio per ricordarti che, nonostante tutto, sei nel posto giusto. Quello dove puoi fare qualcosa di buono. E già ti basta.
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